Le narrazioni strategiche filo-Cremlino diffuse in Italia, mirano a screditare l'Occidente e la democrazia liberale, promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali e spirituali.
Queste narrazioni, amplificate da media russi e italiani, includono temi come il declino morale dell'Occidente, la sovranità perduta, il collasso imminente delle democrazie liberali e l'opposizione tra élite e popolo. In questa opera di propaganda è cruciale il ruolo di influencer, media alternativi e intellettuali italiani, sia di destra che di sinistra, a riprova che fascismo e comunismo sono due facce della stessa medaglia, il cosiddetto rossobrunismo.
Inoltre il Cremlino, adotta "misure attive" che includono disinformazione, propaganda e manipolazione delle percezioni per destabilizzare le democrazie occidentali. L'Italia è particolarmente permeabile a queste narrazioni, date le radici storiche e culturali che risalgono all'influenza del PCI nella politica del Bel Paese.
Il regime di Putin, autoritario e ideologicamente conservatore, sfrutta il concetto di "Occidente Collettivo", usato per demonizzare le democrazie e le società aperte sfruttando quattro macro-narrazioni principali: élite contro popolo, valori minacciati, sovranità perduta e collasso imminente. Da esse discendono una serie di argomentazioni reiterate ad libitum.
Occidente decadente e corrotto: L'Occidente viene descritto come moralmente decadente, dominato da lobby globaliste, élite finanziarie e promotore di valori perversi, come il sostegno alle comunità LGBTQI+ e al transumanesimo.
Controllo delle élite globaliste: Si sostiene che il mondo sia governato da un'élite globalista composta da figure come George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates, che manipolano le masse e orchestrano eventi globali, come pandemie e guerre, per instaurare un Nuovo Ordine Mondiale.
Rivoluzioni colorate orchestrate dall'Occidente: Le proteste popolari in paesi ex-sovietici e altre nazioni vengono descritte come operazioni orchestrate da Stati Uniti, CIA e altre forze occidentali per destabilizzare governi e promuovere interessi geopolitici.
Autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina: L'indipendenza della Chiesa Ortodossa Ucraina viene presentata come un'operazione della CIA e un tentativo dell'Occidente di dividere il mondo slavo-ortodosso e attaccare la Russia.
Pandemia da COVID-19: La pandemia viene descritta come un complotto orchestrato dalle élite globaliste per decimare la popolazione mondiale, imporre dittature sanitarie e distruggere le strutture sociali.
Satanismo e Anticristo: Si afferma che l'élite globalista sia guidata da un progetto satanico, con figure come Soros e Gates dipinte come incarnazioni dell'Anticristo.
Anglosassoni e massoneria: Gli anglosassoni vengono accusati di orchestrare guerre civili e di controllare governi e istituzioni globali attraverso la massoneria.
I principali attori della disinformazione in Italia includono:
Media filo-Cremlino: Siti web e piattaforme come Sputnik Italia e Geopolitika.ru diffondono narrazioni strategiche pro-Russia, screditando l'Occidente e promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali.
Media alternativi italiani: Outlet come L'AntiDiplomatico, Visione TV, Blondet and Friends e Byoblu amplificano le narrazioni filo-Cremlino, spesso utilizzando teorie del complotto e messaggi anti-occidentali.
Influencer e opinion maker: Intellettuali, giornalisti e figure pubbliche italiane, come Mons. Carlo Maria Viganò e Roberto Pecchioli, promuovono narrazioni che attaccano l'Occidente e sostengono la Russia di Putin.
Think tank e accademici filo-russi: Alcuni esperti e istituzioni italiane, come il Forum Economico Eurasiatico di Verona, ospitano interventi di intellettuali russi che promuovono narrazioni anti-occidentali e pro-Russia.
Social media e bot: Campagne di disinformazione online, condotte tramite bot e falsi profili, amplificano i messaggi filo-Cremlino e candeggiano i cervelli.
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12 lug 2025
9 mar 2025
Trump agente del Cremlino
Forse Trump è solo un ignobile vigliacco privo di scrupoli e senza dignità di fronte agli autocrati. Forse per poter sbandierare come un successo epocale alla becera masnada MAGA un qualsiasi accordo di pace, ha deciso di ricattare con metodi mafiosi l'Ucraina, cioè la parte più debole per imporre una resa umiliante.
Oppure è ora di pensare l'impensabile: può darsi che Putin conservi negli archivi del KGB qualche dettagliato dossier sulle transazioni del palazzinaro newyorchese quando versava in gravi difficoltà finanziarie. Sono tre le ex spie sovietiche di alto grado ad aver indicato che Trump era stato reclutato dai servizi di sicurezza di Mosca: Alnur Mussayev, ex ufficiale del KGB ed ex capo dei servizi segreti del Kazakistan, nonché gli ex agenti del KGB Yuri Shvets e Sergei Zhyrno, che ora risiedono rispettivamente negli Stati Uniti e in Francia. Magari non lo sapremo mai, ma l'evidenza punta in una direzione molto chiara. Trump ha fatto rimuovere dal sito web della Casa Bianca la pagina internet sull'accordo bilaterale di sicurezza decennale con l'Ucraina. Si tratta di un accordo di assistenza alla sicurezza firmato dal Presidente ucraino Zelensky e dal Presidente degli Stati Uniti Biden nel giugno 2024. Il documento non richiede la ratifica del Congresso, consentendo a qualsiasi Presidente degli Stati Uniti di annullarlo unilateralmente.
