Cerca nel blog

12 nov 2020

Nuntio Vobis Gaudium Magnum: Habemus Vaccinum!





La multinazionale farmaceutica Pfizer ha annunciato (senza pubblicare i risultati dei test) che il vaccino messo a punto in estate ha avuto un'efficacia insperata. Stando alle notizie riportate dai media, uno sarebbe indotto a pensare che il 90% dei volontari partecipanti alla sperimentazione avrebbero sviluppato gli anticorpi che li rendono immuni al Covid-19, senza subire effetti collaterali di rilievo.

La realta' e' diversa (grazie a Gianluigi Fantetti per aver attirato la nostra attenzione su questo aspetto): la misura di efficacia deriva dalla formula
100 * (1-IRR)
dove IRR è l’Illness Rate Ratio calcolato, come proporzione tra gli infetti facenti parte del gruppo a cui e' stato inoculato il vaccino e gli infetti del gruppo di controllo (cioe' che hanno ricevuto un placebo). Ancora non e' chiaro se il vaccino immunizza dalle forme gravi di Covid-19 né se blocca la trasmissione. E' anche incerto per quanto tempo durerà l’effetto, ma lo sapremo fra mesi o anni. Tuttavia mentre la seconda ondata della pandemia si abbatte su globo quantomeno si intravede una fiammella alla fine del tunnel. Sicuramente annunci di altri vaccini seguiranno a breve e quindi per la fine dell'anno l'arsenale per combattere la pandemia si arricchira' di nuove armi.

Resta da capire come sara' il ritorno alla normalita', se mai la normalita' tornera' ad essere come quella andata in frantumi in una notte di mezzo inverno. Torneremo a viaggiare per lavoro? Torneremo a lavorare in ufficio? Ci riabitueremo ad andare a cinema o Netflixeremo le nostre serate? Guariremo dalla sindrome della zona rossa?

La rapidita' con cui si e' arrivati alla scoperta e alla prossima commercializzazione del vaccino rinfocola un dubbio troppo a lungo trascurato. La trafila burocratica per l'approvazione di nuovi farmaci, vaccini, trattamenti, terapie e dispositive sanitari vari e' assurdamente farraginosa e costosa. Le regolamentazioni, in altre parole infliggono danni gravissimi alle nostre vite.

Non e' arrivata l'ora di togliere qyalche potere di troppo ai burocrati (non solo della FDA) per restituirlo ai cittadini?

11 nov 2020

Il Governo Pulcinella Istituisce le Zone Arlecchino





Nel teatro delle marionette in cui si recita a soggetto a seconda dei sondaggi, altre regioni vengono inserite tra le zone arancioni. La strategia dei lockdown in slow motion risponde a due esigenze squisitamente politiche: 1) Dare l'impressione che il governo appronta misure drastiche 2) Evitare un altro tracollo dell'economia e le rivolte che ne deriverebbero

La Campania ad esempio non e' in zona rossa perche', come riportato da Affaritaliani.it, con un lockdown severo le autorita' non si sentivano in grado di garantire l'ordine pubblico. Infatti risuonava ancora l'eco delle proteste delle settimane scorse a cui la grancassa dei media aveva prontamente attribuito la matrice camorrista. Poi quando i tumulti si sono estesi dalla Sicilia alle Alpi, dalle veline di Palazzo Chigi e del Viminale il riferimento alla camorra e' sparito. L'efficacia delle nuove restrizioni potra' essere verificata tra qualche settimana, ma pochi si fanno illusioni. Il presidente dell'Ordine dei Medici avverte che di questo passo ci saranno 10mila morti al mese. Insomma con la diffusione del contagio fuori controllom non solo in Italia e' arduo prevedere se l'emergenza sanitaria prevarra' su quella economica, ma in entrambi i casi i ministri dovranno giustificare l'immobilismo dei mesi estivi sprecati in passerelle mediatiche (leggasi Stati Generali), pantomime sui banchi a rotelle e riti autocelebrativi sul Recovery Fund di cui si sono perse le tracce.
Anche sull'app Immuni e' scesa una cortina di silenzio. In un afflato patriottico le istituzioni e i loro reggicoda invitavano il popolo a scaricarla per salvare il Mondo. Invece persino la trasmissione di Rai3 Report, ha confermato (per gli ultimi scettici) che dietro Immuni esiste solo un deserto organizzativo. Un miserabile paravento di cartapesta dietro cui si nascondono le responsabilita' di governo e Regioni.

