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1 gen 2022

La battaglia libertaria di Giorgio Fidenato contro il Sostituto d'Imposta

L'Art. 23 della Costituzione consta di 14 parole:
"Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge"
. Quindi è VIETATA qualsiasi forma di costrizione, che non sia giustificata da un interesse pubblico ad esempio lavorare gratis a favore dello Stato e tantomeno di un privato o di un'azienda.

Le eccezioni imposte per legge sono specifiche e limitate, ad esempio si può obbligare una persona a rendere testimonianza in un processo (ma non contro i congiunti stretti); a prestare il servizio di leva (ma non agli obiettori di coscienza o alle donne), a frequentare la scuola fino a una certa età (ma non a imparare), a soccorrere la vittima di un incidente stradale e così via.



Invece il sostituto d'imposta costringe il datore di lavoro a fornire una prestazione gratuita ad un fisco vessatorio per beneficiare sacche di parassitismo sociale alimentate dalle pratiche clientelari. E addirittura l'imprenditore in Italia è costretto a fare da esattore per le quote associative dei sindacati, che sono associazioni PRIVATE per di più in conflitto con l'azienda.

Purtroppo la magistratura italiana (e la Corte Costituzionale) invece di difendere il cittadino dalle pretese del Leviatano fiscale lo assecondano e lo alimentano.

13 mag 2021

Repetita Juvant agli Utili Idio-Zan





Il chiacchiericcio degli utili idio-Zan che blaterano di Costituzione e difesa dei diritti delle minoranze dall'alto della loro insipienza, ci ha indotto a ribadire alcune verità incontrovertibili sulla Legge porcata del trio Speranza-Boldrini-Zan.

Innanzitutto il testo e' talmente vago nella formulazione della fattispecie di reato da includere qualiasi manifestazione di pensiero. Tanto per cominciare l'articolo 1 è una perla del minkionismo de' sinistra, per cui se un uomo si dichiara donna pur avendo barba, baffi e attributi maschili ha il diritto di essere trattato da donna (ad esempio deve poter andare in pensione all'età stabililita dalla legge per il gentil sesso) altrimenti subisce una intollerabile discriminazione. Chiunque osasse obiettare commetterebbe un reato di opinione.

L'art. 4 è un trionfo di castronerie assortite che vale la pena di riportare verbatim:

"Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti"
.

Tradotto per gli idio-Zan, ciò significa che se un PM stabilisce, a suo insindacabile giudizio, che ad esempio esprimere opinioni contrarie all'utero in affitto comporti il rischio concreto di discriminazioni si finisce sotto processo e si rischia di finire in galera.



In generale il significato di una proposizione è dato dal metodo con cui essa viene verificata nella realtà. Cosa significa pericolo concreto? Chi stabilisce se esiste questo pericolo? Secondo quali criteri oggettivi?

Se volessimmo mettere in evidenza la tragica comicità di questa gigantesca fesseria basterebbe osservare che la prima a finire sotto processo in base alla lettera della legge Speranza-Boldrini-Zan sarebbe la prode firmataria Laura Boldrini. Infatti quando era "Presidenta" della Camera l'intrepida suffragetta in un’intervista a ‘Di martedì’, in onda su La7 affermava
"Sono personalmente contraria all’utero in affitto"
. Se n'è accorta persino Cristina Gramolini Presidentessa dell'Arcilesbica che ha osservato

"con il ddl Zan criticare l'utero in affitto viene considerato omofobia"
.

Ma non e' la sola nel mondo LGBT ad avere compreso le implicazioni che dovrebbero indurre a diffidare delle leggi contro i cosiddetti “reati d’odio”. Perché oggi vengono usate contro qualcuno, ma domani ti si ritorceranno contro
Walter Siti ha ammesso che anche gli omosessuali sono pieni di pregiudizi e che: “Chi duella sulla legge contro l’omofobia non si rende conto che i pregiudizi stanno da entrambe le parti”. Gli omosessuali sono spesso misogini, disprezzano le checche e le lesbiche; le donne e gli uomini transgender spesso si comportano, on line e nella vita reale, come se valessero di più di chi non può vantare il loro stesso “passing privilege”; i neri preferiscono le donne con una pelle più chiara alle donne con una pelle più scura. I bisessuali sono la Palestina dei gay.