Le elezioni di domenica prossima per il rinnovo del Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna sono l'occasione per sbarazzarsi di un sistema di potere marcio e oppressivo quanto incompetente e privo di visione.
Una classe di burocrati anonimi senza esperienza di vita reale, allevati nelle batterie per polli di sinistra ha cementato una sorta di regime soffocante e autoreferenziale privo di alternative, che pervade magistratura, cooperative, banche, ONG e aziende private.
Il sistema di potere della Ditta sopravvissuta al PCI già vacillava nel 2020. Ma la candidata leghista, tal Borgonzoni (oggi in Parlamento), le cui esternazioni e la cui inconsistenza spargevano una notevole dose di tafazzismo elettorale, fu letale.
Questa volta l'opposizione, che per decenni è stata vergognosamente succube, inefficace e non di rado collusa, ha schierato una candidata civica (senza tessere di partito) per la Presidenza della Regione con un notevole CV, Elena Ugolini, Preside di un liceo prestigioso di Bologna ed ex sottosegretaria alla Pubblica Istruzione nel governo Monti. Per l'opposizione aver imparato dalla sconfitta scegliendo una candidata prestigiosa è un decisivo passo avanti.
Se coloro che in passato hanno disertato le urne, per sfiducia, per rassegnazione, per avversione ai legaioli, si mostrassero meno apatici e più svegli, l'inconsistenza del candidato del PD e la rabbia della gente per le inondazioni devastanti, potrebbero produrre una svolta epocale.
Lo smacco all'oligarchia che gestisce la Regione come un feudo rosso (anzi quasi una proprietà privata) deflagherebbe a livello nazionale.
L'attuale leadership del PD ne verrebbe travolta, decretando il fallimento dell'esperimento sanderista della Schlein a rimorchio di Conte, Fratoianni e altri personaggi di analogo livello nel Camposanto Largo. Insomma ne trarrebbe giovamento persino il PD che nelle elezioni regionali del 2020 venne salvato dalla mobilitazione di giovinastri perdigiorno a cui fu affibbiato il nome di Sardine.
Un frullato di banalità ideologiche e crassa ignoranza, esibite in manifestazioni di rara quanto involontaria comicità gggiovanile, creato a tavolino dai professionisti della propaganda (Floris si prodigò per lanciare il prodotto). Ma grazie a qualche faccina telegenica e slogan da Asilo Santa Derelitta, riuscì a ricompattare le demoralizzate truppe cammellate di Bonaccini con un'iniezione di ottuso guevarismo minkio-giovanilista.
In questa tornata elettorale non è stato creato ex novo nessun estemporaneo movimento fiancheggiatore, non si sa se per mancanza di materale umano (le Sardine finite ad occuparsi dello stadio del frisbee) o perché il PD sente la vittoria in tasca.
Aprire le finestre di ambienti stantii è sempre salutare per tutti, anche per chi crede di vivere nel migliore dei mondi possibili.
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10 nov 2024
6 set 2022
Le Liste Salivali
Il tratto comune delle liste presentate dai maggiori partiti è la selezione di famigli e sodali del capo nelle posizioni e nei collegi migliori.
Nella Lega, nel PD e nel Mo-vi-mento 5 Stelle la mattanza dei non allineati è ancora più
evidente.
Del resto la legge demenziale denominata Rosatellum era stata concepita proprio per evitare che gli elettori potessero scegliere e soprattutto che potessero scegliere i migliori.
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Del resto la legge demenziale denominata Rosatellum era stata concepita proprio per evitare che gli elettori potessero scegliere e soprattutto che potessero scegliere i migliori.
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12 ago 2022
La candeggina Meloni lava via il nero?
