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15 mar 2025

Il Riarmo Europeo è un'Assoluta Priorità

L'Europa si è cullata per decenni nella stolida illusione di poter affrontare sfide geopolitiche cruciali per la sua sicurezza con giaculatorie e buoni propositi. Il disimpegno degli Stati Uniti dalla NATO sotto l'amministrazione Trump e l'aggressione russa in Ucraina hanno spazzato Il Disimpegno degli Stati Uniti dalla NATO Già dai tempi della Presidenza Obama gli Stati Uniti hanno mostrato segnali di riduzione dell'impegno nei confronti della NATO. Trump ha più volte criticato l'alleanza, definendola "obsoleta" e minacciando di ridurre la presenza militare americana in Europa se gli alleati non avessero aumentato i loro contributi finanziari.

Recentemente, è emersa l'indiscrezione secondo cui gli Stati Uniti, a partire dal prossimo anno, non parteciperanno a esercitazioni militari in Europa, alimentando ulteriormente le preoccupazioni riguardo al loro impegno nella difesa del continente. 

L'invasione dell'Ucraina è una minaccia diretta a tutta l'Europa. 


La determinazione del presidente russo Vladimir Putin nel ristabilire una sfera di influenza russa ha sollevato timori sulla sicurezza dei paesi limitrofi e sull'ordine internazionale basato su regole condivise L'Unione Europea, riconoscendo la gravità della situazione, ha intensificato il suo sostegno all'Ucraina, fornendo assistenza militare e finanziaria per contrastare l'aggressione russa. In reazione a queste sfide, l'Unione Europea ha lanciato il piano "ReArm Europe", un'iniziativa da 800 miliardi di euro proposta dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. 

Questo piano mira a rafforzare le capacità difensive dell'UE, riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti e promuovendo una maggiore autonomia strategica. Il Parlamento Europeo ha approvato il piano a larga maggioranza, sottolineando l'urgenza di agire per garantire la sicurezza europea e diminuire la dipendenza da paesi terzi.



Obiettivi del Riarmo Europeo 

Con l'incertezza riguardo all'impegno futuro degli Stati Uniti nella NATO, l'Europa deve assumersi una maggiore responsabilità nella propria difesa, in primis fornire all'Ucraina le risorse necessarie per difendersi e recuperare i territori occupati, inviando un messaggio chiaro alla Russia sulla determinazione dell'Europa a sostenere la sovranità ucraina. -

Poi occorre puntare decisamente ad indebolire il Regime di Putin. Un rafforzamento militare europeo potrebbe fungere da deterrente contro ulteriori aggressioni russe e contribuire a isolare politicamente ed economicamente il regime di Putin. Le sanzioni devono essere finalmente inasprite e applicate severamente.

Il piano di riarmo ha scatenato un dibattito acceso all'interno dell'Unione Europea. Alcuni cosiddetti esperti mettono in guardia sugli effetti economici di un massiccio aumento della spesa militare, suggerendo che potrebbe impoverire la popolazione e non rappresentare l'unica soluzione per garantire la sicurezza. Ma sono i soliti sguatteri di Putin che Draghi definiva pupazzi prezzolati. 

Purtroppo in Italia abbondano e sono annidati in tutte le forze politiche sia di governo che di opposizione,  oltre che in buon parte dei media.

Conclusione 


La combinazione del disimpegno degli Stati Uniti dalla NATO e dell'aggressione russa in Ucraina ha reso evidente la necessità per l'Europa di mettere in campo un esercito che possa rivaleggiare con quello delle maggiori potenze. Il piano "ReArm Europe" rappresenta un passo significativo, ma è solo un primo passo per garantire efficacemente la sicurezza, la coesione interna e la prosperità economica.




27 nov 2022

Il Labirinto del Patto di Stabilità

La recente proposta di un nuovo Patto di Stabilità presentata dalla Commissione Europea è un testo troppo politico, troppo vago e con misure troppo blande che non imbrigliano efficacemente i governi incapaci, inetti, screditati e corrotti, in primis quelli italiani.