All'inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno sospeso le forniture di armi e la condivisione di informazioni satellitari e di intelligence con l'#Ucraina. Tagliando l'accesso alle informazioni dell'intelligence americana Trump sta di fatto forzando l'Ucraina ad accettare una resa che soddisfa appieno tutte le richieste del criminale di guerra.
Infatti le forze ucraine non possono più individuare i bombardieri russi in decollo o prepararsi per gli attacchi aerei. Questa coltellata alle spalle ha causato il massacro di centinaia di soldati ucraini, con le perdite più pesanti registrate proprio nel Kursk, il territorio che Putin anela a riconquistare perché sarebbe una merce di scambio fondamentale per l'Ucraina nei negoziati
Senza i dati satellitari USA, l'Ucraina non può usare efficacemente gli HIMARS contro i centri di comando russi e la linea di rifornimento di Kursk subisce continui attacchi. Pertanto l'esercito ucraino è di fatto alla mercé delle orde russe che stanno avanzando per tagliare le linee di rifornimento dell'Ucraina.
L'ex generale americano Kellogg incaricato da Trump dei negoziati tra Kiev e Mosca, ma ormai passato di fatto al servizio del Cremlino, ha definito questo tradimento degli americani “colpire un mulo con una doppietta” per focalizzare l'attenzione della popolazione ucraina. Una minaccia esplicita che dimostra come anche al Pentagono sia diffusa una certa predilezione per i Russian Mole. Non solo come cocktail.
Oppure è ora di pensare l'impensabile: può darsi che Putin conservi negli archivi del KGB qualche dettagliato dossier sulle transazioni del palazzinaro newyorchese quando versava in gravi difficoltà finanziarie. Sono tre le ex spie sovietiche di alto grado ad aver indicato che Trump era stato reclutato dai servizi di sicurezza di Mosca: Alnur Mussayev, ex ufficiale del KGB ed ex capo dei servizi segreti del Kazakistan, nonché gli ex agenti del KGB Yuri Shvets e Sergei Zhyrno, che ora risiedono rispettivamente negli Stati Uniti e in Francia. Magari non lo sapremo mai, ma l'evidenza punta in una direzione molto chiara. Trump ha fatto rimuovere dal sito web della Casa Bianca la pagina internet sull'accordo bilaterale di sicurezza decennale con l'Ucraina. Si tratta di un accordo di assistenza alla sicurezza firmato dal Presidente ucraino Zelensky e dal Presidente degli Stati Uniti Biden nel giugno 2024. Il documento non richiede la ratifica del Congresso, consentendo a qualsiasi Presidente degli Stati Uniti di annullarlo unilateralmente.
All'inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno sospeso le forniture di armi e la condivisione di informazioni satellitari e di intelligence con l'#Ucraina. Tagliando l'accesso alle informazioni dell'intelligence americana Trump sta di fatto forzando l'Ucraina ad accettare una resa che soddisfa appieno tutte le richieste del criminale di guerra.
Infatti le forze ucraine non possono più individuare i bombardieri russi in decollo o prepararsi per gli attacchi aerei. Questa coltellata alle spalle ha causato il massacro di centinaia di soldati ucraini, con le perdite più pesanti registrate proprio nel Kursk, il territorio che Putin anela a riconquistare perché sarebbe una merce di scambio fondamentale per l'Ucraina nei negoziati
Senza i dati satellitari USA, l'Ucraina non può usare efficacemente gli HIMARS contro i centri di comando russi e la linea di rifornimento di Kursk subisce continui attacchi. Pertanto l'esercito ucraino è di fatto alla mercé delle orde russe che stanno avanzando per tagliare le linee di rifornimento dell'Ucraina.
L'ex generale americano Kellogg incaricato da Trump dei negoziati tra Kiev e Mosca, ma ormai passato di fatto al servizio del Cremlino, ha definito questo tradimento degli americani “colpire un mulo con una doppietta” per focalizzare l'attenzione della popolazione ucraina. Una minaccia esplicita che dimostra come anche al Pentagono sia diffusa una certa predilezione per i Russian Mole. Non solo come cocktail.
30 lug 2022
La coalizione Cremlino-destra
Berlusconi non ha retto. Dopo mesi di pura sofferenza in cui ha dovuto fingere di aver sposato la linea atlantista del governo, alla caduta di Draghi l'ex Cav. Pompetta ha dichiarato senza mezzi termini:
Insomma Berlusconi, in campagna elettorale, si trasforma in URSSini e si schiera dove batte il cuore, con il criminale di guerra, sodale di tanti anni e di tante piacevoli esperienze nelle dacie piene di accoglienti lettoni.
