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7 mag 2022

I soldati russi che si arrendono vanno ricompensati con cospicui premi in contanti


Secondo l'intelligence americana parecchi soldati russi si sono consegnati agli ucraini o si sono schierati al fianco dei cugini meridionali, perché disgustati dai loro ufficiali che «li hanno gettati nel tritacarne per Putin» senza rifornimenti e senza cibo. Insomma la voglia di combattere per un tiranno mafioso corrotto non è molto diffusa. Molti soldati provenienti dalla Siberia (i cui villaggi distano migliaia di chilometri e diversi fusi orari dal fronte), sono stati allettati da offerte di denaro per disertare dall'esercito russo. Hanno preferito deporre le armi piuttosto che finire inceneriti in un vecchio carro armato durante una guerra già persa

Far leva sul morale a terra

E' arrivato il momento di far leva sul morale a terra dei coscritti. Per mettere fine al conflitto in tempi brevi i soldati russi che si arrendono vanno ricompensati con grossi premi in contanti avendo in mente l'obiettivo di convincerne alcune decine di migliaia.



A chi sventola bandiera bianca va data una ricompensa di 50 mila dollari e, in caso lo voglia, anche una nuova identità con residenza permanente di un paese dell’Ue o degli Usa dove rifarsi una vita. I soldati andrebbero incentivati non solo ad abbandonare l’esercito, ma anche a consegnare materiale bellico. munizioni, carri armati, blindati, navi, elicotteri, aerei, rampe di lancio. Per esempio pagando 70 mila dollari per un carro armato, 100 mila per un elicottero, 300 mila per una rampa di missili, 1 milione per un aereo. 

Pace, non resa alla sopraffazione

Un trattamento economico generoso andrebbe proposto a ufficiali superiori che forniscano elementi utili a depotenziare le capacità offensive degli invasori. programma simile è stato già approvato dal parlamento di Kyiv, ma bisognerebbe che siano i membri della Nato a finanziarlo e sostenerlo. Sarebbe il modo migliore per arrivare ad una pace duratura, non a una resa alla sopraffazione.


15 apr 2022

Disinformazia per telelobotomizzati



Crimini di guerra a Bucha



L'invasione dell'Ucraina è stata preceduta da un'accurata pianificazione su molti livelli:

1) Un'opera di corruzione su vastissima scala di politici cosiddetti sovranisti in Occidente.

2) La condotta  pluriennale della guerra asimmetrica incentrato sui social media con migliaia di bot e di profili falsi gestiti da varie agenzie governative russe.

3) Disinformazione su vasta scala convogliata attraverso i canali televisivi come Sputnik e Russia Today

4) Il reclutamento di agenti nei media, negli eserciti della NATO (in particolare l'Italia), nelle istituzioni e nei servizi segreti (nei cui comitati siedono personaggi come il noto analista da talk show URSSini).

5) Hackeraggio di siti sensibili in Europa e America, oltre che ovviamente in Ucraina.

6) Stipula dei contratti capestro di fornitura di gas e petrolioottenuti con mazzette ai massimi livelli delle imprese e dei governi.

7) Il coinvolgimento nella propaganda di religiosi e prelati cattolici sensibili ai messaggi omofobi, anti moderni e comico-millenaristi del Patriarca Kirill.

8) L'organizzazione di associazioni di amicizia con la Russia in tutta Europa attraverso cui organizzare eventi.
 
9) Il finanziamento su vasta scala di organizzazioni ambientaliste per promuovere l'uso di gas russo a discapito di energie rinnovabili e centrali nucleari.


Propaganda e manipolazione 


Un aspetto insidioso della guerra asimmetrica attraverso la disinformazia per telelobotomizzati, è la manipolazione della Storia su cui si basa la propaganda del Cremlino per negare l'esistenza di una nazione ucraina.

La nazione ucraina nasce molto prima della creazione della Russia, quindi, come ha giustamente sottolineato la Novaja Gazeta, questa farneticazione veicolata dai Dugin di turno e dagli eredi di un filoslavismo razzista e anti-occidentale è semplicmente il ridicolo collante di farneticazioni schizofreniche.

