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10 gen 2024

Sullo scempio dei conti pubblici sono tutti responsabili

La legge che istituì il Superbonus fu il cosiddetto Decreto Rilancio approntato dal governo Conte bis (di cui era ministro Gualtieri del PD, attuale sindaco di Roma). Fu approvato, a luglio 2020, con i voti favorevoli dei partiti di maggioranza: Movimento 5 Stelle, PD e Italia Viva. A questi si aggiungensero i parlamentari di Liberi e Uguali, un cartello elettorale di cui faceva parte, tra gli altri, Sinistra Italiana.

Giorgia #Meloni e Matteo #Salvini che nel 2020 erano all'opposizione, si stracciano le vesti ed esecrano il Superbonus 110%. Meloni in particolare lo ha definito "la più grande truffa ai danni dello Stato". Tuttavia, allo scempio dei conti pubblici hanno partecipato quasi tutti i partiti, sia al governo che all'opposizione. Gli indignados di oggi sono esattamente gli stessi che sbraitavano dalle tribune perché il Superbonus non era abbastanza generoso. Ad esempio Salvini a febbraio 2022 dichiarava che «Il Superbonus è fondamentale, l'edilizia è cresciuta del 15%» e si batteva per estenderlo agli alberghi.

L'attuale inquilina di Palazzo Chigi nel settembre del 2022 ad una settimana dalle urne, assicurava: “Pronti a tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l’Italia”. E ancora: “Modifiche sempre più stringenti hanno mandato in crisi piccole aziende che avevano fatto affidamento sul Superbonus e migliaia di cittadini che avevano fatto altrettanto”.



Quindi in sostanza Meloni non era contraria a distrubuire miliardi a pioggia, ma stando alle sue successive dichiariazioni aveva in mente di "migliorare" la truffa. Le faceva da spalla Fabio Rampelli, di Fratelli d'Italia secondo il quale: «Migliaia di aziende hanno ricominciato a lavorare onestamente»… E per essere più precisi sosteneva: «Tra i pochi disonesti che hanno lucrato sul 110, ci sono migliaia di aziende che invece hanno ricominciato a lavorare onestamente grazie al bonus». Insomma era la truffa degli onesti (o honesti secondo l'ortografia grillina).

Anche il junior partner dell'attuale coalizione di governo si univa al coro degli estimatori dello scempio con Maurizio Gasparri che affermava «Forza Italia chiede con forza l'estensione di tutti i bonus per l'edilizia». Del resto dal 2021 in poi Forza Italia, entrata a far parte del governo di Mario Draghi, si era battuta per la «proroga del Superbonus 110% a tutto il 2023, esteso a tutti gli edifici e alle persone giuridiche».

3 gen 2023

La Rottamazione del Reddito di Cittadinanza



La Presidente del Consiglio Meloni aveva difeso convintamente sia a "Porta a Porta" che nella conferenza stampa di fine anno la riforma del Reddito di Cittadinanza inserita nella legge di bilancio per il 2023. Però dalle intenzioni ai fatti il percorso resta lungo, tortuoso e insidioso. 

Nell'iter di approvazione della legge finanziaria i deputati della maggioranza hanno commesso errori marchiani. In particolare volevano togliere il sussidio a chi avesse rifiutato una qualsiasi offerta di lavoro, non solo quelle definite "congrue" dalla legge del governo giallo-verde che ha istituito il Reddito di Cittadinanza.



 

Per essere considerata congrua, l'offerta di lavoro deve essere in linea con le competenze e le esperienze lavorative del beneficiario del reddito di cittadinanza, deve avere una retribuzione adeguata e deve essere conforme alle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Il governo voleva fare piazza pulita di questo requisito, ma l'emendamento presentato da Maurizio Lupi (ex ministro e sicuramente non un novizio del Parlamento) a riguardo conteneva una svista imbarazzante: di fatto un rimando ad un'altra norma il cui effetto era di vanificare la stretta sui percettori del sussidio. 

Insomma, a dispetto delle intenzioni a tutt'oggi il Reddito di Cittadinanza fluttua ancora in un limbo giuridico. Il governo promette di rottamare questo gigantesco voto di scambio, difeso a spada tratta da Conte e dal PD, ma il percorso rimane avvolto nelle nebbie. 

Gli occupabili

Un altro mantra del governo riguarda gli occupabili, cioè chi è in grado di lavorare perché non affetto da invalidità o malattie. Anche su questo si è scatenata una diatriba politica, perché grillini ed estremisti anticapitalisti rifiutano una tale caratterizzazione. I pasdaran del parassitismo sostengono che se uno non trova il lavoro dei suoi sogni sotto casa e per di più pagato profumatamente, non può essere costretto a mantenersi. Ha diritto a pretendere il mantenimento perpetuo sottraendo risorse a chi invece si è rimboccato le maniche e paga le tasse, peraltro in un paese dove la spesa pubblica è già da decenni fuori controllo.

Invece va ristabilito il principio che non è accettabile un sostegno a tempo indefinito. Ad esempio la durata del sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti può variare da un minimo di 26 settimane a un massimo di 39 settimane, a seconda dello Stato. In momenti di grave crisi economica o di emergenza (come durante la pandemia), il governo può estendere la durata ma solo per un periodo limitato.

In Germania la durata del sussidio di disoccupazione può variare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 24 mesi. Tuttavia, se il lavoratore è prossimo al pensionamento o ha superato i 55 anni, il sussidio di disoccupazione può essere erogato per un periodo di tempo più lungo.

Per ricevere il sussidio di disoccupazione, il lavoratore deve essere stato licenziato senza giusta causa e deve attivamente cercare un nuovo lavoro. Inoltre, deve essere iscritto all'Agenzia per l'impiego (che funziona molto meglio dei navigator) e partecipare a corsi di formazione o di orientamento professionale. Sarebbe bene tenere a mente questi criteri anche in Italia. 