E, come se non bastasse, ha reiterato senza vergogna le peggiori menzogne della propaganda russa:"Ho parlato con l'ambasciatore russo in Italia Razov. Mi ha spiegato le loro ragioni, cosa ha fatto Zelensky"
Le solite smentite rabberciate del Papi, hanno forse convinto qualche membro del cerchio magico a Villa Grande, ma resta il fatto che l'idillo tra Berlusconi e Putin non è certo una sorpresa."Mi ha raccontato che è stata l'Ucraina a provocare ventimila vittime nelle zone contese. E che l'invasione era necessaria perché il rischio era che l'Ucraina attaccasse la Russia".
L'URSSini di Arcore
Avrà un compito monumentale la Meloni (a sua volta grande esegeta della Russia fino al 24 febbraio 2022) per smarcarsi da cotali farneticazioni. Magari si farà consigliare dal suo amico Steve Bannon. Sempre che non finisca in galera. Insieme a Trump.
Atlantismo double face
Del resto l'intervista a Fox News (graziosamente concessa ad una nota attivista trumpiana, tal Maria Bartiromo) per accreditarsi come baluardo del fronte occidentale non ha convinto gli scettici. I quali non possono fare a meno di ricordare le prese di posizioni pro-Russia sue e dei suoi supporter, come la Santanche': «Ci sono tante ragioni per cui dovremmo essere dalla parte di Putin».
Chissà come mai le ragioni della coalizione Cremlino-destra non sono state illustrate in diretta alla Bartiromo.
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5 dic 2021
Insalata Bielorussa
Dopo aver ordinato al suo tirapiedi bielorusso di utilizzare i profughi, raccolti in giro per il mondo, come arma di pressione politica contro l'Europa, Putin ha rivolto le sue mire sull'Ucraina, sua ossessione da quando è salito al potere.
Secondo l'intelligence Nato, che ha imbeccato la Bild e il Washington Post, l'esercito russo avrebbe un piano per un'invasione dell'Ucraina riportato nel grafico in basso. I russi pianificherebbero un attacco "da sud, da est e da nord, e in uno scenario 'massimale' di portare 2/3 dell'Ucraina sotto il controllo della Russia". "Addirittura la città di Kiev potrebbe finire nel mirino di Putin", è il timore degli esperti secondo il quotidiano tedesco. L'attacco partirebbe tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio se il Cremlino si sentisse sufficientemente forte. Da settimane la Russia sta ammassando decine di migliaia di truppe (si dice fino a 175mila uomini), oltre a carri armati e altro materiale bellico al confine ucraino, come rivelano le foto satellitari. Probabilmente Putin, come nel suo stile, sta verificando fin dove può spingersi il suo avventurismo revanscista. La gestione economica e quella sanitaria hanno alimentato il malcontento interno e quindi il vecchio colonnello del KGB sente un disperato bisogno di risollevare la sua popolarità riattizzando il nazionalismo dei suoi compatrioti.
Gli Usa fino a pochi giorni fa avevano minimizzato la "minaccia di invasione" dalla Russia. "Lo stiamo osservando molto da vicino", aveva affermato in una conferenza stampa martedì scorso il portavoce del Pentagono Kirby, aggiungendo: "Non prevediamo alcun intervento militare degli Stati Uniti in questo conflitto". Come abbiamo descritto in precedenza, le variazioni sul tema "stiamo monitorando la situazione" da parte del Pentagono non suggeriscono che i generali siano davvero convinti che un assalto militare all'Ucraina sia imminente.
Tuttavia gli Usa da tempo riforniscono di armi l'Ucraina, il che ovviamente significa sventolare un drappo rosso di fronte all'autocrate del Cremlino.
Sia come sia, secondo la CNN il presidente Biden, si sta "coordinando" con i suoi alleati in Europa per rendere «molto difficile» alla Russia il proposito di attaccare l'Ucraina. "Sto organizzando quella che ritengo essere la serie di iniziative più completa e significativa per rendere molto, molto difficile a Putin andare avanti e fare ciò che le persone sono preoccupate che faccia", ha dichiarato Biden di fronte ai corrispondenti dalla Casa Bianca.
I toni sono in linea con lo stile Sleepy Joe (in picchiata nei sondaggi), visto che nemmeno con un erculeo sforzo di fantasia si possono interpretare come una dichiarazione di fuoco di fronte alle manovre provocatorie di Putin. Anzi per stemperare la tensione Biden e Putin si sono parlati in video conferenza. Ovviamente non c'è stato alcun progresso nemmeno sul piano formale. Che bastino ad ammansire Putin un po' di chiacchiere vacue profferite da un inquilino della Csa Bianca debole, incapace e screditato lo prevedono in pochi.
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