Fonti ucraine riportano che «Le riserve umane russe si stanno prosciugando e Mosca può solo sostenere questa guerra ma non espandere le conquiste [...] Se l’Ucraina continuerà a preservare strategicamente la propria resistenza, la Russia arriverà al punto di rottura».
Ma come osserva Giorgio Provinciali in questo video e nei suoi articoli affinché questo esito si realizzi è fondamentale che gli alleati dell’Ucraina si rendano conto che devono smettere di foraggiare la macchina bellica russa più della difesa ucraina con acquisti di idrocarburi e devono fornire armi letali a Kyiv. La superiorità russa risiede ormai quasi esclusivamente in un soverchiante volume di fuoco fatto di missili prodotti con denaro e tecnologie anche occidentali, equipaggiamento e droni forniti dalla Cina o costruiti grazie al suo materiale ‘dual use’ e artiglieria, mezzi e ancora missili nordcoreani.
Finché Mosca produrrà o riceverà più di quanto spara, gli emissari americani – cioè i portavoce di Putin – poseranno sul tavolo di Zelenskyj condizioni di resa irricevibili, sostenendo che quella sia l’unica pace possibile a fronte delle «carte vincenti» russe.
Nel suo briefing il capo di stato maggiore ucraino Syrskyj ha però confermato che gli attacchi ucraini nelle retrovie russe hanno causato perdite per 21,5 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno, comprovando l’effi-
cacia dell’operazione Deep Strike. Non a caso, da queste parti quegli attacchi vengono definiti «sanzioni che funzionano». La leadership ucraina ha sostenuto l’apertura delle frontiere ai ragazzi d’età compresa fra 18 e 24 anni perché il vero vulnus del proprio esercito non consiste in problemi che hanno anche i russi.
Mosca però spinge affinché l’Occidente veda quello come un problema interno solo all’Ucraina. Una narrazione funzionale alle scelte pilatesche che Washington sta cercando d’imporre ai propri partner.
La pace passa dunque inevitabilmente per una stream of consciousnessoccidentale. Per questo il nostro lavoro è oggi più che mai essenziale. Consapevolmente o meno, troppi media continuano a rilanciare a distanza la narrativa russa secondo cui a causa d’una leadership politica e militare corrotta e conflittuale l’Ucraina sarebbe a corto d’uomini e costretta alla resa. Giorgio ha pubblicato negli ultimi due mesi oltre 60 reportage e registrato quasi 50 video dal fronte che dimostrano il contrario.
Il fatto che Zelenskyj stesso abbia sentito il dovere d’indossare il giubbetto antiproiettile e registrare un video, col suo smartphone, evidenzia la gravità della guerra all’informazione. Allo stesso modo, vedere Syrskyj in prima equipaggiato e con nome da battaglia, spiega come la verità sia proprio qui, fra queste prime linee. L’unico fronte su cui la Russia avanza speditamente è quello dell’informazione.