Altrettanto schizofreniche sono le accuse di nazismo rivolte agli ucraini che hanno eletto un presidente ebreo. Solo un disturbato mentale circondato da sicofanti e zerbini può proffeire deliri di questa grossolana portata, o continuare a negare i cirmini di guerra documentati in mondovisione.
Eppure in Occidente grazie alla preparazione propagandistica e corruttiva di cui sopra trovano una sponda nei media, nell'opinione pubblica (seminanalfabeta) e nel mondo politico.




12 apr 2022

In Ucraina comincia la Battaglia del Donbass

Il carro armato a guida autonoma, gestito da un programma di intelligenza artificiale, oppure controllato da remoto cambierà la nozione stessa di guerra, intesa come scontro tra umani.
 
In futuro le battaglie potrebbero svolgersi tra mezzi da fantascienza privi di soldati in carne e ossa. Forse i soldati manovreranno i mezzi di terra, di mare e di aria da un bunker segreto a decine di migliaia di kilometri di distanza. 

Sta già accadendo con i droni o con i robot artificieri. Appena arriveranno i droni kamikaze promessi da Biden a Zelensky sarà ancora più evidente, perché questi oggetti volanti saranno in grado di individuare da soli il bersaglio e colpirlo.

Il macellaio di Aleppo

Nel frattempo Putin affida il comando delle operazioni in Ucraina a tal Dvornikov, un generale che viene spacciato per geniale stratega della campagna in Siria

In realtà Dvornikov non si è mai avventurato a meno di 40 chilometri dal fronte. E' un macellaio distintosi esclusivamente per le atrocità commesse in Siria e in Cecenia in combutta con nazisti libanesi e siriani. Come stratega è stato un disastro.

Difficile che un esercito allo sbando, decimato, senza logistica e dotato di mezzi obsoleti possa migliorare in pochi giorni affidato ad un incompetente per quanto fedele del nano judoka. Ad ogni modo lo vedremo non appena comincia la Battaglia del Donbass destinata a decidere le sorti dell'invasione.

Il fronte interno

Sul fronte mediatico italiano si registra la solita sceneggiata di Orsini, a cui Vespa, giustamente rifiuta di dare spazio per comparsate a favore di Putin.

Anche l'Eni, dopo la Rai (su intervento della Commissione Parlamentare di Vigilanza). pare abbia sottratto la greppia al sociologo del terrorismo. Resta da capire chi gliela aveva concessa e per quali fini. E chi lo ha nominato in un comitato dell'intelligence italiana in un paese dove abbondano gli esegeti di Putin non solo tra i vertici istituzionali, ma anche militari e dei servizi segreti.

10 apr 2022

L'Italia e l'Europa possono mettere Putin in mutande (rattoppate)



E' possibile affrancarsi in tempi brevi dalla dipendenza del gas importato dalla Russia.

L'Italia potrebbe ridurre l'afflusso al terminale di Tarvisio di circa il 40%. Lo afferma l'International Energy Agency (IES), il prestigioso think tank dei maggiori paesi consumatori di idrocarburi in questo rapporto preparato e pubblicato ormai da settimane.


Ovviamente il rapporto non trova alcuno spazio sui media italiani. I "giornalisti sono troppo impegnati a fare gli zerbini dei vari URSSini, che i canali della disinformazione del Cremlino a turno impongono nel "dibattito politico" (leggasi cloaca circense) attraverso i social e la TV.

Putin in mutande

Senza i proventi di tali importazioni la Russia sarebbe priva di risorse sufficienti a pagare i costi del settore pubblico e le spese di guerra. E nemmeno la corruzione nei piani alti delle istituzioni occidentali, dei partiti sovranisti e delle organizzazioni sedicenti ambientaliste.

