Da quasi un anno la situazione dell'Ucraina evoca un ottovolante. Dal blocco dei rifornimenti americani, all'invasione del Kursk; dalla campagna elettorale all'elezione di Trump; dal risveglio dell'Europa dopo il litigio in mondovisione tra #trump e #zelensky; dalla riappacificazione in #vaticano al tratto sulle risorse minerarie è stato un susseguirsi di agonie, successi, patemi, eroismi, scoraggiamenti e rinate speranze.
L'elezione di Trump ha costituito un mutamento epocale nella sostanza con cui l'America affronta le relazioni internazionali. Ma sull'Ucraina le varie fazioni che si contendono il potere all'interno dell'Amministrazione Trump (Rubio da una parte, JD Vance dall'altra) ancora non hanno trovato un punto di intesa. Quindi la superpotenza procede a tentoni mentre i dignitari sono intenti a compiacere il capo sondandone gli umori.
Ma a che punto è davvero la notte per l'Ucraina che non vuole sottomettersi alla dittatura di un criminale di guerra e combatte per difendere sé stessa e il resto d'Europa dall'aggressione di orde barbariche agli ordini di un tiranno sanguinario senza scupoli? Le profezie di sventura sull'imminente collasso del fronte per mancanza di truppe si sono rivelate le solite bufale diffuse a piene mani dalla propaganda russa. Tutte le analisi sull'imminente caduta di Pokrovsk hanno reso ridicoli i generali e gli "analisti" militari che le illustravano con dovizia di particolari.
Con la stabilizzazione del fronte il conflitto entra nella fase in cui l'esito si decide a livello economico e tecnologico. Da questo punto di vista gli ucraini sono in leggero, ma significativo vantaggio per due motivi.
1) la popolazione ormai è preparata o rassegnata alle privazioni e alle sofferenze inflitte dalle orde putiniane. Quindi dal punto di vista economico non si aspetta molto.
2) Il sostegno economico europeo continua e solidifica la capacità produttiva di armi, per cui a parte i sistemi di difesa antimissile l'Ucraina è in grado di reggere lo sforzo bellico.
La Russia al contrario ha sempre meno risorse dall'export di petrolio e sempre meno capacità di produrre armi sofisticate. La strategia di assalti disperati contro le fortificazioni ucraine è vieppiù autolesionista. Il problema per Putin è che altre strategie non sono nemmeno concepibili per un esercito poco sofisticato e totalmente sottoequipaggiato.
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4 mag 2025
1 mag 2025
L’Italia Retrograda e Ignorante Atterrita dal Futuro
Una massa di pensionati e aspiranti tali, con lo sguardo trasfigurato fisso sullo specchietto retrovisore, rifiuta di proiettarsi nel futuro e aspira a rifugiarsi nelle memorie fallaci di un tempo felice e prospero che in Italia non è mai esistito. Quantomeno non dalla seconda metà degli anni '60. Si celebra il tempo antico attraverso storie lacrimevoli di nonni e genitori. Si rivangano ricordi di gioventù esaltanti immersi nelle nebbie dei decenni.
E così mentre si dibatte furiosamente sul 25 aprile e sui saluti romani, nella televisione, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, spopolano l'intrattenimento becero condito di musiche degli anni '60, '70 e '80, il programma dei pacchi e i telegiornali con lunghi servizi dedicati ad attrici hollywoodiane morte da tempo. I governi di qualsiasi colore si affidano al piccolo cabotaggio e alle pubbliche relazioni internazionali che sono perfette per i cinegiornali Luce 2.0 e danno l'illusione ai mediocri di contare qualcosa.
Nei regimi autocratici stampa e TV esaltano le visite all'estero del dittatore o l'accoglienza di capi di stato stranieri (solitamente altri come se fossero straordinari successi diplomatici. In prima pagina vengono pubblicati quasi quotidianamente i testi dei telegrammi di auguri per il compleanno di grandi leader stranieri, spacciati come evidenza del prestigio internazionale del paesucolo, di solito isolato, arretrato e sostanzialmente irrilevante. I maggiori media italiani hanno introiettato il modello e lo esibiscono con orgoglio ai loro residui lettori e spettatori.
