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22 mag 2021

Elezioni amministrative nella rossa Bologna





La città simbolo della sinistra italiana in settembre sarà chiamata ad eleggere il sindaco insime alle altre maggiori città italiane, Roma, Milano, Napoli e Torino. Si tratta di un test elettorale cruciale anche a livello nazionale: da esso dipende la segreteria di Enrico Letta e le ambizioni di Salvini e Meloni per palazzo Chigi. Bologna mantiene una fama (non proprio meritata) di città ben amministrata. Traffico, parcheggi e trasporti pubblici sono di levello mediocre per gli standard europei, anche se confrontati con il resto dell'Italia appaiono decenti. Alcuni servizi, come gli asili e la raccolta dei rifiuti, sono effettivamente ben gestiti.

La nomenklatura cittadina è composta di funzionari senza carisma cresciuti nel grigiore della carriera di partito. Difficilmente qualcuno riconoscerebbe se lo incontrasse per strada il Sindaco Merola o il candidato in pectore, tal Lepore, oggi assessore a qualche cosa. A movimentare il tran tran è arrivata Isabella Conti, sindaco del limitrofo Comune di San Lazzaro (di fatto un quartiere periferico residenziale di Bologna) che ha ottenuto una certa notorietà anche a livello nazionale per la sua gestione della cosa pubblica. Oggi milita in Italia Viva e ha lanciato un guanto di sfida al predesitnato Lepore.



L'opposizione che a Bologna è mediocre, impalpabile anzi spesso inesistente, non riesce almeno per il momento a selezionare un candidato minimamente decente. Eppure sarebbe un'occasione ghiotta per ripetere l'exploit di Guazzaloca ormai decenni fa.

21 mag 2021

Gorghi e Ingorghi della Politica Italiana





La politica italiana che da dieci anni colleziona disastri vira sul grottesco. Salvini e Letta sono intenti a marcare il territorio per giustificare e far digerire ai fedeli l'appoggio al governo di (quasi) Unità Nazionale.Salvini spinge per eleggere Draghi come successore di Mattarella una volta ottenuta la luce verde sul Recovery Plan da Bruxelles e completato il piano vaccinale. E quindi andare alle urne per agguantare il bottino elettorale che i sondaggi gli fanno assaporare.

Tanto per non lasciare adito a dubbi, ha posizionato una Magnum 45 sul tavolo dove si dovrebbe negoziare la riforma della Giustizia: impegnandosi a raccogliere le firme per i referenda proposti dal Partito Radicale intende dare una spallata alle resistenze di grillini e PD decisi a difendere i privilegi e il potere della Magistratura correntizia militante (azzoppata dagli scandali).

Letta invece insiste nella strategia zingarettiana di alleanza strategica con i grillini governativi, nella speranza di assorbirne l'elettorato, come fece il PCI con il PSI di Nenni e De Martino. Però al momento ha collezionato solo un'umiliazione sulla scelta del candidato sindaco di Roma: Zingaretti è stato impallinato dai presunti alleati pentastellati, la Raggi è più baldanzosa che mai e il rimpiazzo Gualtieri langue nei sondaggi. Sulle candidature comuni nelle altre città importanti è buio pesto (a parte Milano dove Sala si ricandida, ma con i Verdi) e il PD rischia persino di perdere la roccaforte di Bologna.



Nel frattempo i resti dei 5 Stelle (dopo il suicidio politico via Facebook del comico fondatore) sono alla mercé di Casaleggio junior che pretende 450mila euro di pagamenti arretrati e si tiene stretto il database dell'Associazione Rousseau. Ciò significa che i grillini non hanno un rappresentante legale, non riescono a rinnovare i vertici a norma di Statuto, e Conte, che da mesi è alle prese con la rifondazione (o meglio la riaffondazione), formalmente non può spacciarsi per leader.

Infatti il Tribunale di Cagliari ha nominato un avvocato-pastore locale come curatore del Mo-vi-mento. Non sappiamo se influenzato da un riferimento subliminale al gregge di pecore. Nel frattempo molti parlamentari grillini stanno annusando la possibilità di traslocare nel nuovo partito che la Casaleggio e Associati prepara sottobanco insieme a Di Battista.