In parole povere si possono inasprire gradualmente le sanzioni contro l'autocrate del Cremlino e la sua Mafia di stampo stalinista senza dover spegnere i condizionatori. L'ex consigliere di Putin ha affermato senza mezzi termini che senza il flusso di risorse dall'Europa occidentale l'economia russa crollerebbe di schianto.


 Nel frattempo andrebbero investigate le fonti di reddito di certi "istituti" e il ruolo dei rettori delle università che si prestano a queste operazioni. Per il momento l'Eni ha apparentemente preso provvedimenti. E la magistratura quando si decide a svegliarsi?

Questo video di Radio Londra spiega in dettaglio tutti i dati e tutte le opzioni, compreso il nucleare.



1 apr 2022

L'invasione dell'Ucraina spiegata dalla Novaja Gazeta



Questo paragrafo tratto dall'articolo "Operazione Cromosoma Russo. Cosa fare dopo"? pubblicato sulla Novaja Gazeta, nel numero 30 del 23 marzo 2022 a firma di Vladimir Pastukhov, riassume bene tutta la fissazione di Putin e della sua banda di accoliti per l'Ucraina. Il punto chiave mi sembra questo:

"Il Cremlino attribuisce particolare importanza mitica al controllo dell'Ucraina. La tesi sull'impossibilità dell'esistenza dell'Impero russo, se non c'è l'Ucraina nella sua composizione, che non è mai giustificata razionalmente da nessuno, è accettata come un assioma incondizionato ed è fondamentale in tutte le costruzioni geopolitiche del Cremlino. L'Ucraina nella sua comprensione vale bene sia una Messa che un'"operazione speciale", che può essere organizzata nel centro dell'Europa come ultima e decisiva battaglia"
.

Insomma siamo di fronte alle ossessioni di menti malate, assecondate dalla mafia che è riuscita ad insediarsi al Cremlino grazie ad una campagna di disinformazione sulla guerra in Cecenia e ad attentati sul modello "Incendio del Reichstag" di hitleriana memoria.

Tali ossessioni vengono alimentate dalla Chiesa Ortodossa e da un patriarca bigotto, fondamentalista, anti-occidentale che sfrutta la pulsione dei russi (insita nel loro DNA) al misticismo millenaristico straccione. Tra l'altro queste posizioni oltranziste di Kirill fanno vibrare una corda neanche tanto nascosta nella Chiesa Cattolica Romana. Infatti Bergoglio ha impresso una deriva rabbiosamente contraria al libero mercato e ai valori di libertà e tolleranza. Adesso cerca di restaurare la sua immagine di tupamaro antioccidentale con il viaggio a Kiev.

Ad ogni modo, spiega lucidamente Pastikhov come le menzogne della mafia putiniana e dei suoi complici in Occidente siano cresciute su un terreno abbondantemente concimato dallo spiritualismo ortodosso e slavofilo:

"La mitologia dell'"operazione speciale" non è un prodotto creativo del lavoro di Putin o della sua amministrazione. È arrivato al Cremlino dall'esterno, si è riflesso nello specchio del potere post - comunista russo ed è tornato all'ambiente esterno, da dove è venuto come un concetto del "mondo russo", simile allo storione. Questo mondo piuttosto piatto si basa ancora su tre pilastri russi:
1) fondamentalismo ortodosso, 2) slavofilismo 3) stalinismo (una versione radicale del bolscevismo russo).
La stessa enumerazione di queste "radici spirituali" suggerisce che questa ideologia non è stata trovata nella spazzatura (anche se sembra a molti che fosse lì), ma era legata da steli radicati nelle profondità più profonde della cultura spirituale russa, nel suo seminterrato oscuro. [...]
A mio parere, da allora fino ad oggi, la Russia è rimasta uno stato teocratico in forma aperta o latente (come nell'era sovietica, quando la religione di stato era temporaneamente comunismo)".


