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5 nov 2024
Ucraina: quegli Italiani Campioni Mondiali di Menefreghismo
Ha descritto il comportamento ignobile dei russi, che bombardano in qualsiasi momento e qualsiasi luogo. Carlo ha debunkato la propaganda russa incentrata sulla difesa della minoranza russofona del Donbass. In realtà l'Ucraina è composta principalmente da persone che parlano russo.Quando è arrivato a Kiev nel 2016 la maggior parte della popolazione non parlava ucraino, ma russo. Carlo ha anche menzionato che la propaganda russa sul presunto maltrattamento delle minoranza russofone fa parte di una strategia più ampia e subdola di disinformazione nel quadro di una guerra ibrida in corso da decenni per imbonire l'opinione pubblica occidentale.
Purtroppo troppi Italiani sono i campioni mondiali di viscido menefreghismo, attaccati come le cozze al loro mediocre "particulare". Amano sopra tutto essere lasciati in pace e rifiutano di capire le complessità delle questioni internazionali se non afferiscono direttamente al loro portafogli. Non a caso uno slogan popolarissimo del fascismo più becero ammantato nel suo provincialismo straccione era proprio "Me ne Frego!!".
E non a caso è stato implicitamente fatto proprio dal governo Meloni dove si affettano baci e abbracci con Zelenski e poi si vieta l'uso delle armi italiane contro obiettivi russi, dimostrandosi complici oggettivi dei criminali di guerra, che massacrano civili.
24 mar 2024
Russia: Il chip nel cervello di #Putin
L'ex colonnello del KGB Per deflettere le accuse, taciute in pubblico, ma virulente in privato, deve imbastire un cumulo di menzogne con cui attribuire la paternità dell'attentato all'Ucraina. E' una variante dell'osceno copione che ha recitato in 25 anni di potere criminale a cominciare dall'ascesa ai vertici del potere sulle ali dei massacri in Cecenia. Massacri scatenati dall'esercito russo dopo aver attribuito a terroristi ceceni una serie di attentati contro condomini organizzati presumibilmente dal GRU usando la ciclonite, un esplosivo in dotazione solo alle forze di sicurezza russe.
In sostanza, nonostante l'evidente coinvolgimento dei servizi segreti, sopravvissuti al crollo dell'Urss, e l'assenza di qualsiasi rivendicazione o di qualsiasi arresto, Putin addossò ogni responsabilità degli attentati ai ribelli ceceni che tre anni prima avevano sconfitto l'esercito russo dichiarando l'indipendenza. Due giorni dopo diede inizio ad una brutale campagna di annientamento che poi è stata replicata in Siria e in Ucraina.
Anche stavolta dunque Putin cercherà di nuovo di cavalcare questa tragedia come ha cavalcato in passato sia quelle ordite da terroristi interni che quelle provocate ad arte dai suoi sgherri. Ma il gioco di prestigio sarà più complicato perché alle messeinscena credono in pochi e se davvero la popolazione credesse alla fola della responsabilità di Kiev nell'eccidio del Crocus, il prestigio di Putin ne uscirebbe devastato, non rafforzato.
Un leader che definiva sprezzantemente l'invasione come una "operazione miliatere speciale" si ritrova in casa il nemico che doveva essere schiacciato in pochi giorni. Invece di debellare i "nazisti" in Ucraina, i "nazisti" colpiscono gli aspiranti denazificatori e i suoi scherani nella capitale.
Zelensky ha profferito parole di fuoco contro i tentativi di Putin di coinvolgere il governo ucraino, supportato da migliaia di bot sui social che costituiscno l'armata della guerra ibrida orchestrata dal KGB:
Quello che è successo ieri a Mosca è ovviamente solo il tentativo di Putin e degli altri schifosi di dare la colpa a qualcun altro. Hanno sempre gli stessi metodi. È già stato fatto in passato. Ci sono state case bombardate, sparatorie ed esplosioni. E danno sempre la colpa agli altri. Vengono in Ucraina, bruciano le nostre città e cercano di dare la colpa all'Ucraina. Torturano e violentano il nostro popolo e danno la colpa a loro. Hanno portato centinaia di migliaia di loro terroristi qui, sul suolo ucraino, per combattere contro di noi, e non si preoccupano di ciò che accade nel loro Paese. Ieri è successo tutto questo e questo vile Putin, invece di occuparsi dei suoi cittadini russi, di rivolgersi a loro, è rimasto in silenzio per un giorno - stava pensando a come portarlo in Ucraina. E' tutto assolutamente prevedibile.
In questa atmosfera torbida, intossicata dalle voci di complotti interni, le iniziative della propaganda putiniana (e dei suoi pupazzi prezzolati in Occidente) raggiungono vette grottesche finora inviolate: La portavoce ufficiale Maria Zacharova afferma che la Russia denuncerà l'Ucraina di fronte alla Corte Penale Internazionale (di cui non fa parte) per non meglio specificati atti di terrorismo, mentre un ex generale è arrivato ad affermare che i terroristi avevano un microchip nel cervello con cui la CIA e gli ucraini guidavano le azioni. Insomma, nel tentativo di cucinare menzogne per la Russia profonda e ignorante il poteresi autoridicolizza. Forse il chip nel cervello l'hanno inserito a Putin.
