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17 ago 2025

ChatGPT5: A Qualcuno Non Piace Freddo

Molte persone nell-interazione con ChatGPT-4 hanno preso ad usare il chatbot come una sorta di confidente o di amico, insoma una presenza con cui condividere emozioni, preoccupazioni, paure. Le risposte del sistema di intelligenza artificiale esprimevano un calore "umano" rassicurante. Mentre ChatGPT-5, secondo milioni di utenti, viene considerato "freddo", meno empatico.

L'inanimato come surrogato umano

Evidentemente l'uso dell'intelligenza artificiale come amico virtuale, rischia di amplificare lo stress nei giovani o negli individui soli o fragili. Con i socila media si sono manifestati fenomeni analoghi ad esempio l'anoressia tra le giovanissime bombardate da messaggi ossessivi sull'aspetto fisico.

Ma l'interazione umana con intelligenze artificiali, appare più come una sorta di analogo cibernetico delle bambole gonfiabili, un surrogato dei rapporti umani, che mette a nudo traiettorie ellittiche della natura umana, particolarmente riguardo alla percezione dell'inanimato.

Questo tipo di fenomeni era stato preconizzato da Hollywood (e dalla letteratura) con film tipo AI e Simone. Ad ogni modo l'amministratore delegato di ChatGPT, Sam Altman, a furor di popolo si è visto costretto a ridare accesso alla versione precedente. 

Si è trattato di una scelta dolorosa per questioni di sostenibilità economica. Tenere in vita il vecchio modello comporta costi significativi in termini di potenza di calcolo e manutenzione, e ciò rappresenta un mal di testa strategico per OpenAI.



Ad ogni modo ChatGPT5, anche se non ha rappresentato quel salto quantico che alcuni preconizzavano, ha ottenuto un sostanziale miglioramento delle prestazioni. Per cui siamo lontani dal Sacro Graal dell'intelligenza artificiale generale (AGI), ma il livello attuale di intelligenza è qualcosa di impensabile solo 5-10 anni fa.

Mentre l'automazione si espande, il controllo umano per gestire le funzioni di alto livello e prevenire errori impropri diventerà uno skill essenziale per i professionisti del futuro. Le aziende saranno composte da persone in grado di pensare i processi e sfruttare l'AI in modo efficace.
 

14 ago 2025

Gli Effetti dei Dazi nel Breve e nel Lungo Periodo

Mentre l'attenzione è catalizzati dal lavorìo diplomatico per arrivare a una qualche forma di cessazione delle ostilità in Ucraina, il dossier dazi rimane aperto. Un accordo doveva essere raggiunto entro il 7 agosto, ma per il momento non si vede alcuna luce alla fine del tunnel e tutto rimane avvolto in una fitta coltre di incertezza. 

Le previsioni e le simulazioni effettuate con i modelli econometrici indicano una discrasia tra l'impatto reale dei dazi e quello paventato. I dazi colpiscono principalmente gli importatori piuttosto che gli esportatori e gli effetti maggiori sono per lo più circoscritti a prodotti a basso costo e settori specifici come l'agricoltura o l'automotive.

I dazi sui prodotti manufatturieri ridurrano la crescita italiana del 0,2-0,3%, in quanto le esportazioni dell'Italia verso gli Stati Uniti, rappresentano circa il 2-3% del PIL. Ad esempio i dazi americani del 10-20% sui medicinale non infliggono danni gravi all'industria farmaceutica, poiché i prodotti da banco rimangono comunque competitivi secondo Farmindustria.



Allargando lo sguardo,il resto del mondo esporta solo il 4% del PIL verso gli USA. Inoltre l'industria in senso stretto contribuisce al 10-12% del PIL negli Stati Uniti. Per l'Europa tale percentuale è più alta e per la Germania arriva al 20%. L'agricoltura ha un peso ancora più ridotto. La diminuzione della PIL in America dovrebbe essere limitata allo 0,2-0,3% annuale con un aumento dell'inflazione di 0,5-1%.

Insomma gli effetti sarebbero analoghi ad un aumento delle tasse indirette, ad esempio l'IVA, per coprire un buco di bilancio. Recessivi, inflattivi ma non disastrosi.

Tuttavia al di là degli effetti di breve periodo bisogna tener conto dei possibili effetti di lungo periodo. Questi includono le riconfigurazione delle catene del valore che si adatterebbero alle nuove condizioni. Inoltre prevarrebbe per tutta la durata del mandato, l'incertezza a cui ci ha abituati Trump che scoraggia nuovi investimenti di lungo periodo a rischio di essere vanificati da qualche nuova mattana del Presidente. Infine gli Usa potrebbero diventare un partner commerciale tossico di cui nessuno si fida e quindi si produrrebbe una persistente e perniciosa crisi di rigetto verso la maggiore economia mondiale, che ne indebolirebbe la struttura e l'influenza globale.


