Solo gli imbecilli aizzati dai demagoghi si stracciano le vesti appena si parla di austerità, gridando alla macelleria sociale e allo scempio dei diritti acquisiti. Al contrario delle bojate divulgate dagli scherani dello stato ladro, la bomba che deflagrando distrugge la convivenza civile e cancella il benessere è proprio la bancarotta sovrana.
Il debito pubblico non è altro che la somma di tasse future. Chi si illude che il debito verrà riassorbito dalla crescita ricorda il Barone di Munchausen che voleva librarsi nell'ara tirandosi per i capelli. Ma il Barone era un personaggio da favola, l'illuso è un personaggio da farsa.
Cerca nel blog
16 lug 2025
13 lug 2025
Drin Drin: L'Italia che non si arrende
C'è un'Italia che non sale all'onore delle cronache, che non litiga nel talk show, che non manifesta per cause demenziali, che non imbratta monumenti o blocca strade, che non invoca sussidi, che pretende una Giustizia efficiente e rapida, che non vuole essere vessata da un fisco demenziale, che è impelagata in mille lacci burocratici inutili.
E' un'Italia senza rappresentanza politica, un fiume di gente a cui è stato espropriato il diritto alla rappresentanza politica dalla peggiore classe dirigente dei paesi OCSE. E anche di parecchi paesi emergenti in Sud America o in Africa.
Però è un'Italia che scalpita e che non vuole arrendersi e non vuole rassegnarsi. Offrire una rappresentanza politica per la parte migliore del paese è un compito immane. Perché chi lavora, studia o produce non ha tempo da dedicare all'impegno politico. E' assorbito dalle proprie attività e dunque lascia la gestione della cosa pubblica nelle mani dei parassiti, degli ignoranti e degli individui privi di scrupoli e dignità.
Per di più questa classe politica deteriore scatena l'odio contro chi è riuscito ad emergere, contro chi ha avuto un minimo di successo nella vita, contro chi ha fatto sacrifici per migliorare. E' la rivolta della feccia contro la parte migliore della società veicolata attraverso le istituzioni e i media acchiappacitrulli e acchiappaclick.
E' un'Italia senza rappresentanza politica, un fiume di gente a cui è stato espropriato il diritto alla rappresentanza politica dalla peggiore classe dirigente dei paesi OCSE. E anche di parecchi paesi emergenti in Sud America o in Africa.
Però è un'Italia che scalpita e che non vuole arrendersi e non vuole rassegnarsi. Offrire una rappresentanza politica per la parte migliore del paese è un compito immane. Perché chi lavora, studia o produce non ha tempo da dedicare all'impegno politico. E' assorbito dalle proprie attività e dunque lascia la gestione della cosa pubblica nelle mani dei parassiti, degli ignoranti e degli individui privi di scrupoli e dignità.
Per di più questa classe politica deteriore scatena l'odio contro chi è riuscito ad emergere, contro chi ha avuto un minimo di successo nella vita, contro chi ha fatto sacrifici per migliorare. E' la rivolta della feccia contro la parte migliore della società veicolata attraverso le istituzioni e i media acchiappacitrulli e acchiappaclick.
Contrastare e poi invertire questo processo degenerativo richiederà anni. Per questo abbiamo costituito un partito che possa scardinare lo status quo e la corsa verso il baratro della bancarotta. Chi non vuole arrendersi o rassegnarsi oggi ha un'alternativa. Se la ignora non potrà lagnarsi in futuro.
12 lug 2025
La guerra asimmentrica
Le narrazioni strategiche filo-Cremlino diffuse in Italia, mirano a screditare l'Occidente e la democrazia liberale, promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali e spirituali.
Queste narrazioni, amplificate da media russi e italiani, includono temi come il declino morale dell'Occidente, la sovranità perduta, il collasso imminente delle democrazie liberali e l'opposizione tra élite e popolo. In questa opera di propaganda è cruciale il ruolo di influencer, media alternativi e intellettuali italiani, sia di destra che di sinistra, a riprova che fascismo e comunismo sono due facce della stessa medaglia, il cosiddetto rossobrunismo.
Inoltre il Cremlino, adotta "misure attive" che includono disinformazione, propaganda e manipolazione delle percezioni per destabilizzare le democrazie occidentali. L'Italia è particolarmente permeabile a queste narrazioni, date le radici storiche e culturali che risalgono all'influenza del PCI nella politica del Bel Paese.