7 ott 2022
Il baratro tecnologico dell'esercito di Putin
Pupazzi prezzolati
Le industrie russe sono totalmente dipendenti dalle importazioni di componenti occidentali senza le quali non possono nemmeno riparare i cingoli dei carri armati. E nemmeno l'industria estrattiva se la passa molto meglio, mentre le linee aeree una volta finito di cannibalizzare gli aerei vecchi per i pezzi di ricambio, dovranno chiudere le attività.6 ott 2022
Quei 200 miliardi di menzogne sulla Germania egoista
Immediatamente si levano le grida indignate contro l'egoismo dei tedeschi, contro lo strapotere dei teutonici, contro gli egoisti del Nor Europa, contro l'attacco ai sacri interessi della Patria. Insomma la fetida retorica fascista vomitata all'indirizzo delle "potenze demo-pluto-giudaico-massoniche" viene rinverdita in chiave anti UE e anti tedesca, nell'eterna farsa dell'Italietta piccolo borghese, provinciale e ignorante.
Le lingue minkio-meloniane
Le stesse lingue entusiaste per l'imminente fine della pacchia decretata dal sacro suolo della Garbatella e la strenua difesa deli interessi nazionali. Invece gli esegeti del sano egoismo italiota oggi invocano l'Europa.
7 set 2022
Il tetto al prezzo del gas russo
I leader dell'Unione Europea, ad esclusione del solito Orban, dopo mesi di indecisioni e vigliaccherie soprattutto di Scholz leader del partito socialista (infiltrato dai Russi dai tempi di Willy Brandt), hanno deciso di adottare l'unica misura capace di piegare il regime mafioso: il tetto al prezzo del gas importato dalla Russia. In combinazione con il tetto imposto dal G7 sul prezzo del petrolio russo rappresenta un colpo al cuore delle finanza pubbliche russe che già ora non riescono a sostenere l'impegno bellico. Infatti al farsesco vertice di Vladivostok #Putin si è scagliato contro questo provvedimento che azzopperà definitivamente l'economia di sussistenza dei suoi sudditi. In sostanza inizia adesso lo scontro finale tra l'autocrazia URSSina (inclusi i suoi accoliti in Occidente) e il mondo libero. Gli oligarchi che si oppongono all'invasione dell'Ucraina annegano in mare o volano dalle finestre sempre più numerosi. La tirannide dell'autocrate Putin volerà dal tetto del gas russo.
10 ago 2022
Le bufale sui social mascherano i fallimenti di Putin e Xi Jinping
Migliaia di bot (vergognosamente messi a disposizione degli autocrati da Facebook e Twitter) rilanciano la propaganda dei dittatori di Cina e Russia per sversarle sulle menti credule.
Notizie inventate di sana pianta su microchip di ultima generazione, missili ipersonici, sistema di armi mirabolanti fanno il giro del mondo. A cotali bojate abboccano, inghiottendo anche l'amo, le superlative menti della geopolitica da salotto e da talk show berlusconiani, oltre ai "giornalisti", eterni bamboccioni, pagati 10 euro a pezzo.
La geopolitica da ombrellone
Personaggi che fino a ieri confondevano i chip con i versi dei passeri, discettano degli straordinari progressi della Cina o delle avanzate dell'Armata Russa su tutti i fronti della galassia e le zone limitrofe.
Il mondo però, ahi loro, è sostanzialmente più complicato. Ad esempio, ammettiamo pure che la Cina fosse riuscita a produrre microchip da 7 nanometri come annunciato urbi et orbi. Chiunque abbia qualche nozione, anche approssimativa, sulla complessità della filiera produttiva, sa benissimo che ciò non implica la sostituzione delle importazioni di semiconduttori da Taiwan.
Veduta di Shanghai |
I missili ipersonici, di cui si vanta periodicamente Putin nella sua follia da zar con lo scolapasta in testa, come abbiamo più volte spiegato, esistono da decenni e non assicurano alcuna superiorità militare al regime mafioso instaurato dal KGB.
Le manovre cinesi al largo di Taiwan sono la reazione rabbiosa di un regime che ha perso consenso e forza propulsiva, ma dal punto di vista pratico certificano l'impotenza di un esercito arretrato e privo di esperienza sul campo.
L'invasione nei sogni bagnati
I cinesi dispongono al momento di 40mila marines, cioè truppe scelte da sbarco, e non abbastanza scafi per trasportarli tutti. Taiwan può contare fino ad un milione di riservisti oltre a circa 200mila soldati già pronti per difendere l'isola. Quindi un'invasione al momento è impensabile.