Giorgia Meloni si spaccia per volto nuovo della politica. E in un paese dove pascolano e si assembrano moltitudini di esseri privi di memoria riesce persino a convincere. Però già in giovane età, non eccellendo nello studio o nelle professioni, era assurta a ministro dell Gioventù (denominazione mutuata dal Fronte missino) nel governo Berlusconi. Quello che in soli tre anni ha portato il paese alla bancarotta nel 2011. Insomma un Di Maio in gonnella ante litteram, solo che come Pigmalione aveva il Papi e non il Grillo.
Meloni da qualche tempo ha provato a candeggiarsi l'immagine di nostalgica littoria giurando fedeltà alla NATO e all'Ucraina. Sulle politiche economiche, dopo anni passati a sputare sull'Europa, sull'euro e sulle istituzioni europee (in combutta con Orban e i bigotti nazionalisti polacchi) ha invertito la rotta verso posizioni apparentemente più responsabili (soprattutto sui conti pubblici). Palazzo Chigi val bene un pareggio di bilancio? Chi può dirlo in questa estate di temperature e polemiche roventi?
Meloni giudica Putin |
La notte dei Tremonti viventi
Di quel governo scellerato era zar supremo dell'economia un certo Tremonti, personaggio che continua a veicolare in TV le sue idee scombiccherate e perverse, che i reggi-microfono gli fanno profferire a beneficio della platea telelobotomizzata. Non è un caso che Tremonti passa per essere il front runner per la poltrona di Ministro dell'Economia in caso di vittoria della destra. E' giusto per i suoi estimatori da mercato rionale che completi l'opera di distruzione dei conti pubblici, bruscamente interrotta dalla cacciata a furor di popolo nel novembre 2011.Meloni da qualche tempo ha provato a candeggiarsi l'immagine di nostalgica littoria giurando fedeltà alla NATO e all'Ucraina. Sulle politiche economiche, dopo anni passati a sputare sull'Europa, sull'euro e sulle istituzioni europee (in combutta con Orban e i bigotti nazionalisti polacchi) ha invertito la rotta verso posizioni apparentemente più responsabili (soprattutto sui conti pubblici). Palazzo Chigi val bene un pareggio di bilancio? Chi può dirlo in questa estate di temperature e polemiche roventi?
Il buco rimane nero
Tuttavia, cotali improvvise conversioni sulla via di Bruxelles (dove hanno sede l'UE e la NATO) gettano poca luce sul buco nero Meloni e sulla mediocre classe dirigente o compagnia di giro che la circonda. O sui compagni di strada devoti di Putin. O sul suo debole per Donald Trump che giudico' ‘geniale’ Putin. Basterà proporre come ministri personalità di richiamo come Fabio Panetta o Carlo Nordio per fugare i dubbi? Anche Berlusconi inserì nel suo secondo governo una personalità di eccezionale caratura come Renato Ruggiero stimatissimo ambasciatore e primo Direttore del WTO. Se ne andò sbattendo la porta, disgustato, dopo pochi mesi.16 lug 2022
La guerra ibrida che ha provocato le dimissioni di Draghi
La crisi del governo Draghi fa parte della strategia definita "guerra ibrida" in cui si sono specializzati nei passati due decenni i nemici delle democrazie occidentali.
Viene condotta utilizzando partiti e personaggi politici reclutati, pagati o influenzati dai servizi segreti russi, cinesi, nordcoreani, bielorussi e di altri regimi autocratici.
E' talmente smaccata da essere stata illustrata pubblicamente nella cosiddetta Dottrina Gerasimov, un discorso tenuto dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Artmate Russe Valerij Vassily Gerasimov nel 2013. In Italia trovano terreno fertile perché sin dal secondo dopoguerra i sovietici hanno individuato l'Italia come ventre molle dell'Occidente e sono riusciti a far emergere il maggiore partito comunista in un paese Nato. E oggi hanno facile gioco a capitalizzare su quella deteriore tradizione.
