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2 apr 2021

Industriali di tutto il mondo ribellatevi!




Il settore industriale, umiliato dal dominio delle aziende hi tech, sta vivendo il rincaro dei prezzi delle materie prime come un'occasione di riscossa. Aziende che devono accontentarsi di margini esigui nonostante investimenti colossali e migliaia di dipendenti a libro paga sono determinate a cogliere l'occasione per riconquistare un posto al sole nella distribuzione dei profitti, dopo gli anni passati all'ombra del predominio della finanza e di Silicon Valley.



Un caso da manuale e' la taiwanese TSMC, colosso dei semiconduttori che ha visto la domanda dei suoi prodotti crescere in modo esponenziale e non riesce a soddisfare la fame di chip. Ci riusciranno? Al momento effettivamente i rincari dei prezzi su scala globale sembrano favorire la old economy. Ma i precedenti storici non depongono a favore: anche l'agricoltura dopo la guerra rifiorì per qualche anno sfruttando la scarsità dell'offerta e la situazione di emergenza. Ma non riuscì ad invertire il trend secolare di progressiva marginalizzazione. Un'avvisaglia viene dal mercato del petroli dove il trend rialzista si è arenato perché i maggiori produttori hanno deciso di aumentare la produzione al fine di riempire le esangui casse del governo.

9 gen 2021

Stellantis, ma non Cadentis


Una delle operazioni industriali piu' imponenti degli ultimi anni in Europa e' la fusione di Fiat-Crysler (FCA) con Peugeot-Citroen-Opel per formare STELLANTIS, un closso di caratura globale che produrra' quasi 9 milioni di autovetture in stabilimenti diffusi in tutto il mondo.



La stampa provinciale italiana diffonde la solita vulgata banale, frutto di analisi orecchiate in qualche spaccio aziendale: 1) la fusione in realtà sarebbe una vendita ai francesi della FCA da parte della famiglia Agnelli-Elkann, che in questo modo esce dal settore automobilistico come pianificato da tempo.
2) i soci di Peugeot comanderanno nel gruppo perche' hanno nominato l'amministratore delegato Carlos Tavares, mentre John Elkann avra' (oltre a ricchi dividendi) un ruolo cerimoniale come Presidente di Stellantis;
3) il gruppo dovra' tagliare rami secchi e fabbriche poco produttive, ma siccome il governo francese che ha una quota del 6,2% nel capitale difendera' l'occupazione in patria e saranno chiusi gli stabilimenti in Italia (dove FCA accumula solo perdite).

Un veterano dell'industria automotive europea, Pierangelo Decisi, Vice Presidente dell'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia.it) ci spiega quali sono i veri disegni dietro questa fusione e le opportunita' che si aprono per un enorme pezzo dell'industria italiana inserito in uno dei maggiori gruppi industriali.