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11 ago 2023

Politica economica: Extraprofitti e Giga Panzane dei tafazzisti compulsivi

La Melonomics si è arricchita di un nuovo strumento: la tassazione degli extraprofitti. Ma solo quelli bancari, non ad esempio quelli di tassisti o imprenditori balneari. Questo prelievo forzoso retroattivo (che grava non sui profitti futuri ma su quelli passati o quelli dell'esercizio in corso) è una violazione dello Statuto del Contribuente introdotto da Giulio Tremonti che è oggi l'ideologo economico di Fratelli d'Italia mentre gli ideologi economici della Lega sono Borghi e Bagnai, i quali ancora sono decisi a portare l'Italia nel baratro facendola uscire dall'euro. Tra l'altro Tremonti è recidivo perché aveva introdotto una "Robin Hood Tax" sulle imprese energetiche dichiarata incostituzionale. Quindi aveva prodotto un gigantesco buco nell'acqua. Ma evidentemente Tremonti non ha imparato la lezione e vuole collezionare un altro fiasco epocale facendoci mettere la faccia a Salvini.

Le dissociazioni di alcuni ministri sono vergognosamente puerili. Il decreto è stato votato da un Consiglio dei Ministri. Chi vi partecipa non può far finta di non essere al tavolo dove la decisione è stata presa. Giorgetti in particolare recita sempre la parte della scimmietta che non vede, non sente, non parla. Ma che ci va a fare al Consiglio dei Ministri se poi si dissocia da quello che ha votato? E Tajani che racconta di non essere stato presente al monento della discussione? Il Consiglio dei Ministri non è una taverna dove ci si assenta quando si discute un provvedimento importante.

Le banche sono istituzioni finanziarie con un'alta leva finanziaria: per ogni euro di capitale possono esporsi per oltre 10 euro di attivi patrimoniali. In sostanza quando le banche hanno un euro in più di capitale grazie agli utili realizzati possono erogare 10 euro in più per i prestiti alle imprese o possono acquistare titoli del debito pubblico. Queste sono le due attività principali delle banche. Andando a colpirle, il governo si infligge un duplice danno. Inasprisce il credit crunch che già affligge le imprese e riduce la capacità delle banche di sottoscrivere le nuove emissioni di titoli di stato.

Invece avrebbe fatto molto comodo alle banche avere una patrimonializzazione più robusta. Idem per quello che riguarda gli acquisti di debito pubblico italiano perché una cospicua parte del debito emesso dal governo italiano finisce in pancia alle banche e in un momento in cui la Banca Centrale Europea ha smesso di acquistare titoli di Stato dei paesi membri e in prospettiva dovrà cominciare a vendere i titoli del debito pubblico italiano che ha in pancia avrebbe fatto molto comodo un sistema bancario con le risorse per assorbire una parte di queste emissioni che non vengono parcheggiate più nei forzieri della Banca Centrale Europea a Francoforte.



Morale della favola: indebolendo la patrimonializzazione delle banche il governo si è sparato un bel colpo di bazooka in mezzo alle gambe. Oltretutto dal punto di vista della reputazione all'estero il governo certifica la propria insipienza: si alza un bel mattino e decide espropri, senza preoccuparsi delle conseguenze gravissime per gli interessi del Paese, quindi dando la sensazione di essere un'accozzaglia di tafazzisti compulsivi. Pertanto la misura demenziale rischia di far deragliare il fragile equilibrio finanziario del governo italiano, incapace di gestire il PNRR, alle prese con un debito insostenibile da rifinanziare a tassi più alti mentre la crescita del Pil nel secondo trimestre è già tristemente negativa.

16 gen 2023

Si sta, come d'inverno, il debito pubblico italiano sui mercati



La pacchia è finita annunciava con baldanza la Presidente del Consiglio all'inizio del suo percorso a Palazzo Chigi. Però non aveva colto appieno il senso della frase che infatti stava per ritorcerlesi contro.

