La crisi del governo Draghi fa parte della strategia definita "guerra ibrida" in cui si sono specializzati nei passati due decenni i nemici delle democrazie occidentali.
Viene condotta utilizzando partiti e personaggi politici reclutati, pagati o influenzati dai servizi segreti russi, cinesi, nordcoreani, bielorussi e di altri regimi autocratici.
E' talmente smaccata da essere stata illustrata pubblicamente nella cosiddetta Dottrina Gerasimov, un discorso tenuto dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Artmate Russe Valerij Vassily Gerasimov nel 2013.
In Italia trovano terreno fertile perché sin dal secondo dopoguerra i sovietici hanno individuato l'Italia come ventre molle dell'Occidente e sono riusciti a far emergere il maggiore partito comunista in un paese Nato. E oggi hanno facile gioco a capitalizzare su quella deteriore tradizione.
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21 gen 2022
Il Derby "Caimani contro Draghi" per la Quirinal League
L'elezione del successore di Mattarella segna un nuovo zenith di squallore per un ceto politico che abbraccia il pregiudicato di Forza (gen)Italia fino al peone grullino, terrorizzato dal ritorno alla sua squallida vita privo della cadrega nella scatola di tonno che aveva promesso di aprire.
I media da mesi insaccano pagine e palinsesti di corbellerie sulle telefonate di Sgarbi per conto del Caimano, sui segnali inviati dalle sopracciglia di Draghi, sui vertici (o gli abissi) tra Letta e Conte, sulle trame di Di Maio, sulle chance degli eterni aspiranti (Amato e Casini), sull'asse Renzi - Salvini, o sulle stilettate tra Salvini e Meloni.
I media da mesi insaccano pagine e palinsesti di corbellerie sulle telefonate di Sgarbi per conto del Caimano, sui segnali inviati dalle sopracciglia di Draghi, sui vertici (o gli abissi) tra Letta e Conte, sulle trame di Di Maio, sulle chance degli eterni aspiranti (Amato e Casini), sull'asse Renzi - Salvini, o sulle stilettate tra Salvini e Meloni.
Nei retroscena, spesso inventati di sana pianta, si passano in rassegna mediocri pagliacciate spacciate per sofisticati disegni politici, dichiarazioni cervellotiche spacciate per segnali di apertura, candidature improbabili spacciate per mosse del cavallo (o più propriamente del somaro).
Con il fallimento del cosiddetto progetto scoiattolo (ma non era mandrillo?) Berlusconi è uscito di scena ed è entrato in ospedale per accertamenti sulla salute. A questo punto il campo della politica è sgombro dalle scuse. Se la peggior classe politica del mondo civile riesce a trovare un briciolo di dignità scelga un personaggio quantomeno decente per rappresentarla sul fatidico Colle più alto. Non si illuda che Draghi possa fare in eterno da parafulmine o argine alla mediocrità o alla corruzione dilagante.
L'Italia si trova sull'orlo di un baratro da cui può salvarsi solo impegnandosi sugli obiettivi del Recovery Plan che nel 2022 ammontano a 102, circa uno ogni due giorni lavorativi. E il Presidente della Repubblica su questa tabella di marcia non ha poteri, a parte la recita di qualche giaculatoria.
31 dic 2021
Draghi & Macron Uniti nella Lotta
Per interpretare le risposte di Draghi nella conferenza stampa di fine anno come una auto candidatura alla Presidenza della Repubblica, una buona dose di peyote è un ausilio imprescindibile. A meno di non essere uno dei mediocrati che affollano le redazioni dei giornali, dediti al pompaggio di farneticazioni dietrologiche.
Infatti Enrico Letta segretario del PD in un'intervista ha rigettato questa teoria strampalata e osservatori meno ossessionati da retroscena di quart'ordine come Franco Debenedetti hanno proposto una lettura oggettiva della posizione espressa da Draghi.
Draghi non vuole diventare Presidente della Repubblica
Peraltro pochi giorni prima Draghi aveva firmato insieme a Macron un editoriale sul Financial Times sulla riforma del Patto di Stabilità che andrà completatail prossimo anno. Un disegno strategico di ampio respiro che di certo non lascia presagire la voglia di Draghi di abbandonare un ruolo da protagonista come capo del governo.
