Il mercato del lavoro sta evolvendo in modo vorticoso: sperare di poter contare per tutto l'arco della carriera lavorativa sulle nozioni apprese nel ciclo di studi, anche universitari, ormai è illusorio.
Pertanto è fondamentale il re-skilling periodico della forza lavoro, l'apprendimento delle innovazioni, l'upgrade delle competenze, insomma un'istruzione permanente, che inizi 5 anni dopo il primo ingresso nel mondo del lavoro. I programmi di training delle imprese sono spesso inadeguati e quelli delle istituzioni pubbliche servono principalmente uno strumento di sostegno al reddito dei cosiddetti "docenti".
La produttività stagnante in molti paesi occidentali dipende anche dall'obsolescenza del capitale umano che impedisce l'adozione di nuove tecnologie. Il reddito di cittadinanza potrebbe essere impiegato come sussidio all'acquisizione di nuvove competenze, invece che come un incentivo all'ozio in casa o al bar.
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3 gen 2023
La Rottamazione del Reddito di Cittadinanza
La Presidente del Consiglio Meloni aveva difeso convintamente sia a "Porta a Porta" che nella conferenza stampa di fine anno la riforma del Reddito di Cittadinanza inserita nella legge di bilancio per il 2023. Però dalle intenzioni ai fatti il percorso resta lungo, tortuoso e insidioso.
Nell'iter di approvazione della legge finanziaria i deputati della maggioranza hanno commesso errori marchiani. In particolare volevano togliere il sussidio a chi avesse rifiutato una qualsiasi offerta di lavoro, non solo quelle definite "congrue" dalla legge del governo giallo-verde che ha istituito il Reddito di Cittadinanza.
Per essere considerata congrua, l'offerta di lavoro deve essere in linea con le competenze e le esperienze lavorative del beneficiario del reddito di cittadinanza, deve avere una retribuzione adeguata e deve essere conforme alle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Il governo voleva fare piazza pulita di questo requisito, ma l'emendamento presentato da Maurizio Lupi (ex ministro e sicuramente non un novizio del Parlamento) a riguardo conteneva una svista imbarazzante: di fatto un rimando ad un'altra norma il cui effetto era di vanificare la stretta sui percettori del sussidio.
Insomma, a dispetto delle intenzioni a tutt'oggi il Reddito di Cittadinanza fluttua ancora in un limbo giuridico. Il governo promette di rottamare questo gigantesco voto di scambio, difeso a spada tratta da Conte e dal PD, ma il percorso rimane avvolto nelle nebbie.
Gli occupabili
Un altro mantra del governo riguarda gli occupabili, cioè chi è in grado di lavorare perché non affetto da invalidità o malattie. Anche su questo si è scatenata una diatriba politica, perché grillini ed estremisti anticapitalisti rifiutano una tale caratterizzazione. I pasdaran del parassitismo sostengono che se uno non trova il lavoro dei suoi sogni sotto casa e per di più pagato profumatamente, non può essere costretto a mantenersi. Ha diritto a pretendere il mantenimento perpetuo sottraendo risorse a chi invece si è rimboccato le maniche e paga le tasse, peraltro in un paese dove la spesa pubblica è già da decenni fuori controllo.
Invece va ristabilito il principio che non è accettabile un sostegno a tempo indefinito. Ad esempio la durata del sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti può variare da un minimo di 26 settimane a un massimo di 39 settimane, a seconda dello Stato. In momenti di grave crisi economica o di emergenza (come durante la pandemia), il governo può estendere la durata ma solo per un periodo limitato.
Per ricevere il sussidio di disoccupazione, il lavoratore deve essere stato licenziato senza giusta causa e deve attivamente cercare un nuovo lavoro. Inoltre, deve essere iscritto all'Agenzia per l'impiego (che funziona molto meglio dei navigator) e partecipare a corsi di formazione o di orientamento professionale. Sarebbe bene tenere a mente questi criteri anche in Italia.
In Germania la durata del sussidio di disoccupazione può variare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 24 mesi. Tuttavia, se il lavoratore è prossimo al pensionamento o ha superato i 55 anni, il sussidio di disoccupazione può essere erogato per un periodo di tempo più lungo.
Infine oltre al Reddito di Cittadinanza andrebbero rottamate in Italia i corsi di formazione professionale regionali e i Centri per l'Impiego. Il settore privato può benissimo assolvere queste funzioni senza avere burocrati neghittosi tra i piedi.
12 ott 2022
Il Governo #Meloni toglierà il Reddito di Cittadinanza?