Il regime di Putin, autoritario e ideologicamente conservatore, sfrutta il concetto di "Occidente Collettivo", usato per demonizzare le democrazie e le società aperte sfruttando quattro macro-narrazioni principali: élite contro popolo, valori minacciati, sovranità perduta e collasso imminente. Da esse discendono una serie di argomentazioni reiterate ad libitum.
Occidente decadente e corrotto: L'Occidente viene descritto come moralmente decadente, dominato da lobby globaliste, élite finanziarie e promotore di valori perversi, come il sostegno alle comunità LGBTQI+ e al transumanesimo.
Controllo delle élite globaliste: Si sostiene che il mondo sia governato da un'élite globalista composta da figure come George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates, che manipolano le masse e orchestrano eventi globali, come pandemie e guerre, per instaurare un Nuovo Ordine Mondiale.
Rivoluzioni colorate orchestrate dall'Occidente: Le proteste popolari in paesi ex-sovietici e altre nazioni vengono descritte come operazioni orchestrate da Stati Uniti, CIA e altre forze occidentali per destabilizzare governi e promuovere interessi geopolitici.
Autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina: L'indipendenza della Chiesa Ortodossa Ucraina viene presentata come un'operazione della CIA e un tentativo dell'Occidente di dividere il mondo slavo-ortodosso e attaccare la Russia.
Pandemia da COVID-19: La pandemia viene descritta come un complotto orchestrato dalle élite globaliste per decimare la popolazione mondiale, imporre dittature sanitarie e distruggere le strutture sociali.
Satanismo e Anticristo: Si afferma che l'élite globalista sia guidata da un progetto satanico, con figure come Soros e Gates dipinte come incarnazioni dell'Anticristo.
Anglosassoni e massoneria: Gli anglosassoni vengono accusati di orchestrare guerre civili e di controllare governi e istituzioni globali attraverso la massoneria.
I principali attori della disinformazione in Italia includono:
Media filo-Cremlino: Siti web e piattaforme come Sputnik Italia e Geopolitika.ru diffondono narrazioni strategiche pro-Russia, screditando l'Occidente e promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali.
Media alternativi italiani: Outlet come L'AntiDiplomatico, Visione TV, Blondet and Friends e Byoblu amplificano le narrazioni filo-Cremlino, spesso utilizzando teorie del complotto e messaggi anti-occidentali.
Influencer e opinion maker: Intellettuali, giornalisti e figure pubbliche italiane, come Mons. Carlo Maria Viganò e Roberto Pecchioli, promuovono narrazioni che attaccano l'Occidente e sostengono la Russia di Putin.
Think tank e accademici filo-russi: Alcuni esperti e istituzioni italiane, come il Forum Economico Eurasiatico di Verona, ospitano interventi di intellettuali russi che promuovono narrazioni anti-occidentali e pro-Russia.
Social media e bot: Campagne di disinformazione online, condotte tramite bot e falsi profili, amplificano i messaggi filo-Cremlino e candeggiano i cervelli.
Il regime di Putin, autoritario e ideologicamente conservatore, sfrutta il concetto di "Occidente Collettivo", usato per demonizzare le democrazie e le società aperte sfruttando quattro macro-narrazioni principali: élite contro popolo, valori minacciati, sovranità perduta e collasso imminente. Da esse discendono una serie di argomentazioni reiterate ad libitum.
Occidente decadente e corrotto: L'Occidente viene descritto come moralmente decadente, dominato da lobby globaliste, élite finanziarie e promotore di valori perversi, come il sostegno alle comunità LGBTQI+ e al transumanesimo.
Controllo delle élite globaliste: Si sostiene che il mondo sia governato da un'élite globalista composta da figure come George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates, che manipolano le masse e orchestrano eventi globali, come pandemie e guerre, per instaurare un Nuovo Ordine Mondiale.
Rivoluzioni colorate orchestrate dall'Occidente: Le proteste popolari in paesi ex-sovietici e altre nazioni vengono descritte come operazioni orchestrate da Stati Uniti, CIA e altre forze occidentali per destabilizzare governi e promuovere interessi geopolitici.
Autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina: L'indipendenza della Chiesa Ortodossa Ucraina viene presentata come un'operazione della CIA e un tentativo dell'Occidente di dividere il mondo slavo-ortodosso e attaccare la Russia.
Pandemia da COVID-19: La pandemia viene descritta come un complotto orchestrato dalle élite globaliste per decimare la popolazione mondiale, imporre dittature sanitarie e distruggere le strutture sociali.