E' talmente smaccata da essere stata illustrata pubblicamente nella cosiddetta Dottrina Gerasimov, un discorso tenuto dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Artmate Russe Valerij Vassily Gerasimov nel 2013. In Italia trovano terreno fertile perché sin dal secondo dopoguerra i sovietici hanno individuato l'Italia come ventre molle dell'Occidente e sono riusciti a far emergere il maggiore partito comunista in un paese Nato. E oggi hanno facile gioco a capitalizzare su quella deteriore tradizione.
I Grullini, ovvero le Mine Stravaganti
La realtà non fa sconti a chi si illude di poterla ignorare. Le mine stravaganti delle politica italiana che hanno già inferto danni irreparabili a questo disgraziato paese, dal Reddito di Cittadinanza, ai ferrei lockdown durante l'epidemia di Covid sono di nuovo deflagrate.
Conte e la sua ciurma di personaggi improbabili ebbri di revanscismo straccione sono stati aizzati a kanciare una ennesima sfida al buonsenso nella speranza di recuperare consensi tra le grandi masse di analfabeti frustrati convinti di essere vittime di complotti galattici e non della loro idiozia.
Ma questo ennesimo salto mortale logico e' destinato a finire con una brutale schienata sul duro cemento dei conti pubblici. Non è possibile continuare a pagare stipendi e pensioni (e tantomeno il Reddito di Parassitanza) se viene meno la benevolenza degli investitori internazionali che devono rifinanziare il debito pubblico italiano. E non saranno certo i funzionari dell'Ambasciata Russa in Italia (o altrove) a poter staccare i cospicui assegni ogni mese per riempire le greppie delle clientele populiste. E tantomeno sarà il Chihuahua di Putin, quel Medvedev che abbaiando su Telegram si attribuisce il merito della defenestrazione di Draghi dopo quella di Boris Johnson.
Anche dopo la guerra la Russia rimarrà un paria per i paesi occidentali e l'appoggio della Cina non basterà a sfamare la popolazione. I cinesi del resto sono meno ingenui degli occidentali: ogni boccone di pane indispensabile lo faranno pagare a caro prezzo, chiunque occupi il Cremlino.
Ma questo ennesimo salto mortale logico e' destinato a finire con una brutale schienata sul duro cemento dei conti pubblici. Non è possibile continuare a pagare stipendi e pensioni (e tantomeno il Reddito di Parassitanza) se viene meno la benevolenza degli investitori internazionali che devono rifinanziare il debito pubblico italiano. E non saranno certo i funzionari dell'Ambasciata Russa in Italia (o altrove) a poter staccare i cospicui assegni ogni mese per riempire le greppie delle clientele populiste. E tantomeno sarà il Chihuahua di Putin, quel Medvedev che abbaiando su Telegram si attribuisce il merito della defenestrazione di Draghi dopo quella di Boris Johnson.
Anche dopo la guerra la Russia rimarrà un paria per i paesi occidentali e l'appoggio della Cina non basterà a sfamare la popolazione. I cinesi del resto sono meno ingenui degli occidentali: ogni boccone di pane indispensabile lo faranno pagare a caro prezzo, chiunque occupi il Cremlino.
28 feb 2022
Maggioritario, Proporzionale o Ibrido? La futura legge elettorale
In questi giorni tutta l'attenzione della politica è assorbita dall'invasione dell'Ucraina. Ma una volta finita la guerra inizierà la guerra in Parlamento sulla nuova legge elettorale da cui dipenderanno le fette di potere che ciascun politico riuscirà a ritagliarsi.
I 4 partiti maggiori tendono a preferire una legge proporzionale perché non sarebbero legati a patti di coalizione e anche in caso di sconfitta nelle urne avrebbero un ampio margine di manovra in Parlamento.
31 dic 2021
Draghi & Macron Uniti nella Lotta
Per interpretare le risposte di Draghi nella conferenza stampa di fine anno come una auto candidatura alla Presidenza della Repubblica, una buona dose di peyote è un ausilio imprescindibile. A meno di non essere uno dei mediocrati che affollano le redazioni dei giornali, dediti al pompaggio di farneticazioni dietrologiche.
