Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta invasione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta invasione. Mostra tutti i post

5 nov 2024

Ucraina: quegli Italiani Campioni Mondiali di Menefreghismo

Carlo Ferrari ha accumulato un'esperienza decennale in Russia e Ucraina. Come membro del Rotary Club ha consegnato ad un ospedale nella regione di Kharkiv un'ambulanza riempita di medicinali e apparecchiature mediche per curare civili e militari feriti dalle bombe del regime criminale russo. Questa missione privata in Ucraina gli ha permesso di toccare con mano la situazione e approfondirla attraverso i racconti della gente durante il viaggio di 1000 chilometri per raggiungere il fronte. Ha visto il cimitero a Kiev dove sono sepolti insieme i soldati ucraini e quelli delle brigate internazionali, la città di Krasnokozk bombardata e il centro commerciale di Karkiv distrutto. Ha vissuto la paura quando suona l'allarme e bisogna correre nei rifugi sperando di essere più veloci dei droni e dei missili.



Ha descritto il comportamento ignobile dei russi, che bombardano in qualsiasi momento e qualsiasi luogo. Carlo ha debunkato la propaganda russa incentrata sulla difesa della minoranza russofona del Donbass. In realtà l'Ucraina è composta principalmente da persone che parlano russo.Quando è arrivato a Kiev nel 2016 la maggior parte della popolazione non parlava ucraino, ma russo. Carlo ha anche menzionato che la propaganda russa sul presunto maltrattamento delle minoranza russofone fa parte di una strategia più ampia e subdola di disinformazione nel quadro di una guerra ibrida in corso da decenni per imbonire l'opinione pubblica occidentale.

Purtroppo troppi Italiani sono i campioni mondiali di viscido menefreghismo, attaccati come le cozze al loro mediocre "particulare". Amano sopra tutto essere lasciati in pace e rifiutano di capire le complessità delle questioni internazionali se non afferiscono direttamente al loro portafogli. Non a caso uno slogan popolarissimo del fascismo più becero ammantato nel suo provincialismo straccione era proprio "Me ne Frego!!".

E non a caso è stato implicitamente fatto proprio dal governo Meloni dove si affettano baci e abbracci con Zelenski e poi si vieta l'uso delle armi italiane contro obiettivi russi, dimostrandosi complici oggettivi dei criminali di guerra, che massacrano civili.



7 ott 2022

Il baratro tecnologico dell'esercito di Putin

Il clamoroso fiasco dell'esercito di Putin è attribuibile per una metà al morale e all'impreparazione dei soldati e degli alti comandi, mentre per l'altra metà alla totale arretratezza tecnologica persino nella logistica. 

 Dai razzi inesplosi e dalle armi abbandonate dai battaglioni in ritirata, i tecnici ucraini e occidentali hanno rilevato che l'industria della difesa russa ricorre, quando va bene, a tecnologie vecchie di decenni e a microchip obsoleti

Le sanzioni imposte nel 2014 dopo l'invasione della Crimea in pratica hanno imposto all'esercito di Putin il salto in un baratro tecnologico

Pupazzi prezzolati

Le industrie russe sono totalmente dipendenti dalle importazioni di componenti occidentali senza le quali non possono nemmeno riparare i cingoli dei carri armati. E nemmeno l'industria estrattiva se la passa molto meglio, mentre le linee aeree una volta finito di cannibalizzare gli aerei vecchi per i pezzi di ricambio, dovranno chiudere le attività.

Uno sfacelo tipico dei sistemi autocratico-mafiosi dove prevalgono i corrotti, le spie e gli adulatori senza dignità del tiranno, da cui dipendono carriere e patrimoni. I pupazzi prezzolati italiani, che si scagliano con inusitata veemenza contro le sanzioni imposte al loro burattinaio, sono i complici, ignari del destino che li aspetta alla caduta del regime.

Da qualche giorno Putin sta invocando in segreto con gli Americani l'apertura di canali diplomatici per un ultimo, disperato tentativo di raccogliere qualche frutto dai crimini di guerra commessi da lui e dalle sue orde. Ma Difficilmente Biden, a quattro settimane dalle elezioni di midterm, potrà calarsi le braghe in mondovisione di fronte ad un regime mafioso.