Infine oltre al Reddito di Cittadinanza andrebbero rottamate in Italia i corsi di formazione professionale regionali e i Centri per l'Impiego. Il settore privato può benissimo assolvere queste funzioni senza avere burocrati neghittosi tra i piedi.


12 ott 2022

Il Governo #Meloni toglierà il Reddito di Cittadinanza?

Il Reddito di Cittadinanza in Italia ha fallito tutti gli obiettivi per il quale era stato concepito. Non ha ridotto la povertà, non ha messo in opera politiche attive del lavoro, non ha stimolato la ricerca di occupazione, ha totalmente fallito nella riqualificazione professionale. 

In compenso la scoperta di truffe è all'ordine del giorno, ha incentivato il lavoro nero, ha dissuaso ampie fasce della popolazione, soprattutto al Sud, ad accettare proposte di lavoro e di fatto ha inferto un colpo devastante alle attività economiche che impiegano lavoratori a bassa qualifica o part time. E di sicuro quasi nessuno che abbia rifiutato offerte è stato sanzionato (infatti raramente esiste un tracciamento delle offerte di lavoro presentate ai percettori del RdC)



Il voto di scambio


Ma il danno più grave deriva dal voto di scambio implicito che il RdC ha innescato. Milioni di elettori adesso hanno come unico obiettivo il mantenimento del privilegio e quindi, come ha dimostrato il risultato del Movimento 5 Stelle nei collegi meridionali il 25 settembre, votano ciecamente chi promette di mantenerlo. 

Il prossimo livello del pactum sceleris è facile da prevedere: i percettori del RdC inizieranno a protestare perché il sussidio non è sufficiente, gli esclusi inizieranno a inveire contro i criteri troppo stringenti, chi dovesse perdere l'assegno perché ha truffato, pretenderà di riottenerlo. Ed è facile immaginare che qualche parte politica non sarà insensibile a tali rivendicazioni. Milioni di elettori parassiti sono un bottino troppo allettante per ignorarlo.

Vedremo se il nuovo governo avrà la determinazione di eliminare questa aberrazione, come promesso in campagna elettorale da Giorgia Meloni (Il reddito di cittadinanza va tolto a coloro che possono lavorareaveva asserito la neo Premier), quantomeno di ridurne le macroscopiche distorsioni. I fatti non lasciano ben sperare. La neo ministra del Lavoro, Calderone, ha dichiarato in passato di essere contraria alla cancellazione anche se sarebbe favorevole a qualche riforma di facciata che mantenga la greppia. Insomma in Italia la destra peronista si conferma allineata con la sinistra sfascista.



12 ago 2022

La candeggina Meloni lava via il nero?

Giorgia Meloni si spaccia per volto nuovo della politica. E in un paese dove pascolano e si assembrano moltitudini di esseri privi di memoria riesce persino a convincere. Però già in giovane età, non eccellendo nello studio o nelle professioni, era assurta a ministro dell Gioventù (denominazione mutuata dal Fronte missino) nel governo Berlusconi. Quello che in soli tre anni ha portato il paese alla bancarotta nel 2011. Insomma un Di Maio in gonnella ante litteram, solo che come Pigmalione aveva il Papi e non il Grillo.

Meloni giudica Putin

La notte dei Tremonti viventi

Di quel governo scellerato era zar supremo dell'economia un certo Tremonti, personaggio che continua a veicolare in TV le sue idee scombiccherate e perverse, che i reggi-microfono gli fanno profferire a beneficio della platea telelobotomizzata. Non è un caso che Tremonti passa per essere il front runner per la poltrona di Ministro dell'Economia in caso di vittoria della destra. E' giusto per i suoi estimatori da mercato rionale che completi l'opera di distruzione dei conti pubblici, bruscamente interrotta dalla cacciata a furor di popolo nel novembre 2011.

Meloni da qualche tempo ha provato a candeggiarsi l'immagine di nostalgica littoria giurando fedeltà alla NATO e all'Ucraina. Sulle politiche economiche, dopo anni passati a sputare sull'Europa, sull'euro e sulle istituzioni europee (in combutta con Orban e i bigotti nazionalisti polacchi) ha invertito la rotta verso posizioni apparentemente più responsabili (soprattutto sui conti pubblici). Palazzo Chigi val bene un pareggio di bilancio? Chi può dirlo in questa estate di temperature e polemiche roventi?

Il buco rimane nero

Tuttavia, cotali improvvise conversioni sulla via di Bruxelles (dove hanno sede l'UE e la NATO) gettano poca luce sul buco nero Meloni e sulla mediocre classe dirigente o compagnia di giro che la circonda. O sui compagni di strada devoti di Putin. O sul suo debole per Donald Trump che giudico' ‘geniale’ Putin. Basterà proporre come ministri personalità di richiamo come Fabio Panetta o Carlo Nordio per fugare i dubbi? Anche Berlusconi inserì nel suo secondo governo una personalità di eccezionale caratura come Renato Ruggiero stimatissimo ambasciatore e primo Direttore del WTO. Se ne andò sbattendo la porta, disgustato, dopo pochi mesi.
 

17 lug 2022

Il caleidoscopio degli sciacalli che si contendono i brandelli dell'Italia

con draghi se ne va l'unico presidente del consiglio dai tempi di De Gasperi (che infatti era di formazione culturale e politica austro-ungarica e non italiana) di cui non dovevamo vergognarsi. Mafiosi, corrotti, tenutari di clientele, organizzatori di bunga bunga erano il meglio che la classe politica (scelya dall'elettorato più analfabeta, furbastro e cialtrone dell'Occidente) poteva offrire.