Per contrastare un tasso di inflazione a due cifre, la BCE dovrà aumentare ulteriormente i tassi di interesse e non acquisterà più i titoli dei governi dell'euro area. Anzi, gradualmente inizierà a vendere, al ritmo blando di 15 miliardi di euro al mese, i titoli già accumulati in dieci anni di quantitative easing. Per il Tesoro italiano ciò significa dover rifinanziare sul mercato il debito emesso, il debito di cui la BCE si libera e il nuovo debito che il governo continua ad ammassare (quest'anno, se tutto va bene, sarà pari al 4,5% del Pil). E' impossibile che tutto ciò non abbia un impatto sui tassi di interesse e quindi sul servizio del debito nei prossimi anni. Infatti gli investitori stranieri hanno ridotto l'esposizione ai titoli del debito pubblico italiano già da tempo, mentre 9 economisti su 10 interpellati dal Financial Times hanno espresso serie preoccupazioni sulla sostenibilità dell'esposizione debitoria.

Con un quadro macroeconomico globale caratterizzato da forti incertezze, i margini di manovra per resistere ad uno shock sarebbero esigui. Pertanto invece di ingaggiare battaglie perse in partenza sul MES il governo farebbe bene a concentrarsi sul contenimento della spesa pubblica e sull'implementazione del PNRR per dare un impulso alla crescita.


27 nov 2022

Il Labirinto del Patto di Stabilità

La recente proposta di un nuovo Patto di Stabilità presentata dalla Commissione Europea è un testo troppo politico, troppo vago e con misure troppo blande che non imbrigliano efficacemente i governi incapaci, inetti, screditati e corrotti, in primis quelli italiani.



Un calcio alla lattina che cerca di scimmiottare il NextGenerationEu, con il suo approccio "olistico", cioè una combinazione di rigore fiscale, investimenti per la crescita, riforme e transizione ecologica con un orizzonte di quattro anni estendibili a sette se venissero implementati piani particolarmente ambiziosi di riforme. Purtroppo l'esperienza insegna che senza la certezza di sanzioni immediate e brutali, nessun politico, tantomeno italiano, rinuncerà mai alle gigantesche operazoni di voto di scambio che fanno vincere le elezioni, ad esempio il Reddito di Cittadinanza o le generose pensioni anticipate.

23 nov 2022

Sono spariti gli svalvolati che invocavano più inflazione per tutti

Nell'epoca pre-Covid una nutrita masnada di svalvolati minkio-somaristi invocava l'inflazione, quando in Italia e nel resto di Eurolandia prevaleva una leggera deflazione. La masnada coincideva in larga parte con la galassia no-euro di destra e di sinistra (unite nella lotta) di cui erano esponenti di spicco, Salvini, Meloni, in parte anche Berlusconi, per non parlare di Di Maio, Di Battista e Grillo, con rinforzo di buontemponi come la Taverna che aveva prodotto un video in cui si scambiava un euro con mille lire (invece che 1932,27).



Ora che il loro desiderio e' stato esaudito, i masnadieri sono inspiegabilmente spariti dalla circolazione e si segnalano solo  nelle stalle televisive a ragliare di scostamenti di bilancio e diseguaglianze sociali. Eppure avrebbero una splendida occasione per spiegare al loro elettorato quali sono gli effetti benefici dei prezzi fuori controllo.

La MMT sparita dai radar


Ora che tutti hanno toccato con mano gli effetti sul portafogli dovrebbero mostrarsi coerenti insieme alla feccia della MMT, ovvero la Modern Monetary Theory, nota anche come Minkion Monetary Theory. Per chi non lo sapesse è il parto di alcune menti malate convinte che stampando pezzi di carta colorata i governi potrebbero garantire al popolo sempiterna ricchezza e felicità.

In Turchia dove il tasso annuale di inflazione è quasi a tripla cifra sarebbero felici di poter confrontarsi con cotali geni dell'economia tutte le persone che ogni mattina vedono aumentare il prezzo del pane o della carne, mentre l'aumento degli stipendi procede col freno a mano tirato, le rare volte che effettivamente procede.

