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La presidenza Biden è il primo caso di fantozziano autosiluramento politico-militare trasmesso in mondovisione, dopo avver dichiarato pomposamente e solennemente che a Kabul non si sarebbero viste scene che evocassero Saigon nel 1975.
I generali americani dal canto loro hanno fatto la stessa figura del collega irakeno il quale con i carri armati Usa alle spalle assicurava ai media che l'avanzata su Bagdad era stata respinta brillantemente. Ora dal Pentagono tutti gli zerbini in mostrine e stellette tirano fuori i memoranda e i rapporti con cui avevano avvisato il governo dei pericoli. Se esistsse il Premio Nobel per la Parata delle Chiappe più sfrontata non ci sarebbe competizione.
Quando le bordate arrivano persino dalla CNN, dal New York Times e dal Washington Post che si erano distinti nella propaganda a Biden è chiaro che la futura carriera politica sarà una via crucis disseminata di molte e penose stazioni. Ma il massacro mediatico non avviene solo in patria per la fine ingloriosa della guerra che per costi è superata solo dal secondo conflitto mondiale e dall'invasione dell'Iraq.
Nel video che accompagna questo post ci si fa beffe del poveretto dall'Australia e non solo per la catastrofe afgana. Da alcuni giorni dal laptop del figlio Hunter è emerso un video che lui stesso ha registrato in evidente stato confusionale sui suoi rapporti con prostitute altre faccende inquietanti in cui è coinvolto.