Ma se il regime comunista si intestardisse nella sua follia revanscista, al blocco di Taiwan l'Occidente potrebbe reagire con il blocco dello Stretto di Malacca, dove passa la maggior parte dell'import - export cinese e che quindi per l'economia riveste un'importanza vitale.
Per non parlare delle sanzioni che al momento stanno riportando la Russia, prima ai tempi dell'URSS, e poi a quelli delle anime morte dei servi della gleba. E potrebbero riportare la Cina alle carestie che causarono la morte di milioni di individui durante il maoismo.
30 lug 2022
La coalizione Cremlino-destra
E, come se non bastasse, ha reiterato senza vergogna le peggiori menzogne della propaganda russa:"Ho parlato con l'ambasciatore russo in Italia Razov. Mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky"
Le solite smentite rabberciate del Papi, hanno forse convinto qualche membro del cerchio magico a Villa Grande, ma resta il fatto che l'idillo tra Berlusconi e Putin non è certo una sorpresa."Mi ha raccontato che è stata l'Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l'invasione era necessaria perché il rischio era che l'Ucraina attaccasse la Russia".
L'URSSini di Arcore
Atlantismo double face
16 lug 2022
La guerra ibrida che ha provocato le dimissioni di Draghi
E' talmente smaccata da essere stata illustrata pubblicamente nella cosiddetta Dottrina Gerasimov, un discorso tenuto dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Artmate Russe Valerij Vassily Gerasimov nel 2013. In Italia trovano terreno fertile perché sin dal secondo dopoguerra i sovietici hanno individuato l'Italia come ventre molle dell'Occidente e sono riusciti a far emergere il maggiore partito comunista in un paese Nato. E oggi hanno facile gioco a capitalizzare su quella deteriore tradizione.
18 giu 2022
Cornuti e vaccinati: il Covid in Cina
L'attenzione dei media italiani sulla Cina negli ultimi mesi è svanita, un po' per lo spazio dedicato all'invasione dell'Ucraina, ma anche perché le notizie dal paese dove è iniziata la pandemia, non sono gradite al milieu intellettualoide che inneggia ai dittatori di ogni risma e colore.
Il governo di Pechino aveva pomposamente proclamato la completa eradicazione del Covid dalle sue lande grazie alla politica "zero-Covid" e aveva magnificato gli effetti del vaccino autarchico (probabilmente sviluppato rubando informazioni alle aziende farmaceutiche occidentali). Invece i laboratori cinesi non sono stati in grado nemmeno di copiare le formule e i processi: di conseguenza il vaccino inoculato a centinaia di milioni di persone si è rivelato un intruglio largamente inefficace.
Da Zero Covid ai lazzaretti
Da quando a febbraio la pandemia ha ripreso vigore decine di milioni di persone sono state costrette a subire un ferreo lockdown (il caso di Shanghai è il più famoso) e che ancora oggi perdura in metropoli sconfinate come Tianjin.
Le restrizioni sono state sconvolgenti mentre i positivi sono stati internati in lazzaretti insalubri (ad esempio allestiti alla Fiera di Shanghai) dove il vero pericolo era il colera, non il Covid.La clamorosa balla secondo cui le dittature sarebbero più efficienti delle democrazie nel gestire le emergenze e fornire soluzioni adeguate, è stata ancora una volta sbugiardata dagli eventi. I propagandisti delle autocrazie dovrebbero quindi finire nella cloaca della Storia. Purtroppo in Italia il terreno per la semina delle balle è sempre fertile e ben concimato dal letame ideologico sparso a piene mani dagli URSSini e dai Caciari.
7 mag 2022
I soldati russi che si arrendono vanno ricompensati con cospicui premi in contanti
Secondo l'intelligence americana parecchi soldati russi si sono consegnati agli ucraini o si sono schierati al fianco dei cugini meridionali, perché disgustati dai loro ufficiali che «li hanno gettati nel tritacarne per Putin» senza rifornimenti e senza cibo. Insomma la voglia di combattere per un tiranno mafioso corrotto non è molto diffusa. Molti soldati provenienti dalla Siberia (i cui villaggi distano migliaia di chilometri e diversi fusi orari dal fronte), sono stati allettati da offerte di denaro per disertare dall'esercito russo. Hanno preferito deporre le armi piuttosto che finire inceneriti in un vecchio carro armato durante una guerra già persa.
Far leva sul morale a terra
A chi sventola bandiera bianca va data una ricompensa di 50 mila dollari e, in caso lo voglia, anche una nuova identità con residenza permanente di un paese dell’Ue o degli Usa dove rifarsi una vita. I soldati andrebbero incentivati non solo ad abbandonare l’esercito, ma anche a consegnare materiale bellico. munizioni, carri armati, blindati, navi, elicotteri, aerei, rampe di lancio. Per esempio pagando 70 mila dollari per un carro armato, 100 mila per un elicottero, 300 mila per una rampa di missili, 1 milione per un aereo.