La classe politica che si sta suicidando, trascinando il paese nel baratro della bancarotta rappresenta quasi perfettamente la fibra morale e intellettuale chi li elegge: milioni di nullità parassiti e protestastarie, sciacalli senza arte nè parte, decisi ad accaparrarsi il loro brandello di cadavere.

Per tracciare i contorni di questo magma ribollente di umori confusamente ostili a tutto e' interessante guardare questo video dove vengono profilate le tipologie di elettori, dai vittimisti agli illuminati in un caleidoscopio che travalica i soliti confini di destra e sinistra.

L'esito di questo avvitamento sarà una bancarotta. Senza bonus, interventi straordinari, elemosine, sussidi, contributi a fondo perduto, pagamenti di bollette a carico del prossimo. Dovrebbero pagare il conto i parassiti di oggi, non i figli e nipoti, il prezzo delle loro scelte ignobili. Invece il disastro ricadrà sulle future generazioni a cui verrà inviato anche il conto del funerale dei loro sciagurati genitori.

16 lug 2022

La guerra ibrida che ha provocato le dimissioni di Draghi

La crisi del governo Draghi fa parte della strategia definita "guerra ibrida" in cui si sono specializzati nei passati due decenni i nemici delle democrazie occidentali. Viene condotta utilizzando partiti e personaggi politici reclutati, pagati o influenzati dai servizi segreti russi, cinesi, nordcoreani, bielorussi e di altri regimi autocratici.



E' talmente smaccata da essere stata illustrata pubblicamente nella cosiddetta Dottrina Gerasimov, un discorso tenuto dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Artmate Russe Valerij Vassily Gerasimov nel 2013. In Italia trovano terreno fertile perché sin dal secondo dopoguerra i sovietici hanno individuato l'Italia come ventre molle dell'Occidente e sono riusciti a far emergere il maggiore partito comunista in un paese Nato. E oggi hanno facile gioco a capitalizzare su quella deteriore tradizione.

I Grullini, ovvero le Mine Stravaganti

La realtà non fa sconti a chi si illude di poterla ignorare. Le mine stravaganti delle politica italiana che hanno già inferto danni irreparabili a questo disgraziato paese, dal Reddito di Cittadinanza, ai ferrei lockdown durante l'epidemia di Covid sono di nuovo deflagrate. Conte e la sua ciurma di personaggi improbabili ebbri di revanscismo straccione sono stati aizzati a kanciare una ennesima sfida al buonsenso nella speranza di recuperare consensi tra le grandi masse di analfabeti frustrati convinti di essere vittime di complotti galattici e non della loro idiozia.



Ma questo ennesimo salto mortale logico e' destinato a finire con una brutale schienata sul duro cemento dei conti pubblici. Non è possibile continuare a pagare stipendi e pensioni (e tantomeno il Reddito di Parassitanza) se viene meno la benevolenza degli investitori internazionali che devono rifinanziare il debito pubblico italiano. E non saranno certo i funzionari dell'Ambasciata Russa in Italia (o altrove) a poter staccare i cospicui assegni ogni mese per riempire le greppie delle clientele populiste. E tantomeno sarà il Chihuahua di Putin, quel Medvedev che abbaiando su Telegram si attribuisce il merito della defenestrazione di Draghi dopo quella di Boris Johnson.

Anche dopo la guerra la Russia rimarrà un paria per i paesi occidentali e l'appoggio della Cina non basterà a sfamare la popolazione. I cinesi del resto sono meno ingenui degli occidentali: ogni boccone di pane indispensabile lo faranno pagare a caro prezzo, chiunque occupi il Cremlino.

1 lug 2022

Il Funerale del Fronte Popolar-Populista

Il caldo africano di questi giorni sembra tracimare nella politica rendendola addirittura incandescente

Mentre Draghi mieteva successi a livello internazionale nel vertici del G7 in Germania e della Nato a Madrid, a Roma andava in scena l'ennesimo psicodramma grullino: secondo pettegolezzi da fantesche di infima cucina, diffusi ad arte dai mestatori di professione, Draghi avrebbe chiesto a Grillo di sbarazzarsi di Conte alla guida del Mo-vi-mento, ridimensionato da 5 Stelle a 2 Stelle e Mezzo.



Ovviamente, il Presidente del Consiglio in conferenza stampa ha smentito categoricamente i pettegolezzi invitando i mestatori (che asseriscono di avere riscontri oggettivi) a tirare fuori queste fantomatiche prove del "gombloddo" contro l'Avvocato dalla candida pochette. In definitiva Conte e suoi pretoriani sono stati ancora una volta derisi e sbeffeggiati in pubblico.

Il disfacimento del Mo-vi-mento trascina con sé il cosiddetto Campo Largo vagheggiato da Letta sulla scia della strategia di Zingaretti e Bettini. Dal Campo Largo al Campo Minato il passo è breve, soprattutto dopo le elezioni amministrative che hanno sancito il collasso dei voti grillini. Le spoglie del Fronte Popolar-Populista tra Letta e Conte giacciono esanimi tra Pomigliano e Volturara in attesa del funerale.

La legge elettorale


Per il rebus delle alleanze il passaggio chiave sarà la nuova legge elettorale, che in molti vorrebbero proporzionale, in modo da non dover essere costretti ad allearsi prima del voto. Infatti la parcellizazione delle forze politiche spinge per la riforma in senso proporzionale con uno sbarramento abbastanza basso tra il 3 e il 5%.

Ma la rivoluione copernicana nella politica italiana potrebbe imprimerla solo Mario Draghi in persona, decidendo di capeggiare un nuovo partito che possa rottamare le attuali coalizioni e portare in Parlamento una classe di politici decisi a riformare l'Italia come un rullo compressore.

