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10 apr 2021

I Paria del Lockdown col miraggio dei ristori




Non e' la prima volta che scoppiano le proteste di piazza degli invisibili del Covid, quelli senza tutele, i ristoratori non ristorati, gli ambulanti a cui è proibito deambulare. Però l'universo del lavoro saltuario, non garantito e in parte in nero, sembra aver perso la pazienza. Non fosse altro che dopo un anno di sofferenza sono finiti i risparmi e le giaculatorie governative suonano beffarde. La vacua bojata dell'ultimo sacrificio che si trasforma inevitabilmente nel penultimo getta bisoni di benzina sull'incendio della rabbia. Insomma il treno delle promesse è deragliato senza aver raggiunto alcuna destinazione.



Un anno in cui le misure strutturali (dai trasporti pubblici più frequenti all'assistenza domiciliare) sono state colpevolmente trascurate, o, peggio, sostituite dai sussidi per il monopattino, dai banchi a rotelle, dai bonus vacanze, dalle conferenze stampa di Arcuri, dalle promesse di riaperture a Natale e Pasqua e dalle migliaia di dichiarazioni di ministri e parlamentari di infima caratura.

I segnali di rivolta tra la piccola borghesia che magari ricorre ai sotterfugi per necessità, ma non è disonesta e vuole orgogliosamente vivere del proprio lavoro ormai sono troppo diffusi per poter essere derubricati a occasionali manifestazioni di gruppuscoli marginali.