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28 dic 2020

SPUTIN di VELENO



Il regime putiniano e' un misto di corruzione e autoritarismo, imperniato su un pactum sceleris tra una congrega di ex agenti del KGB. Alla retorica sovietica si e' sostituito un misto tossico di nazionalismo e mistiscismo religioso, ma la repressione violenta rimane quella dei tempi dell'URSS. Pochi giorni fa i sicari del Cremlino sono strati ridicolizzati in un video, dalla sua vittima designata, il leader dell'opposizione, Alexei Navalny (spacciatosi per un capo dei servizi segreti). Insomma l'assassino che aveva messo l'agente nervino negli indumenti di Navalny ha candidamente esposto nei dettagli allo stesso Navalny (non capendo di essere vittima di un tranello) il piano per assassinarlo.



L'aspetto inquietante e' che la banda di sgherri di Putin ha seguito Navalny per oltre tre anni prima di mettere a punto il tentativo di omicidio. Il video e' stato visto da decine di milioni di persone, pochi giorni dopo la tradizionale, oscena conferenza stampa di fine anno dove Putin risponde alle domande di lacche', zerbini e cortigiani assortiti. L'autocrate aveva affermato che in caso avesse inviato sicari ad eliminare Navalny, loro non avrebbero fallito. Insomma un disastro per l'immagine da duro tanto cara al Meo Patacca venuto da Leningrado.

La Russia rimane un paese arretrato e povero nonostante ricchezze naturali stratosferiche. Invece di usarle per diffondere il benessere tra la popolazione il governo le assorbe per l'ipertrofico apparato militare e soprattutto per la guerra cibernetica contro l'Occidente. Pochi giorni fa il Segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo ha rivelato che i russi hanno penetrato per anni a fini di spionaggio i server delle istituzioni federali. Purtroppo in Occidente si continua a sottovalutare la minaccia russa e le interferenze nelle elezioni dei paesi europei, dalla Francia al Regno Unito per finire all'Italia dove appannatasi la leadership di Berlusconi, e' arrivato Salvini a coprire il buco.