Satanismo e Anticristo: Si afferma che l'élite globalista sia guidata da un progetto satanico, con figure come Soros e Gates dipinte come incarnazioni dell'Anticristo.
Anglosassoni e massoneria: Gli anglosassoni vengono accusati di orchestrare guerre civili e di controllare governi e istituzioni globali attraverso la massoneria.
I principali attori della disinformazione in Italia includono:
Media filo-Cremlino: Siti web e piattaforme come Sputnik Italia e Geopolitika.ru diffondono narrazioni strategiche pro-Russia, screditando l'Occidente e promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali.
Media alternativi italiani: Outlet come L'AntiDiplomatico, Visione TV, Blondet and Friends e Byoblu amplificano le narrazioni filo-Cremlino, spesso utilizzando teorie del complotto e messaggi anti-occidentali.
Influencer e opinion maker: Intellettuali, giornalisti e figure pubbliche italiane, come Mons. Carlo Maria Viganò e Roberto Pecchioli, promuovono narrazioni che attaccano l'Occidente e sostengono la Russia di Putin.
Think tank e accademici filo-russi: Alcuni esperti e istituzioni italiane, come il Forum Economico Eurasiatico di Verona, ospitano interventi di intellettuali russi che promuovono narrazioni anti-occidentali e pro-Russia.
Social media e bot: Campagne di disinformazione online, condotte tramite bot e falsi profili, amplificano i messaggi filo-Cremlino e candeggiano i cervelli.
4 mag 2025
A che Punto è la Notte in Ucraina?
Da quasi un anno la situazione dell'Ucraina evoca un ottovolante. Dal blocco dei rifornimenti americani, all'invasione del Kursk; dalla campagna elettorale all'elezione di Trump; dal risveglio dell'Europa dopo il litigio in mondovisione tra #trump e #zelensky; dalla riappacificazione in #vaticano al tratto sulle risorse minerarie è stato un susseguirsi di agonie, successi, patemi, eroismi, scoraggiamenti e rinate speranze.
L'elezione di Trump ha costituito un mutamento epocale nella sostanza con cui l'America affronta le relazioni internazionali. Ma sull'Ucraina le varie fazioni che si contendono il potere all'interno dell'Amministrazione Trump (Rubio da una parte, JD Vance dall'altra) ancora non hanno trovato un punto di intesa. Quindi la superpotenza procede a tentoni mentre i dignitari sono intenti a compiacere il capo sondandone gli umori.
Ma a che punto è davvero la notte per l'Ucraina che non vuole sottomettersi alla dittatura di un criminale di guerra e combatte per difendere sé stessa e il resto d'Europa dall'aggressione di orde barbariche agli ordini di un tiranno sanguinario senza scupoli? Le profezie di sventura sull'imminente collasso del fronte per mancanza di truppe si sono rivelate le solite bufale diffuse a piene mani dalla propaganda russa. Tutte le analisi sull'imminente caduta di Pokrovsk hanno reso ridicoli i generali e gli "analisti" militari che le illustravano con dovizia di particolari.
Con la stabilizzazione del fronte il conflitto entra nella fase in cui l'esito si decide a livello economico e tecnologico. Da questo punto di vista gli ucraini sono in leggero, ma significativo vantaggio per due motivi.
1) la popolazione ormai è preparata o rassegnata alle privazioni e alle sofferenze inflitte dalle orde putiniane. Quindi dal punto di vista economico non si aspetta molto.
2) Il sostegno economico europeo continua e solidifica la capacità produttiva di armi, per cui a parte i sistemi di difesa antimissile l'Ucraina è in grado di reggere lo sforzo bellico.
La Russia al contrario ha sempre meno risorse dall'export di petrolio e sempre meno capacità di produrre armi sofisticate. La strategia di assalti disperati contro le fortificazioni ucraine è vieppiù autolesionista. Il problema per Putin è che altre strategie non sono nemmeno concepibili per un esercito poco sofisticato e totalmente sottoequipaggiato.
L'elezione di Trump ha costituito un mutamento epocale nella sostanza con cui l'America affronta le relazioni internazionali. Ma sull'Ucraina le varie fazioni che si contendono il potere all'interno dell'Amministrazione Trump (Rubio da una parte, JD Vance dall'altra) ancora non hanno trovato un punto di intesa. Quindi la superpotenza procede a tentoni mentre i dignitari sono intenti a compiacere il capo sondandone gli umori.