Ma siamo sicuri che anche in Italia si potrebbe organizzare un bel dibattito -- con il pubblico di scalmanati che inveisce dalle piazze -- in uno dei tanti talk show che negli anni hanno dato spazio agli illustri propugnatori dell'economia demenziale. Invece inspiegabilmente i "giornalisti" non colgono un'occasione così ghiotta.

 

20 giu 2022

Dopo un decennio di finanza allegra ritorna l'austerità triste



Le maggiori banche centrali del mondo hanno ignorato per mesi, anzi per anni, le inevitabili conseguenze nefaste di una politica monetaria iper espansiva (o, peggio, al servizio di miopi interessi politici). Il redde rationem è arrivato dopo una recessione profonda post pandemia e nel bel mezzo della guerra più brutale in Occidente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E' evidente che né Powell né la Lagarde sono in grado di affrontare la situazione che loro stessi hanno contribuito a creare insistendo stolidamente che l'inflazione sarebbe stata un fenomeno temporaneo.

L'Italia, dove la disciplina fiscale è un anatema, deve affrontare l'ennesimo shock epocale nel giro di 15 anni, con le finanze pubbliche disastrate e il tessuto economico slabbrato.

20 feb 2022

Inflazione: prossimamente nelle vostre tasche



Il meccanismo di trasmissione dei prezzi delle materie prime a quelli dei beni di largo consumo è ancora inceppato. L'inflazione core, cioè al netto di energia e prodotti alimentari freschi in Europa è al 2,3% (anche se le aspettative erano per un tasso dell'1,9%) non troppo distante dal fatidico target del 2%. 

Il falò della credibilità

Ma se le aspettative di inflazione dei salariati e dei risparmiatori vengono disancorate dai tassi vicini al 2%, si innesca un'impennata dei tassi di interesse e una spirale prezzi - salari che le banche centrali non sarebbero in grado di tamponare dopo aver distrutto una credibilità faticosamente acquisita a prezzo di sacrifici in 40 anni.

                                        Tornano gli annni '70

E' arduo prevedere quali saranno le dinamiche nell'economia reale perché questa è la prima volta che una generazione di manager e di gestori si trova alle prese con l'inflazione in USA lanciate verso la doppia cifra. 

La Mole di Debiti

Ed è la prima volta che il mondo e le economie maggiori sono oberate da debiti che in caso di aumento permanente dei tassi di interesse diventerebbero insostenibili. La crisi del 2008-09 sarebbe un banale raffreddore al confronto dell'infarto che si produrrebbe nel sistema finanziario.

Nel frattempo la filiera della grande distribuzione è investita in pieno da questo cambio di regime (destinato prossimamente ad alleggerire le vostre tasche), che innescherà una lotta per la sopravvivenza sia a monte che a valle. 

11 feb 2022

Le banche centrali stanno fumando sigarette sedute su una polveriera

Inflazione a doppia cifra

L'inflazione in Usa pare ormai avviata verso un tasso a doppia cifra. Le cause sono sostanzialmente tre:

1) La valanga di sussidi pubblici finanziata per lo più con la stampa di moneta per sostenere le famiglie durante la pandemia

2) L'impennata dei prezzi energetici conseguente alla riduzione degli investimenti in nuova capacità estrattiva come conseguenza delle politiche ambientali (green new deal) 

3) Lo shock subìto dalle catene logistiche globali che erano state ottimizzate nel corso di decenni e che la pandemia ha severamente danneggiato.  

La politicizzazione delle banche centrali 

Le banche centrali sulle due sponde dell'Atlantico (e in buona parte del mondo) hanno nascosto la testa sotto la sabbia asserendo che l'inflazione sarebbe stata temporanea nonostante le previsioni degli economisti indipendenti fossero di tutt'altro segno. Non è chiaro se questo marchiano errore di valutazione sia frutto di insipienza e incompetenza, oppure di pressioni politiche. Infatti i governi hanno utilizzato il bilancio delle banche centrali come un bancomat per le spese clientelari come non si era mai visto in passato, se non in qualche disastrata economia sudamericana.



