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19 mar 2022

La tecnologia occidentale vincerà la guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina scatenata da Putin con motivi falsi e pretestuosi ha evidenziato il ruolo srategico delle tecnologie di comunicazione, sia per le truppe sul terreno sia per i sistemi di armamenti sofisticati. Droni, missili teleguidati, cybersecurity, comunicazioni internet per accedere ai social, armi anticarro, contraerea, tutto dipende dall'affidabilità delle comunicazioni e dalla trasmissione in tempo reale.

La Resistenza tecnologica avanzata

Su questo terreno gli ucraini riescono a mantenere una superiorità grazie anche al sostegno del mondo libero e soprattutto delle reti di sorveglianza satellitare anglosassoni (Five Eyes). Mentre i russi non riescono a capire nemmeno dove si trovano le loro unità da combattimento, la Resistenza ucraina riceve in tempo reale le informazioni dall'intelligence occidentale. Inoltre i soldati di Kiev usano il sistema Starlink di Elon Musk, che fornisce accesso ad Internet in banda larga dallo spazio.

La ferraglia sovietica è impantanata senza carburante (presumibilmente venduto dai generali corrotti al mercato nero) e le reclute sono senza munizioni. Le perdite inflitte agli invasori (probabilmente intorno a 10mila morti e almeno il doppio di feriti) hanno devastato la loro capacità offensiva dei battaglioni russi che da giorni sono attestati su precarie posizioni dove vengono colpiti sempre più spesso. 

 Il fronte interno 

Nel frattempo il fronte interno è in ebollizione con quotidiani segnali di dissenso e manifestazioni di protesta nelle maggiori città, dove la gente sfida la polizia e la reclusione fino a 15 anni. Le sanzioni stanno lentamente strangolando un'economia che era già in condizioni precarie e che uscirà dalla guerra senza prospettive di crescita per decenni. Anzi se gli europei sostituiranno le importazioni di gas dalla Russia con quelle da altri paesi, per Putin si apre un baratro (ammesso che sfugga all'incriminazione per crimini di guerra).

Come se non bastasse a Mosca circolano documenti del servizio segreto FSB, che accusano esplicitamente il Cremlino e gli accoliti di Putin di totale insipienza e incompetenza. Tra sospetti e congiure il clima nel cerchio magico dell'autocrate si sta avvelenando e le voci di purghe ed arresti sono sempre più frequenti. 

Chissà se quando cadrà il regime KGB 2.0 si troverà a Mosca qualcuno che ricorderà di aver conosciuto, riverito e servito lo psiconano. In Italia, ad esempio, i suoi amici sono tutti misteriosamente spariti.




19 dic 2021

Nella corsa allo Spazio, l'Europa è destinata al ritiro





Mentre SpaceX invia nello spazio 40mila satelliti ad occupare le orbite più pregiate in Europa il settore spaziale (rigorosamente pubblico) si sveglia dal letargo e iniza a comprendere che il suo business model è finito. Il vettore Ariane ha costi esorbitanti rispetto a quelli di SpaceX che è fortemente concorrenziale proprio nel segmento di mercato a cui si rivolge l'ESA. Invece di rimboccarsi le maniche, nella migliore tradizione del vittimismo corporativo straccione, già si levano le lamentazioni per invocare un intervento pubblico salvifico. E' vero che non esiste un assetto globale di gestione del traffico spaziale per l'orbita terrestre bassa, fino a 2.000 km sopra la terra, dove stazionerebbe il grosso dei nuovi satelliti. Tuttavia aspettare che un accordo internazioanle fissi le regole equivale ad aspettare che i buoi siano scappati dalla stalla e magari già al mattatoio prima di chiudere le porte.



Di recente anche Marco Montemagno nel suo canale YouTube ha esaminato i piani di Elon Musk in vari settori (incluso Starlink). Il confronto con il panorama europeo dove si parla solo di pensioni e di sussidi è impietoso. Solo il governo britannico ha creato una joint venture tra Starlink e OneWeb, per creare una rete di centinaia o migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa, o LEO, per fornire banda larga a regioni remote ed isolate.

