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11 apr 2021

La Libia volta pagina, l'Italietta no




Dopo 10 anni di guerra civile in Libia da qualche settimana si è instaurato un governo di unità nazionale sotto l'egida dell'ONU e la speranza di un ritorno alla vita normale non è più un miraggio. Per poter capitalizzare su questo sviluppo il Presidente del Consiglio Draghi ha dedicato la sua prima missione internazionale alla nostra ex colonia. Purtroppo però riannodare i rapporti e cercare di riparare i danni fatti da tutti i governi che si sono succeduti dalla caduta di Gheddafi non sarà facile. L'Italia nella crisi libica è diventata lo zimbello del Mediterraneo. Un paese inaffidabile e pavido che abdica ai suoi impegni e orienta la politica estera quasi solo in funzione dei flussi migratori perché fanno aumentare l'audience dei TG e delle trasmissioni spazzatura.



Su tutto il resto i governi italiani, a cui l'America e la comunità internazionale avevano conferito un ruolo di leadership nella gestione della crisi libica, hanno dimostrato soltanto di saper infilare la testa sotto la sabbia e alimentare un fiume di vacui ritornelli buoni per riempire le scartoffie inutili degli archivi diplomatici.

Grazie alla vigliaccheria italiana in Libia si sono installati militarmente Russi e Turchi che hanno riempito il vuoto di potere con una manciata di soldati e qualche mezzo militare obsoleto e mentre Di Maio pensava a litigare con Dibba e Casaleggio, hanno rafforzato la propria presenza militare rispettivamente in Tripolitania e Cirenaica. Grazie a questa scaltrezza e nonostante siano due paesi in crisi profonda si siederanno al tavolo della pace da vincitori mentre il governo italiano favoleggia di autostrade e altri progetti senza avere un dinaro da mettere sul piatto.