In entrambi i casi quando i risparmiatori decideranno di essere stati tosati abbastanza, i mercati obbligazionari e soprattutto quelli dei titoli pubblici dei paesi indebitati (uno a caso, l'Italia) deflagheranno, mentre i politici saranno impegnati a crogiolarsi con la decarbonizzazione e altre amenità partorite dalle fertili menti dei minkio-anticapitalisti.

Per asseverare il livello di ipocrita duplicità basta osservare che mentre Biden agli adepti sanderisti predica l'abbandono delle fonti fossili, nei retrobottega della geopolitica implora l'Opec e la Russia di aumentare la produzione di petrolio e gas.

In questo marasma epocale per le banche centrali subordinare la politica monetaria agli squallidi obiettivi di breve periodo dei governi incapaci, equivale a fumare sigarette pigramente seduti su una polveriera.

4 feb 2022

La BCE perde credibilità sulle previsioni di inflazione



 

La Bella Addormentata nella Eurotower si è felicemente destata e planando leggiadramente dal suo universo onirico ha annunciato all'opinione pubblica che a ben vedere l'inflazione (calcolata al 5,1% annuo, massimo assoluto dalla fondazione dell'euroarea, anzi dagli anni finali delle monete nazionali) non è un fenomeno temporaneo.

Eppure la Bce a dicembre aveva confermato le misure straordinarie di politica monetaria e in particolare gli acquisti massicci sul mercato obbligazionario. Da mesi fioccano gli avvertimenti dal mercato, dagli economisti indipendenti, dall'industria e persino dai governi che del surriscaldamento dei prezzi non si intravede la fine

Modelli obsoleti 

La Bce ha modelli macroeconomic di previsione dell'inflazione ormai obsoleti e inaffidabili. Lo staff della BCE rincorre i fatti in ritardo invece di prevenirli. Anzi la Bce ha intaccato un capitale di credibilità scommettendo senza alcuna cognizione di causa in un rapido declino dell'inflazione mentre essa accelerava.

Tale inaffidabilità è il motivo per cui il mercato sta perdendo la bussola. Ogni errore marchiano alla BCE lo commette un grand commis francese troppo sensibile ai diktat politici.

24 gen 2022

Microsoft nel #Metaverso, Mercati nel pallone, Putin in Ucraina


Per la blue chip fondata da Bill Gates l'acquisto di Acrivision costituisce un record e si inquadra in una scelta strategica fondamentale per l'ingresso nel cosiddetto Metaverso, cioè la realtà virtuale che, secondo gli entusiasti, definirà l'interfaccia di tutti i social media (e della rete).

Activision Blizzard ha sviluppato alcuni dei giochi più diffusi, Call of Duty, Guitar Hero, Overwatch, StarCraft o World of Warcraft, che diventeranno presumibilmente esclusiva di Xbox (bye bye Playstation di Sony). Le nostre vite future saranno sempre più avviluppate in questa meta-realtà virtuale, un paradiso degli sfigati, di cui i media gonfiano le sorti a mo' di pallone aerostatico.



Nel frattempo sui mercati hanno capito che l'inflazione temporanea è una gigantesca fake news e la Fed dovrà presto aumentare i tassi oltre a dover prosciugare la montagna di liquidità che ha immesso sin dal 2008. I primi a farne le spese sono stati i titoli tecnologici, dalle start-up fino a Tesla. La Bce invece continua nel suo beato sonnambulismo mentre i venti di guerra soffiano sull'Ucraina.

Il negoziato USA - Russia a Ginevra è finoto senza risultati di rilevo, ma Putin ha preso gusto a presentarsi come il Belfagor dell'URSS. Putin spera di distogliere l'attenzione dei Russi dal disastro economico agitando l'invasione dell'Ucraina come

8 gen 2022

L'euro compie 20 anni, alla faccia delle scimmie che ne prevedevano il tramonto




Il 1 gennaio 2002, a cominciare dalla Finlandia, entravano in circolazione le monete e le banconote della moneta unica europea dopo un periodo di tre anni in cui l'euro era stato solo una valuta virtuale usata nei bilanci aziendali e nei mercati finanziari. L'operazione logistica fu un successo straordinario completata in meno di due mesi.