6 ott 2022

Quei 200 miliardi di menzogne sulla Germania egoista

Lo stato comatoso dell'informazione in Italia emerge come una cisti purulenta ogni volta che si parla di temi europei. Nella pletora di militonti di sinistra imbullonati in tutte le redazioni e della ciurma fascio comunista che infesta i talk show, scatta il riflesso pavloviano non appena la Germania mette in campo iniziative autonome o iniziative a livello comunitario.

Immediatamente si levano le grida indignate contro l'egoismo dei tedeschi, contro lo strapotere dei teutonici, contro gli egoisti del Nor Europa, contro l'attacco ai sacri interessi della Patria. Insomma la fetida retorica fascista vomitata all'indirizzo delle "potenze demo-pluto-giudaico-massoniche" viene rinverdita in chiave anti UE e anti tedesca, nell'eterna farsa dell'Italietta piccolo borghese, provinciale e ignorante.


Le lingue minkio-meloniane


Nelle redazioni le lingue più veloci a riposizionarsi su ogni nuovo deretano che plani sulle poltrone romane, da giorni diffondono menzogne contro il piano tedesco da 200 miliardi per attenuare l'impatto sulle famiglie e le PMI dello shock energetico. Una volgare esecrazione della Germania che secondo le lingue minkio-meloniane minerebbe le fondamenta dell'Unione Europea per perseguire i propri biechi interessi, ovviamente a detrimento dell'Italia povera e sfiancata dalle conseguenze della guerra. Nessuno che osi ricordare i 60 miliardi che l'Italia ha già speso per analoghi scopi senza che nessun lingua profferisse verbo.

Le stesse lingue entusiaste per l'imminente fine della pacchia decretata dal sacro suolo della Garbatella e la strenua difesa deli interessi nazionali. Invece gli esegeti del sano egoismo italiota oggi invocano l'Europa.




30 lug 2022

La coalizione Cremlino-destra

Berlusconi non ha retto. Dopo mesi di pura sofferenza in cui ha dovuto fingere di aver sposato la linea atlantista del governo, alla caduta di Draghi l'ex Cav. Pompetta ha dichiarato senza mezzi termini:
"Ho parlato con l'ambasciatore russo in Italia Razov. Mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky"
E, come se non bastasse, ha reiterato senza vergogna le peggiori menzogne della propaganda russa:
"Mi ha raccontato che è stata l'Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l'invasione era necessaria perché il rischio era che l'Ucraina attaccasse la Russia".
Le solite smentite rabberciate del Papi, hanno forse convinto qualche membro del cerchio magico a Villa Grande, ma resta il fatto che l'idillo tra Berlusconi e Putin non è certo una sorpresa.

L'URSSini di Arcore


Insomma Berlusconi, in campagna elettorale, si trasforma in URSSini e si schiera dove batte il cuore, con il criminale di guerra, sodale di tanti anni e di tante piacevoli esperienze nelle dacie piene di accoglienti lettoni.

Avrà un compito monumentale la Meloni (a sua volta grande esegeta della Russia fino al 24 febbraio 2022) per smarcarsi da cotali farneticazioni. Magari si farà consigliare dal suo amico Steve Bannon. Sempre che non finisca in galera. Insieme a Trump.

Atlantismo double face

Del resto l'intervista a Fox News (graziosamente concessa ad una nota attivista trumpiana, tal Maria Bartiromo) per accreditarsi come baluardo del fronte occidentale non ha convinto gli scettici. I quali non possono fare a meno di ricordare le prese di posizioni pro-Russia sue e dei suoi supporter, come la Santanche'«Ci sono tante ragioni per cui dovremmo essere dalla parte di Putin».
Chissà come mai le ragioni della coalizione Cremlino-destra non sono state illustrate in diretta alla Bartiromo.

7 mag 2022

I soldati russi che si arrendono vanno ricompensati con cospicui premi in contanti


Secondo l'intelligence americana parecchi soldati russi si sono consegnati agli ucraini o si sono schierati al fianco dei cugini meridionali, perché disgustati dai loro ufficiali che «li hanno gettati nel tritacarne per Putin» senza rifornimenti e senza cibo. Insomma la voglia di combattere per un tiranno mafioso corrotto non è molto diffusa. Molti soldati provenienti dalla Siberia (i cui villaggi distano migliaia di chilometri e diversi fusi orari dal fronte), sono stati allettati da offerte di denaro per disertare dall'esercito russo. Hanno preferito deporre le armi piuttosto che finire inceneriti in un vecchio carro armato durante una guerra già persa

Far leva sul morale a terra

E' arrivato il momento di far leva sul morale a terra dei coscritti. Per mettere fine al conflitto in tempi brevi i soldati russi che si arrendono vanno ricompensati con grossi premi in contanti avendo in mente l'obiettivo di convincerne alcune decine di migliaia.



