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14 nov 2021

Il G20 e la COP26 partoriscono un roditore di dimensioni non ragguardevoli





Come le precedenti venticinque COP, anche la COP26 ha partorito un roditore di dimensioni non ragguardevoli. Il consesso ha tolto le tende nella serata di sabato 13 novembre, con un giorno di ritardo sul ruolino di marcia, per dare tempo di adottare nel comunicato finale una formulazione che fosse abbastanza ambigua per soddisfare tutti ed impegnare nessuno. Il Patto sul Clima di Glasgow conferma l'obiettivo di contenere l'incremento medio delle temperature entro i 1,5° C e completa dopo sei anni l'Accordo di Parigi del 2015 da cui Trump aveva ritirato gli USA. Il segretario generale delle Nazioni Unite, il portoghese António Guterres, lamenta che si tratta di "un compromesso, che riflette gli interessi, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo di oggi
". Lo stesso presidente della COP, Alok Sharma, ha parlato nella sua dichiarazione conclusiva ai media di una "vittoria fragile".

Molti nei giorni scorsi hanno puntato il ditino accusatore contro l'Arabia Saudita che avrebbe sabotato le nobili intenzioni degli intrepidi difensori dell'ambiente e del Pianeta. Sarebbe abbastanza sorprendente che un solo paese, per quanto influente, riesca ad imporre la sua volontà al mondo. Infatti sono stati i paesi emergenti sotto l'egida dell'India ad approvare, proprio l'ultimo giorno, un emendamento che rimanda l'abbandono del carbone al 2030 o anche oltre.



Ma le relazioni pericolose coinvolgono anche gli insospettabili: ad esempio nessuno esamina quale sia il ruolo, al di là della retorica, delle organizzazioni che si autodefiniscono ambientaliste. Oppure degli "scienziati" che pubblicano studi di non eccelso valore scientifico. Il Rockefeller Brothers Fund (secondo quanto riporta il suo stesso sito web) negli ultimi due anni ha donato a Greenpeace un bel gruzzolo da due milioni di dollari in notevole ascesa rispetto al 2019 quando il fondo aveva scucito appena 325.000 dollari. Ovviamente il bilancio delle fondazioni della famiglia Rockefeller non è composto interamente di petrodollari, ma non disdegna il generoso supporto ad esempio della Exxon.

Il punto cruciale comunque è di una straordinaria semplicità anche se viene tenuto sotto uno spesso strato di tappeti: per ridurre le emissioni di CO2 bisogna rendere questo gas un bene di lusso imponendo tasse da capogiro. Nessun politico avrà mai il coraggio di farlo. Quindi si continuerà a cincischiare sine die in queste conferenze sul clima fino a che la soluzione arriverà dalla tecnologia come sta avvenendo nel campo delle auto elettriche. Di sicuro non dai governi.

13 nov 2021

La Vendetta di Bolkestein



Il sollievo dei gestori di stabilimenti balneari è durato poco. Scongiurato il pericolo (grazie alla Lega) che nel Decreto Concorrenza venisse recepito l'odiato (dai gestori) obbligo delle aste per l'assegnazione delle concessioni, dopo pochi giorni è arrivata la sentenza amministrativa. Ovviamente i media hanno fatto a gara nel diffondere disinformazione con in testa il TG1. In un servizio che trasudava rara incompetenza diffondeva la fake news che sarebbero a rischio un milione di posti di lavoro. Secondo tale ragionamento se le concessioni venissero messe a gara gli attuali dipendenti verrebbero presumibilmente sostituiti da alieni.



Che una migliore gestione crei maggiore occupazione non è un'ipotesi concepibile per un cervello allenato in anni di elucubrazioni nei corridoi di Viale Mazzini o Saxa Rubra.

La Favola dell'Inflazione Temporanea

Mentre ci si dedica ad oziose disquisizioni su cosa significhi inflazione “transitoria”, la domanda cruciale verte su come famiglie e aziende reagiranno alla fiammata dei prezzi post-Covid. Qual è l'impatto psicologico nella gente di questa dinamica deleteria dopo anni di bassa inflazione o moderata deflazione?

Come cambieranno i comportamenti degli agenti economci? Il presidente dell'Atlanta Fed, Raphael Bostic, tra gli altri, ha messo in luce come quanto più a lungo il tasso di inflazione rimane elevato, tanto più è probabile che manager, sindacati e risparmiatori modifichino le aspettative sulla perdita del potere di acquisto della moneta e si regolino di conseguenza.