Pace, non resa alla sopraffazione
Il sistema mafioso di Putin
Putin non è solo un autocrate fanatico e senza scrupoli. E' soprattutto un agente del KGB di scarso prestigio, rozzo, ignorante e brutale, che ha scalato i vertici del potere grazie ai legami con la mafia e a un gigantesco apparato corruttivo messo in piedi personalmente a Leningrado sfruttando la posizione che ricopriva nell'Amministrazione Municipale. Probabilmente Putin ottenne quel ruolo chiave grazie alle connessioni sia con il KGB che con la mafia, che all'epoca agivano spesso in tandem. I segreti inconfessabili del Cremlino che sono costati la vita ai pochi che li conoscono o li hanno investigati sono stati rivelati in dettaglio da Craig Unger nel libro "Casa di Putin, Casa di Trump".
La mafia russa si installò in America sin dagli anni '70, quando gli Usa e l'Urss negoziarono un accordo per permettere agli ebrei di emigrare in America e sfuggire alla repressione comunista. Come era nello stile dei banditi installati al Cremlino tra gli ebrei vennero infiltrati agenti del KGB e criminali comuni che avrebbero esportato i metodi delle organizzazioni malavitose forgiatesi nelle durissime carceri siberiane. Infatti appena arrivati a New York le bande di assassini iniziarono a taglieggiare la comunità di immigrati dall'Urss che si era stabilita nel sobborgo di Brighton Beach Era il sobborgo dove operava il padre di un certo Donald Trump, ma questa è un altro lato della storia che affronteremo a suo tempo.
I mafiosi russi alla caduta del comunismo
Alla caduta del comunismo questi mafiosi russi ristabilirono i rapporti con la madrepatria con l'intento di estendere la rete delle loro attività criminali. A Leningrado trovarono terreno fertile e cosche mafiose già fiorenti. Ad una di esse era affiliato l'allenatore di judo di Putin. Nel suo libro autobiografico, "Prima Persona", il tiranno parla con affetto di Leonid Ionovich, o Lyonya, il soprannome di tal Leonid Ionovich Usvyatsov. Nelle pagine del libro Putin spesso omette il cognome dell'allenatore una figura influente nella sua vita. La ragione di tale "smemoratezza" è facile da intuire: voleva evitare che si sapesse chi esattamente fosse Lyonya. Infatti sulla lapide di Leonid Ionovich Usvyatsov nel cimitero di San Pietroburgo è scritto: “Potrei essere morto, ma la mafia è immortale”.San Pietroburgo fu la prima città russa dove si realizzarono le privatizzazioni. Sfruttando la sua posizione relativamente defilata di Vicesindaco di San Pietroburgo e Presidente della commissione per gli affari esteri (KVS), ottenne il mandato di regolamentare le licenze agli investimenti esteri in enormi imprese precedentemente pubbliche. Azzerato il sistema di razionamento sovietico le autorità avevano un disperato bisogno di trovare beni con cui riempire gli scaffali dei negozi.
Il potere di Putin nel Municipio di San Pietroburgo
Per questo motivo Putin aveva acquisito il potere di determinare chi poteva diventare ricco a San Pietroburgo e in Russia durante la turbolenta fase di disfacimento dell'Urss. Per sfruttare al meglio questo potere organizzò un apparato corruttivo senza uguali, come spieghiamo nel video qui in basso.E' una cultura diffusa tra le masse ignoranti, il cui unico sollievo ad una vita miserabile si concretizza nell'illusione della Santa Madre Russia, un impero accerchiato e minacciato. E' una mistificazione plurisecolare diffusa da Pietro il Grande a Alessandro III fino a Stalin e Putin. Si trascinano così in questa abiezione di dipendenza dallo Stato o da un padrone dalla culla alla bara, in cui la libertà non è un valore rispetto alla probabilità di un pezzo di pane quotidiano, Erano servi della gleba all'inizio del 900 e lo sono ancora intellettualmente e moralmente.
18 apr 2022
Le sanzioni devono colpire la Russia anche dopo la guerra
Che le sanzioni siano inefficaci è una delle molteplici bufale diffuse dagli URSSini. Chiaramente dipende dal tipo di sanzioni, ma in generale sono uno strumento che raramente ottiene risultati immediati, perché col tempo agiscono come un cappio che strangola lentamente. Ad esempio la disfatta dell'esercito russo nella battaglia di Kyiv è il risultato delle sanzioni (peraltro molto limitate) imposte sui trasferimenti di tecnologia alla Russia nel 2014 dopo l'invasione della Crimea.
Per questo oggi i militari russi non hanno un sistema di comunicazione minimamante affidabile, non hanno droni di utlima generazione e i carri armati sono lattine di tonno scaduto.
L'affondamento del Moskva, il migliore incrociatore della Marina militare russa, dotato di sistemi antimissile e anti aerei, conferma che il ritardo tecnologico, esacerbato dalla corruzione dei generali, è ormai incolmabile. Il regime di Putin ha le stesse caratteristiche del regime sovietico di cui rappresenta un'involuzione ancora più insidiosa dell'originale. Anche se la proprietà privata non è più vietata, ciò che determina le fortune individuali è la vicinaza al potere e la partecipazione ad un sistema di natura mafiosa che ha preso possesso dello Stato, delle istituzioni e dell'economia. Chi si oppone finisce in galera o al cimitero, ucciso dalle pallottole o dal veleno dei sicari.