A chi sventola bandiera bianca va data una ricompensa di 50 mila dollari e, in caso lo voglia, anche una nuova identità con residenza permanente di un paese dell’Ue o degli Usa dove rifarsi una vita. I soldati andrebbero incentivati non solo ad abbandonare l’esercito, ma anche a consegnare materiale bellico. munizioni, carri armati, blindati, navi, elicotteri, aerei, rampe di lancio. Per esempio pagando 70 mila dollari per un carro armato, 100 mila per un elicottero, 300 mila per una rampa di missili, 1 milione per un aereo. 

Pace, non resa alla sopraffazione

Un trattamento economico generoso andrebbe proposto a ufficiali superiori che forniscano elementi utili a depotenziare le capacità offensive degli invasori. programma simile è stato già approvato dal parlamento di Kyiv, ma bisognerebbe che siano i membri della Nato a finanziarlo e sostenerlo. Sarebbe il modo migliore per arrivare ad una pace duratura, non a una resa alla sopraffazione.


18 apr 2022

Le sanzioni devono colpire la Russia anche dopo la guerra


Che le sanzioni siano inefficaci è una delle molteplici bufale diffuse dagli URSSini. Chiaramente dipende dal tipo di sanzioni, ma in generale sono uno strumento che raramente ottiene risultati immediati, perché col tempo agiscono come un cappio che strangola lentamente. Ad esempio la disfatta dell'esercito russo nella battaglia di Kyiv è il risultato delle sanzioni (peraltro molto limitate) imposte sui trasferimenti di tecnologia alla Russia nel 2014 dopo l'invasione della Crimea.

Per questo oggi i militari russi non hanno un sistema di comunicazione minimamante affidabile, non hanno droni di utlima generazione e i carri armati sono lattine di tonno scaduto.

L'affondamento del Moskva, il migliore incrociatore della Marina militare russa, dotato di sistemi antimissile e anti aerei, conferma che il ritardo tecnologico, esacerbato dalla corruzione dei generali, è ormai incolmabile. Il regime di Putin ha le stesse caratteristiche del regime sovietico di cui rappresenta un'involuzione ancora più insidiosa dell'originale. Anche se la proprietà privata non è più vietata, ciò che determina le fortune individuali è la vicinaza al potere e la partecipazione ad un sistema di natura mafiosa che ha preso possesso dello Stato, delle istituzioni e dell'economia. Chi si oppone finisce in galera o al cimitero, ucciso dalle pallottole o dal veleno dei sicari.

La nuova nomenklatura di diretta derivazione dal KGB ha abbindolato l'Occidente illudendolo di rappresentare un partner affidabile. Dove non ha potuto la menzogna è stata usata la corruzione dei politici come in Germania, Belgio, Francia e Italia. Quando a Mosca crollerà la mafia al governo, la Russia dovrà essere smilitarizzata, purgata dalle scorie dell'URSS, e messa in condizioni di non nuocere più. In altre parole non si dovrà ripetere l'errore commesso per ben due volte nel XX secolo, quando dopo averla sconfitta, invece di smembrare la Russia, si è permesso che riaffermasse il suo potere militare.

12 apr 2022

In Ucraina comincia la Battaglia del Donbass

Il carro armato a guida autonoma, gestito da un programma di intelligenza artificiale, oppure controllato da remoto cambierà la nozione stessa di guerra, intesa come scontro tra umani.
 
In futuro le battaglie potrebbero svolgersi tra mezzi da fantascienza privi di soldati in carne e ossa. Forse i soldati manovreranno i mezzi di terra, di mare e di aria da un bunker segreto a decine di migliaia di kilometri di distanza. 