Ma a che punto è davvero la notte per l'Ucraina che non vuole sottomettersi alla dittatura di un criminale di guerra e combatte per difendere sé stessa e il resto d'Europa dall'aggressione di orde barbariche agli ordini di un tiranno sanguinario senza scupoli? Le profezie di sventura sull'imminente collasso del fronte per mancanza di truppe si sono rivelate le solite bufale diffuse a piene mani dalla propaganda russa. Tutte le analisi sull'imminente caduta di Pokrovsk hanno reso ridicoli i generali e gli "analisti" militari che le illustravano con dovizia di particolari.
Con la stabilizzazione del fronte il conflitto entra nella fase in cui l'esito si decide a livello economico e tecnologico. Da questo punto di vista gli ucraini sono in leggero, ma significativo vantaggio per due motivi.
1) la popolazione ormai è preparata o rassegnata alle privazioni e alle sofferenze inflitte dalle orde putiniane. Quindi dal punto di vista economico non si aspetta molto.
2) Il sostegno economico europeo continua e solidifica la capacità produttiva di armi, per cui a parte i sistemi di difesa antimissile l'Ucraina è in grado di reggere lo sforzo bellico.
La Russia al contrario ha sempre meno risorse dall'export di petrolio e sempre meno capacità di produrre armi sofisticate. La strategia di assalti disperati contro le fortificazioni ucraine è vieppiù autolesionista. Il problema per Putin è che altre strategie non sono nemmeno concepibili per un esercito poco sofisticato e totalmente sottoequipaggiato.
1 mag 2025
L’Italia Retrograda e Ignorante Atterrita dal Futuro
Una massa di pensionati e aspiranti tali, con lo sguardo trasfigurato fisso sullo specchietto retrovisore, rifiuta di proiettarsi nel futuro e aspira a rifugiarsi nelle memorie fallaci di un tempo felice e prospero che in Italia non è mai esistito. Quantomeno non dalla seconda metà degli anni '60. Si celebra il tempo antico attraverso storie lacrimevoli di nonni e genitori. Si rivangano ricordi di gioventù esaltanti immersi nelle nebbie dei decenni.
E così mentre si dibatte furiosamente sul 25 aprile e sui saluti romani, nella televisione, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, spopolano l'intrattenimento becero condito di musiche degli anni '60, '70 e '80, il programma dei pacchi e i telegiornali con lunghi servizi dedicati ad attrici hollywoodiane morte da tempo. I governi di qualsiasi colore si affidano al piccolo cabotaggio e alle pubbliche relazioni internazionali che sono perfette per i cinegiornali Luce 2.0 e danno l'illusione ai mediocri di contare qualcosa.
Nei regimi autocratici stampa e TV esaltano le visite all'estero del dittatore o l'accoglienza di capi di stato stranieri (solitamente altri come se fossero straordinari successi diplomatici. In prima pagina vengono pubblicati quasi quotidianamente i testi dei telegrammi di auguri per il compleanno di grandi leader stranieri, spacciati come evidenza del prestigio internazionale del paesucolo, di solito isolato, arretrato e sostanzialmente irrilevante. I maggiori media italiani hanno introiettato il modello e lo esibiscono con orgoglio ai loro residui lettori e spettatori.
Non emerge alcun progetto ambizioso o almeno coerente sui prossimi venti anni, sul ruolo dell'Italia nell'economia globale, sui punti di forza da sfruttare e sulle debolezze da sanare. Ci si riempie la bocca di Made in Italy a cui è dedicato persino un ministero, ma nell'ottica di promuovere formaggi e vini. Il turismo alimenta il miraggio del "nostro petrolio". Invece si ignorano farmaceutica e macchinari industriali, che costituiscono il nerbo delle nostre esportazioni. Settori troppo oscuri da comprendere per un target di analfabeti funzionali ostili ai progressi tecnologici e scientifici, vissuti come un'intollerabile e gravissima minaccia allo status quo (vedasi la reazione ai vaccini anti Covid) e alle mediocri certezze del piccolo mondo antico.
Quanto al sistema educativo che dovrebbe formare talenti e affinare competenze in Intelligenza Artificiale, robotica, nonotecnologie, bioscienza, l'ineffabile Valditara si concentra sull'insegnamento del latino nelle scuole medie, mentre l'istruzione professionale è di fatto inesistente. L'istruzione permanente è sconosciuta, la formazione è una Cenerentola dopo lo scoccare della mezzanotte e al suo posto si esalta il prepensionamento e si imbastiscono inutili o dannosi tavoli di crisi al ministero di Salvini. Buona fortuna, a voi che vivete aggrappati alla speranza di essere lasciati in pace dal mondo che cambia. .