Per l'Italia l'euro ha rappresentato uno scudo formidabile che ci ha protetti dagli shock dell'economia globale 

L'euro ha permesso una gigantesca riduzione degli interessi sul debito pubblico e ha spinto un aggiustamento doloroso ma necessario dell'industria italiana che oggi tiene a galla il paese con 500 miliardi di esportazioni. Ma in questo ventennio quei benefici sono stati vergognosamente dilapidati dai governi di destra e di sinistra per comprare il consenso e continuare ad alimentare le sacche di parassitismo clientelare. Si tratta del più grande crimine politico della Storia italiana.




Quella stessa cloaca politica che ha commesso il crimine (sia a destra che a sinistra) mira a completare l'opera di devastazione 

I partiti che hanno fatto campagna elettorale nel 2018 chiedendo i voti per toernare alla lira appena sperperati i fondi del Next Generation EU cercheranno l'occasione propizia per la cosiddetta Italexit.

Perché non bisogna farsi illusioni. Il percorso di risanamento futuro per un paese arretrato e inefficiente sarà dolorosissimo. La masnada di demagoghi che al momento si tiene nell'ombra, è pronta a tornare alla luce del sole per diffondere le sue ignobili menzogne sul tramonto dell'euro.

13 nov 2021

La Favola dell'Inflazione Temporanea

Mentre ci si dedica ad oziose disquisizioni su cosa significhi inflazione “transitoria”, la domanda cruciale verte su come famiglie e aziende reagiranno alla fiammata dei prezzi post-Covid. Qual è l'impatto psicologico nella gente di questa dinamica deleteria dopo anni di bassa inflazione o moderata deflazione?

Come cambieranno i comportamenti degli agenti economci? Il presidente dell'Atlanta Fed, Raphael Bostic, tra gli altri, ha messo in luce come quanto più a lungo il tasso di inflazione rimane elevato, tanto più è probabile che manager, sindacati e risparmiatori modifichino le aspettative sulla perdita del potere di acquisto della moneta e si regolino di conseguenza.

I lavoratori chiedono aumenti salariali poiché possono vedere che i loro salari si assottigliano in rapporto alle necessità quotidiane, a partire dall'affitto e dal pieno di carburante. Le imprese, dal canto loro, sono indotte ad aumentare ulteriormente i prezzi per mantenere i margini. Gli economisti chiamano questo fenomeno "spirale prezzi-salari". Era la situazione che prevaleva in Italia (e in altri paesi avanzati)negli anni 70 ed 80 -- esacerbata dalla scala mobile -- si accompagnava a periodiche svalutazioni della lira che esacerbavano la situazione e distruggevano il tessuto economico.

Si pensava che la banche centrali avessero imparato la lezione, invece con la politicizzazione della politica monetaria i banchieri centrali stanno commettendo gli stessi errori che portarono alla staglflazione dopo lo shock petrolifero del 1973.

11 giu 2021

Lagarde, ovvero l'illusione del pasto gratis



La BCE continua a rimandare la discussione sulla fine delle misure eccezionali di politica monetaria, che però dopo quasi 13 anni ininterrotti sono diventate pratica corrente. I bilanci si sono gonfiati, i tassi sono negativi da lustri, i debiti pubblici continuano ad aumentare, ma l'economia di Eurolandia ristagna miseramente. Finora la bassa inflazione (quella registrata dagli indici ufficiali dei prezzi al consumo) forniva un alibi per continuare a manipolare i mercati obbligazionari e a farsi dettare le decisioni di politica monetaria in base alle esigenze di cassa dei governi. Insomma per molto tempo il Consiglio Direttivo della BCE ha internalizzato l'illusione del pasto gratis.



Però non è detto che la quiescenza dei prezzi registrati dagli statistici possa resistere di fronte all'inflazione da materie prime e allo shock di offerta post Covid. Se l'inflazione modificasse in modo sostanziale le aspettative di inflazione del mercato i tassi a lungo termine verrebbero sospinti verso l'alto e i debiti pubblici dei paesi più indebitati, Italia in primis, diventerebbero insostenibili. In altri termini, il vero nocciolo della questione per la BCE e l'Unione Europea è il ritorno alle regole di bilancio nel 2023, che dovranno essere definite nei prossimi mesi. La variabile politica più importante in questo contesto è il risultato delle elezioni tedesche di settembre.