Il Reddito di Cittadinanza in Italia ha fallito tutti gli obiettivi per
il quale era stato concepito. Non ha ridotto la povertà, non ha messo in opera
politiche attive del lavoro, non ha stimolato la ricerca di occupazione, ha
totalmente fallito nella riqualificazione professionale.
In compenso la scoperta
di truffe è all'ordine del giorno, ha incentivato il lavoro nero, ha dissuaso
ampie fasce della popolazione, soprattutto al Sud, ad accettare proposte di
lavoro e di fatto ha inferto
un colpo devastante alle attività economiche che impiegano lavoratori a
bassa qualifica o part time. E di sicuro quasi nessuno che abbia rifiutato offerte è stato sanzionato (infatti raramente esiste un tracciamento delle offerte di lavoro presentate ai percettori del RdC)
Il voto di scambio
Ma il danno più grave deriva dal voto di scambio implicito che il RdC ha
innescato. Milioni di elettori adesso hanno come unico obiettivo
il mantenimento del privilegio e quindi, come ha dimostrato il risultato
del Movimento 5 Stelle nei collegi meridionali il 25 settembre, votano
ciecamente chi promette di mantenerlo.
Il prossimo livello del
pactum sceleris è facile da prevedere: i percettori del RdC inizieranno a
protestare perché il sussidio non è sufficiente, gli esclusi inizieranno a
inveire contro i criteri troppo stringenti, chi dovesse perdere l'assegno perché
ha truffato, pretenderà di riottenerlo. Ed è facile immaginare che qualche parte politica non sarà insensibile a tali rivendicazioni. Milioni di elettori parassiti sono un bottino troppo allettante per ignorarlo.
Vedremo se il nuovo governo avrà la determinazione di eliminare questa aberrazione, come promesso in campagna elettorale da Giorgia Meloni (“Il reddito di cittadinanza va tolto a coloro che possono lavorare” aveva asserito la neo Premier), quantomeno di ridurne le macroscopiche distorsioni. I fatti non lasciano ben sperare. La neo ministra del Lavoro, Calderone, ha dichiarato in passato di essere contraria alla cancellazione anche se sarebbe favorevole a qualche riforma di facciata che mantenga la greppia. Insomma in Italia la destra peronista si conferma allineata con la sinistra sfascista.
Vedremo se il nuovo governo avrà la determinazione di eliminare questa aberrazione, come promesso in campagna elettorale da Giorgia Meloni (“Il reddito di cittadinanza va tolto a coloro che possono lavorare” aveva asserito la neo Premier), quantomeno di ridurne le macroscopiche distorsioni. I fatti non lasciano ben sperare. La neo ministra del Lavoro, Calderone, ha dichiarato in passato di essere contraria alla cancellazione anche se sarebbe favorevole a qualche riforma di facciata che mantenga la greppia. Insomma in Italia la destra peronista si conferma allineata con la sinistra sfascista.
11 nov 2021
Dal Reddito di cittadinanza al Reddito di inclusione
Una delle straordinarie lezioni di Milton Friedman, semplice quanto grandiosa, è riassunta nella frase
"Se paghi la gente che non lavora e la tassi quando lavora, non esser sorpreso se produci disoccupazione". Tale frase andrebbe affissa sulla porta di ogni ufficio pubblico e scritta sulle pareti di ogni sala di riunioni di governo centrale ed ente locale oltre che nei saloni del Quirinale al posto degli arazzi.
In tal modo si capirebbe il disastro prodotto dal reddito di cittadinanza, il più gigantesco meccanismo di voto di scambio mai attuato nella millenaria storia italica delle malversazioni governative. Non a caso criminali di vario conio hanno approfittato della generosità pubblica. Il lavoro manuale unskilled ormai è un fenomeno raro, soprattutto al Sud, dove con i circa 700 euro a cranio di regalia si vive senza troppi patemi. E comunque, se proprio si viene colti da un'insopprimibile voglia di lavorare, la cosiddetta economia sommersa offre ampie occasioni per arrotondare.
Il governo ha sbattuto rumorosamente sul piatto la riforma di questo incentivo al parassitismo e al lavoro nero, ma le proposte (ovviamente avversate ferocemente dai referenti politici dei perdigiorno) sono palliativi che non incidono significativamente sulle storture del sistema.
In questo video di qualche anno fa insieme ad Alberto Forchielli avevamo presentato una proposta per rendere impiegabili coloro che effettivamente incontrano delle difficoltà nella transizione ad un nuovo mestiere o professione eliminando gli incentivi perversi del Reddito di cittadinanza.
In poche parole il sussidio pubblico dovrebbe essere impiegato per il training in un'azienda che necessiti di professionalità non facilmente reperibili sul mercato. Così si eliminerebbe anche il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro che rappresenta un autentico scandalo dell'economia italiana.
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