La nuova nomenklatura di diretta derivazione dal KGB ha abbindolato l'Occidente illudendolo di rappresentare un partner affidabile. Dove non ha potuto la menzogna è stata usata la corruzione dei politici come in Germania, Belgio, Francia e Italia. Quando a Mosca crollerà la mafia al governo, la Russia dovrà essere smilitarizzata, purgata dalle scorie dell'URSS, e messa in condizioni di non nuocere più. In altre parole non si dovrà ripetere l'errore commesso per ben due volte nel XX secolo, quando dopo averla sconfitta, invece di smembrare la Russia, si è permesso che riaffermasse il suo potere militare.
15 apr 2022
Disinformazia per telelobotomizzati
Crimini di guerra a Bucha |
2) La condotta pluriennale della guerra asimmetrica incentrato sui social media con migliaia di bot e di profili falsi gestiti da varie agenzie governative russe.
8) L'organizzazione di associazioni di amicizia con la Russia in tutta Europa attraverso cui organizzare eventi.
Propaganda e manipolazione
Un aspetto insidioso della guerra asimmetrica attraverso la disinformazia per telelobotomizzati, è la manipolazione della Storia su cui si basa la propaganda del Cremlino per negare l'esistenza di una nazione ucraina.
La nazione ucraina nasce molto prima della creazione della Russia, quindi, come ha giustamente sottolineato la Novaja Gazeta, questa farneticazione veicolata dai Dugin di turno e dagli eredi di un filoslavismo razzista e anti-occidentale è semplicmente il ridicolo collante di farneticazioni schizofreniche.
Eppure in Occidente grazie alla preparazione propagandistica e corruttiva di cui sopra trovano una sponda nei media, nell'opinione pubblica (seminanalfabeta) e nel mondo politico.
12 apr 2022
In Ucraina comincia la Battaglia del Donbass
Sta già accadendo con i droni o con i robot artificieri. Appena arriveranno i droni kamikaze promessi da Biden a Zelensky sarà ancora più evidente, perché questi oggetti volanti saranno in grado di individuare da soli il bersaglio e colpirlo.
Il macellaio di Aleppo
Nel frattempo Putin affida il comando delle operazioni in Ucraina a tal Dvornikov, un generale che viene spacciato per geniale stratega della campagna in Siria.
In realtà Dvornikov non si è mai avventurato a meno di 40 chilometri dal fronte. E' un macellaio distintosi esclusivamente per le atrocità commesse in Siria e in Cecenia in combutta con nazisti libanesi e siriani. Come stratega è stato un disastro.
Difficile che un esercito allo sbando, decimato, senza logistica e dotato di mezzi obsoleti possa migliorare in pochi giorni affidato ad un incompetente per quanto fedele del nano judoka. Ad ogni modo lo vedremo non appena comincia la Battaglia del Donbass destinata a decidere le sorti dell'invasione.
Il fronte interno
Sul fronte mediatico italiano si registra la solita sceneggiata di Orsini, a cui Vespa, giustamente rifiuta di dare spazio per comparsate a favore di Putin.
Anche l'Eni, dopo la Rai (su intervento della Commissione Parlamentare di Vigilanza). pare abbia sottratto la greppia al sociologo del terrorismo. Resta da capire chi gliela aveva concessa e per quali fini. E chi lo ha nominato in un comitato dell'intelligence italiana in un paese dove abbondano gli esegeti di Putin non solo tra i vertici istituzionali, ma anche militari e dei servizi segreti.
10 apr 2022
L'Italia e l'Europa possono mettere Putin in mutande (rattoppate)
E' possibile affrancarsi in tempi brevi dalla dipendenza del gas importato dalla Russia.
L'Italia potrebbe ridurre l'afflusso al terminale di Tarvisio di circa il 40%. Lo afferma l'International Energy Agency (IES), il prestigioso think tank dei maggiori paesi consumatori di idrocarburi in questo rapporto preparato e pubblicato ormai da settimane.
Ovviamente il rapporto non trova alcuno spazio sui media italiani. I "giornalisti sono troppo impegnati a fare gli zerbini dei vari URSSini, che i canali della disinformazione del Cremlino a turno impongono nel "dibattito politico" (leggasi cloaca circense) attraverso i social e la TV.
Senza i proventi di tali importazioni la Russia sarebbe priva di risorse sufficienti a pagare i costi del settore pubblico e le spese di guerra. E nemmeno la corruzione nei piani alti delle istituzioni occidentali, dei partiti sovranisti e delle organizzazioni sedicenti ambientaliste.