L'uscita di scena della Merkel, sempre troppo morbida sulla (in)disciplina fiscale dei PIGS, significa che nella campagna elettorale la governance dell'Eurozona sarà una tema caldo. Il Presidente del Bundestag Wolfgang Schauble in un articolo sul Financial Times ha già posto la questione in termini chiari. Le proposte di riforma della politica fiscale piu' o meno fantasiose si stanno accumulando, ma quali che siano non esiste la bacchetta magica che possa far sparire il debito italiano quindi la cinghia presto o tardi andrà stretta. Altrimenti la deriva argentina diventerebbe inevitabile.

L'altro aspetto della politica monetaria che la BCE non riesce a gestire è il meccanismo di trasmissione dei tassi sottozero all'economia reale. Come mai pur con tassi negativi le banche non finanziano i clienti? Perché non si affronta una volta per tutte la riforma del sistema bancario superando quel cumulo di idiozie che va sotto il nome di Basilea 2 e, peggio ancora, Basilea 3? A cosa serve aver trasferito la vigilanza a Francoforte se il mercato del credito rimane segregato su base nazionale, e gli istituti bancari con gusto perverso riempiono i loro bilanci di titoli di stato?

1 dic 2020

Caro Giuseppi, fra un po' finisce il PEPPi





Uno dei migliori giornalisti europei, Udo Gumpel, partecipa a questa imperdibile puntata di Inglorious Globastards per esaminare un ampio spettro di temi: l'Unione europea, la Germania, la Bce, la sentenza della Corte Costituzionale tedesca, la pandemia e l'incombente rischio di una default dell'Italia.

L'economia italiana rimane a galla solo grazie al sostegno dell'Europa, altrimenti il Covid avrebbe dato il colpo di grazia ad un debito pubblico fuori controllo e a un sistema produttivo in declino da oltre tre decenni. Ma i media italiani ignorano totalmente un gigantesco elefante che si aggira, con barriti assordanti, per le auguste stanze del palazzone sito in via XX settembre a Roma: il PEPP, vale a dire l'allegro programma di acquisti massicci di debito pubblico da parte della Banca centrale europea, permette di derogare alle capital keys (cioè la quota che ogni paese dell'euro area detiene nel capitale della Bce), ma solo in via temporanea. Invece al popolo bue viene fatto credere che la Bce possa favorire l'Italia in eterno. Addirittura alcune moltitudini telelobotomizzate sognano che un bel giorno, come farnetica la nota testa di Sasso, la Lagarde potrebbe persino cancellare i debiti con un tratto di penna o con un click del mouse.

In pratica la Bce puo' comprare a piene mani i Btp italiani per alcuni mesi, ma poi questi acquisti non solo devono ridursi, ma per non derogare alle regole europee devono azzerarsi. Per quanto probabilmente alla prossima riunione del Consiglio Direttivo della Bce di questo mese, la dotazione del PEPP verra' aumentata e la scadenza prorogata a fine 2021, la sabbia nella clessidra sta esaurendosi.

In ogni caso il PEPP non potra' essere esteso all'infinito perche' violerebbe platealmente la sentenza della Corte Costituzionale tedesca che ha fissato paletti ben precisi per contrastare la deriva venezuelana a cui la classe politica italiana, quasi unanimemente aspira. Per questo torna in auge l'esproprio del risparmio, che la vaselina semantica delle scimmie al volante definisce "imposta patrimoniale". Si comincia con un'aliquota dello 0,2% sulle case di lusso tanto per mettere in moto e testare il meccanismo. Poi quando sara' ben oliato inizieranno a salire le aliquote e a scendere le soglie su cui si applicano.

