Lo stato comatoso dell'informazione in Italia emerge come una cisti purulenta ogni volta che si parla di temi europei. Nella pletora di militonti di sinistra imbullonati in tutte le redazioni e della ciurma fascio comunista che infesta i talk show, scatta il riflesso pavloviano non appena la Germania mette in campo iniziative autonome o iniziative a livello comunitario.
Immediatamente si levano le grida indignate contro l'egoismo dei tedeschi, contro lo strapotere dei teutonici, contro gli egoisti del Nor Europa, contro l'attacco ai sacri interessi della Patria. Insomma la fetida retorica fascista vomitata all'indirizzo delle "potenze demo-pluto-giudaico-massoniche" viene rinverdita in chiave anti UE e anti tedesca, nell'eterna farsa dell'Italietta piccolo borghese, provinciale e ignorante.
Le lingue minkio-meloniane
Nelle redazioni le lingue più veloci a riposizionarsi su ogni nuovo deretano che plani sulle poltrone romane, da giorni diffondono menzogne contro il piano tedesco da 200 miliardi per attenuare l'impatto sulle famiglie e le PMI dello shock energetico.
Una volgare esecrazione della Germania che secondo le lingue minkio-meloniane minerebbe le fondamenta dell'Unione Europea per perseguire i propri biechi interessi, ovviamente a detrimento dell'Italia povera e sfiancata dalle conseguenze della guerra. Nessuno che osi ricordare i 60 miliardi che l'Italia ha già speso per analoghi scopi senza che nessun lingua profferisse verbo.
Le stesse lingue entusiaste per l'imminente fine della pacchia decretata dal sacro suolo della Garbatella e la strenua difesa deli interessi nazionali. Invece gli esegeti del sano egoismo italiota oggi invocano l'Europa.
Con un paio di dozzine di HIMARS (e le informazioni di intelligence in tempo reale) gli ucraini hanno messo in fuga il "secondo esercito più potente del mondo". Se Putin non si arrendesse, basterebbe raddoppiare il numero degli HIMARS per far collassare del tutto le sue bande di criminali in divisa.
Il blocco delle forniture di gas all'Europa e le vergognose manipolazioni su una piattaforma telematica da operetta chiamata TTF, rappresentano le ultime mosse disperate di un despota il cui destino nella migliore (per lui) delle ipotesi sarà analogo a quello di Saddam Hussein. Le sue orde si stanno disfacendo mentre gli ucraini non sanno più dove mettere i prigionieri. .
I leader dell'Unione Europea, ad esclusione del solito Orban, dopo mesi di indecisioni e vigliaccherie soprattutto di Scholz leader del partito socialista (infiltrato dai Russi dai tempi di Willy Brandt), hanno deciso di adottare l'unica misura capace di piegare il regime mafioso: il tetto al prezzo del gas importato dalla Russia.
In combinazione con il tetto imposto dal G7 sul prezzo del petrolio russo rappresenta un colpo al cuore delle finanza pubbliche russe che già ora non riescono a sostenere l'impegno bellico. Infatti al farsesco vertice di Vladivostok #Putin si è scagliato contro questo provvedimento che azzopperà definitivamente l'economia di sussistenza dei suoi sudditi.
In sostanza inizia adesso lo scontro finale tra l'autocrazia URSSina (inclusi i suoi accoliti in Occidente) e il mondo libero.
Gli oligarchi che si oppongono all'invasione dell'Ucrainaannegano in mare o volano dalle finestre sempre più numerosi. La tirannide dell'autocrate Putin volerà dal tetto del gas russo.