Inoltre la stagione delle vacche obese sta per finire, insieme al supporto incondizionato della BCE al debito pubblico italiano. Dall'anno prossimo torna l'austerità: quindi bonus, sussidi e altre meraviglie clientelari atte a comprare voti si eclisseranno e i debiti andranno ripagati in moneta sonante. Quella nel vostro borsellino, per essere precisi. 

23 giu 2022

UNO NON VALE PIU' UNO

La legislatura più pazza del mondo era iniziata con la vittoria dei #populisti no-euro, pro-parassiti, infiltrati da paesi ostili e antagonisti dell'Unione Europea, ma soprattutto della logica elementare. Dopo quattro anni una scossa tettonica ha terremotato il panorama politico del Belpaese. La figura più rappresentativa dell'Unione Monetaria e dell'Europa Unita presiede un governo di larghissime intese. 

Gestisce (sia pur a fatica) le risorse assegnate all'Italia per rompere le incrostazioni e tornare ad eccellere nel mondo civile. La scissione dei dimaiani dalle rovine del Mo-vi-mento casaleggese completa questo percorso di rinsavimento collettivo. 

La realtà irrompe rabbiosamente sul set del Truman Show messo in piedi sfruttando la comunicazione social e l'analfabetismo di ampie fette dell'elettorato.

Il farneticante progetto politico 

Ponti d'oro al nemico che fugge, ma anche al nemico che si pente, invoca comprensione e perdono e si schiera dalla nostra parte. Aver vinto una lotta strenua contro l'ignoranza più crassa e le infime pulsioni dell'animo umano incapsulate in un farneticante progetto politico, deve indurci ad essere magnanimi e inclusivi

I residui dei 5 Stelle sono annichiliti. Conte, un leader da operetta buffa, riesce a malapena a balbettare qualcuna delle sue banalità da azzeccacarbugli, mentre Grillo autonominatosi Elevato (in analogia ai caciocavalli appesi al soffitto delle masserie) tace dopo aver predetto che la creatura di Casaleggio padre (a cui lui offriva i servigi e il talento di guitto) si sarebbe biodegradata.

Purtroppo la previsione non è del tutto corretta. La creatura non è biodegradabile. Lascerà scorie altamente tossiche nella politica e nell'economia italiana (il reddito di cittadinanza ad esempio), che qualche novello, o vetusto demagogo alla Dibba cercherà di sfruttare.

27 mar 2022

L'Armata Branca-Putiglione

Conte dichiara la sua totale avversità all’aumento delle spese militari e Salvini si scaglia contro l’invio delle armi all’Ucraina. Non si poteva trovare conferma più nitida di quanto il populismo fascio-comunista abbia attecchito in Italia dopo decenni di propaganda finanziata dal Cremlino su televisioni, giornali e soprattutto social media.

Di fronte all'imponente dispiego di mezzi le difese delle istituzioni sono state travolte, mentre i servizi segreti sono stati ampiamente infiltrati, come testimonia il caso di agenti russi fatti entrare col pretesto dell'aiuto umanitario per il Covid.
Del resto basta dare uno sguardo ai giornali degli ultimi anni per verificare il gradimento di Putin (un autocrate che adotta metodi mafiosi per rimanere al potere) tra i vertici dei partiti e delle istituzioni italiane:


“Vladimir Putin è un dono del Signore” (Silvio Berlusconi, Forum sulla democrazia a Yaroslav, in Russia, 10 settembre 2010)

“Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!” (Matteo Salvini su Facebook, 25 novembre 2015)

“Ci sono tante ragioni per cui dovremmo essere dalla parte di Putin” (Daniela Santanchè, Forza Italia, ad Agorà, Rai 3, 3 settembre 2014)

“Fra Putin e Renzi io scelgo Putin tutta la vita. Putin lo vorrei domani mattina come presidente del Consiglio” (Matteo Salvini a Radio Anchi'io, 3 dicembre 2014)

“Chi gioca contro Putin è un deficiente” (Matteo Salvini incontrando la stampa estera, 10 dicembre 2014)

“L’Europa processa Putin, ma io lo preferisco a tanti euro-buffoni!” (Matteo Salvini su Facebook, 11 marzo 2015)

“Io credo che la Russia sia sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea di oggi, una finta democrazia. Io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei paesi europei, mal governati da presunti premier eletti che non sono eletti da nessuno, ma telecomandati da qualcun altro” (Matteo Salvini al Parlamento europeo, 11 marzo 2015)

"Trump e Putin li considero un beneficio per l’umanità. La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come loro”. Beppe Grillo intervista al Journal du Dimanche (22 febbraio 2017, da globalist.it)

“Putin è una delle persone con le idee più chiare al mondo, mi basterebbe essere a un minimo del suo livello. Scambierei Renzi con Putin domani mattina, saremmo un Paese migliore” (Matteo Salvini a Radio Cusano Campus, 20 marzo 2015)

“Putin meglio di Renzi, ha ragione Salvini” (Giorgia Meloni a Otto e mezzo, su La7, 3 dicembre 2015)

“L’alleanza Trump-Putin ci deve rassicurare” (Luigi Di Maio, M5S, a Di Martedì su La7, 10 gennaio 2017))

“Ai fessi che prendono in giro Salvini ricordo che lui con largo anticipo ha puntato su Putin, Trump e Le Pen. E voi, geni della geopolitica?” (Claudio Borghi, futuro parlamentare leghista, su Twitter, 11 novembre 2016)

“Se devo scegliere tra Putin e la Merkel... vi lascio la Merkel, mi tengo Putin! #ottoemezzo” (Matteo Salvini su Twitter, 25 marzo 2017)

“Putin è già un interlocutore, ha vinto su tutta la linea”
“Gli arresti a Mosca? E allora Guantanamo? Non tocca a me valutare la democrazia in un altro Paese” (Manlio Di Stefano, M5S, La Stampa, 30 marzo 2017)