In parole povere si possono inasprire gradualmente le sanzioni contro l'autocrate del Cremlino e la sua Mafia di stampo stalinista senza dover spegnere i condizionatori. L'ex consigliere di Putin ha affermato senza mezzi termini che senza il flusso di risorse dall'Europa occidentale l'economia russa crollerebbe di schianto.
Nel frattempo andrebbero investigate le fonti di reddito di certi "istituti" e il ruolo dei rettori delle università che si prestano a queste operazioni. Per il momento l'Eni ha apparentemente preso provvedimenti. E la magistratura quando si decide a svegliarsi?
Questo video di Radio Londra spiega in dettaglio tutti i dati e tutte le opzioni, compreso il nucleare.
7 apr 2022
URSSini al Verde
Un carro armato russo colpito dalle forze ucraine
La Luiss da questa storia esce con la reputazione a pezzi, nonostante avesse preso (debolmente) le distanze dalle elucubrazioni del "docente" sulla guerra in Ucraina (Zelensky si deve arrendere perché i russi hanno già vinto) condite da previsioni azzardate (ad esempio sulla guerra in Georgia che ovviamente non si è finora materializzata). Purtroppo anche la Rai, che aveva stipulato un contratto per la presenza nel programma Cartabianca, ha esibito un metodo di selezione degli ospiti alquanto discutibile, che è stato veementemente stigmatizzato nella Commissione Parlamentare di Vigilanza.
Consigli agli URSSini
1 apr 2022
L'invasione dell'Ucraina spiegata dalla Novaja Gazeta
Questo paragrafo tratto dall'articolo "Operazione Cromosoma Russo. Cosa fare dopo"? pubblicato sulla Novaja Gazeta, nel numero 30 del 23 marzo 2022 a firma di Vladimir Pastukhov, riassume bene tutta la fissazione di Putin e della sua banda di accoliti per l'Ucraina. Il punto chiave mi sembra questo:
"Il Cremlino attribuisce particolare importanza mitica al controllo dell'Ucraina. La tesi sull'impossibilità dell'esistenza dell'Impero russo, se non c'è l'Ucraina nella sua composizione, che non è mai giustificata razionalmente da nessuno, è accettata come un assioma incondizionato ed è fondamentale in tutte le costruzioni geopolitiche del Cremlino. L'Ucraina nella sua comprensione vale bene sia una Messa che un'"operazione speciale", che può essere organizzata nel centro dell'Europa come ultima e decisiva battaglia".
Insomma siamo di fronte alle ossessioni di menti malate, assecondate dalla mafia che è riuscita ad insediarsi al Cremlino grazie ad una campagna di disinformazione sulla guerra in Cecenia e ad attentati sul modello "Incendio del Reichstag" di hitleriana memoria.
Tali ossessioni vengono alimentate dalla Chiesa Ortodossa e da un patriarca bigotto, fondamentalista, anti-occidentale che sfrutta la pulsione dei russi (insita nel loro DNA) al misticismo millenaristico straccione. Tra l'altro queste posizioni oltranziste di Kirill fanno vibrare una corda neanche tanto nascosta nella Chiesa Cattolica Romana. Infatti Bergoglio ha impresso una deriva rabbiosamente contraria al libero mercato e ai valori di libertà e tolleranza. Adesso cerca di restaurare la sua immagine di tupamaro antioccidentale con il viaggio a Kiev.
Ad ogni modo, spiega lucidamente Pastikhov come le menzogne della mafia putiniana e dei suoi complici in Occidente siano cresciute su un terreno abbondantemente concimato dallo spiritualismo ortodosso e slavofilo:
"La mitologia dell'"operazione speciale" non è un prodotto creativo del lavoro di Putin o della sua amministrazione. È arrivato al Cremlino dall'esterno, si è riflesso nello specchio del potere post - comunista russo ed è tornato all'ambiente esterno, da dove è venuto come un concetto del "mondo russo", simile allo storione. Questo mondo piuttosto piatto si basa ancora su tre pilastri russi:
1) fondamentalismo ortodosso, 2) slavofilismo 3) stalinismo (una versione radicale del bolscevismo russo).
La stessa enumerazione di queste "radici spirituali" suggerisce che questa ideologia non è stata trovata nella spazzatura (anche se sembra a molti che fosse lì), ma era legata da steli radicati nelle profondità più profonde della cultura spirituale russa, nel suo seminterrato oscuro. [...]
A mio parere, da allora fino ad oggi, la Russia è rimasta uno stato teocratico in forma aperta o latente (come nell'era sovietica, quando la religione di stato era temporaneamente comunismo)".
La saldatura tra stalinismo e fondamentalismo ortodosso intriso di nazionalismo aggressivo e di ostilità verso l'Occidente era evidente sin dalla rivoluzione bolscevica e delle sue tragiche conseguenze
"In effetti, oggi possiamo dire che lo stalinismo non è mai stato uno zigzag accidentale dell'anima russa perduta, ma si trovava nella direzione generale dello sviluppo dell'ideologia russa, era strettamente connesso con le componenti non occidentali del bolscevismo - sia con lo slavofilismo che con l'ortodossia radicale, che può essere considerata come i suoi precursori. Lo stalinismo era associato all'eredità spirituale della Russia e, pur essendo soggetto a ostruzionismo, non si incarnò, ma andò sottoterra e divenne un sotterraneo".