Infatti Enrico Letta segretario del PD in un'intervista ha rigettato questa teoria strampalata e osservatori meno ossessionati da retroscena di quart'ordine come Franco Debenedetti hanno proposto una lettura oggettiva della posizione espressa da Draghi.
Draghi non vuole diventare Presidente della Repubblica
Peraltro pochi giorni prima Draghi aveva firmato insieme a Macron un editoriale sul Financial Times sulla riforma del Patto di Stabilità che andrà completatail prossimo anno. Un disegno strategico di ampio respiro che di certo non lascia presagire la voglia di Draghi di abbandonare un ruolo da protagonista come capo del governo.
Peyote
Il governo Draghi è nato con l'obiettivo di evitare il peggio, vale a dire una catastrofe sanitaria che avrebbe provocato una bancarotta dell'Italia. Andrebbe ricordato che il governo precedente era responsabile del peggiore impatto della pandemia tra i paesi minimamente civili e del crollo più marcato dell'economia. In altre parole, Draghi era stato chiamato a scongiurare nuovi drastici lockdown, implementare in tempi rapidi la campagna vaccinale (raggiungendo un'ampia copertura della popolazione) e presentare alla Commissione Europea un PNRR che consentisse di ottenere i fondi. Per molti versi è riuscito nell'intento imponendosi sul peggiore Parlamento della storia patria da Caligola ad oggi, con la forza del suo prestigio. Nonostante abbia a che fare con ministri mediocri, politici miserabili e sindacalisti cialtroni.
Per realizzare il PNRR serve una guida autorevole
Glielo riconoscono non solo all'interno del Raccordo Anulare, ma anche la stampa internazionale (Economist in testa) e soprattutto i leader del G7 che ne ammirano la lucidità. Tuttavia Per riformare l'Italia soprattutto seguendo gli impegni contenuti nel PNRR serve ben altro sforzo e per almeno un decennio (soprattutto per abbattere la burocrazia asfissiante e riformare il fisco).
Soprattutto serve convincere l'Unione Europea (e i mercati quando finirà la droga monetaria delle Bce) che l'Italia sta risalendo una china di declino cinquantennale.
Senza Draghi a garantire i suddetti impegni dell'Italia, pochi dei 27 paesi europei darebbero credito ad un paese inaffidabile, arretrato e refrattario da sempre alle riforme. I paesi nordici non sono affatto disponibili a fungere da bancomat ogni qualvolta un Primo Ministro italiano si produce nella sceneggiata sulle condizioni pietose dell'Italia.
15 feb 2021
Fiat Draghi
Conte, da devoto del Santo dalle mani bucate, ha sempre manifestato una incontenibile pulsione per la spesa corrente, per i sussidi a pioggia e per gli emolumenti ai parassiti oltre a norme di corto respiro utili a comprare consenso facendo lievitare il debito. Il Recovery Plan al contrario, impone di favorire gli investimenti strutturali che sviluppino ricchezza duratura, e aumentano la produttivita' totale dei fattori. Per questo il suo Piano per ottenere i fondi del Next Generation EU era una brodaglia di misure di corto respiro, in assenza di una visione generale. Quando il documento viene inviato al Quirinale, agli esperti di Bruxelles e alle cancellerie europee (soprattutto ad Angela Merkel garante dei 209 miliardi) la reazione e' di incredulo sbigottimento.