“Io sono amico della Russia, è un complotto?, no!, faccio dei convegni con i membri del partito di Putin, e me ne vanto. Il grande, grandissimo Putin! Magari averne uno in Italia... Questi deputati russi mi hanno regalato delle palle di Natale, eccole, queste sono le palle di Putin, non le palle di Renzi, che racconta da pallonaro qual è. Oggi c’è la grande repubblica federativa russa, del grande Putin, altroché rovinare la vita dell’Occidente con le bugie, ma andatevi a seppellire bugiardoni! Io ho fatto l’albero di Natale con le palle di Putin, alla faccia di Obama, della Clinton e di chi ci vuole male!”
(Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, pubblica un video su Facebook dopo aver addobbato il proprio albero di Natale, 10 dicembre 2017)

“Io sono sempre dalla parte dei governi legittimi. Come sono quello di Putin in Russia e quello di Maduro in Venezuela. Gli arresti in Russia riguardavano manifestazioni non autorizzate, rispetto a Grillo, Navalny è un blogger del piffero” (Vito Petrocelli, senatore M5S, La Repubblica, 6 aprile 2017)

“Europa con la Russia, il pericolo è la Cina” Giorgia Meloni a La Stampa 9 Maggio 2021

“Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazione russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile” (Giorgia Meloni su Facebook, 18 marzo 2018)

Per la pace mondiale “meno male che c’è Putin”, dice Alessandro Di Battista (Il Post, 25 gennaio 2019)

“La Russia non sta invadendo l'Ucraina. Poi, per carità, tutto può accadere ma credo che Putin (e non solo) tutto voglia fuorché una guerra” (Alessandro Di Battista su Facebook, Adnkronos, 22 febbraio 2022)



Ora gli accoliti di Putin di fronte al fallimento dell'invasione cercano di sabotare il fronte occidentale chiedendo la resa dell'Ucraina e l'appeasement della NATO. Questa armata Branca-Putiglione allo sbando sente che l'inevitabile disfatta di Putin segnerà anche il suo destino politico.

Con la forza della disperazione manda gli ultimi kamikaze come il povero URSSini al sacrificio. Un gesto grottesco che, come nel film di Monicelli, si trasforma in una farsa.

21 gen 2022

Il Derby "Caimani contro Draghi" per la Quirinal League




L'elezione del successore di Mattarella segna un nuovo zenith di squallore per un ceto politico che abbraccia il pregiudicato di Forza (gen)Italia fino al peone grullino, terrorizzato dal ritorno alla sua squallida vita privo della cadrega nella scatola di tonno che aveva promesso di aprire.
I media da mesi insaccano pagine e palinsesti di corbellerie sulle telefonate di Sgarbi per conto del Caimano, sui segnali inviati dalle sopracciglia di Draghi, sui vertici (o gli abissi) tra Letta e Conte, sulle trame di Di Maio, sulle chance degli eterni aspiranti (Amato e Casini), sull'asse Renzi - Salvini, o sulle stilettate tra Salvini e Meloni.
 
Nei retroscena, spesso inventati di sana pianta, si passano in rassegna mediocri pagliacciate spacciate per sofisticati disegni politici, dichiarazioni cervellotiche spacciate per segnali di apertura, candidature improbabili spacciate per mosse del cavallo (o più propriamente del somaro). Con il fallimento del cosiddetto progetto scoiattolo (ma non era mandrillo?) Berlusconi è uscito di scena ed è entrato in ospedale per accertamenti sulla salute. A questo punto il campo della politica è sgombro dalle scuse. Se la peggior classe politica del mondo civile riesce a trovare un briciolo di dignità scelga un personaggio quantomeno decente per rappresentarla sul fatidico Colle più alto. Non si illuda che Draghi possa fare in eterno da parafulmine o argine alla mediocrità o alla corruzione dilagante. L'Italia si trova sull'orlo di un baratro da cui può salvarsi solo impegnandosi sugli obiettivi del Recovery Plan che nel 2022 ammontano a 102, circa uno ogni due giorni lavorativi. E il Presidente della Repubblica su questa tabella di marcia non ha poteri, a parte la recita di qualche giaculatoria.

31 dic 2021

Draghi & Macron Uniti nella Lotta




Per interpretare le risposte di Draghi nella conferenza stampa di fine anno come una auto candidatura alla Presidenza della Repubblica, una buona dose di peyote è un ausilio imprescindibile. A meno di non essere uno dei mediocrati che affollano le redazioni dei giornali, dediti al pompaggio di farneticazioni dietrologiche. 

Infatti Enrico Letta segretario del PD in un'intervista ha rigettato questa teoria strampalata e osservatori meno ossessionati da retroscena di quart'ordine come Franco Debenedetti hanno proposto una lettura oggettiva della posizione espressa da Draghi.

Draghi non vuole diventare Presidente della Repubblica     


Peraltro pochi giorni prima Draghi aveva firmato insieme a Macron un editoriale sul Financial Times sulla riforma del Patto di Stabilità che andrà completatail prossimo anno. Un disegno strategico di ampio respiro che di certo non lascia presagire la voglia di Draghi di abbandonare un ruolo da protagonista come capo del governo.

                        Peyote

Il governo Draghi è nato con l'obiettivo di evitare il peggio, vale a dire una catastrofe sanitaria che avrebbe provocato una bancarotta dell'Italia. Andrebbe ricordato che il governo precedente era responsabile del peggiore impatto della pandemia tra i paesi minimamente civili e del crollo più marcato dell'economia. In altre parole, Draghi era stato chiamato a scongiurare nuovi drastici lockdown, implementare in tempi rapidi la campagna vaccinale (raggiungendo un'ampia copertura della popolazione) e presentare alla Commissione Europea un PNRR che consentisse di ottenere i fondi. Per molti versi è riuscito nell'intento imponendosi sul peggiore Parlamento della storia patria da Caligola ad oggi, con la forza del suo prestigio. Nonostante abbia a che fare con ministri mediocri, politici miserabili e sindacalisti cialtroni.