Peyote
Il governo Draghi è nato con l'obiettivo di evitare il peggio, vale a dire una catastrofe sanitaria che avrebbe provocato una bancarotta dell'Italia. Andrebbe ricordato che il governo precedente era responsabile del peggiore impatto della pandemia tra i paesi minimamente civili e del crollo più marcato dell'economia. In altre parole, Draghi era stato chiamato a scongiurare nuovi drastici lockdown, implementare in tempi rapidi la campagna vaccinale (raggiungendo un'ampia copertura della popolazione) e presentare alla Commissione Europea un PNRR che consentisse di ottenere i fondi. Per molti versi è riuscito nell'intento imponendosi sul peggiore Parlamento della storia patria da Caligola ad oggi, con la forza del suo prestigio. Nonostante abbia a che fare con ministri mediocri, politici miserabili e sindacalisti cialtroni.
Per realizzare il PNRR serve una guida autorevole
Glielo riconoscono non solo all'interno del Raccordo Anulare, ma anche la stampa internazionale (Economist in testa) e soprattutto i leader del G7 che ne ammirano la lucidità. Tuttavia Per riformare l'Italia soprattutto seguendo gli impegni contenuti nel PNRR serve ben altro sforzo e per almeno un decennio (soprattutto per abbattere la burocrazia asfissiante e riformare il fisco).
Soprattutto serve convincere l'Unione Europea (e i mercati quando finirà la droga monetaria delle Bce) che l'Italia sta risalendo una china di declino cinquantennale.
Senza Draghi a garantire i suddetti impegni dell'Italia, pochi dei 27 paesi europei darebbero credito ad un paese inaffidabile, arretrato e refrattario da sempre alle riforme. I paesi nordici non sono affatto disponibili a fungere da bancomat ogni qualvolta un Primo Ministro italiano si produce nella sceneggiata sulle condizioni pietose dell'Italia.
28 lug 2021
Grillini Lessi, Semestre in Bianco, PD Az-Zan-nato
La pace armata tra Grillo e Conte ha introdotto un elemento di disturbo nello scenario politico. Conte vuole ricompattare i militonti attaccando il governo Draghi dall'interno, sabotando il PNRR. Grillo per il momento ha fatto finta di compiere l'ennesimo passo di lato in attesa di ristabilire la sua preminenza sul Movimento. Quello che sembra aver guadagnato i dividendi politici maggiori dallo scontro è Giggino Di Maio che tenutosi lontano dalle beghe ha assunto il ruolo del mediatore saggio. Nel monento in cui Conte facesse un passo falso sarebbe pronto a prenderne il posto.
Con l'avvio del semestre bianco l'ex Avvocato del Popolo crede di poter avere maggiori margini di ricatto facendo affidamento sull'impossibilità di indire nuove elezioni che sarebbero un massacro per il M5S. Ma la contromossa di Mattarella è già pronta: il Presidente si dimetterebbe in anticipo o minacerebbe le dimissioni forzando l'ala governativa a rottamare Conte con un voto sulla nuova piattaforma online. Nel frattempo l'iter parlamentare del Ddl Zan è stato posticipato a settembre. In pratica questa legge liberticida è stata accantonata evitando a Letta un'altra cocente umiliazione.
21 mag 2021
Gorghi e Ingorghi della Politica Italiana
La politica italiana che da dieci anni colleziona disastri vira sul grottesco. Salvini e Letta sono intenti a marcare il territorio per giustificare e far digerire ai fedeli l'appoggio al governo di (quasi) Unità Nazionale.Salvini spinge per eleggere Draghi come successore di Mattarella una volta ottenuta la luce verde sul Recovery Plan da Bruxelles e completato il piano vaccinale. E quindi andare alle urne per agguantare il bottino elettorale che i sondaggi gli fanno assaporare.
Tanto per non lasciare adito a dubbi, ha posizionato una Magnum 45 sul tavolo dove si dovrebbe negoziare la riforma della Giustizia: impegnandosi a raccogliere le firme per i referenda proposti dal Partito Radicale intende dare una spallata alle resistenze di grillini e PD decisi a difendere i privilegi e il potere della Magistratura correntizia militante (azzoppata dagli scandali).
