Tra Trump e von der Leyen esiste un palese disaccordo sui termini del trattato commerciale negoziato in Scozia. I comunicati diffusi dalla Casa Bianca e dalla Commissione Europea infatti sono difformi.
Apparentemente, per quel che si può l'accordo prevede una tariffa base del 15% su un'ampia gamma di esportazioni europee verso gli Stati Uniti, con alcune eccezioni settoriali:
Acciaio e alluminio: dazio del 50%
Macchinari: tariffe zero o molto ridotte
Farmaceutico: da decidere in seguito, Trump vuole ridurre i prezzi americani
Semiconduttori: termini ancora ambigui
In cambio, l'Europa dovrebbe:
Investire 600 miliardi di dollari negli USA (in fabbriche? in T-bill, in azioni? Boh, non è dato sapere)
Acquistare 750 miliardi di dollari in materie prime energetiche ed armi in 5 anni
Gli effetti di questo accordo, ammesso che venga ratificato, si dipaneranno per anni. Alcuni esperti come Michele Boldrin parlano di "sconfitta europea", per l'arrendevolezza dimostrata dalla von der Leyen e l'ignavia dei governi europei. Altri, ad esempio Tommaso Monacelli, sostengono che non sia una vittoria di Trump, poiché i dazi ricadranno sui consumatori americani creando effetti inflazionistici e depressivi.
Un vantaggio potenziale per l'Europa emerge dai dazi differenziati: 15% sulle importazioni europee vs 55% su quelle cinesi, creando un vantaggio competitivo rispetto alla Cina, specialmente nel settore dei macchinari dove Italia e Germania sono leader mondiali.
Mancano i dettagli sui settori automobilistico, alimentare e farmaceutico, così come sul significato della locuzione «apertura dei mercati europei» a cui hanno fatto riferimento sia Trump che von der Leyen.
Insomma, se vogliamo prendere tutta questa vicenda con filosofia e nell'ottica più ampia del quadro geopolitico, Stati Uniti ed Europa disinnescano la miccia di una guerra commerciale che avrebbe demolito i rapporti economici cruciali per l’economia occidentale, ma la saga non è all’epilogo. Gli europei attendono sulle rive del fiume che passi il cadavere politico di Trump (al massimo fra tre anni) e quello del protezionismo becero che lui incarna.
Viene ingoiato il rospo perché l’Europa non può fare a meno degli Usa per la difesa dell’Ucraina contro la Russia. Quindi al di là dell'indignazione per il trattamento ricevuto, le cancellerie europee devono mantenere Trump impegnato nella Nato e mantenere in vita un simulacro di rapporti transatlantici in attesa che passi la nottata MAGA.