Sta già accadendo con i droni o con i robot artificieri. Appena arriveranno i droni kamikaze promessi da Biden a Zelensky sarà ancora più evidente, perché questi oggetti volanti saranno in grado di individuare da soli il bersaglio e colpirlo.

Il macellaio di Aleppo

Nel frattempo Putin affida il comando delle operazioni in Ucraina a tal Dvornikov, un generale che viene spacciato per geniale stratega della campagna in Siria

In realtà Dvornikov non si è mai avventurato a meno di 40 chilometri dal fronte. E' un macellaio distintosi esclusivamente per le atrocità commesse in Siria e in Cecenia in combutta con nazisti libanesi e siriani. Come stratega è stato un disastro.

Difficile che un esercito allo sbando, decimato, senza logistica e dotato di mezzi obsoleti possa migliorare in pochi giorni affidato ad un incompetente per quanto fedele del nano judoka. Ad ogni modo lo vedremo non appena comincia la Battaglia del Donbass destinata a decidere le sorti dell'invasione.

Il fronte interno

Sul fronte mediatico italiano si registra la solita sceneggiata di Orsini, a cui Vespa, giustamente rifiuta di dare spazio per comparsate a favore di Putin.

Anche l'Eni, dopo la Rai (su intervento della Commissione Parlamentare di Vigilanza). pare abbia sottratto la greppia al sociologo del terrorismo. Resta da capire chi gliela aveva concessa e per quali fini. E chi lo ha nominato in un comitato dell'intelligence italiana in un paese dove abbondano gli esegeti di Putin non solo tra i vertici istituzionali, ma anche militari e dei servizi segreti.

10 apr 2022

L'Italia e l'Europa possono mettere Putin in mutande (rattoppate)



E' possibile affrancarsi in tempi brevi dalla dipendenza del gas importato dalla Russia.

L'Italia potrebbe ridurre l'afflusso al terminale di Tarvisio di circa il 40%. Lo afferma l'International Energy Agency (IES), il prestigioso think tank dei maggiori paesi consumatori di idrocarburi in questo rapporto preparato e pubblicato ormai da settimane.


Ovviamente il rapporto non trova alcuno spazio sui media italiani. I "giornalisti sono troppo impegnati a fare gli zerbini dei vari URSSini, che i canali della disinformazione del Cremlino a turno impongono nel "dibattito politico" (leggasi cloaca circense) attraverso i social e la TV.

Putin in mutande

Senza i proventi di tali importazioni la Russia sarebbe priva di risorse sufficienti a pagare i costi del settore pubblico e le spese di guerra. E nemmeno la corruzione nei piani alti delle istituzioni occidentali, dei partiti sovranisti e delle organizzazioni sedicenti ambientaliste.

In parole povere si possono inasprire gradualmente le sanzioni contro l'autocrate del Cremlino e la sua Mafia di stampo stalinista senza dover spegnere i condizionatori. L'ex consigliere di Putin ha affermato senza mezzi termini che senza il flusso di risorse dall'Europa occidentale l'economia russa crollerebbe di schianto.


 Nel frattempo andrebbero investigate le fonti di reddito di certi "istituti" e il ruolo dei rettori delle università che si prestano a queste operazioni. Per il momento l'Eni ha apparentemente preso provvedimenti. E la magistratura quando si decide a svegliarsi?

Questo video di Radio Londra spiega in dettaglio tutti i dati e tutte le opzioni, compreso il nucleare.



7 apr 2022

URSSini al Verde

Indiscrezioni raccolte all'interno di Eni (ma non confermate dai vertici) e rilanciate dalla rete -- in particolare il sito filo-Putin TPI -- lascerebbero intendere che il colosso petrolifero italiano non ha intenzione di continuare a foraggiare (come fa dal 2016) l’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale della Luiss diretto da Alessandro Orsini, definito come "sociologo del terrorismo". L'ammontare del contributo è coperto da riservatezza (cosa inaccettabile per un'impresa pubblica) ma si vocifera che sarebbe di circa 450mila euro (anche se alcuni parlano di cifre superiori).