Non emerge alcun progetto ambizioso o almeno coerente sui prossimi venti anni, sul ruolo dell'Italia nell'economia globale, sui punti di forza da sfruttare e sulle debolezze da sanare. Ci si riempie la bocca di Made in Italy a cui è dedicato persino un ministero, ma nell'ottica di promuovere formaggi e vini. Il turismo alimenta il miraggio del "nostro petrolio". Invece si ignorano farmaceutica e macchinari industriali, che costituiscono il nerbo delle nostre esportazioni. Settori troppo oscuri da comprendere per un target di analfabeti funzionali ostili ai progressi tecnologici e scientifici, vissuti come un'intollerabile e gravissima minaccia allo status quo (vedasi la reazione ai vaccini anti Covid) e alle mediocri certezze del piccolo mondo antico.
Quanto al sistema educativo che dovrebbe formare talenti e affinare competenze in Intelligenza Artificiale, robotica, nonotecnologie, bioscienza, l'ineffabile Valditara si concentra sull'insegnamento del latino nelle scuole medie, mentre l'istruzione professionale è di fatto inesistente. L'istruzione permanente è sconosciuta, la formazione è una Cenerentola dopo lo scoccare della mezzanotte e al suo posto si esalta il prepensionamento e si imbastiscono inutili o dannosi tavoli di crisi al ministero di Salvini. Buona fortuna, a voi che vivete aggrappati alla speranza di essere lasciati in pace dal mondo che cambia. .
E così mentre si dibatte furiosamente sul 25 aprile e sui saluti romani, nella televisione, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, spopolano l'intrattenimento becero condito di musiche degli anni '60, '70 e '80, il programma dei pacchi e i telegiornali con lunghi servizi dedicati ad attrici hollywoodiane morte da tempo. I governi di qualsiasi colore si affidano al piccolo cabotaggio e alle pubbliche relazioni internazionali che sono perfette per i cinegiornali Luce 2.0 e danno l'illusione ai mediocri di contare qualcosa.
Nei regimi autocratici stampa e TV esaltano le visite all'estero del dittatore o l'accoglienza di capi di stato stranieri (solitamente altri come se fossero straordinari successi diplomatici. In prima pagina vengono pubblicati quasi quotidianamente i testi dei telegrammi di auguri per il compleanno di grandi leader stranieri, spacciati come evidenza del prestigio internazionale del paesucolo, di solito isolato, arretrato e sostanzialmente irrilevante. I maggiori media italiani hanno introiettato il modello e lo esibiscono con orgoglio ai loro residui lettori e spettatori.
Non emerge alcun progetto ambizioso o almeno coerente sui prossimi venti anni, sul ruolo dell'Italia nell'economia globale, sui punti di forza da sfruttare e sulle debolezze da sanare. Ci si riempie la bocca di Made in Italy a cui è dedicato persino un ministero, ma nell'ottica di promuovere formaggi e vini. Il turismo alimenta il miraggio del "nostro petrolio". Invece si ignorano farmaceutica e macchinari industriali, che costituiscono il nerbo delle nostre esportazioni. Settori troppo oscuri da comprendere per un target di analfabeti funzionali ostili ai progressi tecnologici e scientifici, vissuti come un'intollerabile e gravissima minaccia allo status quo (vedasi la reazione ai vaccini anti Covid) e alle mediocri certezze del piccolo mondo antico.
Quanto al sistema educativo che dovrebbe formare talenti e affinare competenze in Intelligenza Artificiale, robotica, nonotecnologie, bioscienza, l'ineffabile Valditara si concentra sull'insegnamento del latino nelle scuole medie, mentre l'istruzione professionale è di fatto inesistente. L'istruzione permanente è sconosciuta, la formazione è una Cenerentola dopo lo scoccare della mezzanotte e al suo posto si esalta il prepensionamento e si imbastiscono inutili o dannosi tavoli di crisi al ministero di Salvini. Buona fortuna, a voi che vivete aggrappati alla speranza di essere lasciati in pace dal mondo che cambia. .
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