Un calcio alla lattina che cerca di scimmiottare il NextGenerationEu, con il suo approccio "olistico", cioè una combinazione di rigore fiscale, investimenti per la crescita, riforme e transizione ecologica con un orizzonte di quattro anni estendibili a sette se venissero implementati piani particolarmente ambiziosi di riforme. Purtroppo l'esperienza insegna che senza la certezza di sanzioni immediate e brutali, nessun politico, tantomeno italiano, rinuncerà mai alle gigantesche operazoni di voto di scambio che fanno vincere le elezioni, ad esempio il Reddito di Cittadinanza o le generose pensioni anticipate.

18 apr 2022

Le sanzioni devono colpire la Russia anche dopo la guerra


Che le sanzioni siano inefficaci è una delle molteplici bufale diffuse dagli URSSini. Chiaramente dipende dal tipo di sanzioni, ma in generale sono uno strumento che raramente ottiene risultati immediati, perché col tempo agiscono come un cappio che strangola lentamente. Ad esempio la disfatta dell'esercito russo nella battaglia di Kyiv è il risultato delle sanzioni (peraltro molto limitate) imposte sui trasferimenti di tecnologia alla Russia nel 2014 dopo l'invasione della Crimea.

Per questo oggi i militari russi non hanno un sistema di comunicazione minimamante affidabile, non hanno droni di utlima generazione e i carri armati sono lattine di tonno scaduto.

L'affondamento del Moskva, il migliore incrociatore della Marina militare russa, dotato di sistemi antimissile e anti aerei, conferma che il ritardo tecnologico, esacerbato dalla corruzione dei generali, è ormai incolmabile. Il regime di Putin ha le stesse caratteristiche del regime sovietico di cui rappresenta un'involuzione ancora più insidiosa dell'originale. Anche se la proprietà privata non è più vietata, ciò che determina le fortune individuali è la vicinaza al potere e la partecipazione ad un sistema di natura mafiosa che ha preso possesso dello Stato, delle istituzioni e dell'economia. Chi si oppone finisce in galera o al cimitero, ucciso dalle pallottole o dal veleno dei sicari.

La nuova nomenklatura di diretta derivazione dal KGB ha abbindolato l'Occidente illudendolo di rappresentare un partner affidabile. Dove non ha potuto la menzogna è stata usata la corruzione dei politici come in Germania, Belgio, Francia e Italia. Quando a Mosca crollerà la mafia al governo, la Russia dovrà essere smilitarizzata, purgata dalle scorie dell'URSS, e messa in condizioni di non nuocere più. In altre parole non si dovrà ripetere l'errore commesso per ben due volte nel XX secolo, quando dopo averla sconfitta, invece di smembrare la Russia, si è permesso che riaffermasse il suo potere militare.

20 feb 2022

Guerra in Ucraina: un gorilla di nome Putin



Il Presidente Biden vuole evitare a tutti i costi di apparire impreparato al confronto con Putin e rischiare un'altra disfatta come in Afghanistan. Ma non sembra intenzionato a trascinare l'America e la Nato in una guerra per difendere Kiev pur di fronte alle deliranti pretese del Cremlino. 

La Propaganda

Pertanto, pur nella convinzione che Putin in qualche modo farà seguire i fatti alle parole, la strategia di Washington si fonda principalmente sulla comunicazione che coinvolge un tridente formato da Casa Bianca, Dipartimento di Stato e Pentagono. Conferenze stampa si susseguono quotidianamente per avvertire l'opinone pubblica dell'imminente invasione, corredate le immagini satellitari delle truppe russe. Insomma la propaganda prevale sulle armi.

                                     Il Jurassic Park del KGB: Putin, mammt e tu


L'Europa non crede alle lacrime


In Europa invece prevale lo scetticismo sulle reali intenzioni di Putin e si tende a enfatizzare la via diplomatica, nella convinzione che la minaccia di invasione dell'Ucraina sia come il grido dei gorilla che si battono il petto per intimidire il rivale nella foresta. 

