Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Eni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Eni. Mostra tutti i post

10 apr 2022

L'Italia e l'Europa possono mettere Putin in mutande (rattoppate)



E' possibile affrancarsi in tempi brevi dalla dipendenza del gas importato dalla Russia.

L'Italia potrebbe ridurre l'afflusso al terminale di Tarvisio di circa il 40%. Lo afferma l'International Energy Agency (IES), il prestigioso think tank dei maggiori paesi consumatori di idrocarburi in questo rapporto preparato e pubblicato ormai da settimane.


Ovviamente il rapporto non trova alcuno spazio sui media italiani. I "giornalisti sono troppo impegnati a fare gli zerbini dei vari URSSini, che i canali della disinformazione del Cremlino a turno impongono nel "dibattito politico" (leggasi cloaca circense) attraverso i social e la TV.

Putin in mutande

Senza i proventi di tali importazioni la Russia sarebbe priva di risorse sufficienti a pagare i costi del settore pubblico e le spese di guerra. E nemmeno la corruzione nei piani alti delle istituzioni occidentali, dei partiti sovranisti e delle organizzazioni sedicenti ambientaliste.

In parole povere si possono inasprire gradualmente le sanzioni contro l'autocrate del Cremlino e la sua Mafia di stampo stalinista senza dover spegnere i condizionatori. L'ex consigliere di Putin ha affermato senza mezzi termini che senza il flusso di risorse dall'Europa occidentale l'economia russa crollerebbe di schianto.


 Nel frattempo andrebbero investigate le fonti di reddito di certi "istituti" e il ruolo dei rettori delle università che si prestano a queste operazioni. Per il momento l'Eni ha apparentemente preso provvedimenti. E la magistratura quando si decide a svegliarsi?

Questo video di Radio Londra spiega in dettaglio tutti i dati e tutte le opzioni, compreso il nucleare.



7 apr 2022

URSSini al Verde

Indiscrezioni raccolte all'interno di Eni (ma non confermate dai vertici) e rilanciate dalla rete -- in particolare il sito filo-Putin TPI -- lascerebbero intendere che il colosso petrolifero italiano non ha intenzione di continuare a foraggiare (come fa dal 2016) l’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale della Luiss diretto da Alessandro Orsini, definito come "sociologo del terrorismo". L'ammontare del contributo è coperto da riservatezza (cosa inaccettabile per un'impresa pubblica) ma si vocifera che sarebbe di circa 450mila euro (anche se alcuni parlano di cifre superiori).

                                    Un carro armato russo colpito dalle forze ucraine

La Luiss da questa storia esce con la reputazione a pezzi, nonostante avesse preso (debolmente) le distanze dalle elucubrazioni del "docente" sulla guerra in Ucraina (Zelensky si deve arrendere perché i russi hanno già vinto) condite da previsioni azzardate (ad esempio sulla guerra in Georgia che ovviamente non si è finora materializzata). Purtroppo anche la Rai, che aveva stipulato un contratto per la presenza nel programma Cartabianca, ha esibito un metodo di selezione degli ospiti alquanto discutibile, che è stato veementemente stigmatizzato nella Commissione Parlamentare di Vigilanza.

Consigli agli URSSini


L’Osservatorio degli URSSini edita anche il quotidiano online Sicurezza Internazionale, diretto dal professor Orsini "di pirzona pirzonalmente" (come direbbe Catarella) e a cui lavorano una decina di giovani analisti, pagati dai soldi pubblici dell'Eni, non si capisce bene a che titolo. Interpellato da TPI, Orsini non ha voluto commentare la notizia. 

Ad ogni modo una volta tolta la greppia pubblica gli analisti e il loro Conducador potranno dedicare tempo ad istruirsi sulla storia dei rapporti tra Russia e Ucraina da fonti indipendenti, ad esempio la Novaja Gazeta, che Putin ha fatto chiudere. Oppure potrebbero informarsi da studiosi che hanno dedicato una vita all'Ucraina, come Massimiliano di Pasquale, autore di Abecedario Ucraino.