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5 giu 2021

Le imposte di successione sono sbagliate?





Le tasse di successione offrono l'occasione per un'analisi ad ampio raggio su cosa sia diventata la democrazia. Da strumento per limitare le pretese del sovrano e scegliere le personalita' piu' adatte a gestire la cosa pubblica, la democrazia si e' deteriorata in una lotta tra bande all'assalto dei fondi pubblici. Il concetto di redistribuzione del reddito diventa il grimaldello retorico per ipetrofizzare le funzioni dello Stato e atrofizzare la pubblica opinione. Quando il miglioramento della propria condizione economica e sociale dipende dalla benevolenza di un'autorita' pubblica cambiano le regole del gioco. Innovazione, studio, sacrifici, lavoro perdono importanza e la competizione si gioca sulla capacita' di influenzare la distribuzione della spesa pubblica a vantaggio del proprio gruppo.



I Che Guevara da operetta creano in questo modo la dipendenza dallo Stato e inflazionano le aspettative di settori sempre più vasti della popolazione. Il circolo vizioso che parte dall'invidia sociale, nutre l'ideologia statalista e finisce per distruggere le liberta' fondamentali. Il problema non sono le imposte di successione, che in un sistema fiscale equo potrebbero benissimo essere contemplate. Il problema è la propaganda becera del segretario Barzel-Letta che spera di risalire nei sondaggi sventolando il miraggio dei 10mila euro dopo aver assistito al successo del Reddito di Cittadinanza. Se mai una misura del genere vedesse la luce giovani capaci utilizzerebbero la "dote" per comprare un biglietto di sola andata verso un paese civile dove poter realizzare le proprie aspirazioni.