Le elezioni di domenica prossima per il rinnovo del Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna sono l'occasione per sbarazzarsi di un sistema di potere marcio e oppressivo quanto incompetente e privo di visione.
Una classe di burocrati anonimi senza esperienza di vita reale, allevati nelle batterie per polli di sinistra ha cementato una sorta di regime soffocante e autoreferenziale privo di alternative, che pervade magistratura, cooperative, banche, ONG e aziende private.
Il sistema di potere della Ditta sopravvissuta al PCI già vacillava nel 2020. Ma la candidata leghista, tal Borgonzoni (oggi in Parlamento), le cui esternazioni e la cui inconsistenza spargevano una notevole dose di tafazzismo elettorale, fu letale.
Questa volta l'opposizione, che per decenni è stata vergognosamente succube, inefficace e non di rado collusa, ha schierato una candidata civica (senza tessere di partito) per la Presidenza della Regione con un notevole CV, Elena Ugolini, Preside di un liceo prestigioso di Bologna ed ex sottosegretaria alla Pubblica Istruzione nel governo Monti. Per l'opposizione aver imparato dalla sconfitta scegliendo una candidata prestigiosa è un decisivo passo avanti.
Se coloro che in passato hanno disertato le urne, per sfiducia, per rassegnazione, per avversione ai legaioli, si mostrassero meno apatici e più svegli, l'inconsistenza del candidato del PD e la rabbia della gente per le inondazioni devastanti, potrebbero produrre una svolta epocale.
Lo smacco all'oligarchia che gestisce la Regione come un feudo rosso (anzi quasi una proprietà privata) deflagherebbe a livello nazionale.
L'attuale leadership del PD ne verrebbe travolta, decretando il fallimento dell'esperimento sanderista della Schlein a rimorchio di Conte, Fratoianni e altri personaggi di analogo livello nel Camposanto Largo. Insomma ne trarrebbe giovamento persino il PD che nelle elezioni regionali del 2020 venne salvato dalla mobilitazione di giovinastri perdigiorno a cui fu affibbiato il nome di Sardine.
Un frullato di banalità ideologiche e crassa ignoranza, esibite in manifestazioni di rara quanto involontaria comicità gggiovanile, creato a tavolino dai professionisti della propaganda (Floris si prodigò per lanciare il prodotto). Ma grazie a qualche faccina telegenica e slogan da Asilo Santa Derelitta, riuscì a ricompattare le demoralizzate truppe cammellate di Bonaccini con un'iniezione di ottuso guevarismo minkio-giovanilista.
In questa tornata elettorale non è stato creato ex novo nessun estemporaneo movimento fiancheggiatore, non si sa se per mancanza di materale umano (le Sardine finite ad occuparsi dello stadio del frisbee) o perché il PD sente la vittoria in tasca.
Aprire le finestre di ambienti stantii è sempre salutare per tutti, anche per chi crede di vivere nel migliore dei mondi possibili.
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10 nov 2024
22 mag 2021
Elezioni amministrative nella rossa Bologna
La città simbolo della sinistra italiana in settembre sarà chiamata ad eleggere il sindaco insime alle altre maggiori città italiane, Roma, Milano, Napoli e Torino. Si tratta di un test elettorale cruciale anche a livello nazionale: da esso dipende la segreteria di Enrico Letta e le ambizioni di Salvini e Meloni per palazzo Chigi. Bologna mantiene una fama (non proprio meritata) di città ben amministrata. Traffico, parcheggi e trasporti pubblici sono di levello mediocre per gli standard europei, anche se confrontati con il resto dell'Italia appaiono decenti. Alcuni servizi, come gli asili e la raccolta dei rifiuti, sono effettivamente ben gestiti.
La nomenklatura cittadina è composta di funzionari senza carisma cresciuti nel grigiore della carriera di partito. Difficilmente qualcuno riconoscerebbe se lo incontrasse per strada il Sindaco Merola o il candidato in pectore, tal Lepore, oggi assessore a qualche cosa. A movimentare il tran tran è arrivata Isabella Conti, sindaco del limitrofo Comune di San Lazzaro (di fatto un quartiere periferico residenziale di Bologna) che ha ottenuto una certa notorietà anche a livello nazionale per la sua gestione della cosa pubblica. Oggi milita in Italia Viva e ha lanciato un guanto di sfida al predesitnato Lepore.
L'opposizione che a Bologna è mediocre, impalpabile anzi spesso inesistente, non riesce almeno per il momento a selezionare un candidato minimamente decente. Eppure sarebbe un'occasione ghiotta per ripetere l'exploit di Guazzaloca ormai decenni fa.
21 mag 2021
Gorghi e Ingorghi della Politica Italiana
La politica italiana che da dieci anni colleziona disastri vira sul grottesco. Salvini e Letta sono intenti a marcare il territorio per giustificare e far digerire ai fedeli l'appoggio al governo di (quasi) Unità Nazionale.Salvini spinge per eleggere Draghi come successore di Mattarella una volta ottenuta la luce verde sul Recovery Plan da Bruxelles e completato il piano vaccinale. E quindi andare alle urne per agguantare il bottino elettorale che i sondaggi gli fanno assaporare.
Tanto per non lasciare adito a dubbi, ha posizionato una Magnum 45 sul tavolo dove si dovrebbe negoziare la riforma della Giustizia: impegnandosi a raccogliere le firme per i referenda proposti dal Partito Radicale intende dare una spallata alle resistenze di grillini e PD decisi a difendere i privilegi e il potere della Magistratura correntizia militante (azzoppata dagli scandali).
Letta invece insiste nella strategia zingarettiana di alleanza strategica con i grillini governativi, nella speranza di assorbirne l'elettorato, come fece il PCI con il PSI di Nenni e De Martino. Però al momento ha collezionato solo un'umiliazione sulla scelta del candidato sindaco di Roma: Zingaretti è stato impallinato dai presunti alleati pentastellati, la Raggi è più baldanzosa che mai e il rimpiazzo Gualtieri langue nei sondaggi. Sulle candidature comuni nelle altre città importanti è buio pesto (a parte Milano dove Sala si ricandida, ma con i Verdi) e il PD rischia persino di perdere la roccaforte di Bologna.
Nel frattempo i resti dei 5 Stelle (dopo il suicidio politico via Facebook del comico fondatore) sono alla mercé di Casaleggio junior che pretende 450mila euro di pagamenti arretrati e si tiene stretto il database dell'Associazione Rousseau. Ciò significa che i grillini non hanno un rappresentante legale, non riescono a rinnovare i vertici a norma di Statuto, e Conte, che da mesi è alle prese con la rifondazione (o meglio la riaffondazione), formalmente non può spacciarsi per leader.
Infatti il Tribunale di Cagliari ha nominato un avvocato-pastore locale come curatore del Mo-vi-mento. Non sappiamo se influenzato da un riferimento subliminale al gregge di pecore. Nel frattempo molti parlamentari grillini stanno annusando la possibilità di traslocare nel nuovo partito che la Casaleggio e Associati prepara sottobanco insieme a Di Battista.
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