Letta invece insiste nella strategia zingarettiana di alleanza strategica con i grillini governativi, nella speranza di assorbirne l'elettorato, come fece il PCI con il PSI di Nenni e De Martino. Però al momento ha collezionato solo un'umiliazione sulla scelta del candidato sindaco di Roma: Zingaretti è stato impallinato dai presunti alleati pentastellati, la Raggi è più baldanzosa che mai e il rimpiazzo Gualtieri langue nei sondaggi. Sulle candidature comuni nelle altre città importanti è buio pesto (a parte Milano dove Sala si ricandida, ma con i Verdi) e il PD rischia persino di perdere la roccaforte di Bologna.
Nel frattempo i resti dei 5 Stelle (dopo il suicidio politico via Facebook del comico fondatore) sono alla mercé di Casaleggio junior che pretende 450mila euro di pagamenti arretrati e si tiene stretto il database dell'Associazione Rousseau. Ciò significa che i grillini non hanno un rappresentante legale, non riescono a rinnovare i vertici a norma di Statuto, e Conte, che da mesi è alle prese con la rifondazione (o meglio la riaffondazione), formalmente non può spacciarsi per leader.
Infatti il Tribunale di Cagliari ha nominato un avvocato-pastore locale come curatore del Mo-vi-mento. Non sappiamo se influenzato da un riferimento subliminale al gregge di pecore. Nel frattempo molti parlamentari grillini stanno annusando la possibilità di traslocare nel nuovo partito che la Casaleggio e Associati prepara sottobanco insieme a Di Battista.
15 feb 2021
Fiat Draghi
Conte, da devoto del Santo dalle mani bucate, ha sempre manifestato una incontenibile pulsione per la spesa corrente, per i sussidi a pioggia e per gli emolumenti ai parassiti oltre a norme di corto respiro utili a comprare consenso facendo lievitare il debito. Il Recovery Plan al contrario, impone di favorire gli investimenti strutturali che sviluppino ricchezza duratura, e aumentano la produttivita' totale dei fattori. Per questo il suo Piano per ottenere i fondi del Next Generation EU era una brodaglia di misure di corto respiro, in assenza di una visione generale. Quando il documento viene inviato al Quirinale, agli esperti di Bruxelles e alle cancellerie europee (soprattutto ad Angela Merkel garante dei 209 miliardi) la reazione e' di incredulo sbigottimento.
Per quanto tramortiti dalla lettura di un piano inadeguato alla gravita' del disastro economico, sanitario e sociale in cui versa l'Italia, nessuno ha il coraggio di gridare allo scandalo pubblicamente. La congrega di vigliacchi che fanno i fenomeni solo nei talk show lasciano che sia Matteo Renzi ad assumersi la responsabilita'. Mentre Zingaretti e il PD che pure si sono in buona parte convinti che Conte sia un incapace dopo aver dato assicurazione a Renzi di essere sulla stessa lunghezza d'onda, alla rpva dei fatti continuano a sostenerlo politicamente. Persino nell'operazione "responsabili" dove vengono sbeffeggiati. La miserabile pagliacciata pero' rischiava di mandare in rovina il paese e quindi preso atto della realta' anche i piu' riluttanti si sono rassegnati a chiamare Draghi d'urgenza. Persino i grillini hanno dovuto rendersi conto di essere arrivati a fine corsa. Pur di sopravvivere Grillo ha dovuto intervenire per sedare la ribellione dei militonti e tirare la volata a Draghi.
14 feb 2021
Tutti Insieme Appassionatamente
Conte e il suo team hanno dimostrato la propria inadeguatezza quando, il 5 dicembre, e' stata diffusa in maniera riservata la prima bozza del Recovery Plan (il Pnnr). Dope sei mesi di lavoro (senza contare gli Stati Generali) le cento paginette non contengono le innovazioni strutturali richieste dall’Europa, ed elencano troppi programmi che non producono alcun frutto di rilevo (Draghi lo definirebbe debito pessimo). Poche tabelle, grafici inesistenti, e solo un aborto di riforma della giustizia (appena 11 paginette), senza capo ne' coda per non scontentare il partito dei magistrati. Il riordino della pubblica amministrazione, assente. I piani di spesa non parvenuti.