16 nov 2020

La Testa di Sasso





Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli in un'intervista a Repubblica si e' allineato al populismo sovranista piu' deteriore ipotizzando che la BCE "cancelli i debiti" emessi dai paesi membri dell'area euro per pagare i costi stratosferici della pandemia.

La becera ignoranza che ispira tale vaneggiamento e' sconcertante. Ma le conseguenze politiche per la credibilita' dell'Italia, paese ritenuto inaffidabile nelle stanze che contano sono devastanti.

Sassoli doveva rappresentare nelle istituzioni europee le idee e le energie migliori dell'Italia, in opposizione alla deriva sovranista. Insomma la nomenklatura del PD si era presentata in Europa come un baluardo di affidabilita' e lungimiranza di fronte alla masnada salviniana aizzata dai Borghi, dai Bagnai, dai Rinaldi e dai disturbati assortiti.

Invece Sassoli ci rifila un rigurgito di farneticazioni da osteria leghista che accentueranno il dispresso dei paesi seri verso l'Italia. Un danno incalcolabile dopo che la Merkel aveva speso un cospicuo capitale politico nella UE per architettare il Recovery fund per sostenere soprattutto il nostro paese gia' avviato verso il default in stile Libanese.

La valanga di soldi di cui beneficerebbero in primo luogo l'Italia e la Spagna costituisce un aiuto essenziale per non finire in bancarotta. Ma le teste di sasso e di sassoli-no non hanno quella dose minima di intelligenza per rendersene conto

Infatti la presidente della Bce Christine Lagarde durante la periodica audizione al Parlamento Europeo in risposta a un deputato grillino ha affermato: “Leggo sempre con interesse tutto quello che dicono i rappresentanti del Parlamento Ue e soprattutto i presidenti. La mia risposta all'idea di Sassoli di cancellare il debito contratto dai Paesi membri con la Bce è molto corta: tutto quello che va in quella direzione è contro i trattati, c'è l'articolo 103 che proibisce quel tipo di approccio e io rispetto i Trattati”.

Insomma una sconfessione pubblica, brutale e umiliante per l'ex mezzobusto, trattato come merita un poveretto che conosce i Trattati europei quanto il suo alleato Giggino da Pomigliano conosce la geografia.

20 ott 2020

Un Chip Sottopelle Sostituira' il Portafogli?



Quasi tutte le maggiori banche centrali (inclusa la Bce) stanno valutando l'introduzione di mezzi di pagamento elettronici.
Le autorita' monetarie cinesi sembrano ad uno stadio piu' avanzato. Le sperimentazioni sono già in corso in quattro grandi città pilota scelte dalla People's Bank of China e coinvolgono sette grandi banche commerciali. Alcuni ventilano l'ipotesi che con lo yuan digitale la Cina voglia attaccare il primato del dollaro nelle transazioni internazionali.

La BCE dal canto suo ha annunciato alcuni giorni fa che a Francoforte si sta seriamente studiando un progetto su cui la Banca d'Italia ha assunto l'iniziativa. Nonostante una straordinaria diffusione delle transazioni digitali sin dall'introduzione dell'euro, in Euroloandia il 75% degli acquisti avviene ancora in contanti. Tuttavia esiste gia' in nuce una piattaforma, il TIPS, (Target instant payment settlement) concepita, sviluppata e gestita - dalla Banca d'Italia per l'Eurosistema. In teoria si potrebbe estendere l'accesso a imprese e privati.
Per sondare l'accettazione di vari stakeholders la Banca d'Italia, ha lanciato una consultazione pubblica.
Invece sull'altro lato dell'Atlantico, nonostante tutta questa febbrile attivita' delle "concorrenti", la Federal Reserve americana, per il momento non sembra intenzionata ad implementare il lancio della sua moneta digitale.

In questa puntata (aiutandoci con una tabella preparata da Luca Fantacci su Lavoce.info) spieghiamo cosa sono queste monete digitali, perche' sono diverse dalle cripto monete come Bitcoin o Ethereum e anche da Libra, la valuta vagheggiata da Mark Zuckerberg.

Insomma invece del portafogli useremo un chip sottopelle per pagare al supermercato e al bar?