I lavoratori chiedono aumenti salariali poiché possono vedere che i loro salari si assottigliano in rapporto alle necessità quotidiane, a partire dall'affitto e dal pieno di carburante. Le imprese, dal canto loro, sono indotte ad aumentare ulteriormente i prezzi per mantenere i margini. Gli economisti chiamano questo fenomeno "spirale prezzi-salari". Era la situazione che prevaleva in Italia (e in altri paesi avanzati)negli anni 70 ed 80 -- esacerbata dalla scala mobile -- si accompagnava a periodiche svalutazioni della lira che esacerbavano la situazione e distruggevano il tessuto economico.

Si pensava che la banche centrali avessero imparato la lezione, invece con la politicizzazione della politica monetaria i banchieri centrali stanno commettendo gli stessi errori che portarono alla staglflazione dopo lo shock petrolifero del 1973.

12 nov 2021

Quarta Ondata, Terza dose, Ultima Spiaggia





I paesi dove la percentuale di vaccinati è bassa,l'emergenza Covid ha ripreso vigore. L'Europa ha registrato quasi due terzi dei 3,1 milioni di nuove infezioni da coronavirus a livello globale la scorsa settimana. E' risultata l'unica regione (comprendente secondo la classificazione dell'OMS, anche Russia e parte dell'Asia Centrale) con un aumento costante sia dei casi che deelle morti. I decessi sono aumentati del 10% e i casi sono del 7%, arrivando a 1,9 milioni. I paesi con il maggior numero di nuovi casi in tutto il mondo sono stati Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Turchia e Germania. Il numero di decessi settimanali da COVID-19 è diminuito di circa il 4% in tutto il mondo ed è diminuito in tutte le regioni tranne l'Europa.



A dispetto delle farneticazioni diffuse via social trra gli analfabeti, è incontestabile che il vaccino abbia finora rappresentato l'unica difesa efficace a disposizione contro la pandemia nei paesi sviluppati. L'Italia, che nei confronti internazionali occupa di regola gli ultimi posti, questa volta (grazie a Draghi), si è dimostrata all'avanguardia nel mondo sia nell'implementazione del piano vaccinale che nelle misure di contenimento come il Green Pass. Inevitabilmente man mano che le strutture ospedaliere verranno di nuovo intasate dai malati di Covid, gli altri paesi civili dovranno seguire l'esempio italiano in qualche forma. Infatti l'Austria ha dovuto introdurre un lockdown per tutti di 20 giorni. La Germania sta per implementare misure simili al Green Pass italiano

Questi governi si trovano sempre a combattere la pandemia attestati sull'ultima spiaggia perché, dopo quasi due anni, i cialtroni al potere ancora non apprendono un'elementare lezione: attendere di avere tutti i dati precisi prima di prendere decisioni efficaci, per quanto impopolari, equivale a far esplodere i contagi. Lo prova senza ombra di dubbio il caso di Israele.

In sostanza l'esperienza di Israele dovrebbe essere di monito per tutti coloro che sono sani di mente. In particolare le terze dosi che hanno bloccato la quarta ondata, le vaccinazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, l'esercitazione nazionale contro un’ipotetica ‘variante Omega’ molto più devastante della Delta. Invece i governi si prostrano di fronte a frange di disadattati sociali e ignobili mestatori politici che sfogano contro la scienza ogni sabato le loro frustrazioni, spesso in modo violento.

Piazza Pulita l'11 novembre ha trasmesso un'inchiesta sconvolgente sul movimento novax che denuncia le tecniche di disinformazione basate su menzogne vergognose per imbonire i creduloni e aizzare i poveracci contro chi cerca di tornare alla normalità.

11 nov 2021

Dal Reddito di cittadinanza al Reddito di inclusione




Una delle straordinarie lezioni di Milton Friedman, semplice quanto grandiosa, è riassunta nella frase
"Se paghi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non esser sorpreso se produci disoccupazione"
. Tale frase andrebbe affissa sulla porta di ogni ufficio pubblico e scritta sulle pareti di ogni sala di riunioni di governo centrale ed ente locale oltre che nei saloni del Quirinale al posto degli arazzi.