                                    Un carro armato russo colpito dalle forze ucraine

La Luiss da questa storia esce con la reputazione a pezzi, nonostante avesse preso (debolmente) le distanze dalle elucubrazioni del "docente" sulla guerra in Ucraina (Zelensky si deve arrendere perché i russi hanno già vinto) condite da previsioni azzardate (ad esempio sulla guerra in Georgia che ovviamente non si è finora materializzata). Purtroppo anche la Rai, che aveva stipulato un contratto per la presenza nel programma Cartabianca, ha esibito un metodo di selezione degli ospiti alquanto discutibile, che è stato veementemente stigmatizzato nella Commissione Parlamentare di Vigilanza.

Consigli agli URSSini


L’Osservatorio degli URSSini edita anche il quotidiano online Sicurezza Internazionale, diretto dal professor Orsini "di pirzona pirzonalmente" (come direbbe Catarella) e a cui lavorano una decina di giovani analisti, pagati dai soldi pubblici dell'Eni, non si capisce bene a che titolo. Interpellato da TPI, Orsini non ha voluto commentare la notizia. 

Ad ogni modo una volta tolta la greppia pubblica gli analisti e il loro Conducador potranno dedicare tempo ad istruirsi sulla storia dei rapporti tra Russia e Ucraina da fonti indipendenti, ad esempio la Novaja Gazeta, che Putin ha fatto chiudere. Oppure potrebbero informarsi da studiosi che hanno dedicato una vita all'Ucraina, come Massimiliano di Pasquale, autore di Abecedario Ucraino.

27 mar 2022

L'Armata Branca-Putiglione

Conte dichiara la sua totale avversità all’aumento delle spese militari e Salvini si scaglia contro l’invio delle armi all’Ucraina. Non si poteva trovare conferma più nitida di quanto il populismo fascio-comunista abbia attecchito in Italia dopo decenni di propaganda finanziata dal Cremlino su televisioni, giornali e soprattutto social media.

Di fronte all'imponente dispiego di mezzi le difese delle istituzioni sono state travolte, mentre i servizi segreti sono stati ampiamente infiltrati, come testimonia il caso di agenti russi fatti entrare col pretesto dell'aiuto umanitario per il Covid.
Del resto basta dare uno sguardo ai giornali degli ultimi anni per verificare il gradimento di Putin (un autocrate che adotta metodi mafiosi per rimanere al potere) tra i vertici dei partiti e delle istituzioni italiane:


“Vladimir Putin è un dono del Signore” (Silvio Berlusconi, Forum sulla democrazia a Yaroslav, in Russia, 10 settembre 2010)

“Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!” (Matteo Salvini su Facebook, 25 novembre 2015)

“Ci sono tante ragioni per cui dovremmo essere dalla parte di Putin” (Daniela Santanchè, Forza Italia, ad Agorà, Rai 3, 3 settembre 2014)

“Fra Putin e Renzi io scelgo Putin tutta la vita. Putin lo vorrei domani mattina come presidente del Consiglio” (Matteo Salvini a Radio Anchi'io, 3 dicembre 2014)

“Chi gioca contro Putin è un deficiente” (Matteo Salvini incontrando la stampa estera, 10 dicembre 2014)

“L’Europa processa Putin, ma io lo preferisco a tanti euro-buffoni!” (Matteo Salvini su Facebook, 11 marzo 2015)

“Io credo che la Russia sia sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea di oggi, una finta democrazia. Io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei paesi europei, mal governati da presunti premier eletti che non sono eletti da nessuno, ma telecomandati da qualcun altro” (Matteo Salvini al Parlamento europeo, 11 marzo 2015)

"Trump e Putin li considero un beneficio per l’umanità. La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come loro”. Beppe Grillo intervista al Journal du Dimanche (22 febbraio 2017, da globalist.it)

“Putin è una delle persone con le idee più chiare al mondo, mi basterebbe essere a un minimo del suo livello. Scambierei Renzi con Putin domani mattina, saremmo un Paese migliore” (Matteo Salvini a Radio Cusano Campus, 20 marzo 2015)

“Putin meglio di Renzi, ha ragione Salvini” (Giorgia Meloni a Otto e mezzo, su La7, 3 dicembre 2015)

“L’alleanza Trump-Putin ci deve rassicurare” (Luigi Di Maio, M5S, a Di Martedì su La7, 10 gennaio 2017))

“Ai fessi che prendono in giro Salvini ricordo che lui con largo anticipo ha puntato su Putin, Trump e Le Pen. E voi, geni della geopolitica?” (Claudio Borghi, futuro parlamentare leghista, su Twitter, 11 novembre 2016)