Non sarà facile estirpare queste aberrazioni dalla Russia moderna una volta che il regime di Putin cadrà travolto dalle conseguenze della guerra che il suo esercito arretrato non potrà vincere.
27 mar 2022
L'Armata Branca-Putiglione
Di fronte all'imponente dispiego di mezzi le difese delle istituzioni sono state travolte, mentre i servizi segreti sono stati ampiamente infiltrati, come testimonia il caso di agenti russi fatti entrare col pretesto dell'aiuto umanitario per il Covid.
Del resto basta dare uno sguardo ai giornali degli ultimi anni per verificare il gradimento di Putin (un autocrate che adotta metodi mafiosi per rimanere al potere) tra i vertici dei partiti e delle istituzioni italiane:
“Vladimir Putin è un dono del Signore” (Silvio Berlusconi, Forum sulla democrazia a Yaroslav, in Russia, 10 settembre 2010)
“Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!” (Matteo Salvini su Facebook, 25 novembre 2015)
“Ci sono tante ragioni per cui dovremmo essere dalla parte di Putin” (Daniela Santanchè, Forza Italia, ad Agorà, Rai 3, 3 settembre 2014)
“Fra Putin e Renzi io scelgo Putin tutta la vita. Putin lo vorrei domani mattina come presidente del Consiglio” (Matteo Salvini a Radio Anchi'io, 3 dicembre 2014)
“Chi gioca contro Putin è un deficiente” (Matteo Salvini incontrando la stampa estera, 10 dicembre 2014)
“L’Europa processa Putin, ma io lo preferisco a tanti euro-buffoni!” (Matteo Salvini su Facebook, 11 marzo 2015)
“Io credo che la Russia sia sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea di oggi, una finta democrazia. Io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei paesi europei, mal governati da presunti premier eletti che non sono eletti da nessuno, ma telecomandati da qualcun altro” (Matteo Salvini al Parlamento europeo, 11 marzo 2015)
"Trump e Putin li considero un beneficio per l’umanità. La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come loro”. Beppe Grillo intervista al Journal du Dimanche (22 febbraio 2017, da globalist.it)
“Putin è una delle persone con le idee più chiare al mondo, mi basterebbe essere a un minimo del suo livello. Scambierei Renzi con Putin domani mattina, saremmo un Paese migliore” (Matteo Salvini a Radio Cusano Campus, 20 marzo 2015)
“Putin meglio di Renzi, ha ragione Salvini” (Giorgia Meloni a Otto e mezzo, su La7, 3 dicembre 2015)
“L’alleanza Trump-Putin ci deve rassicurare” (Luigi Di Maio, M5S, a Di Martedì su La7, 10 gennaio 2017))
“Ai fessi che prendono in giro Salvini ricordo che lui con largo anticipo ha puntato su Putin, Trump e Le Pen. E voi, geni della geopolitica?” (Claudio Borghi, futuro parlamentare leghista, su Twitter, 11 novembre 2016)
“Se devo scegliere tra Putin e la Merkel... vi lascio la Merkel, mi tengo Putin! #ottoemezzo” (Matteo Salvini su Twitter, 25 marzo 2017)
“Putin è già un interlocutore, ha vinto su tutta la linea”
“Gli arresti a Mosca? E allora Guantanamo? Non tocca a me valutare la democrazia in un altro Paese” (Manlio Di Stefano, M5S, La Stampa, 30 marzo 2017)
“Io sono amico della Russia, è un complotto?, no!, faccio dei convegni con i membri del partito di Putin, e me ne vanto. Il grande, grandissimo Putin! Magari averne uno in Italia... Questi deputati russi mi hanno regalato delle palle di Natale, eccole, queste sono le palle di Putin, non le palle di Renzi, che racconta da pallonaro qual è. Oggi c’è la grande repubblica federativa russa, del grande Putin, altroché rovinare la vita dell’Occidente con le bugie, ma andatevi a seppellire bugiardoni! Io ho fatto l’albero di Natale con le palle di Putin, alla faccia di Obama, della Clinton e di chi ci vuole male!”
(Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, pubblica un video su Facebook dopo aver addobbato il proprio albero di Natale, 10 dicembre 2017)
“Io sono sempre dalla parte dei governi legittimi. Come sono quello di Putin in Russia e quello di Maduro in Venezuela. Gli arresti in Russia riguardavano manifestazioni non autorizzate, rispetto a Grillo, Navalny è un blogger del piffero” (Vito Petrocelli, senatore M5S, La Repubblica, 6 aprile 2017)
“Europa con la Russia, il pericolo è la Cina” Giorgia Meloni a La Stampa 9 Maggio 2021
“Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazione russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile” (Giorgia Meloni su Facebook, 18 marzo 2018)
Per la pace mondiale “meno male che c’è Putin”, dice Alessandro Di Battista (Il Post, 25 gennaio 2019)
“La Russia non sta invadendo l'Ucraina. Poi, per carità, tutto può accadere ma credo che Putin (e non solo) tutto voglia fuorché una guerra” (Alessandro Di Battista su Facebook, Adnkronos, 22 febbraio 2022)
Ora gli accoliti di Putin di fronte al fallimento dell'invasione cercano di sabotare il fronte occidentale chiedendo la resa dell'Ucraina e l'appeasement della NATO. Questa armata Branca-Putiglione allo sbando sente che l'inevitabile disfatta di Putin segnerà anche il suo destino politico.
Con la forza della disperazione manda gli ultimi kamikaze come il povero URSSini al sacrificio. Un gesto grottesco che, come nel film di Monicelli, si trasforma in una farsa.
19 mar 2022
Putin abbaia, le sanzioni mordono
La guerra lampo non ha avuto il successo sperato da Putin. L'invasione è entrata in una fase di guerra di posizione, con attacchi di crescente intensità contro la popolazione civile rimasta nelle città. Questa escalation non sarà priva di conseguenze perché le richieste di incriminazione per crimini di guerra sono già partite e la Corte Internazionale di Giustizia ha intimato la cessazione delle operazioni. Del resto anche per i crimini commessi nella guerra in Georgia ci sarebbero evidenze schiaccianti contro Putin. Gli esiti dell'invasione rimangono incerti, ma anche una vittoria nelle battaglie campali non assicura agli invasori il controllo del territorio. Putin abbaia minacce al mondo, ma per il momento a mordere sono le sanzioni che hanno anchilosato l'economia russa. Con l'arrivo delle armi più sofisticate dall'Europa la superiorità dei russi potrebbe essere seriamente intaccata. Per questo i complici dello psiconano judoka in Occidente (compresa l'Italia) invocano l'equidistanza (che in pratica significa dare la vittoria a Putin) e aborrono l'invio delle armi alla Resistenza ucraina.
A Mosca, sia pur dissimulato e coperto dalla propaganda del regime, regna il pessimismo sull'esito dell'invasione che travolgerà la nomenklatura. Nel clima di congiure e sospetti (con voci di siluramenti ed arresti ai vertici) anche i fedelissimi di Putin iniziano ad accusarsi reciprocamente per sottrarsi alle responsabilità.
Il patetico comizio di Putin nello stadio gremito di figuranti, lacché e comparse pagate, infarcito di farneticazioni e minacce, propone un paragone impietoso con l'eroismo di Zalensky che incita la sua gente alla difesa e viene invitato a parlare in tutti i Parlamenti del mondo libero.
La tecnologia occidentale vincerà la guerra in Ucraina
La Resistenza tecnologica avanzata
Su questo terreno gli ucraini riescono a mantenere una superiorità grazie anche al sostegno del mondo libero e soprattutto delle reti di sorveglianza satellitare anglosassoni (Five Eyes).
Mentre i russi non riescono a capire nemmeno dove si trovano le loro unità da combattimento, la Resistenza ucraina riceve in tempo reale le informazioni dall'intelligence occidentale. Inoltre i soldati di Kiev usano il sistema Starlink di Elon Musk, che fornisce accesso ad Internet in banda larga dallo spazio.
La ferraglia sovietica è impantanata senza carburante (presumibilmente venduto dai generali corrotti al mercato nero) e le reclute sono senza munizioni.
Le perdite inflitte agli invasori (probabilmente intorno a 10mila morti e almeno il doppio di feriti) hanno devastato la loro capacità offensiva dei battaglioni russi che da giorni sono attestati su precarie posizioni dove vengono colpiti sempre più spesso.
Il fronte interno
Nel frattempo il fronte interno è in ebollizione con quotidiani segnali di dissenso e manifestazioni di protesta nelle maggiori città, dove la gente sfida la polizia e la reclusione fino a 15 anni. Le sanzioni stanno lentamente strangolando un'economia che era già in condizioni precarie e che uscirà dalla guerra senza prospettive di crescita per decenni. Anzi se gli europei sostituiranno le importazioni di gas dalla Russia con quelle da altri paesi, per Putin si apre un baratro (ammesso che sfugga all'incriminazione per crimini di guerra).
Come se non bastasse a Mosca circolano documenti del servizio segreto FSB, che accusano esplicitamente il Cremlino e gli accoliti di Putin di totale insipienza e incompetenza. Tra sospetti e congiure il clima nel cerchio magico dell'autocrate si sta avvelenando e le voci di purghe ed arresti sono sempre più frequenti.
Chissà se quando cadrà il regime KGB 2.0 si troverà a Mosca qualcuno che ricorderà di aver conosciuto, riverito e servito lo psiconano. In Italia, ad esempio, i suoi amici sono tutti misteriosamente spariti.