Su quell'obrobbrio Renzi (e altri nella maggioranza che pero' rimangono nell'ombra) il 30 dicembre solleva le obiezioni urticanti che innescano la crisi di governo. Il Mef viene costretto a dispiegare i suoi tecnici piu' bravi per provare a produrre un documento presentabile per il Consiglio dei Ministri del 13 gennaio. Il tempo pero' e' poco e i miglioramenti poco incisivi. Il destino gramo del governo piu' incapace dell'Occidente si compie quando Renzi ritira la sua delegazione dalla gabbia di matti.
Nel nuovo governo ai cosiddetti "tecnici" sono affidati i compiti piu' delicati per il rilancio economico del paese attraverso la leva del Recovery Fund. Fanno eccezioni Speranza e Giorgetti. Il primo e' rimasto al suo posto perche', pur avendo dato prova di incompetenza, sara' il capro espiatorio principale di fronte all'opinione pubblica e alla magistratura. Il secondo nella Lega e' l'anti-Borghi/Bagnai, cioè colui che dovra' piombare per sempre il tombino della fogna no-euro da cui sono fuoriusciti liquami stomachevoli. Sara' il raccordo con il Nord produttivo affiancato da qualche vice-ministro o sottosegretario tecnico in grado di mettere a punto i programmi e portarli a compimento.
Gli altri "politici" occupano ministeri che in questa fase non sono cruciali, ad esempio Cultura, Difesa, Esteri, Agricoltura, oppure devono risolvere problemi causarti dal Conte bis, ad esempio Turismo o Lavoro. Insomma il governo e' composto di cerchi quasi concentrici: il primo economico-tecnico-strategico, il secondo social-mattarelliano a trazione cattolica, il terzo riservato ai capicorrente dei partiti, il quarto di rappresentanza e chiacchiere assortite.
Non e' il "governo dei migliori", ma transeat. L'importante e' aver rimosso buona parte dell'accozzaglia di incapaci che si erano montati la testa. Draghi dovra' concentrare il capitale politico e i ministri di vaglia su tre o quattro fronti strategici, dal piano vaccinazioni alla digitializazione della PA. Per il resto, ad officiare le Messe cantate (alla Farnesina o alla Conferenza Stato-Regioni), possono essere destinati anche dei fraticelli novizi o minori. Persino stonati. La partita si gioca sull'utilizzo del Recovery Plan che i grullo-rossi stavano per buttare alle ortiche.
Per concludere, il governo che muovera' i primi passi la prossima settimana non deve essere giudicato sulla base delle riforme strutturali che servirebbero per riportare l'Italia nel novero della nazioni civili ed economicamente avanzate. Purtroppo il termine di paragone saranno le compatibilita' politiche consentite dal peggior Parlamento della Storia repubblicana e da un elettorato nutrito a colpi di sussidi, parassitismo, pensioni e diritti acquisiti.
6 feb 2021
Dal Vaffa Day all'Arraffa Day
Dopo la calata a Roma di Beppe Grillo e la successiva calata di braghe di fronte a Draghi, e' arrivata la conferma ufficiale dell'autoreggente Crimi (la testa piu' lucida del Mo-vi-mento) a suggellare la fine della Repubblca dei Pagliacci. Dal Vaffa Day all'Arraffa Day sono passati quasi 13 anni di menzogne, balle, circonvenzioni di incapaci, e turpitudini assortite della peggior congrega di incapaci che sia salita alla ribalta politica in un paese civilizzato.
Il PD che ha provato a cavalcare la tigre grulloide del populismo no-euro e dell'ignoranza al potere paghera' un prezzo salatissimo alle prossime elezioni a meno che Zingaretti non venga defenestrato insieme al suo ventriloquo vetero comunista Bettini e sostituito da una personalita' presentabile. Non e' chiaro se nel PD se ne possano ancora trovare.
Le residue truppe del poltronismo 5 (Ma)Stelle proveranno a salire sulla scialuppa Conte. Il PD invece potrebbe finire come il Partito Socilaista francese.