25 ott 2021

Elon Musk potrebbe diventare il primo trilionario della Galassia



Elon Musk ha dichiarato come obiettivo ultimo per SpaceX la creazione di una “civiltà spaziale multi-planetaria”, partendo dalla prima colonia terrestre su Marte. Tuttavia agli umani (che SpaceX già ha lanciato in orbita) servono capitali stratosferici per realizzare questa colonizzazione anche volendo partire solo dalla Luna. Pertanto Musk attraverso SpaceX intende installare una rete di satelliti (nota come Starlink) per assicurare servizi di telecomunicazione voce e dati in tutto il globo inclusi oceani e deserti, un mercato che vale circa 1 trilione di dollari all’anno. Starlink potrebbe diventare il 6G globale (visto che il 5G è partito male e finirà anche peggio), che risolverebbe anche l'annoso problema del digital divide. L’Unione internazionale delle telecomunicazioni, un'agenzia delle Nazioni unite, ha calcolato nel 2019 che il 48% della popolazione mondiale non avesse accesso a internet.



Il progetto è già decollato. Al momento, i circa 1.500 satelliti di Starlink rappresentano approssimativamente il 25% di quelli in attività. SpaceX ha piani precisi per altri 10mila e ha richiesto i permessi per un massimo di 42mila a un’orbita di 500 km, in modo da offrire connessioni ultraveloci, alternative alle attuali reti internet. Per di più Starlink permetterebbe di limitare l’accesso alla rete da Paesi ostili o da cui operano gli hacker dediti allo spionaggio tecnologico o al ransomware. Inoltre SpaceX potrebbe trasportare uomini e cose da un capo all’altro del mondo in poco più di mezzora, inclusi militari, droni con missili, robot armati e materiale bellico. Tanto per capire, qualora la Cina lanciasse un'invasione di Taiwan, dagli Usa potrebbero arrivare sull’isola i rinforzi prima che la flotta di Pechino passi lo Stretto. O magari i difensori americani potrebbe arrivare sul suolo della madrepatria cinese. Il Pentagono ha già opzionato la tecnologia. Magari Musk non vedrà la colonizzazione di Marte ma potrebbe diventare il primo trilionario nella storia della galassia.

23 set 2021

La Rivoluzione Spaziale




La prima missione spaziale organizzata da un'impresa privata, senza astronauti professionisti a bordo (Chris Sembroski, Sian Proctor, Jared Isaacman e Hayley Arceneaux), si è conclusa con successo. Jared Isaacma è un imprenditore di e-commerce (è il CEO di Shift4 Payments Inc) mentre gli altri tre sono tre privati cittadini meno ricchi. Sono decollati dalla rampa NASA di Cape Canaveral a bordo del razzo spaziale SpaceX (società creata da Elon Musk) e hanno compiuto un'orbita intorno alla Terra.



Se tutto questo vi sembra il passatempo da miliardari, siete fuori dal mondo pur senza essere stati lanciati in orbita. SpaceX ha messo a punto un razzo vettore riutililizzabile che verrà usato per lanciare 12mila satelliti per telecomunicazioni ad un'orbita di 500 km in modo da formare una rete di trasmissione dati (e voip) ultraveloce alternativa alle reti internet che usiamo oggi. Per chi non l'avesse capito questo è il 6G. Inoltre SpaceX potrebbe trasportare uomini e cose da un capo all'altro del mondo in meno di un'ora, inclusi soldati, droni, robot e materiale bellico di pronto intervento in caso di crisi. Infine si potrebbero inviare robot e materie prime tra pianeti ed asteroidi nel nostro sistema solare. Insomma una rivoluzione le cui conseguenze sono ancora difficili anche solo da immaginare.