Per quanto tramortiti dalla lettura di un piano inadeguato alla gravita' del disastro economico, sanitario e sociale in cui versa l'Italia, nessuno ha il coraggio di gridare allo scandalo pubblicamente. La congrega di vigliacchi che fanno i fenomeni solo nei talk show lasciano che sia Matteo Renzi ad assumersi la responsabilita'. Mentre Zingaretti e il PD che pure si sono in buona parte convinti che Conte sia un incapace dopo aver dato assicurazione a Renzi di essere sulla stessa lunghezza d'onda, alla rpva dei fatti continuano a sostenerlo politicamente. Persino nell'operazione "responsabili" dove vengono sbeffeggiati. La miserabile pagliacciata pero' rischiava di mandare in rovina il paese e quindi preso atto della realta' anche i piu' riluttanti si sono rassegnati a chiamare Draghi d'urgenza. Persino i grillini hanno dovuto rendersi conto di essere arrivati a fine corsa. Pur di sopravvivere Grillo ha dovuto intervenire per sedare la ribellione dei militonti e tirare la volata a Draghi.
14 feb 2021
Tutti Insieme Appassionatamente
Conte e il suo team hanno dimostrato la propria inadeguatezza quando, il 5 dicembre, e' stata diffusa in maniera riservata la prima bozza del Recovery Plan (il Pnnr). Dope sei mesi di lavoro (senza contare gli Stati Generali) le cento paginette non contengono le innovazioni strutturali richieste dall’Europa, ed elencano troppi programmi che non producono alcun frutto di rilevo (Draghi lo definirebbe debito pessimo). Poche tabelle, grafici inesistenti, e solo un aborto di riforma della giustizia (appena 11 paginette), senza capo ne' coda per non scontentare il partito dei magistrati. Il riordino della pubblica amministrazione, assente. I piani di spesa non parvenuti.
Su quell'obrobbrio Renzi (e altri nella maggioranza che pero' rimangono nell'ombra) il 30 dicembre solleva le obiezioni urticanti che innescano la crisi di governo. Il Mef viene costretto a dispiegare i suoi tecnici piu' bravi per provare a produrre un documento presentabile per il Consiglio dei Ministri del 13 gennaio. Il tempo pero' e' poco e i miglioramenti poco incisivi. Il destino gramo del governo piu' incapace dell'Occidente si compie quando Renzi ritira la sua delegazione dalla gabbia di matti.
Nel nuovo governo ai cosiddetti "tecnici" sono affidati i compiti piu' delicati per il rilancio economico del paese attraverso la leva del Recovery Fund. Fanno eccezioni Speranza e Giorgetti. Il primo e' rimasto al suo posto perche', pur avendo dato prova di incompetenza, sara' il capro espiatorio principale di fronte all'opinione pubblica e alla magistratura. Il secondo nella Lega e' l'anti-Borghi/Bagnai, cioè colui che dovra' piombare per sempre il tombino della fogna no-euro da cui sono fuoriusciti liquami stomachevoli. Sara' il raccordo con il Nord produttivo affiancato da qualche vice-ministro o sottosegretario tecnico in grado di mettere a punto i programmi e portarli a compimento.
Gli altri "politici" occupano ministeri che in questa fase non sono cruciali, ad esempio Cultura, Difesa, Esteri, Agricoltura, oppure devono risolvere problemi causarti dal Conte bis, ad esempio Turismo o Lavoro. Insomma il governo e' composto di cerchi quasi concentrici: il primo economico-tecnico-strategico, il secondo social-mattarelliano a trazione cattolica, il terzo riservato ai capicorrente dei partiti, il quarto di rappresentanza e chiacchiere assortite.
Non e' il "governo dei migliori", ma transeat. L'importante e' aver rimosso buona parte dell'accozzaglia di incapaci che si erano montati la testa. Draghi dovra' concentrare il capitale politico e i ministri di vaglia su tre o quattro fronti strategici, dal piano vaccinazioni alla digitializazione della PA. Per il resto, ad officiare le Messe cantate (alla Farnesina o alla Conferenza Stato-Regioni), possono essere destinati anche dei fraticelli novizi o minori. Persino stonati. La partita si gioca sull'utilizzo del Recovery Plan che i grullo-rossi stavano per buttare alle ortiche.