E così mentre si dibatte furiosamente sul 25 aprile e sui saluti romani, nella televisione, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, spopolano l'intrattenimento becero condito di musiche degli anni '60, '70 e '80, il programma dei pacchi e i telegiornali con lunghi servizi dedicati ad attrici hollywoodiane morte da tempo. I governi di qualsiasi colore si affidano al piccolo cabotaggio e alle pubbliche relazioni internazionali che sono perfette per i cinegiornali Luce 2.0 e danno l'illusione ai mediocri di contare qualcosa.
Nei regimi autocratici stampa e TV esaltano le visite all'estero del dittatore o l'accoglienza di capi di stato stranieri (solitamente altri come se fossero straordinari successi diplomatici. In prima pagina vengono pubblicati quasi quotidianamente i testi dei telegrammi di auguri per il compleanno di grandi leader stranieri, spacciati come evidenza del prestigio internazionale del paesucolo, di solito isolato, arretrato e sostanzialmente irrilevante. I maggiori media italiani hanno introiettato il modello e lo esibiscono con orgoglio ai loro residui lettori e spettatori.
Non emerge alcun progetto ambizioso o almeno coerente sui prossimi venti anni, sul ruolo dell'Italia nell'economia globale, sui punti di forza da sfruttare e sulle debolezze da sanare. Ci si riempie la bocca di Made in Italy a cui è dedicato persino un ministero, ma nell'ottica di promuovere formaggi e vini. Il turismo alimenta il miraggio del "nostro petrolio". Invece si ignorano farmaceutica e macchinari industriali, che costituiscono il nerbo delle nostre esportazioni. Settori troppo oscuri da comprendere per un target di analfabeti funzionali ostili ai progressi tecnologici e scientifici, vissuti come un'intollerabile e gravissima minaccia allo status quo (vedasi la reazione ai vaccini anti Covid) e alle mediocri certezze del piccolo mondo antico.
Quanto al sistema educativo che dovrebbe formare talenti e affinare competenze in Intelligenza Artificiale, robotica, nonotecnologie, bioscienza, l'ineffabile Valditara si concentra sull'insegnamento del latino nelle scuole medie, mentre l'istruzione professionale è di fatto inesistente. L'istruzione permanente è sconosciuta, la formazione è una Cenerentola dopo lo scoccare della mezzanotte e al suo posto si esalta il prepensionamento e si imbastiscono inutili o dannosi tavoli di crisi al ministero di Salvini. Buona fortuna, a voi che vivete aggrappati alla speranza di essere lasciati in pace dal mondo che cambia. .
20 apr 2025
Il Ponte di Corde Sfilacciate tra Meloni e Trump
Sono passati ormai diversi giorni ed i particolari sui risultati della visita della "Presidenta" #Meloni a Washington vengono ricostruiti con maggior nitidezza. Dopo il successivo colloquio col vice Presidente JD VAnce e un ulteriore fugace incontro in occasione dei funerali di Bergoglio -- possiamo tracciare un bilancio di questa attività da pontiere (ruolo a cui aspirano di solito i governi dei paesi che contano poco a livelo globale, militarmente e diplomaticamente).
Il post di Giorgia sui social diffuso poco dopo l'evento esprimeva toni abbastanza neutri:
Lavorare insieme per costruire un Occidente più forte.
Oggi a Washington ho incontrato il Presidente Donald J. Trump. Un confronto leale e costruttivo su temi strategici: dalla sicurezza alla difesa, dalla lotta all’immigrazione illegale ai rapporti commerciali. Ho colto l’occasione per invitarlo a Roma, e sono lieta che abbia accettato. Sarà un’ulteriore occasione per rafforzare il dialogo tra le nostre Nazioni. L’Italia è sempre più protagonista in uno scenario internazionale che cambia rapidamente. E oggi, anche grazie al lavoro fatto in questi anni, il nostro punto di vista viene ascoltato e rispettato. Il legame tra Italia e Stati Uniti resta solido, vitale e decisivo per affrontare insieme le grandi sfide globali
E a suggello dell'incontro aveva postato
Grazie, Presidente Trump!
La collaborazione tra Italia e Stati Uniti si fonda su valori comuni e una lunga amicizia. Continueremo a lavorare insieme per rafforzare il legame tra i nostri popoli e affrontare con determinazione le sfide globali.