In tal modo si capirebbe il disastro prodotto dal reddito di cittadinanza, il più gigantesco meccanismo di voto di scambio mai attuato nella millenaria storia italica delle malversazioni governative. Non a caso criminali di vario conio hanno approfittato della generosità pubblica. Il lavoro manuale unskilled ormai è un fenomeno raro, soprattutto al Sud, dove con i circa 700 euro a cranio di regalia si vive senza troppi patemi. E comunque, se proprio si viene colti da un'insopprimibile voglia di lavorare, la cosiddetta economia sommersa offre ampie occasioni per arrotondare.

Il governo ha sbattuto rumorosamente sul piatto la riforma di questo incentivo al parassitismo e al lavoro nero, ma le proposte (ovviamente avversate ferocemente dai referenti politici dei perdigiorno) sono palliativi che non incidono significativamente sulle storture del sistema.

In questo video di qualche anno fa insieme ad Alberto Forchielli avevamo presentato una proposta per rendere impiegabili coloro che effettivamente incontrano delle difficoltà nella transizione ad un nuovo mestiere o professione eliminando gli incentivi perversi del Reddito di cittadinanza.



In poche parole il sussidio pubblico dovrebbe essere impiegato per il training in un'azienda che necessiti di professionalità non facilmente reperibili sul mercato. Così si eliminerebbe anche il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro che rappresenta un autentico scandalo dell'economia italiana.

7 nov 2021

I Segreti Incoffessabili della Grande Distribuzione






In Italia si contano oltre 11mila partite IVA operanti nel settore mass market retail, da Esselunga a scendere sino ad arrivare a piccoli gestori affiliati da un supermercato. Tra le grandi catene solo Esselunga riesce a fare profitti, mentre per il resto degli operatori i margini sono estremamente risicati. In Italia il modello dell'affiliazione (che nulla ha a che vedere con i migliori modelli di franchising) prolifera per una ragione endogena: la nostra storia enogastronomica.

Città che vai prodotti che trovi. La straordinaria varietà è il nostro punto di forza,che si trasforma in nanismo della GDO. Da qui derivano le ataviche inefficienze: parcellizzazione dei fatturati, polverizzazione delle forniture e tutto quanto caratterizza la nostra distribuzione organizzata.A ciò si aggiunge l'arretratezza tecnologica nella gestione della logistica e grandi pecche nell'e-commerce.



Quanto vale il mercato della GDO italiana? La risposta a questa domanda non è per nulla scontata perchè chi lo rileva sono le società IRI e Nielsen che, per ricavare un dato aggregato, sommano le vendite dei singoli prodotti agli scanner. Il problema è che gli unici prodotti alimentari tracciabili sono quelli che hanno un codice EAN unico e determinato, pertanto tutte le vendite di quello che si chiama peso variabile (tutti i freschi e freschissimi dei banchi serviti + ortofrutta sfusa) usano EAN che cambiano apparentamento con i prodotti tutti i giorni; in pratica con un codice EAN oggi si vende un pesce e domani due pomodori.

Quindi gli unici calcoli precisi sono riferibili al Largo Consumo Confezionato che vale tra il 50% ed il 60% del mercato. Il rimanente è dedotto statisticamente. Detto ciò si stima che il mercato nazionale valga circa 105 miliardi di euro nel 2020. Se si somma a questo anche il mercato della produzione alimentare si stima che si possa raggiungere un valore compreso tra i 250 ed i 300 miliardi di euro.

La GDO italiana, a differenza di quelle europee più evolute, è molto frastagliata. In Francia, Spagna, Germania e UK le prime 5 ragioni sociali superano sempre il 50% del fatturato totale, in Italia sono circa 18 le imprese che superano 1 miliardo di euro di fatturato e la più grande è Esselunga con ricavi che superano di poco 8 miliardi di euro.

Tesco in UK supera i 60 miliardi, Mercadona in Spagna supera i 25 miliardi. Carrefour supera i 70 miliardi, Auchan i 30 miliardi. Viste dal nostro punto di vista le imprese retail italiane sembrano molto grandi e piene di denari, in verità stiamo parlando di nani della distribuzione ed in generale assai male organizzati e con un margine di profitto medio di poco oltre 1%.

Sino al 2000 ovunque si aprisse un supermercato fioriva business, oltre quella data iniziano i problemi. Noi abbiamo scimmiottato il modello francese, grandi superfici attrattive con referenziamento molto vasto e con un concetto commerciale molto "buying oriented", in contrapposizione ai modelli anglosassoni che sono, al contrario, molto attenti alla qualità delle vendite, con una forte tendenza alla vendita emotiva, molto più che da noi.