La guerra sarebbe un'avventura estremamente rischiosa per il dittatore russo. Anche se la campagna militare avesse rapidamente ragione delle difese ucraine (evento non affatto scontato), mantenere sotto controllo un paese impoverito con 44 milioni di abitanti (di cui 40 ostili), anche tramite un governo fantoccio, non sarebbe agevole.

Peraltro le condizioni economiche della Russia sono pessime: il paese rimane una satrapia arretrata che si regge solo per le esportazioni di materie prime. Se venisse anche colpito da sanzioni come l'esclusione dal circuito Swift, il suo sistema finanziario andrebbe in tilt per mesi.

8 gen 2022

L'euro compie 20 anni, alla faccia delle scimmie che ne prevedevano il tramonto




Il 1 gennaio 2002, a cominciare dalla Finlandia, entravano in circolazione le monete e le banconote della moneta unica europea dopo un periodo di tre anni in cui l'euro era stato solo una valuta virtuale usata nei bilanci aziendali e nei mercati finanziari. L'operazione logistica fu un successo straordinario completata in meno di due mesi.

Per l'Italia l'euro ha rappresentato uno scudo formidabile che ci ha protetti dagli shock dell'economia globale 

L'euro ha permesso una gigantesca riduzione degli interessi sul debito pubblico e ha spinto un aggiustamento doloroso ma necessario dell'industria italiana che oggi tiene a galla il paese con 500 miliardi di esportazioni. Ma in questo ventennio quei benefici sono stati vergognosamente dilapidati dai governi di destra e di sinistra per comprare il consenso e continuare ad alimentare le sacche di parassitismo clientelare. Si tratta del più grande crimine politico della Storia italiana.




Quella stessa cloaca politica che ha commesso il crimine (sia a destra che a sinistra) mira a completare l'opera di devastazione 

I partiti che hanno fatto campagna elettorale nel 2018 chiedendo i voti per toernare alla lira appena sperperati i fondi del Next Generation EU cercheranno l'occasione propizia per la cosiddetta Italexit.

Perché non bisogna farsi illusioni. Il percorso di risanamento futuro per un paese arretrato e inefficiente sarà dolorosissimo. La masnada di demagoghi che al momento si tiene nell'ombra, è pronta a tornare alla luce del sole per diffondere le sue ignobili menzogne sul tramonto dell'euro.

19 dic 2021

Nella corsa allo Spazio, l'Europa è destinata al ritiro





Mentre SpaceX invia nello spazio 40mila satelliti ad occupare le orbite più pregiate in Europa il settore spaziale (rigorosamente pubblico) si sveglia dal letargo e iniza a comprendere che il suo business model è finito. Il vettore Ariane ha costi esorbitanti rispetto a quelli di SpaceX che è fortemente concorrenziale proprio nel segmento di mercato a cui si rivolge l'ESA. Invece di rimboccarsi le maniche, nella migliore tradizione del vittimismo corporativo straccione, già si levano le lamentazioni per invocare un intervento pubblico salvifico. E' vero che non esiste un assetto globale di gestione del traffico spaziale per l'orbita terrestre bassa, fino a 2.000 km sopra la terra, dove stazionerebbe il grosso dei nuovi satelliti. Tuttavia aspettare che un accordo internazioanle fissi le regole equivale ad aspettare che i buoi siano scappati dalla stalla e magari già al mattatoio prima di chiudere le porte.



Di recente anche Marco Montemagno nel suo canale YouTube ha esaminato i piani di Elon Musk in vari settori (incluso Starlink). Il confronto con il panorama europeo dove si parla solo di pensioni e di sussidi è impietoso. Solo il governo britannico ha creato una joint venture tra Starlink e OneWeb, per creare una rete di centinaia o migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa, o LEO, per fornire banda larga a regioni remote ed isolate.