Però quando si tirano le somme al netto della retorica il carniere italiano risulta quasi vuoto, mentre quello americano include impegni abbastanza precisi sugli acquisti di gas liquefatto, di ordini nel settore difesa per i quali sono stati aumentati i capitoli di bilancio, investimenti in USA, abolizione della web tax e altre concessioni minori. Tu chiamala se vuoi politica della transazione, secondo l'approccio trumpiano ai dannni del più debole.
Nella migliore delle ipotesi si può osservare che Meloni incassa un apprezzabile successo di immagine (gonfiato come una mongolfiera dai media italiani) perché dal Rose Garden sembra essere il capo di governo europeo che condivide più convintamente il sostrato di pulsioni confusamente espresso da Trump e malamente messo in pratica in questi tumultuosi 100 gioni.
Probabilmente perché non ne comprende le implicazioni, né per l'Italia, né per l'Europa, né per la governance globale. Quindi alla prova dei fatti è un’adesione più formale che di sostanza. Sia come sia, Meloni è stata abile o furba ad evitare spunti polemici e a far percepire che la vicinanza ideologica non entra in collisione con l’Unione Europea nel momento in cui partono i negoziati sui dazi. Del resto il tirare a campare è la forza del melonismo di governo.
Se questi sono i frutti del "ponte" tra America e Italia, ci si poteva risparmaire il costo del kerosene bruciato dal volo di stato. Una dimostrazione se n'è avuta quando nei colloqui riservati a margine dei funerali di Papa Francesco nessuno dei grand si è sentito in dovere di coinvolgere Giorgia, nonostante tutto l'attivismo diplomatico di questi mesi.
Lavorare insieme per costruire un Occidente più forte.
Oggi a Washington ho incontrato il Presidente Donald J. Trump. Un confronto leale e costruttivo su temi strategici: dalla sicurezza alla difesa, dalla lotta all’immigrazione illegale ai rapporti commerciali. Ho colto l’occasione per invitarlo a Roma, e sono lieta che abbia accettato. Sarà un’ulteriore occasione per rafforzare il dialogo tra le nostre Nazioni. L’Italia è sempre più protagonista in uno scenario internazionale che cambia rapidamente. E oggi, anche grazie al lavoro fatto in questi anni, il nostro punto di vista viene ascoltato e rispettato. Il legame tra Italia e Stati Uniti resta solido, vitale e decisivo per affrontare insieme le grandi sfide globali
E a suggello dell'incontro aveva postato
Grazie, Presidente Trump!
La collaborazione tra Italia e Stati Uniti si fonda su valori comuni e una lunga amicizia. Continueremo a lavorare insieme per rafforzare il legame tra i nostri popoli e affrontare con determinazione le sfide globali.
Però quando si tirano le somme al netto della retorica il carniere italiano risulta quasi vuoto, mentre quello americano include impegni abbastanza precisi sugli acquisti di gas liquefatto, di ordini nel settore difesa per i quali sono stati aumentati i capitoli di bilancio, investimenti in USA, abolizione della web tax e altre concessioni minori. Tu chiamala se vuoi politica della transazione, secondo l'approccio trumpiano ai dannni del più debole.
Nella migliore delle ipotesi si può osservare che Meloni incassa un apprezzabile successo di immagine (gonfiato come una mongolfiera dai media italiani) perché dal Rose Garden sembra essere il capo di governo europeo che condivide più convintamente il sostrato di pulsioni confusamente espresso da Trump e malamente messo in pratica in questi tumultuosi 100 gioni.
Probabilmente perché non ne comprende le implicazioni, né per l'Italia, né per l'Europa, né per la governance globale. Quindi alla prova dei fatti è un’adesione più formale che di sostanza. Sia come sia, Meloni è stata abile o furba ad evitare spunti polemici e a far percepire che la vicinanza ideologica non entra in collisione con l’Unione Europea nel momento in cui partono i negoziati sui dazi. Del resto il tirare a campare è la forza del melonismo di governo.
Se questi sono i frutti del "ponte" tra America e Italia, ci si poteva risparmaire il costo del kerosene bruciato dal volo di stato. Una dimostrazione se n'è avuta quando nei colloqui riservati a margine dei funerali di Papa Francesco nessuno dei grand si è sentito in dovere di coinvolgere Giorgia, nonostante tutto l'attivismo diplomatico di questi mesi.
Iscriviti a:
Post (Atom)