La recente proposta di un nuovo Patto di Stabilità presentata dalla Commissione Europea è un testo troppo politico, troppo vago e con misure troppo blande che non imbrigliano efficacemente i governi incapaci, inetti, screditati e corrotti, in primis quelli italiani.
Un calcio alla lattina che cerca di scimmiottare il NextGenerationEu, con il suo approccio "olistico", cioè una combinazione di rigore fiscale, investimenti per la crescita, riforme e transizione ecologica con un orizzonte di quattro anni estendibili a sette se venissero implementati piani particolarmente ambiziosi di riforme.
Purtroppo l'esperienza insegna che senza la certezza di sanzioni immediate e brutali, nessun politico, tantomeno italiano, rinuncerà mai alle gigantesche operazoni di voto di scambio che fanno vincere le elezioni, ad esempio il Reddito di Cittadinanza o le generose pensioni anticipate.
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27 nov 2022
23 nov 2022
Sono spariti gli svalvolati che invocavano più inflazione per tutti
Nell'epoca pre-Covid una nutrita masnada di svalvolati minkio-somaristi invocava l'inflazione, quando in Italia e nel resto di Eurolandia prevaleva una leggera deflazione. La masnada coincideva in larga parte con la galassia no-euro di destra e di sinistra (unite nella lotta) di cui erano esponenti di spicco, Salvini, Meloni, in parte anche Berlusconi, per non parlare di Di Maio, Di Battista e Grillo, con rinforzo di buontemponi come la Taverna che aveva prodotto un video in cui si scambiava un euro con mille lire (invece che 1932,27).
Ora che il loro desiderio e' stato esaudito, i masnadieri sono inspiegabilmente spariti dalla circolazione e si segnalano solo nelle stalle televisive a ragliare di scostamenti di bilancio e diseguaglianze sociali. Eppure avrebbero una splendida occasione per spiegare al loro elettorato quali sono gli effetti benefici dei prezzi fuori controllo.
Ora che tutti hanno toccato con mano gli effetti sul portafogli dovrebbero mostrarsi coerenti insieme alla feccia della MMT, ovvero la Modern Monetary Theory, nota anche come Minkion Monetary Theory. Per chi non lo sapesse è il parto di alcune menti malate convinte che stampando pezzi di carta colorata i governi potrebbero garantire al popolo sempiterna ricchezza e felicità.
In Turchia dove il tasso annuale di inflazione è quasi a tripla cifra sarebbero felici di poter confrontarsi con cotali geni dell'economia tutte le persone che ogni mattina vedono aumentare il prezzo del pane o della carne, mentre l'aumento degli stipendi procede col freno a mano tirato, le rare volte che effettivamente procede.
Ma siamo sicuri che anche in Italia si potrebbe organizzare un bel dibattito -- con il pubblico di scalmanati che inveisce dalle piazze -- in uno dei tanti talk show che negli anni hanno dato spazio agli illustri propugnatori dell'economia demenziale. Invece inspiegabilmente i "giornalisti" non colgono un'occasione così ghiotta.
Ora che il loro desiderio e' stato esaudito, i masnadieri sono inspiegabilmente spariti dalla circolazione e si segnalano solo nelle stalle televisive a ragliare di scostamenti di bilancio e diseguaglianze sociali. Eppure avrebbero una splendida occasione per spiegare al loro elettorato quali sono gli effetti benefici dei prezzi fuori controllo.
La MMT sparita dai radar
Ora che tutti hanno toccato con mano gli effetti sul portafogli dovrebbero mostrarsi coerenti insieme alla feccia della MMT, ovvero la Modern Monetary Theory, nota anche come Minkion Monetary Theory. Per chi non lo sapesse è il parto di alcune menti malate convinte che stampando pezzi di carta colorata i governi potrebbero garantire al popolo sempiterna ricchezza e felicità.
In Turchia dove il tasso annuale di inflazione è quasi a tripla cifra sarebbero felici di poter confrontarsi con cotali geni dell'economia tutte le persone che ogni mattina vedono aumentare il prezzo del pane o della carne, mentre l'aumento degli stipendi procede col freno a mano tirato, le rare volte che effettivamente procede.
Ma siamo sicuri che anche in Italia si potrebbe organizzare un bel dibattito -- con il pubblico di scalmanati che inveisce dalle piazze -- in uno dei tanti talk show che negli anni hanno dato spazio agli illustri propugnatori dell'economia demenziale. Invece inspiegabilmente i "giornalisti" non colgono un'occasione così ghiotta.
