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3 ago 2021

Il Movimento Draghi prende quota mentre i Ca....voli sono sempre più (Pal)amari





In un evento al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, il ministro Brunetta ha parlato di un Movimento Draghi che potrebbe scompaginare l'attuale offerta politica. E' la prima volta che un autorevole esponente politico nazionale ventila in pubblico una simile ipotesi.

Brunetta lo spiega con inusuale franchezza «Se l'attuale presidente del Consiglio avrà successo nulla sarà più come prima. Non solo cambia l'Italia, ma cambia anche la politica, non ci saranno più centrodestra e centrosinistra così come li abbiamo conosciuti fino ad oggi. E sarà un'Italia migliore, più trasparente e più giusta».

Il momento non è casuale. Con l'inizio del semestre bianco il Parlamento non può essere sciolto fino all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e quindi c'è abbastanza tempo per organizzare discretamente le strutture operative sul territorio. Nel frattempo il governo ha incassato il voto di fiducia alla Camera (per il Senato se ne parlera' a settembre) sulla riforma della riforma Bonafede. Ennesimo esempio di occasione mancata per affrontare il disastro del sistema giudiziario italiano. Sarebbe necessario una totale riforma dei codici di procedura civile e soprattutto penale alla luce dello scandalo Palamara di cui i media (soprattutto quelli che vivono di collusioni con le Procure) evitano accuratamente di parlare.



Luca Palamara è stato per lunghi anni uno dei vertici del "Sistema", vale a dire la ragnatela di interessi che si spartivano poteri e cariche nella Magistratura italiana. Poi attraverso un trojan inserito nel suo smartphone, sono stati messi in piazza alcuni (ma non tutti) i suoi segreti inconfessabili. Cacciato dalla magistratura per insabbiare lo scandalo senza arrecare danni ulteriori al "Sistema" il reietto ha rivelato come hanno fatto carriera i più potenti giudici della Penisola. Nel libro-intervista con Alessandro Sallusti ha descritto in modo puntale i meccanismi decennali che hanno portato alla degenerazione del "Sistema" (da cui il titolo del volume) a partire dalla fondazione di Magistratura Democratica nel lontano 1964.

Un racconto agghiacciante di malversazioni, ricatti incrociati, manovre di palazzo e di postribolo, inchieste pilotate, indagini farlocche, sentenze politiche, colpi bassi su commissione ad avversari con l'attiva complicità dei media, e tanto lerciume da riempire una discarica di rifiuti tossici.

27 lug 2021

La Riforma Cartabia è l'aspirina con cui il governo pretende di curare la lebbra





Immaginate di possedere un catorcio di autovettura: motore con cilindri grippati, carrozzeria arrugginita, pneumatici quasi senza battistrada. Un bel giorno in preda ad un impulso di efficientismo decidete di affrontare il problema.

Ma invece di riparare il catorcio o di comprarne un'auto nuova decidete che ridurrete i tempi di percorrenza da casa all'ufficio, dopo aver pulito il parabrezza e oliato la serratura dello sportello. E promettendo di cambiare la manovella degli alzacristalli posteriori.



Il catorcio e' la Giustizia italiana. La riforma Cartabia si limita a decretare una riduzione dei tempi di prescrizione senza affrontare sostanzialmente le cause delle lungaggini processuali. In pratica, modificare i tempi della prescrizione senza di rimediare alle storture di quel guazzabuglio mefitico chiamato Codice di procedura penale è una tragica presa in giro. Da un ex Presidente della Consulta, aspirante alla Presdienza della Repubblica, ci si aspettava francamente di molto meglio.

Vi sono casi eclatanti di errori giudiziari rimediati dopo venti anni, Procure in mano a organizzazioni di malaffare, un CSM preda di guerra tra correnti e potentati. Di tutto questo la riforma non si occupa. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle la stagione delle scimmie al volante. Ma non si sa se per pavidita', fretta, incompetenza o altro, la Cartabia sta sprecando un'occasione epocale offerta dal Recovery Fund per rifondare la Giustizia italiana e rimetterla al passo con quella dei paesi minimamente civili. Una delusione cocente che l'Italia delle persone oneste non meritava.

13 lug 2021

Riforma della giustizia in Italia & tasse sui profitti globali





Una delle riforme chiave richieste all'Italia dalla Commissione Europea nell'ambito del Recovery Plan è quella del sistema giudiziario, sia penale che civile. Come avevamo già anticipato mesi fa, il progetto presentato la scorsa settimana dalla ministra Marta Cartabia non è particolarmente ambizioso. In sostanza si concentra su un punto importante (anche se politicamente incandescente) come la prescrizione, abolita dal suo predecessore pentastellato DJ Fofo, al secolo Alfonso Bonafede (grande sponsor di Conte all'interno del M5S).



Per il resto la Riforma Cartabia non affronta alcun nodo centrale, lasciando tutto l'impianto praticamente inalterato. In sostanza tralascia il vero nodo: la durata abnorme dei processi e delle cause civili per effetto di codici farraginosi e demenziali. E anche la soluzione concepita per reintrodurre la prescrizione rischia di lasciare milioni di reati impuniti. A voler essere maliziosi, sembra che la Cartabia abbia maggiormente a cuore le sue chances di elezione alla Presidenza della Repubblica che i rimedi ai problemi controversi che strangolano l'economia italiana. Insomma l'ex "Presidenta" della Corte Costituzionale suona sempre la stessa musica con minime variazioni e molte stecche.



Nel frattempo il G20 dei ministri delle finanze, riunito a Venezia sotto la presidenza di turno italiana, ha compiuto un altro significativo passo avanti nell'istituzione di una imposta globale sui profitti. Per il momento la quantita' di fumo supera quella dell'arrosto. Passeranno anni prima che le amministrazioni dei vari paesi si mettano d'accordo sui criteri da adottare per allocare i proventi.