Per concludere, il governo che muovera' i primi passi la prossima settimana non deve essere giudicato sulla base delle riforme strutturali che servirebbero per riportare l'Italia nel novero della nazioni civili ed economicamente avanzate. Purtroppo il termine di paragone saranno le compatibilita' politiche consentite dal peggior Parlamento della Storia repubblicana e da un elettorato nutrito a colpi di sussidi, parassitismo, pensioni e diritti acquisiti.
31 gen 2021
Il Conte Fico
La fiducia ottenuta grazie al trio Mastella-Tabacci-Ciampolillo e' stata risolutiva per il governo, quanto i banchi a rotelle per il Covid. Zingaretti e Casalino non sono riusciti a
Renzi gioca con l'Azzeccagarbugli del Popolo come il gatto col topo, illudendolo come un liceale in calore e poi dileggiandolo dal pulpito del Quirinale appena uscito dalle consultazioni. Chiaramente l'intenzione e' quella di farlo bollire in pubblico ancora un po' in modo da minarne l'immagine e depotenziare il progetto di un suo partito. In tutto questo si nota l'assenza di Grillo dalla scena. Il comico sempre loquace quando si trattava di esecrare la Kasta ora assiste allo spettacolo della Kasta grullina che cerca di imbullonarsi alle cadreghe parlamentari mentre il prode Dibba annuncia orgoglisamente che blocchera' i renziani sul bagnasciuga.
Per la Partita della Vita Serve un Fuoriclasse: Mario Draghi
Che la politica italiana sia una combinazione caotica di bizzaria, grottesco e ridicolo lo testimonia un fatto sotto gli occhi di tutti in questi giorni. Il Presidente Mattarella conferisce un "mandato esplorativo", che a norma di Costituzione non esiste e quindi costituisce una forzatura delle regole fondamentali (anche se e' una prassi consolidata da tempo). Ma anche volendo ignorare le forme, che pero' nell'esercizio dei poteri costituzionali sono sostanza, la figura che riceve il mandato dovrebbe comunque cercare di formare una maggioranza parlamentare che sostenga un governo da lui stesso presieduto (in quanto Presidente del Consiglio incaricato).
Invece a Roberto Fico Mattarella ha conferito un mandato affinche' costui, in qualita' di Presidente della Camera (un ruolo apicale nel potere legislativo che dovrebbe essere rigorosamente separato dall'esecutivo), metta insieme una maggioranza che sostenga il governo presieduto dal Presidente del Consiglio dimissionario.
Perche' Mattarella non abbia incaricato direttamente Conte e' un mistero. Questi minuetti per interposta persona, sono una squallida sceneggiata per non ammettere una verita' incontrovertibile: Conte ha accumulato una serie impressionante di fallimenti e bisogna sostituirlo con Draghi prima che l'Italia vada in bancarotta.
18 gen 2021
I Fondi del Next Generation EU Gettati alle Ortiche
Mentre Conte raccatta i voti dei vecchi 5 stelle e dei neo 5 mastelli, la clacque di Casalino cerca di imbellettare i fallimento del governo peggiore del mondo civile. Nonostante l'UE ci abbia concesso generosamente l'ultima occasione per riscattare una pluridecennale mediocrita', il Recovery Plan approntato dai gerarchi e' poco piu' di un inutile assortimento di slogan. Un richiamo della foresta pseudo-sessantottino con una verniciatina di digitalizzazione (arretrata di 20 anni) ed ecologismo da tema di seconda media. Manca qualsiasi coinvolgimento del settore privato, qualsiasi visione di futuro, qualsiasi capacita' progettuale, che non siano le solite infrastrutture concepita da mezze calzette in veste di assessori locali.