1 ago 2025

L'Accordo Commerciale di Schrödinger

Tra Trump e von der Leyen esiste un palese disaccordo sui termini del trattato commerciale negoziato in Scozia. I comunicati diffusi dalla Casa Bianca e dalla Commissione Europea infatti contenevano clausole difformi. E infatti oggi questa disomogeneità di vedute è deflagrata in modo plateale. Trump è andato di nuovo su tutte le furie e come al solito ha reagito in modo psicotico aumentando i dazi su quasi tutti i partner commerciali degli USA, ma ha posticipato l'entrata in vigore al 7 agosto. Apparentemente, per quel che si può ricavare dalle contrapposte interpretazioni l'accordo prevede una tariffa base del 15% su un'ampia gamma di esportazioni europee verso gli Stati Uniti, con alcune eccezioni settoriali:

Acciaio e alluminio: dazio del 50%
Macchinari: tariffe zero o molto ridotte
Farmaceutico: da decidere in seguito, Trump vuole ridurre i prezzi americani
Semiconduttori: termini ancora ambigui
In cambio, l'Europa dovrebbe:

Investire 600 miliardi di dollari negli USA (in fabbriche? in T-bill, in azioni? Boh, non è dato sapere)
Acquistare 750 miliardi di dollari in materie prime energetiche ed armi in 5 (?) anni



Probabilmente gran parte di quanto stabilito in Scozia, dovrà essere rinegoziato da capo, messo nero su bianco in un testo sottoscritto dalle autorità dei due contraenti e poi tradotto in un testo di legge o un decreto (ammesso che i Tribunali USA stabiliscano che Trump ha l'autorità per emettere decreti in materia di commercio internazionale). Per l'UE questo implica un processo di ratifica la cui durata non è possibile prevedere.

Alcuni esperti come Michele Boldrin hanno giudicato la bozza di accrodo una "sconfitta europea", per l'arrendevolezza dimostrata dalla von der Leyen e l'ignavia dei governi europei. Altri, ad esempio Tommaso Monacelli, sostengono che non sia una vittoria di Trump, poiché i dazi ricadranno sui consumatori americani creando effetti inflazionistici e depressivi.

La verità è che nessuno ha idea di quali saranno le ripercussioni sull'economia mondiale, perché le variabili in gioco sono talmente tante e complesse che gli effetti dell'accordo quale che esso sia e ammesso che venga ratificato, si dipaneranno per anni. Un vantaggio potenziale per l'Europa emerge dai dazi differenziati: 15% sulle importazioni europee vs 55% su quelle cinesi, creando un vantaggio competitivo rispetto alla Cina, specialmente nel settore dei macchinari dove Italia e Germania sono leader mondiali.

Tuttavia mancano i dettagli sui dazi o sulle quote nei settori automobilistico, alimentare e farmaceutico, così come sul significato della locuzione «apertura dei mercati europei» a cui hanno fatto riferimento sia Trump che von der Leyen.

Insomma, se vogliamo prendere tutta questa vicenda con filosofia e nell'ottica più ampia del quadro geopolitico, Stati Uniti ed Europa in Scozia hanno disinnescato l'innesco di una guerra commerciale che avrebbe demolito i rapporti economici cruciali per l’economia occidentale, ma la saga è ben lontana dall’epilogo.

I governi europei ingoiano il rospo perché l’Europa non può fare a meno degli Usa per la difesa dell’Ucraina contro la Russia. Quindi al di là dell'indignazione per il trattamento ricevuto, le cancellerie del Vecchio Continente si sentono in dovere di fingere che la Nato esista ancora e preservare un simulacro di rapporti transatlantici in attesa che passi la nottata MAGA.

La mediocre strategia degli struzzi vigliacchi europei è fin troppo palese: limitare i danni quanto più possibile e attendere sulle rive dell'Atlantico che passi il cadavere politico di Trump (fra tre anni o dopo le elezioni di midterm nel 2026) e le spoglie del protezionismo becero che lui incarna.

16 lug 2025

Gli Scherani dello Stato Ladro

Solo gli imbecilli aizzati dai demagoghi si stracciano le vesti appena si parla di austerità, gridando alla macelleria sociale e allo scempio dei diritti acquisiti. Al contrario delle bojate divulgate dagli scherani dello stato ladro, la bomba che deflagrando distrugge la convivenza civile e cancella il benessere è proprio la bancarotta sovrana.



Il debito pubblico non è altro che la somma di tasse future. Chi si illude che il debito verrà riassorbito dalla crescita ricorda il Barone di Munchausen che voleva librarsi nell'ara tirandosi per i capelli. Ma il Barone era un personaggio da favola, l'illuso è un personaggio da farsa.

13 lug 2025

Drin Drin: L'Italia che non si arrende

C'è un'Italia che non sale all'onore delle cronache, che non litiga nel talk show, che non manifesta per cause demenziali, che non imbratta monumenti o blocca strade, che non invoca sussidi, che pretende una Giustizia efficiente e rapida, che non vuole essere vessata da un fisco demenziale, che è impelagata in mille lacci burocratici inutili.

E' un'Italia senza rappresentanza politica, un fiume di gente a cui è stato espropriato il diritto alla rappresentanza politica dalla peggiore classe dirigente dei paesi OCSE. E anche di parecchi paesi emergenti in Sud America o in Africa.



