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20 dic 2020

Argentina, ovvero come sarebbe l'Italia fuori dall'euro





L'Argentina ci consente di capire quale sarebbe la situazione dell'Italia se non facesse parte dell'Unione Monetaria Europea e se non fosse soggetta al vincolo esterno imposto dalle istituzioni europee. Un'economia poco produttiva, con poche aziende innovative, in balia di una classe politica di infima qualita', votata da furbastri di bassa lega e con una valuta deprezzata che alimenta l'iperinflazione



Anzi sarebbe in una situazione molto peggiore, visto che l'Italia ha un territorio per lo piu' montuoso e poco fertile, mentre l'Argentina ha distese sterminate di terra dalla quale si producono enormi quantita' di derrate agricole, oltre a pascoli immensi con milioni di capi.

L'Italia ad esempio non potrebbe permettersi di mantenere il 55% degli occupati ufficiali come impiegati pubblici come avviene nella Pampa dove 3,2 milioni di parassiti gravano sulle spalle di chi lavora. Fabrizio Pravedoni racconta il baratro in cui e' precipitata la patria di Bergoglio, di nuovo in mano alla Kirchner. Una tragica Discesa agli Inferi di un'economia devastata dal peronismo piu' deteriore, dalla corruzione piu' sfacciata e dall'epidemia di Covid19 piu' devastante.

1 dic 2020

Caro Giuseppi, fra un po' finisce il PEPPi





Uno dei migliori giornalisti europei, Udo Gumpel, partecipa a questa imperdibile puntata di Inglorious Globastards per esaminare un ampio spettro di temi: l'Unione europea, la Germania, la Bce, la sentenza della Corte Costituzionale tedesca, la pandemia e l'incombente rischio di una default dell'Italia.

L'economia italiana rimane a galla solo grazie al sostegno dell'Europa, altrimenti il Covid avrebbe dato il colpo di grazia ad un debito pubblico fuori controllo e a un sistema produttivo in declino da oltre tre decenni. Ma i media italiani ignorano totalmente un gigantesco elefante che si aggira, con barriti assordanti, per le auguste stanze del palazzone sito in via XX settembre a Roma: il PEPP, vale a dire l'allegro programma di acquisti massicci di debito pubblico da parte della Banca centrale europea, permette di derogare alle capital keys (cioè la quota che ogni paese dell'euro area detiene nel capitale della Bce), ma solo in via temporanea. Invece al popolo bue viene fatto credere che la Bce possa favorire l'Italia in eterno. Addirittura alcune moltitudini telelobotomizzate sognano che un bel giorno, come farnetica la nota testa di Sasso, la Lagarde potrebbe persino cancellare i debiti con un tratto di penna o con un click del mouse.

In pratica la Bce puo' comprare a piene mani i Btp italiani per alcuni mesi, ma poi questi acquisti non solo devono ridursi, ma per non derogare alle regole europee devono azzerarsi. Per quanto probabilmente alla prossima riunione del Consiglio Direttivo della Bce di questo mese, la dotazione del PEPP verra' aumentata e la scadenza prorogata a fine 2021, la sabbia nella clessidra sta esaurendosi.

In ogni caso il PEPP non potra' essere esteso all'infinito perche' violerebbe platealmente la sentenza della Corte Costituzionale tedesca che ha fissato paletti ben precisi per contrastare la deriva venezuelana a cui la classe politica italiana, quasi unanimemente aspira. Per questo torna in auge l'esproprio del risparmio, che la vaselina semantica delle scimmie al volante definisce "imposta patrimoniale". Si comincia con un'aliquota dello 0,2% sulle case di lusso tanto per mettere in moto e testare il meccanismo. Poi quando sara' ben oliato inizieranno a salire le aliquote e a scendere le soglie su cui si applicano.