La logica che lo pervade e' la pervicace preservazione delle storture, dei privilegi e delle distorsioni accumulatesi dagli anni 60 in Italia. Un festival del clientelismo come nemmeno Bisaglia e Gaspari avevano osato sognare. Un'orgia della spesa pubblica di stampo peronista per accellerare la corsa verso la bancarotta.
23 dic 2020
Dead Conte Walking
Il lavorio ai fianchi del governo Conte da parte di Italia Viva e parte del PD si e' intensificato nell'ultimo mese. Ormai e' chiaro a chiunque non giri con la mascherina sui bulbi oculari, che l'Avvocato del Popolo Bue non e' in grado di gestire nemmeno un chiosco di grattachecca sul Lungotevere. Mettergli a disposizione 200 miliardi sarebbe la strada piu' rapida per la bancarotta (ammesso che le istituzioni europee acconsentano allo scempio dei fondi).
Renzi aveva abbandonato il PD per fondare un partito che arrivasse quantomeno al 10% dei suffragi sottraendo consensi sia a Forza Italia data per moribonda sia al PD. Al contrario Italia Viva nei sondaggi rimane rasoterra. L'ex Rottamatore ha capito di essersi improvvidamente autorottamato riducendosi a fare la ruota di scorta della maggioranza o la parodia di Ghino di Tacco che brandisce la pistola giocattolo (la minaccia di elezioni anticipate). Insomma si e' reso conto che per evitare di sparire per sempre dalla scena politica insieme al manipolo di fedeli (non si sa fino a quando) che lo hanno seguito in Italia Viva deve sparigliare di nuovo le carte: togliersi dai piedi Conte e varare un nuovo governo dove lui abbia un vetrina che gli possa far intestare la rinascita dopo Covid.
Draghi sarebbe la persona ideale per guidare un governo di emergenza, ma bisogna costruirgli una maggioranza. Salvini ha confermato a Renzi che se si sbarazza di Conte, la Lega non chiedera' elezioni anticipate. Ma il Bomba ha qualche remora a fidarsi di colui a cui ha sbarrato la strada per i pieni poteri portando il PD ad allearsi con gli odiati grillini. Mattarella dal canto suo rimane una Sfinge, come e' giusto che sia. Mandare il paese alle urne durante una pandemia che causa oltre diecimila morti al mese, nonostante il lockdown, non sarebbe esattamente una decisione facile.
13 dic 2020
L'Armata Brancagrillone all'Assalto del Recovery Fund
Finita la pagliacciata sulla riforma del Mes, su cui i duri e puri grillini si sono rivelati ancora una volta mosci e infetti, il governo Bis-Conte - Casalino e' stao investito dallo tsunami di reazioni negative alle sue mire sul Recovery Fund (o Next Generation EU come e' stato ribattezzato). Al pensiero di mettere le mani sui 200 miliardi gentilmente concesso dalla UE, le ghiandole salivari di tutte le scimmie al volante hanno preso a secernere ettolitri di liquidi, ma ovviamente la lotta per il bottino sara' senza escursione di cannonate.
Conte ha creduto di poter accentrare il potere decisionale a Palazzo Chigi attraverso la "cabina di regia" affidata a 6 managers e 300 sottoposti tutti nuovi di zecca. Ma ovviamente il resto della casta ha bloccato quello che considera una rapina politica in piena regola. Renzi in particolare nel dibattito in Senato ha attaccato Conte a testa bassa, ma anche il PD, con Zingaretti, Delrio & Compagni ha minacciato di far deragliare tutto il governo, se i vari potentati dovessero restare a bocca asciutta.
Al momento si stanno gettando le basi per defenestrare Conte (la vaselina per la bisogna si chiama "verifica" come ai tempi del CAF) e sostituirlo con un governo tecnico. Persino Salvini si accoderebbe oltre ad un discreto numero di fuoriusciti grillini desiderosi di mantenere la cadrega fino al 2023. Insomma la parabola di Conte non e' entrata nella fase discendente, bensi' nella fase di schianto con il terreno.
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