La saldatura tra stalinismo e fondamentalismo ortodosso intriso di nazionalismo aggressivo e di ostilità verso l'Occidente era evidente sin dalla rivoluzione bolscevica e delle sue tragiche conseguenze

"In effetti, oggi possiamo dire che lo stalinismo non è mai stato uno zigzag accidentale dell'anima russa perduta, ma si trovava nella direzione generale dello sviluppo dell'ideologia russa, era strettamente connesso con le componenti non occidentali del bolscevismo - sia con lo slavofilismo che con l'ortodossia radicale, che può essere considerata come i suoi precursori. Lo stalinismo era associato all'eredità spirituale della Russia e, pur essendo soggetto a ostruzionismo, non si incarnò, ma andò sottoterra e divenne un sotterraneo".


Non sarà facile estirpare queste aberrazioni dalla Russia moderna una volta che il regime di Putin cadrà travolto dalle conseguenze della guerra che il suo esercito arretrato non potrà vincere.

20 feb 2022

Guerra in Ucraina: un gorilla di nome Putin



Il Presidente Biden vuole evitare a tutti i costi di apparire impreparato al confronto con Putin e rischiare un'altra disfatta come in Afghanistan. Ma non sembra intenzionato a trascinare l'America e la Nato in una guerra per difendere Kiev pur di fronte alle deliranti pretese del Cremlino. 

La Propaganda

Pertanto, pur nella convinzione che Putin in qualche modo farà seguire i fatti alle parole, la strategia di Washington si fonda principalmente sulla comunicazione che coinvolge un tridente formato da Casa Bianca, Dipartimento di Stato e Pentagono. Conferenze stampa si susseguono quotidianamente per avvertire l'opinone pubblica dell'imminente invasione, corredate le immagini satellitari delle truppe russe. Insomma la propaganda prevale sulle armi.

                                     Il Jurassic Park del KGB: Putin, mammt e tu


L'Europa non crede alle lacrime


In Europa invece prevale lo scetticismo sulle reali intenzioni di Putin e si tende a enfatizzare la via diplomatica, nella convinzione che la minaccia di invasione dell'Ucraina sia come il grido dei gorilla che si battono il petto per intimidire il rivale nella foresta. 

La guerra sarebbe un'avventura estremamente rischiosa per il dittatore russo. Anche se la campagna militare avesse rapidamente ragione delle difese ucraine (evento non affatto scontato), mantenere sotto controllo un paese impoverito con 44 milioni di abitanti (di cui 40 ostili), anche tramite un governo fantoccio, non sarebbe agevole.

Peraltro le condizioni economiche della Russia sono pessime: il paese rimane una satrapia arretrata che si regge solo per le esportazioni di materie prime. Se venisse anche colpito da sanzioni come l'esclusione dal circuito Swift, il suo sistema finanziario andrebbe in tilt per mesi.

14 gen 2022

Putin, il cleptocrate stalinista




Giulio Terzi di Santagata, ex ministro degli Esteri nel governo Monti, è uno dei diplomatici italiani di maggior prestigio internazionale. Nel video che abbiamo realizzato per la Fondazione Luigi Einaudi, con lui abbiamo esaminate un ampio spettro di temi legati al nostalgico revanscismo sovietico, pervaso di delirante misticismo religioso, incarnato da Putin e da suo clan di cleptocrati mafiosi stalinisti. Le minacce all'Occidente, la preparazione dell'invasione dell'Ucraina e l'intervento illegale per sedare la rivolta contro i ferrivecchi sovietici in Kazakistan, sono solo le ultime mosse di un dittatore disperato. 

La crisi economica che si è abbattuta sulla Russia a causa della pandemia sta gettando i russi nella miseria e quindi i cleptocrati mafiosi per distogliere l'attenzione suonano le trombe di guerra.

                                    L'ultimo atto del Patto di Varsavia

Le aggressioni su vari fronti dalla #Libia alla #Siria, purtroppo sono state rese possibili dall'ignavia delle amministrazioni americane da Obama a Biden, incapaci di arginare le ambizioni del cleptocrate stalinista.

L'intimazione russa di riportare la Nato entro i confini del 1989 assume degli aspetti di assoluta comicità.