9 nov 2022
Elezioni in Usa: DeSantis lanciato verso la Casa Bianca
Il governatore della Florida Ron DeSantis è stato riconfermato con un successo straordinario nelle elezioni del 2022. Questo risultato costituisce un segnale cristallino per tutti gli elettori repubblicani. Io sono il candidato alla Casa Bianca che può condurvi alla vittoria, mentre Donlad Trump è un elemento tossico foriero di future cocenti delusioni e umiliazioni.
Quattro anni fa, DeSantis vinse la sua prima elezione da governatore con uno scarto inferiore all'1%. L'8 novembre di quattro anni dopo, lo scarto si è ampliato a quasi 20 punti percentuali contro il candidato democratico (ma ex governatore repubblicano dello Stato) Charlie Crist.
La vittoria e il margine della vittoria, sono un trampolino di lancio per la Casa Bianca, in quanto gli consentono di argomentare che può fare a livello nazionale ciò che ha appena fatto in Florida. Peraltro DeSantis è capace di convincere gli elettori indipendenti che spostano il baricentro elettorale, Trump li repelle, polarizzando lo scontro. Infatti il palazzinaro newyorchese ha immediatamente iniziato ad insultare DeSantis che ha chiamato DeSantimonious con il suo stile subdolo da narcisista puerile e megalomane. Asserendo di non averlo votato (quindi ha votato per i democratici?) ha insinuato di poter rivelare informazioni scottanti sul suo conto.
Ma le sparate di The Donald non possono nascondere l'evidenza: molti dei candidati da lui sostenuti hanno subìto sconfitte inattese. Il caso più emblematico è il flop di Dr. Oz in Pennsylvania, dove l'avversario per il seggio al Senato John Fetterman è un estremista di sinistra che ha condotto una campagna elettorale debole (era convalescente da un ictus) e nel dibattito televisivo ha rimediato una pessima figura. Nonostante ciò gli elettori lo hanno votato pur di non assegnare la vittoria ad un candidato trumpiano, peraltro abbastanza popolare essendo un noto personaggio televisivo.
A conferma del declino di Trump, dalle risposte agli exit poll della CNN emergeva che l'ex presidente, il cui indice di popolarità tocca un mediocre 37%, è un handicap per le elezioni presidenziali del 2024, in caso vinca la nomination per una terza volta. In sostanza DeSantis (che ha un'agenda fortemente in contrasto con quella della sinistra sanderista) offre un futuro in cui il Partito Repubblicano potrebbe riconquistare la Casa Bianca soprattutto se il candidato democratico sarà di nuovo Biden, la cui popolarità è bassa a causa dei mediocri risultati in politica economica.
La vittoria e il margine della vittoria, sono un trampolino di lancio per la Casa Bianca, in quanto gli consentono di argomentare che può fare a livello nazionale ciò che ha appena fatto in Florida. Peraltro DeSantis è capace di convincere gli elettori indipendenti che spostano il baricentro elettorale, Trump li repelle, polarizzando lo scontro. Infatti il palazzinaro newyorchese ha immediatamente iniziato ad insultare DeSantis che ha chiamato DeSantimonious con il suo stile subdolo da narcisista puerile e megalomane. Asserendo di non averlo votato (quindi ha votato per i democratici?) ha insinuato di poter rivelare informazioni scottanti sul suo conto.
Il fiasco di Trump
Ma le sparate di The Donald non possono nascondere l'evidenza: molti dei candidati da lui sostenuti hanno subìto sconfitte inattese. Il caso più emblematico è il flop di Dr. Oz in Pennsylvania, dove l'avversario per il seggio al Senato John Fetterman è un estremista di sinistra che ha condotto una campagna elettorale debole (era convalescente da un ictus) e nel dibattito televisivo ha rimediato una pessima figura. Nonostante ciò gli elettori lo hanno votato pur di non assegnare la vittoria ad un candidato trumpiano, peraltro abbastanza popolare essendo un noto personaggio televisivo.
A conferma del declino di Trump, dalle risposte agli exit poll della CNN emergeva che l'ex presidente, il cui indice di popolarità tocca un mediocre 37%, è un handicap per le elezioni presidenziali del 2024, in caso vinca la nomination per una terza volta. In sostanza DeSantis (che ha un'agenda fortemente in contrasto con quella della sinistra sanderista) offre un futuro in cui il Partito Repubblicano potrebbe riconquistare la Casa Bianca soprattutto se il candidato democratico sarà di nuovo Biden, la cui popolarità è bassa a causa dei mediocri risultati in politica economica.
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