Per realizzare il PNRR serve una guida autorevole


Glielo riconoscono non solo all'interno del Raccordo Anulare, ma anche la stampa internazionale (Economist in testa) e soprattutto i leader del G7 che ne ammirano la lucidità. Tuttavia Per riformare l'Italia soprattutto seguendo gli impegni contenuti nel PNRR serve ben altro sforzo e per almeno un decennio (soprattutto per abbattere la burocrazia asfissiante e riformare il fisco).

Soprattutto serve convincere l'Unione Europea (e i mercati quando finirà la droga monetaria delle Bce) che l'Italia sta risalendo una china di declino cinquantennale

Senza Draghi a garantire i suddetti impegni dell'Italia, pochi dei 27 paesi europei darebbero credito ad un paese inaffidabile, arretrato e refrattario da sempre alle riforme. I paesi nordici non sono affatto disponibili a fungere da bancomat ogni qualvolta un Primo Ministro italiano si produce nella sceneggiata sulle condizioni pietose dell'Italia.  
 
 

 
 


3 ago 2021

Il Movimento Draghi prende quota mentre i Ca....voli sono sempre più (Pal)amari





In un evento al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, il ministro Brunetta ha parlato di un Movimento Draghi che potrebbe scompaginare l'attuale offerta politica. E' la prima volta che un autorevole esponente politico nazionale ventila in pubblico una simile ipotesi.

Brunetta lo spiega con inusuale franchezza «Se l'attuale presidente del Consiglio avrà successo nulla sarà più come prima. Non solo cambia l'Italia, ma cambia anche la politica, non ci saranno più centrodestra e centrosinistra così come li abbiamo conosciuti fino ad oggi. E sarà un'Italia migliore, più trasparente e più giusta».

Il momento non è casuale. Con l'inizio del semestre bianco il Parlamento non può essere sciolto fino all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e quindi c'è abbastanza tempo per organizzare discretamente le strutture operative sul territorio. Nel frattempo il governo ha incassato il voto di fiducia alla Camera (per il Senato se ne parlera' a settembre) sulla riforma della riforma Bonafede. Ennesimo esempio di occasione mancata per affrontare il disastro del sistema giudiziario italiano. Sarebbe necessario una totale riforma dei codici di procedura civile e soprattutto penale alla luce dello scandalo Palamara di cui i media (soprattutto quelli che vivono di collusioni con le Procure) evitano accuratamente di parlare.



Luca Palamara è stato per lunghi anni uno dei vertici del "Sistema", vale a dire la ragnatela di interessi che si spartivano poteri e cariche nella Magistratura italiana. Poi attraverso un trojan inserito nel suo smartphone, sono stati messi in piazza alcuni (ma non tutti) i suoi segreti inconfessabili. Cacciato dalla magistratura per insabbiare lo scandalo senza arrecare danni ulteriori al "Sistema" il reietto ha rivelato come hanno fatto carriera i più potenti giudici della Penisola. Nel libro-intervista con Alessandro Sallusti ha descritto in modo puntale i meccanismi decennali che hanno portato alla degenerazione del "Sistema" (da cui il titolo del volume) a partire dalla fondazione di Magistratura Democratica nel lontano 1964.

Un racconto agghiacciante di malversazioni, ricatti incrociati, manovre di palazzo e di postribolo, inchieste pilotate, indagini farlocche, sentenze politiche, colpi bassi su commissione ad avversari con l'attiva complicità dei media, e tanto lerciume da riempire una discarica di rifiuti tossici.

28 lug 2021

Grillini Lessi, Semestre in Bianco, PD Az-Zan-nato




La pace armata tra Grillo e Conte ha introdotto un elemento di disturbo nello scenario politico. Conte vuole ricompattare i militonti attaccando il governo Draghi dall'interno, sabotando il PNRR. Grillo per il momento ha fatto finta di compiere l'ennesimo passo di lato in attesa di ristabilire la sua preminenza sul Movimento. Quello che sembra aver guadagnato i dividendi politici maggiori dallo scontro è Giggino Di Maio che tenutosi lontano dalle beghe ha assunto il ruolo del mediatore saggio. Nel monento in cui Conte facesse un passo falso sarebbe pronto a prenderne il posto.



Con l'avvio del semestre bianco l'ex Avvocato del Popolo crede di poter avere maggiori margini di ricatto facendo affidamento sull'impossibilità di indire nuove elezioni che sarebbero un massacro per il M5S. Ma la contromossa di Mattarella è già pronta: il Presidente si dimetterebbe in anticipo o minacerebbe le dimissioni forzando l'ala governativa a rottamare Conte con un voto sulla nuova piattaforma online. Nel frattempo l'iter parlamentare del Ddl Zan è stato posticipato a settembre. In pratica questa legge liberticida è stata accantonata evitando a Letta un'altra cocente umiliazione.

13 lug 2021

Riforma della giustizia in Italia & tasse sui profitti globali





Una delle riforme chiave richieste all'Italia dalla Commissione Europea nell'ambito del Recovery Plan è quella del sistema giudiziario, sia penale che civile. Come avevamo già anticipato mesi fa, il progetto presentato la scorsa settimana dalla ministra Marta Cartabia non è particolarmente ambizioso. In sostanza si concentra su un punto importante (anche se politicamente incandescente) come la prescrizione, abolita dal suo predecessore pentastellato DJ Fofo, al secolo Alfonso Bonafede (grande sponsor di Conte all'interno del M5S).



