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1 gen 2022

La battaglia libertaria di Giorgio Fidenato contro il Sostituto d'Imposta

L'Art. 23 della Costituzione consta di 14 parole:
"Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge"
. Quindi è VIETATA qualsiasi forma di costrizione, che non sia giustificata da un interesse pubblico ad esempio lavorare gratis a favore dello Stato e tantomeno di un privato o di un'azienda.

Le eccezioni imposte per legge sono specifiche e limitate, ad esempio si può obbligare una persona a rendere testimonianza in un processo (ma non contro i congiunti stretti); a prestare il servizio di leva (ma non agli obiettori di coscienza o alle donne), a frequentare la scuola fino a una certa età (ma non a imparare), a soccorrere la vittima di un incidente stradale e così via.



Invece il sostituto d'imposta costringe il datore di lavoro a fornire una prestazione gratuita ad un fisco vessatorio per beneficiare sacche di parassitismo sociale alimentate dalle pratiche clientelari. E addirittura l'imprenditore in Italia è costretto a fare da esattore per le quote associative dei sindacati, che sono associazioni PRIVATE per di più in conflitto con l'azienda.

Purtroppo la magistratura italiana (e la Corte Costituzionale) invece di difendere il cittadino dalle pretese del Leviatano fiscale lo assecondano e lo alimentano.

3 ago 2021

Il Movimento Draghi prende quota mentre i Ca....voli sono sempre più (Pal)amari





In un evento al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, il ministro Brunetta ha parlato di un Movimento Draghi che potrebbe scompaginare l'attuale offerta politica. E' la prima volta che un autorevole esponente politico nazionale ventila in pubblico una simile ipotesi.

Brunetta lo spiega con inusuale franchezza «Se l'attuale presidente del Consiglio avrà successo nulla sarà più come prima. Non solo cambia l'Italia, ma cambia anche la politica, non ci saranno più centrodestra e centrosinistra così come li abbiamo conosciuti fino ad oggi. E sarà un'Italia migliore, più trasparente e più giusta».

Il momento non è casuale. Con l'inizio del semestre bianco il Parlamento non può essere sciolto fino all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e quindi c'è abbastanza tempo per organizzare discretamente le strutture operative sul territorio. Nel frattempo il governo ha incassato il voto di fiducia alla Camera (per il Senato se ne parlera' a settembre) sulla riforma della riforma Bonafede. Ennesimo esempio di occasione mancata per affrontare il disastro del sistema giudiziario italiano. Sarebbe necessario una totale riforma dei codici di procedura civile e soprattutto penale alla luce dello scandalo Palamara di cui i media (soprattutto quelli che vivono di collusioni con le Procure) evitano accuratamente di parlare.



Luca Palamara è stato per lunghi anni uno dei vertici del "Sistema", vale a dire la ragnatela di interessi che si spartivano poteri e cariche nella Magistratura italiana. Poi attraverso un trojan inserito nel suo smartphone, sono stati messi in piazza alcuni (ma non tutti) i suoi segreti inconfessabili. Cacciato dalla magistratura per insabbiare lo scandalo senza arrecare danni ulteriori al "Sistema" il reietto ha rivelato come hanno fatto carriera i più potenti giudici della Penisola. Nel libro-intervista con Alessandro Sallusti ha descritto in modo puntale i meccanismi decennali che hanno portato alla degenerazione del "Sistema" (da cui il titolo del volume) a partire dalla fondazione di Magistratura Democratica nel lontano 1964.

Un racconto agghiacciante di malversazioni, ricatti incrociati, manovre di palazzo e di postribolo, inchieste pilotate, indagini farlocche, sentenze politiche, colpi bassi su commissione ad avversari con l'attiva complicità dei media, e tanto lerciume da riempire una discarica di rifiuti tossici.

27 lug 2021

La Riforma Cartabia è l'aspirina con cui il governo pretende di curare la lebbra





Immaginate di possedere un catorcio di autovettura: motore con cilindri grippati, carrozzeria arrugginita, pneumatici quasi senza battistrada. Un bel giorno in preda ad un impulso di efficientismo decidete di affrontare il problema.

