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25 mar 2021

Il Travet nel Cyberspazio





Da sempre la Pubblica Amministrazione italiana e' una zavorra insostenibile per il paese: farraginosa, disorganizzata, autoreferenziale, inefficiente. E' l'unico settore dove la produttivita' da anni e' addirittura negativa. Il Recovery Plan potrebbe costituire la miccia per far deflagrare una rivoluzione epocale, ma a giudicare dalle avvisaglie dell'accordo Brunetta-Sindacati sul pubblico impiego nemmeno i soldi dell'UE costituiscono un incentivo per intaccare le resistenze corporative.



Invece nei talk show per telelobotomizzati la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ha assunto lo stesso ruolo della lotta all'evasione: la panacea di tutti i problemi, l'illusione delle anime belle, il nirvana dello stato efficiente. Come dovrebbe essere la PA nel XXI secolo? Innanzitutto si devono vietare le carte, le stampanti, i fax e le fotocopiatrici. Poi bisognerebbe chiudere gli edifici pubblici e sostituirli con un portale on line. Il punto di arrivo ideale sarebbe l'eliminazione quasi completa degli umani nelle funzioni amministrative, sostituite da processi automatizzati gestiti dall'intelligenza artificiale. Nel settore privato esistono gia' tutte queste tecnologie modulari da implementare a piacimento, Insomma si assemblano i pezzi che servono come dei mattoni lego: database, storage solution, security, content delivery network, processori scalabili all’infinito (in modo che il sito non risenta del sovraccarico di accessi), e poi facial recognition per l'accesso e la sicurezza, speech-to-text per analizzare il livello di soddisfazione del cliente, gestione degli errori ecc.