Però è un'Italia che scalpita e che non vuole arrendersi e non vuole rassegnarsi. Offrire una rappresentanza politica per la parte migliore del paese è un compito immane. Perché chi lavora, studia o produce non ha tempo da dedicare all'impegno politico. E' assorbito dalle proprie attività e dunque lascia la gestione della cosa pubblica nelle mani dei parassiti, degli ignoranti e degli individui privi di scrupoli e dignità.

Per di più questa classe politica deteriore scatena l'odio contro chi è riuscito ad emergere, contro chi ha avuto un minimo di successo nella vita, contro chi ha fatto sacrifici per migliorare. E' la rivolta della feccia contro la parte migliore della società veicolata attraverso le istituzioni e i media acchiappacitrulli e acchiappaclick.

Contrastare e poi invertire questo processo degenerativo richiederà anni. Per questo abbiamo costituito un partito che possa scardinare lo status quo e la corsa verso il baratro della bancarotta. Chi non vuole arrendersi o rassegnarsi oggi ha un'alternativa. Se la ignora non potrà lagnarsi in futuro.


12 lug 2025

La guerra asimmentrica

Le narrazioni strategiche filo-Cremlino diffuse in Italia, mirano a screditare l'Occidente e la democrazia liberale, promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali e spirituali. Queste narrazioni, amplificate da media russi e italiani, includono temi come il declino morale dell'Occidente, la sovranità perduta, il collasso imminente delle democrazie liberali e l'opposizione tra élite e popolo. In questa opera di propaganda è cruciale il ruolo di influencer, media alternativi e intellettuali italiani, sia di destra che di sinistra, a riprova che fascismo e comunismo sono due facce della stessa medaglia, il cosiddetto rossobrunismo. Inoltre il Cremlino, adotta "misure attive" che includono disinformazione, propaganda e manipolazione delle percezioni per destabilizzare le democrazie occidentali. L'Italia è particolarmente permeabile a queste narrazioni, date le radici storiche e culturali che risalgono all'influenza del PCI nella politica del Bel Paese.

Il regime di Putin, autoritario e ideologicamente conservatore, sfrutta il concetto di "Occidente Collettivo", usato per demonizzare le democrazie e le società aperte sfruttando quattro macro-narrazioni principali: élite contro popolo, valori minacciati, sovranità perduta e collasso imminente. Da esse discendono una serie di argomentazioni reiterate ad libitum.

Occidente decadente e corrotto: L'Occidente viene descritto come moralmente decadente, dominato da lobby globaliste, élite finanziarie e promotore di valori perversi, come il sostegno alle comunità LGBTQI+ e al transumanesimo.
Controllo delle élite globaliste: Si sostiene che il mondo sia governato da un'élite globalista composta da figure come George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates, che manipolano le masse e orchestrano eventi globali, come pandemie e guerre, per instaurare un Nuovo Ordine Mondiale.
Rivoluzioni colorate orchestrate dall'Occidente: Le proteste popolari in paesi ex-sovietici e altre nazioni vengono descritte come operazioni orchestrate da Stati Uniti, CIA e altre forze occidentali per destabilizzare governi e promuovere interessi geopolitici.
Autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina: L'indipendenza della Chiesa Ortodossa Ucraina viene presentata come un'operazione della CIA e un tentativo dell'Occidente di dividere il mondo slavo-ortodosso e attaccare la Russia.
Pandemia da COVID-19: La pandemia viene descritta come un complotto orchestrato dalle élite globaliste per decimare la popolazione mondiale, imporre dittature sanitarie e distruggere le strutture sociali.
Satanismo e Anticristo: Si afferma che l'élite globalista sia guidata da un progetto satanico, con figure come Soros e Gates dipinte come incarnazioni dell'Anticristo.
Anglosassoni e massoneria: Gli anglosassoni vengono accusati di orchestrare guerre civili e di controllare governi e istituzioni globali attraverso la massoneria.

I principali attori della disinformazione in Italia includono:

Media filo-Cremlino: Siti web e piattaforme come Sputnik Italia e Geopolitika.ru diffondono narrazioni strategiche pro-Russia, screditando l'Occidente e promuovendo l'immagine della Russia come baluardo di valori tradizionali.
Media alternativi italiani: Outlet come L'AntiDiplomatico, Visione TV, Blondet and Friends e Byoblu amplificano le narrazioni filo-Cremlino, spesso utilizzando teorie del complotto e messaggi anti-occidentali.
Influencer e opinion maker: Intellettuali, giornalisti e figure pubbliche italiane, come Mons. Carlo Maria Viganò e Roberto Pecchioli, promuovono narrazioni che attaccano l'Occidente e sostengono la Russia di Putin.
Think tank e accademici filo-russi: Alcuni esperti e istituzioni italiane, come il Forum Economico Eurasiatico di Verona, ospitano interventi di intellettuali russi che promuovono narrazioni anti-occidentali e pro-Russia.
Social media e bot: Campagne di disinformazione online, condotte tramite bot e falsi profili, amplificano i messaggi filo-Cremlino e candeggiano i cervelli.