9 nov 2020

La bufala della riforma fiscale in salsa tedesca





In Italia i vaneggiamenti sulla mitica Riforma Fiscale sono un fiume carsico che periodicamente alimenta il vastissimo Lago delle Bufale Romane. Dopo l'exploit della flat tax legaiola, l'ultima moda, lanciata dai mestatori di vario conio e coglio, e' la riforma dell'IRPEF secondo il modello tedesco, caratterizzato da una progressivita' continua. A chi si abbevera al Lago delle Bufale viene inculcata la nozione che tale sistema avrebbe caratteristiche di equita' particolarmente desiderabili per il popolo derelitto. In questa puntata, dati alla mano, Alessio Argiolas spiega con esempi concreti come funziona davvero l'imposta sulle persone fisiche in Germania.

In particolare viene raffrontata l'IRPEF con l’Einkommensteuer con il metodo adottato pe l'esame della slides tratta dal MEF (vedasi Dipartimento Entrate Tributarie Internazionali – Ufficio III Direzione Studi e Ricerche Economiche e Fiscali bollettino gen-mag 2018).

La base antecedente di alcuni anni è stata utilizzata per mostrare la sua mobilità con l’inflazione. Il reddito imponibile esente era di € 9.000, innalzato nel 2020 a € 9.408. Il raffronto tra le Personal Income Tax (PIT) è quello utilizzato nelle analisi della fiscalità internazionale comparata. Quanto sopra può essere verificato nel citato documento del dipartimento Entrate Tributarie Internazionali (pagg. 16-17). L'analisi è stata circoscritta per evitare comparazioni fallaci, includendo i contributi sociali, tassa sulla salute, imposta per confessione religiosa (Kirchensteuer) e altri elementi del tax mix.

Biden o bidon?





Con l'assegnazione della Pennsylvania a Biden le elezioni presidenziali USA 2020 sono arrivate ad una svolta cruciale. Diversi esponenti repubblicani di primo piano da Lindsay Graham a Ted Cruz per non parlare di Rudy Giuliani (in veste di avvocato di Trump) impegnati a dimostrare che la conta dei voti e' stata viziata. Tuttavia a meno che i ricorsi legali di Trump non provino brogli su larga scala in diversi stati chiave, la partita e' chiusa. Che Trump conceda o meno la sconfitta e' irrilevante. Il destino dell'Amminstrazione Biden sara' decisa dal ballottaggio per i due seggi senatoriali in Georgia previsto per il 5 gennaio. Se andranno entrambi ai Democratici la maggioranza (grazie al voto decisivo della Vice Presidente e Presidente del Senato Kamala Harris) passera' al partito del Presidente. Altrimenti sulle questioni economiche Biden dovra' scendere a compromessi con l'opposizione. La nomina della senatrice Warren come Segretario al Tesoro non avrebbe alcuna chance di passare il vaglio del Senato. Invece in politica estera e' piu' probabile che Biden si ispiri ad una visone "atlantista" su cui molti Repubblicani concordano. Invece in materia di commercio internazionale Biden non si discostera' poco dal solco del predecessore soprattutto nei rapporti con la Cina. E anche l'Europa che oggi esulta potrebbe avere un brusco risveglio. Molti a Washington sono convinti che Biden potrebbe non finire il mandato per ragioni di salute e quindi nello Studio Ovale si insedierebbe per la prima volta una donna.

2 nov 2020

Fisco per fiaschi: il sistema fiscale che distrugge le imprese







Le conseguenze piu' gravose e durature della pandemia non saranno di carattere sanitario, bensi' di carattere fiscale. L'esplosione del debito pubblico schiaccera' almeno una generazione sotto il peso di un fisco gia' oggi iniquo, farraginoso e rapace. La situazione e' aggravata dalla persecuzione che l'amministrazione pubblica mette in atto contro le imprese, le professioni e le famiglie.

25 ott 2020

Una Piovra chiamata Google?








Il Dipartimento di Giustizia del governo federale americano ha aperto le ostilita' contro Google, accusando la Regina del Web di aver "unto le ruote" di Apple, Mozilla, Samsung, Motorola, Verizon, ATT nonche' di altri big della rete, della telefonia e dell'IT. Ad esempio, in cambio di cospicui versamenti Google pretende che il suo motore di ricerca sia la scelta di default su browser, smartphone e quant'altro.

Al di la' del merito della questione, questa mossa del DoJ apre la stagione di caccia delle autorita' antitrust (possibilmente non solo americane) ai signori della Rete e dei social media.













La vicenda ricorda molto da vicino il caso che 20 anni fa fu aperto su Microsoft. All'epoca le conseguenze furono significative ma non esiziali per Bill Gates. Oggi la faccenda e' molto piu' complicata e molte fazioni politiche (sia a destra che a sinistra) sono ansiose di regolare i conti con i giganti del Web e della Borsa.

Anche i social media, che hanno goduto finora della protezione a prova di bomba offerta dalla Sezione 230 del Communication and Decency Act, potrebbero veder minati i privilegi acquisiti. Dunque l'effetto di questo attacco a Google plasmera' l'assetto legale di internet per tutto questo decennio.