Per il resto la Riforma Cartabia non affronta alcun nodo centrale, lasciando tutto l'impianto praticamente inalterato. In sostanza tralascia il vero nodo: la durata abnorme dei processi e delle cause civili per effetto di codici farraginosi e demenziali. E anche la soluzione concepita per reintrodurre la prescrizione rischia di lasciare milioni di reati impuniti. A voler essere maliziosi, sembra che la Cartabia abbia maggiormente a cuore le sue chances di elezione alla Presidenza della Repubblica che i rimedi ai problemi controversi che strangolano l'economia italiana. Insomma l'ex "Presidenta" della Corte Costituzionale suona sempre la stessa musica con minime variazioni e molte stecche.



Nel frattempo il G20 dei ministri delle finanze, riunito a Venezia sotto la presidenza di turno italiana, ha compiuto un altro significativo passo avanti nell'istituzione di una imposta globale sui profitti. Per il momento la quantita' di fumo supera quella dell'arrosto. Passeranno anni prima che le amministrazioni dei vari paesi si mettano d'accordo sui criteri da adottare per allocare i proventi.

27 giu 2021

Una Settimana Incandescente





A Hong Kong Apple Daily l'ultimo quotidiano pro-democrazia ancora in vita viene chiuso d'imperio dal regime di Pechino, nel silenzio generale. Solo Biden accenna a qualche timida protesta, ma al momento le priorita' della sua amministrazione sono di altra natura, squisitamente interna. Il programma economico risulta indigesto al suo stesso partito, dove l'attacco dell'ala sanderista (al comando della Ocasio Cortes) contro la Vice Presidenta Kamala Harris sulle politiche di accoglienza dei migranti e' stato senza precedenti.



Nel suo viaggio in Centro America la Harris aveva intimato ai poveri di non incamminarsi verso il Rio Grande perche' l'America non li avrebbe potuti integrare. Un discorso in stile perfettamente trumpiano su cui, quando erano all'opposizione, si scagliava l'esecrazione dei democratici. Un'altra tegola per la popolarita' del Presidente sono i dati recenti sui crimini violenti che in tutte le metropoli principali dell'America sono in crescita esponenziale dopo mesi di vilipendio verbale e aggressioni contro i poliziotti.

Nel frattempo in Italia il clima politico già rovente sul disegno di legge Speranza Boldrini Zan si è fatto incandescente dopo la nota diplomatica del Vaticano che invocava il Concordato. Draghi se n'è lavato le mani ma le polemiche tra i partiti che lo sostengono sono al vetriolo.

Parimenti al vetriolo e' lo scontro tra Grillo e Conte sullo Statuto della setta pentastellata, nata dal Vaffa e finita a Vaffa reciproci.

7 apr 2021

I fronti caldi nel mondo





I consumatori cinesi boicottano le imprese occidentali che criticano la repressione degli Uiguri, ma il mondo mussulmano che si indigna per ogni frizione o discriminazione religiosa in Occidente non leva alcuna protesta per il trattamento inflitto ai correligionari dalle autorità cinesi. Anzi l'Iran firma un corposo accordo economico da 4oo miliardi di dollari con Pechino. Intanto in America l'amministrazione Biden dopo gli 1,9 trilioni di dollari di sussidi a pioggia sta mettendo in piedi un ciclopico programma di infrastrutture: altri 2 trilioni di spesa da finanziare stampando dollari. Dopo Obama e Trump, Biden è il terzo Presidente di fila che inizia il mandato fantasticando di piani faraonici. Finora i risultati sono stati nulli. Non c'e' due senza tre? In Italia invece l'ex Avvocato del Popolo e' diventato il curatore fallimentare dei M5S, ormai sminuzzati in mille schegge impazzite, nel vano tentativo di mantenere l'agognato seggio. Grillo, deciso a rintuzzare la fronda Dibba-Casaleggio, ha ribadito che il limite dei due mandati non si discute. Tra i parlamentari la reazione è stata simile a quella di un indemoniato alla vista dell'Esorcista munito di aspersorio.

15 feb 2021

Fiat Draghi





Conte, da devoto del Santo dalle mani bucate, ha sempre manifestato una incontenibile pulsione per la spesa corrente, per i sussidi a pioggia e per gli emolumenti ai parassiti oltre a norme di corto respiro utili a comprare consenso facendo lievitare il debito. Il Recovery Plan al contrario, impone di favorire gli investimenti strutturali che sviluppino ricchezza duratura, e aumentano la produttivita' totale dei fattori. Per questo il suo Piano per ottenere i fondi del Next Generation EU era una brodaglia di misure di corto respiro, in assenza di una visione generale. Quando il documento viene inviato al Quirinale, agli esperti di Bruxelles e alle cancellerie europee (soprattutto ad Angela Merkel garante dei 209 miliardi) la reazione e' di incredulo sbigottimento.

Per quanto tramortiti dalla lettura di un piano inadeguato alla gravita' del disastro economico, sanitario e sociale in cui versa l'Italia, nessuno ha il coraggio di gridare allo scandalo pubblicamente. La congrega di vigliacchi che fanno i fenomeni solo nei talk show lasciano che sia Matteo Renzi ad assumersi la responsabilita'. Mentre Zingaretti e il PD che pure si sono in buona parte convinti che Conte sia un incapace dopo aver dato assicurazione a Renzi di essere sulla stessa lunghezza d'onda, alla rpva dei fatti continuano a sostenerlo politicamente. Persino nell'operazione "responsabili" dove vengono sbeffeggiati. La miserabile pagliacciata pero' rischiava di mandare in rovina il paese e quindi preso atto della realta' anche i piu' riluttanti si sono rassegnati a chiamare Draghi d'urgenza. Persino i grillini hanno dovuto rendersi conto di essere arrivati a fine corsa. Pur di sopravvivere Grillo ha dovuto intervenire per sedare la ribellione dei militonti e tirare la volata a Draghi.

