Una massa di pensionati e aspiranti tali, con lo sguardo trasfigurato fisso sullo specchietto retrovisore, rifiuta di proiettarsi nel futuro e aspira a rifugiarsi nelle memorie fallaci di un tempo felice e prospero che in Italia non è mai esistito. Quantomeno non dalla seconda metà degli anni '60. Si celebra il tempo antico attraverso storie lacrimevoli di nonni e genitori. Si rivangano ricordi di gioventù esaltanti immersi nelle nebbie dei decenni.
E così mentre si dibatte furiosamente sul 25 aprile e sui saluti romani, nella televisione, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, spopolano l'intrattenimento becero condito di musiche degli anni '60, '70 e '80, il programma dei pacchi e i telegiornali con lunghi servizi dedicati ad attrici hollywoodiane morte da tempo.
I governi di qualsiasi colore si affidano al piccolo cabotaggio e alle pubbliche relazioni internazionali che sono perfette per i cinegiornali Luce 2.0 e danno l'illusione ai mediocri di contare qualcosa.
Nei regimi autocratici stampa e TV esaltano le visite all'estero del dittatore o l'accoglienza di capi di stato stranieri (solitamente altri come se fossero straordinari successi diplomatici. In prima pagina vengono pubblicati quasi quotidianamente i testi dei telegrammi di auguri per il compleanno di grandi leader stranieri, spacciati come evidenza del prestigio internazionale del paesucolo, di solito isolato, arretrato e sostanzialmente irrilevante.
I maggiori media italiani hanno introiettato il modello e lo esibiscono con orgoglio ai loro residui lettori e spettatori.
Non emerge alcun progetto ambizioso o almeno coerente sui prossimi venti anni, sul ruolo dell'Italia nell'economia globale, sui punti di forza da sfruttare e sulle debolezze da sanare. Ci si riempie la bocca di Made in Italy a cui è dedicato persino un ministero, ma nell'ottica di promuovere formaggi e vini. Il turismo alimenta il miraggio del "nostro petrolio". Invece si ignorano farmaceutica e macchinari industriali, che costituiscono il nerbo delle nostre esportazioni. Settori troppo oscuri da comprendere per un target di analfabeti funzionali ostili ai progressi tecnologici e scientifici, vissuti come un'intollerabile e gravissima minaccia allo status quo (vedasi la reazione ai vaccini anti Covid) e alle mediocri certezze del piccolo mondo antico.
Quanto al sistema educativo che dovrebbe formare talenti e affinare competenze in Intelligenza Artificiale, robotica, nonotecnologie, bioscienza, l'ineffabile Valditara si concentra sull'insegnamento del latino nelle scuole medie, mentre l'istruzione professionale è di fatto inesistente. L'istruzione permanente è sconosciuta, la formazione è una Cenerentola dopo lo scoccare della mezzanotte e al suo posto si esalta il prepensionamento e si imbastiscono inutili o dannosi tavoli di crisi al ministero di Salvini. Buona fortuna, a voi che vivete aggrappati alla speranza di essere lasciati in pace dal mondo che cambia.
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