“Se devo scegliere tra Putin e la Merkel... vi lascio la Merkel, mi tengo Putin! #ottoemezzo” (Matteo Salvini su Twitter, 25 marzo 2017)

“Putin è già un interlocutore, ha vinto su tutta la linea”
“Gli arresti a Mosca? E allora Guantanamo? Non tocca a me valutare la democrazia in un altro Paese” (Manlio Di Stefano, M5S, La Stampa, 30 marzo 2017)

“Io sono amico della Russia, è un complotto?, no!, faccio dei convegni con i membri del partito di Putin, e me ne vanto. Il grande, grandissimo Putin! Magari averne uno in Italia... Questi deputati russi mi hanno regalato delle palle di Natale, eccole, queste sono le palle di Putin, non le palle di Renzi, che racconta da pallonaro qual è. Oggi c’è la grande repubblica federativa russa, del grande Putin, altroché rovinare la vita dell’Occidente con le bugie, ma andatevi a seppellire bugiardoni! Io ho fatto l’albero di Natale con le palle di Putin, alla faccia di Obama, della Clinton e di chi ci vuole male!”
(Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, pubblica un video su Facebook dopo aver addobbato il proprio albero di Natale, 10 dicembre 2017)

“Io sono sempre dalla parte dei governi legittimi. Come sono quello di Putin in Russia e quello di Maduro in Venezuela. Gli arresti in Russia riguardavano manifestazioni non autorizzate, rispetto a Grillo, Navalny è un blogger del piffero” (Vito Petrocelli, senatore M5S, La Repubblica, 6 aprile 2017)

“Europa con la Russia, il pericolo è la Cina” Giorgia Meloni a La Stampa 9 Maggio 2021

“Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazione russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile” (Giorgia Meloni su Facebook, 18 marzo 2018)

Per la pace mondiale “meno male che c’è Putin”, dice Alessandro Di Battista (Il Post, 25 gennaio 2019)

“La Russia non sta invadendo l'Ucraina. Poi, per carità, tutto può accadere ma credo che Putin (e non solo) tutto voglia fuorché una guerra” (Alessandro Di Battista su Facebook, Adnkronos, 22 febbraio 2022)



Ora gli accoliti di Putin di fronte al fallimento dell'invasione cercano di sabotare il fronte occidentale chiedendo la resa dell'Ucraina e l'appeasement della NATO. Questa armata Branca-Putiglione allo sbando sente che l'inevitabile disfatta di Putin segnerà anche il suo destino politico.

Con la forza della disperazione manda gli ultimi kamikaze come il povero URSSini al sacrificio. Un gesto grottesco che, come nel film di Monicelli, si trasforma in una farsa.

19 mar 2022

Putin abbaia, le sanzioni mordono



La guerra lampo non ha avuto il successo sperato da Putin. L'invasione è entrata in una fase di guerra di posizione, con attacchi di crescente intensità contro la popolazione civile rimasta nelle città. Questa escalation non sarà priva di conseguenze perché le richieste di incriminazione per crimini di guerra sono già partite e la Corte Internazionale di Giustizia ha intimato la cessazione delle operazioni. Del resto anche per i crimini commessi nella guerra in Georgia ci sarebbero evidenze schiaccianti contro Putin. Gli esiti dell'invasione rimangono incerti, ma anche una vittoria nelle battaglie campali non assicura agli invasori il controllo del territorio. Putin abbaia minacce al mondo, ma per il momento a mordere sono le sanzioni che hanno anchilosato l'economia russa. Con l'arrivo delle armi più sofisticate dall'Europa la superiorità dei russi potrebbe essere seriamente intaccata. Per questo i complici dello psiconano judoka in Occidente (compresa l'Italia) invocano l'equidistanza (che in pratica significa dare la vittoria a Putin) e aborrono l'invio delle armi alla Resistenza ucraina.



A Mosca, sia pur dissimulato e coperto dalla propaganda del regime, regna il pessimismo sull'esito dell'invasione che travolgerà la nomenklatura. Nel clima di congiure e sospetti (con voci di siluramenti ed arresti ai vertici) anche i fedelissimi di Putin iniziano ad accusarsi reciprocamente per sottrarsi alle responsabilità.