14 feb 2021

Tutti Insieme Appassionatamente





Conte e il suo team hanno dimostrato la propria inadeguatezza quando, il 5 dicembre, e' stata diffusa in maniera riservata la prima bozza del Recovery Plan (il Pnnr). Dope sei mesi di lavoro (senza contare gli Stati Generali) le cento paginette non contengono le innovazioni strutturali richieste dall’Europa, ed elencano troppi programmi che non producono alcun frutto di rilevo (Draghi lo definirebbe debito pessimo). Poche tabelle, grafici inesistenti, e solo un aborto di riforma della giustizia (appena 11 paginette), senza capo ne' coda per non scontentare il partito dei magistrati. Il riordino della pubblica amministrazione, assente. I piani di spesa non parvenuti.

Su quell'obrobbrio Renzi (e altri nella maggioranza che pero' rimangono nell'ombra) il 30 dicembre solleva le obiezioni urticanti che innescano la crisi di governo. Il Mef viene costretto a dispiegare i suoi tecnici piu' bravi per provare a produrre un documento presentabile per il Consiglio dei Ministri del 13 gennaio. Il tempo pero' e' poco e i miglioramenti poco incisivi. Il destino gramo del governo piu' incapace dell'Occidente si compie quando Renzi ritira la sua delegazione dalla gabbia di matti.

Nel nuovo governo ai cosiddetti "tecnici" sono affidati i compiti piu' delicati per il rilancio economico del paese attraverso la leva del Recovery Fund. Fanno eccezioni Speranza e Giorgetti. Il primo e' rimasto al suo posto perche', pur avendo dato prova di incompetenza, sara' il capro espiatorio principale di fronte all'opinione pubblica e alla magistratura. Il secondo nella Lega e' l'anti-Borghi/Bagnai, cioè colui che dovra' piombare per sempre il tombino della fogna no-euro da cui sono fuoriusciti liquami stomachevoli. Sara' il raccordo con il Nord produttivo affiancato da qualche vice-ministro o sottosegretario tecnico in grado di mettere a punto i programmi e portarli a compimento.

Gli altri "politici" occupano ministeri che in questa fase non sono cruciali, ad esempio Cultura, Difesa, Esteri, Agricoltura, oppure devono risolvere problemi causarti dal Conte bis, ad esempio Turismo o Lavoro. Insomma il governo e' composto di cerchi quasi concentrici: il primo economico-tecnico-strategico, il secondo social-mattarelliano a trazione cattolica, il terzo riservato ai capicorrente dei partiti, il quarto di rappresentanza e chiacchiere assortite.


Non e' il "governo dei migliori", ma transeat. L'importante e' aver rimosso buona parte dell'accozzaglia di incapaci che si erano montati la testa. Draghi dovra' concentrare il capitale politico e i ministri di vaglia su tre o quattro fronti strategici, dal piano vaccinazioni alla digitializazione della PA. Per il resto, ad officiare le Messe cantate (alla Farnesina o alla Conferenza Stato-Regioni), possono essere destinati anche dei fraticelli novizi o minori. Persino stonati. La partita si gioca sull'utilizzo del Recovery Plan che i grullo-rossi stavano per buttare alle ortiche.

Per concludere, il governo che muovera' i primi passi la prossima settimana non deve essere giudicato sulla base delle riforme strutturali che servirebbero per riportare l'Italia nel novero della nazioni civili ed economicamente avanzate. Purtroppo il termine di paragone saranno le compatibilita' politiche consentite dal peggior Parlamento della Storia repubblicana e da un elettorato nutrito a colpi di sussidi, parassitismo, pensioni e diritti acquisiti.

11 feb 2021

Perche' Conte e' Naufragato sul Recovery Fund?




Mentre va in scena la farsa del voto sulla Piattaforma Rousseau, il Parlamento Europeo il 10 febbrio 2021 ha approvato il meccanismo del RFF che e' la parte piu' cospicua del Next Generation EU. In precedenza, il 21 gennaio la Commissione aveva varato le linee guida per l'approvazione dei programmi e delle riforme. Per chi non lo avesse capito, perso tra un TG e un talk show, l'Italia e' stata elegantemente incaprettata.

Per dare un'idea di cosa viene richiesto ad ogni paese vi riportiamo la sezione sulle milestones:
"Gli Stati membri dovrebbero proporre tappe fondamentali e obiettivi che rifletteranno i progressi compiuti nell'attuazione delle riforme e degli investimenti di questa componente. Il raggiungimento di questi traguardi e obiettivi sarà una condizione per i pagamenti da effettuare allo Stato membro. Per ogni tappa e obiettivo, gli Stati membri sono invitati a indicare:
> cosa sta misurando la tappa / obiettivo;
> come questo sarà misurato, quale metodologia e fonte saranno utilizzate e come sarà verificato oggettivamente il corretto completamento della milestone / target;
> qual è la linea di base (punto di partenza) e qual è il livello o il punto specifico da raggiungere;
> entro quando sarà raggiunto, in particolare entro quale trimestre (gli Stati membri sono invitati a scegliere il primo e il terzo trimestre di ogni anno o il secondo e il quarto trimestre di ogni anno);
> chi e quale istituzione sarà responsabile della misurazione e della rendicontazione;
> perché è stato scelto questo traguardo / obiettivo specifico
."


In un paese dove non si riescono nemmeno a contare i morti e i contagiati di Covid nella regione piu' prospera ed economicamente avanzata, la Lombardia, e' ovvio che prima di poter agguantare i fondi europei bisognera' imporre una rivoluzione copernicana nella Pubblica Amministrazione. Ecco speigato perche' e' stato chiamato Draghi e a Conte e' stato rifilato un Vaffa.