Il risparmiatore italiano è tendenzialmente avverso al rischio. La sua priorità è la preservazione del capitale perché manifesta un'atavica diffidenza verso gli investimenti nei mercati finanziari, anche se in prospettiva offrono rendimenti più elevati.
Questa avversione deriva dalla memoria storica delle esperienze passate negative. Gli azionisti di minoranza nella Borsa italiana erano definiti "il parco buoi" perché i loro interessi venivano costantemente sacrificati e le aziende quotate in Italia hanno registrato performance per lo più negative in termini reali nel lungo periodo a partire dagli anni '50.
Tuttavia con il passaggio all'euro le opportunità per il risparmiatore italiano sono migliorate esponenzialmente. Mentre fino al 1999 gli investimenti in aziende straniere e ancor più in obbligazioni estere esponevano al rischio di cambio, oggigiorno la moneta unica ha azzerato questo rischio.
Ma i risparmiatori italiani ricevono comunque servizi non esattamente entusiasmanti da parte dei grandi gestori del risparmio, soprattutto in termini di commissioni e scarsa trasparenza. Insomma anche se in misura minore di un tempo i risparmiatori sempre trattaticome il parco buoi,
Invece le strategie di investimento richiedono una comprensione dei rischi associati, con particolare enfasi sui drawdown massimi, sui tempi di recupero dai minimi, sui benefici della diversificazione e sulle caratteristiche delle varie classi di asset.
Nel video tutti questi temi vengono sviscerati con un linguaggio semplice che possa essere compreso anche da chi non ha dimestichezza con le moderne metodologie di gestione patrimoniale.
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25 apr 2024
11 giu 2021
Confedilizia Spiega il Bonus 110%
Tutti i tasselli del provvedimento legislativo denominato Bonus 110% per le ristrutturazioni energetiche degli immobili sono stati messi a punto (almeno per quanto sia possibili in un paese caotico e farraginoso come l'Italia) dal governo Draghi. Però vanno segnalati almeno due elementi critici.
1) La limitata durata temporale del sussidio che concentra l'attivita in due anni e che quindi provoca un collo di bottiglia dovuto alla capacita' delle imprese di eseguire una enorme mole di lavori. Sarebbe stato molto più logico fissare la scadenza al 2026 per non rischiare un boom seguito da una violenta depressione. 2) I prezzi delle materie prime stanno lievitando e quindi i listini regionali sono ormai obsoleti e quindi con i preventivi irrealistici molti proprietari rischiano di andare a sbattere a causa dell'inflazione galoppante.
Ne parliamo con Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confediliza, che spiega quali sono gli aspetti piu' interessanti del bonus, le trappole della burocrazia e le criticita' di cui bisogna essere consci.
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