Ma invece di riparare il catorcio o di comprarne un'auto nuova decidete che ridurrete i tempi di percorrenza da casa all'ufficio, dopo aver pulito il parabrezza e oliato la serratura dello sportello. E promettendo di cambiare la manovella degli alzacristalli posteriori.



Il catorcio e' la Giustizia italiana. La riforma Cartabia si limita a decretare una riduzione dei tempi di prescrizione senza affrontare sostanzialmente le cause delle lungaggini processuali. In pratica, modificare i tempi della prescrizione senza di rimediare alle storture di quel guazzabuglio mefitico chiamato Codice di procedura penale è una tragica presa in giro. Da un ex Presidente della Consulta, aspirante alla Presdienza della Repubblica, ci si aspettava francamente di molto meglio.

Vi sono casi eclatanti di errori giudiziari rimediati dopo venti anni, Procure in mano a organizzazioni di malaffare, un CSM preda di guerra tra correnti e potentati. Di tutto questo la riforma non si occupa. Pensavamo di esserci lasciati alle spalle la stagione delle scimmie al volante. Ma non si sa se per pavidita', fretta, incompetenza o altro, la Cartabia sta sprecando un'occasione epocale offerta dal Recovery Fund per rifondare la Giustizia italiana e rimetterla al passo con quella dei paesi minimamente civili. Una delusione cocente che l'Italia delle persone oneste non meritava.

28 mag 2021

Brevetti sui Vaccini e Riforma della Giustizia Italiana





Il nuovo fronte del politically correct è la lotta contro i brevetti delle case farmaceutiche sui vaccini anti-Covid. Da quando Biden per ingraziarsi il vociante milieu sanderista ha proposto la sospensione dei brevetti è tutto un rincorrersi di dichiarazioni, incontri, vertici e iniziative. Per lo più inconcludenti. 

Infatti Draghi, per conto della UE, nel recente Global Health Summit ha proposto di sospendere i brevetti, ma solo su "base volontaria". Punto ribadito anche dalla Presidente della Commissione Ue von der Leyen, che propone per di "usare tutte le flessibilità previste", ma determinata a "garantire il sistema di proprietà intellettuale". Insomma non c'è alcuna novità sostanziale se non l'impegno di Big Pharma a fornire ai paesi poveri 3,5 miliardi di dosi vaccinali a prezzo di costo (tradotto: con profitti minori).

Ancora una volta il buonsenso cade preda dei meccanismi comunicativi populisti usati per raccattare consenso sfruttando un'onda emotiva gonfiata dai media. Da ottobre 2020 Moderna ha rinunciato alle royalties sui vaccini quindi la mancanza di fiale nell'ex Terzo Mondo non si può attribuire all'avidità delle famigerate (per i populisti) Big Pharma, ma alla complessità della produzione. Peraltro Biden ha vietato le esportazioni dei vaccini impedendone di fatto la distribuzione ai paesi poveri (ma anche a quelli ricchi).



Un pilastro del populismo nostrano su cui il Mo-vi-mento 5 Stelle ha edificato le sue narrative tossiche sta per crollare. Ieri sera a Piazza Pulita il plurindagato avv. Amara reo confesso di vari depistaggi (per i quali ha patteggiato la pena) è stato intervistato in diretta su La7 da due illustri giornalisti investigativi più Paolo Mieli e il patron di Piazza Pulita, Corrado Formigli. Dopo il ciclone Palamara arriva l'uragano Amara che punta di nuovo i riflettori sui misteri di una Magistratura (o Magistra-iattura) dove le lotte di potere (e talora gli episodi di corruzione) sono pane (rancido) quotidiano. 

I quattro intervistatori hanno collezionato una misera figura, incapaci di inchiodare Amara e facendosi portare a spasso da un personaggio evidentemente aduso a infinocchiare gente molto più scaltra dei presunti mastini da salotto televisivo.

Solo alla fine Paolo Mieli dopo oltre un'ora di insinuazioni, vaghezze, mozziconi di verità, avvertimenti oscuri e autodifese puerili ha capito cosa stesse accadendo e finalmente ha sottolineato che Amara stava abilmente lanciando esche a cui far abboccare qualche imprecisato pesce per motivi non del tutto chiari.