Il patetico comizio di Putin nello stadio gremito di figuranti, lacché e comparse pagate, infarcito di farneticazioni e minacce, propone un paragone impietoso con l'eroismo di Zalensky che incita la sua gente alla difesa e viene invitato a parlare in tutti i Parlamenti del mondo libero.

La tecnologia occidentale vincerà la guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina scatenata da Putin con motivi falsi e pretestuosi ha evidenziato il ruolo srategico delle tecnologie di comunicazione, sia per le truppe sul terreno sia per i sistemi di armamenti sofisticati. Droni, missili teleguidati, cybersecurity, comunicazioni internet per accedere ai social, armi anticarro, contraerea, tutto dipende dall'affidabilità delle comunicazioni e dalla trasmissione in tempo reale.

La Resistenza tecnologica avanzata

Su questo terreno gli ucraini riescono a mantenere una superiorità grazie anche al sostegno del mondo libero e soprattutto delle reti di sorveglianza satellitare anglosassoni (Five Eyes). Mentre i russi non riescono a capire nemmeno dove si trovano le loro unità da combattimento, la Resistenza ucraina riceve in tempo reale le informazioni dall'intelligence occidentale. Inoltre i soldati di Kiev usano il sistema Starlink di Elon Musk, che fornisce accesso ad Internet in banda larga dallo spazio.

La ferraglia sovietica è impantanata senza carburante (presumibilmente venduto dai generali corrotti al mercato nero) e le reclute sono senza munizioni. Le perdite inflitte agli invasori (probabilmente intorno a 10mila morti e almeno il doppio di feriti) hanno devastato la loro capacità offensiva dei battaglioni russi che da giorni sono attestati su precarie posizioni dove vengono colpiti sempre più spesso. 

 Il fronte interno 

Nel frattempo il fronte interno è in ebollizione con quotidiani segnali di dissenso e manifestazioni di protesta nelle maggiori città, dove la gente sfida la polizia e la reclusione fino a 15 anni. Le sanzioni stanno lentamente strangolando un'economia che era già in condizioni precarie e che uscirà dalla guerra senza prospettive di crescita per decenni. Anzi se gli europei sostituiranno le importazioni di gas dalla Russia con quelle da altri paesi, per Putin si apre un baratro (ammesso che sfugga all'incriminazione per crimini di guerra).

Come se non bastasse a Mosca circolano documenti del servizio segreto FSB, che accusano esplicitamente il Cremlino e gli accoliti di Putin di totale insipienza e incompetenza. Tra sospetti e congiure il clima nel cerchio magico dell'autocrate si sta avvelenando e le voci di purghe ed arresti sono sempre più frequenti. 

Chissà se quando cadrà il regime KGB 2.0 si troverà a Mosca qualcuno che ricorderà di aver conosciuto, riverito e servito lo psiconano. In Italia, ad esempio, i suoi amici sono tutti misteriosamente spariti.




6 mar 2022

Tra i due litiganti in Ucraina la Cina gode?





Ma davvero la Cina puà essere considerato un alleato affidabile della Russia contro l'Occidente? La Cina si rifornisce dall'Ucraina di grano, di tecnologia militare, di materie prime e vi investe cospicui capitali che non amerebbe vedere in fumo. Anche astraendosi dai rapporti di amicizia tra i due paesi, alla leadership comunista l'invasione dell'Ucraina provoca problemi molto spinosi, perché il cataclisma geopolitico innescato dalla guerra, rischia di travolgere i fondamenti dell'economia cinese.



La Cina media tra i due litinganti 

La Cina non può permettersi di rinunciare ai rapporti commerciali, finanziari e tecnologici con l'Occidente e vuole diventare un partner essenziale nella transizione ecologica. Inoltre il ricompattamento dell'Occidente e della Nato peserà moltissimo nelle decisioni sulla possibile invasione di Taiwan già piuttosto incerta dopo il lancio di Aukus

In sostanza, tra i due litiganti in Ucraina, la Cina non gode troppo. Per questo motivo ha lanciato una frenetica attività diplomatica per mediare tra Putin e Zelensky con l'approvazione anche di Biden. 

Nel frattempo Xi Jinping si è allineato alle sanzioni occidentali senza troppe esitazioni. Alla lunga questo conta più di mille parole.