31 gen 2021
Il Conte Fico
La fiducia ottenuta grazie al trio Mastella-Tabacci-Ciampolillo e' stata risolutiva per il governo, quanto i banchi a rotelle per il Covid. Zingaretti e Casalino non sono riusciti a
Renzi gioca con l'Azzeccagarbugli del Popolo come il gatto col topo, illudendolo come un liceale in calore e poi dileggiandolo dal pulpito del Quirinale appena uscito dalle consultazioni. Chiaramente l'intenzione e' quella di farlo bollire in pubblico ancora un po' in modo da minarne l'immagine e depotenziare il progetto di un suo partito. In tutto questo si nota l'assenza di Grillo dalla scena. Il comico sempre loquace quando si trattava di esecrare la Kasta ora assiste allo spettacolo della Kasta grullina che cerca di imbullonarsi alle cadreghe parlamentari mentre il prode Dibba annuncia orgoglisamente che blocchera' i renziani sul bagnasciuga.
Per la Partita della Vita Serve un Fuoriclasse: Mario Draghi
Che la politica italiana sia una combinazione caotica di bizzaria, grottesco e ridicolo lo testimonia un fatto sotto gli occhi di tutti in questi giorni. Il Presidente Mattarella conferisce un "mandato esplorativo", che a norma di Costituzione non esiste e quindi costituisce una forzatura delle regole fondamentali (anche se e' una prassi consolidata da tempo). Ma anche volendo ignorare le forme, che pero' nell'esercizio dei poteri costituzionali sono sostanza, la figura che riceve il mandato dovrebbe comunque cercare di formare una maggioranza parlamentare che sostenga un governo da lui stesso presieduto (in quanto Presidente del Consiglio incaricato).
Invece a Roberto Fico Mattarella ha conferito un mandato affinche' costui, in qualita' di Presidente della Camera (un ruolo apicale nel potere legislativo che dovrebbe essere rigorosamente separato dall'esecutivo), metta insieme una maggioranza che sostenga il governo presieduto dal Presidente del Consiglio dimissionario.
Perche' Mattarella non abbia incaricato direttamente Conte e' un mistero. Questi minuetti per interposta persona, sono una squallida sceneggiata per non ammettere una verita' incontrovertibile: Conte ha accumulato una serie impressionante di fallimenti e bisogna sostituirlo con Draghi prima che l'Italia vada in bancarotta.
23 dic 2020
Dead Conte Walking
Il lavorio ai fianchi del governo Conte da parte di Italia Viva e parte del PD si e' intensificato nell'ultimo mese. Ormai e' chiaro a chiunque non giri con la mascherina sui bulbi oculari, che l'Avvocato del Popolo Bue non e' in grado di gestire nemmeno un chiosco di grattachecca sul Lungotevere. Mettergli a disposizione 200 miliardi sarebbe la strada piu' rapida per la bancarotta (ammesso che le istituzioni europee acconsentano allo scempio dei fondi).
Renzi aveva abbandonato il PD per fondare un partito che arrivasse quantomeno al 10% dei suffragi sottraendo consensi sia a Forza Italia data per moribonda sia al PD. Al contrario Italia Viva nei sondaggi rimane rasoterra. L'ex Rottamatore ha capito di essersi improvvidamente autorottamato riducendosi a fare la ruota di scorta della maggioranza o la parodia di Ghino di Tacco che brandisce la pistola giocattolo (la minaccia di elezioni anticipate). Insomma si e' reso conto che per evitare di sparire per sempre dalla scena politica insieme al manipolo di fedeli (non si sa fino a quando) che lo hanno seguito in Italia Viva deve sparigliare di nuovo le carte: togliersi dai piedi Conte e varare un nuovo governo dove lui abbia un vetrina che gli possa far intestare la rinascita dopo Covid.
Draghi sarebbe la persona ideale per guidare un governo di emergenza, ma bisogna costruirgli una maggioranza. Salvini ha confermato a Renzi che se si sbarazza di Conte, la Lega non chiedera' elezioni anticipate. Ma il Bomba ha qualche remora a fidarsi di colui a cui ha sbarrato la strada per i pieni poteri portando il PD ad allearsi con gli odiati grillini. Mattarella dal canto suo rimane una Sfinge, come e' giusto che sia. Mandare il paese alle urne durante una pandemia che causa oltre diecimila morti al mese, nonostante il lockdown, non sarebbe esattamente una decisione facile.
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