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16 feb 2021

Myanmar non si piega



A Myanmar le proteste dilagano in tutte le citta' del paese (https://youtu.be/vwoNWanw96A) con la partecipazione soprattutto dei giovani che non vogliono tornare sotto un cupo regime di militari rozzi e incapaci. I golpisti dal canto loro hanno adottato la linea dura imponendo la legge marziale e l'esercito ha sparato contro i manifestanti a Mandalay (il conto delle vittime tra i civili non e' stato comunicato). Il ritorno al potere dei generali che lo avevano ceduto (in parte) alla leader Aung San Suu Kyi non e' stato un fulmine a ciel sereno. Da settimane dopo le elezioni in cui aveva tripnfato il partito della Presidente l'atmosfera si era fatta tesa e cupa. La comunità internazionale dovrebbe intervenire per riportare il paese, diviso in varie etnie, alla normalità, ma al momento le reazioni si sono limitate alle condanne verbali e alla solita convocazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

15 feb 2021

Fiat Draghi





Conte, da devoto del Santo dalle mani bucate, ha sempre manifestato una incontenibile pulsione per la spesa corrente, per i sussidi a pioggia e per gli emolumenti ai parassiti oltre a norme di corto respiro utili a comprare consenso facendo lievitare il debito. Il Recovery Plan al contrario, impone di favorire gli investimenti strutturali che sviluppino ricchezza duratura, e aumentano la produttivita' totale dei fattori. Per questo il suo Piano per ottenere i fondi del Next Generation EU era una brodaglia di misure di corto respiro, in assenza di una visione generale. Quando il documento viene inviato al Quirinale, agli esperti di Bruxelles e alle cancellerie europee (soprattutto ad Angela Merkel garante dei 209 miliardi) la reazione e' di incredulo sbigottimento.

Per quanto tramortiti dalla lettura di un piano inadeguato alla gravita' del disastro economico, sanitario e sociale in cui versa l'Italia, nessuno ha il coraggio di gridare allo scandalo pubblicamente. La congrega di vigliacchi che fanno i fenomeni solo nei talk show lasciano che sia Matteo Renzi ad assumersi la responsabilita'. Mentre Zingaretti e il PD che pure si sono in buona parte convinti che Conte sia un incapace dopo aver dato assicurazione a Renzi di essere sulla stessa lunghezza d'onda, alla rpva dei fatti continuano a sostenerlo politicamente. Persino nell'operazione "responsabili" dove vengono sbeffeggiati. La miserabile pagliacciata pero' rischiava di mandare in rovina il paese e quindi preso atto della realta' anche i piu' riluttanti si sono rassegnati a chiamare Draghi d'urgenza. Persino i grillini hanno dovuto rendersi conto di essere arrivati a fine corsa. Pur di sopravvivere Grillo ha dovuto intervenire per sedare la ribellione dei militonti e tirare la volata a Draghi.

14 feb 2021

Tutti Insieme Appassionatamente





Conte e il suo team hanno dimostrato la propria inadeguatezza quando, il 5 dicembre, e' stata diffusa in maniera riservata la prima bozza del Recovery Plan (il Pnnr). Dope sei mesi di lavoro (senza contare gli Stati Generali) le cento paginette non contengono le innovazioni strutturali richieste dall’Europa, ed elencano troppi programmi che non producono alcun frutto di rilevo (Draghi lo definirebbe debito pessimo). Poche tabelle, grafici inesistenti, e solo un aborto di riforma della giustizia (appena 11 paginette), senza capo ne' coda per non scontentare il partito dei magistrati. Il riordino della pubblica amministrazione, assente. I piani di spesa non parvenuti.

Su quell'obrobbrio Renzi (e altri nella maggioranza che pero' rimangono nell'ombra) il 30 dicembre solleva le obiezioni urticanti che innescano la crisi di governo. Il Mef viene costretto a dispiegare i suoi tecnici piu' bravi per provare a produrre un documento presentabile per il Consiglio dei Ministri del 13 gennaio. Il tempo pero' e' poco e i miglioramenti poco incisivi. Il destino gramo del governo piu' incapace dell'Occidente si compie quando Renzi ritira la sua delegazione dalla gabbia di matti.

Nel nuovo governo ai cosiddetti "tecnici" sono affidati i compiti piu' delicati per il rilancio economico del paese attraverso la leva del Recovery Fund. Fanno eccezioni Speranza e Giorgetti. Il primo e' rimasto al suo posto perche', pur avendo dato prova di incompetenza, sara' il capro espiatorio principale di fronte all'opinione pubblica e alla magistratura. Il secondo nella Lega e' l'anti-Borghi/Bagnai, cioè colui che dovra' piombare per sempre il tombino della fogna no-euro da cui sono fuoriusciti liquami stomachevoli. Sara' il raccordo con il Nord produttivo affiancato da qualche vice-ministro o sottosegretario tecnico in grado di mettere a punto i programmi e portarli a compimento.

Gli altri "politici" occupano ministeri che in questa fase non sono cruciali, ad esempio Cultura, Difesa, Esteri, Agricoltura, oppure devono risolvere problemi causarti dal Conte bis, ad esempio Turismo o Lavoro. Insomma il governo e' composto di cerchi quasi concentrici: il primo economico-tecnico-strategico, il secondo social-mattarelliano a trazione cattolica, il terzo riservato ai capicorrente dei partiti, il quarto di rappresentanza e chiacchiere assortite.


Non e' il "governo dei migliori", ma transeat. L'importante e' aver rimosso buona parte dell'accozzaglia di incapaci che si erano montati la testa. Draghi dovra' concentrare il capitale politico e i ministri di vaglia su tre o quattro fronti strategici, dal piano vaccinazioni alla digitializazione della PA. Per il resto, ad officiare le Messe cantate (alla Farnesina o alla Conferenza Stato-Regioni), possono essere destinati anche dei fraticelli novizi o minori. Persino stonati. La partita si gioca sull'utilizzo del Recovery Plan che i grullo-rossi stavano per buttare alle ortiche.

Per concludere, il governo che muovera' i primi passi la prossima settimana non deve essere giudicato sulla base delle riforme strutturali che servirebbero per riportare l'Italia nel novero della nazioni civili ed economicamente avanzate. Purtroppo il termine di paragone saranno le compatibilita' politiche consentite dal peggior Parlamento della Storia repubblicana e da un elettorato nutrito a colpi di sussidi, parassitismo, pensioni e diritti acquisiti.

Ma cos'e' questo 5G?



Delle sfide tecnologiche, delle potenzialità, dei problemi pratici, dei rischi e delle esagerazioni connesse al 5G ci facciamo guidare da Marco Bussi, un esperto in questo ed altri settori.



Le reti 5G occupano un posto di rilievo tra le infrastrutture pronte ad essere dispiegate per dare un impulso all'innovazione. l'upgrade dal 4G, di cui si parla ormai da 5 anni, imprimerebbe un salto di qualita' nelle telecomunicazioni e il Piano Next Generation EU potrebbe essere il catalizzatore per avviare su larga scala l'adozione di questa tecnologia.

Tuttavia esistono enormi problemi, non solo tecnici, ma anche politici in quanto sia l'hardware che il software piu' avanzato e competitivo sul 5G e' stato sviluppato dall'azienda cinese Huwawei. Trump vedeva questo fatto come il fumo negli occhi non soltanto per lo smacco inflitto all'America dalla Cina sulla premazia in un settore chiave, ma anche per una questione di sicurezza nazionale. Affidare le dorsali delle telecomunicazioni americane ad un'azienda legata a filo triplo col governo comunista cinese sarebbe stato un richio esiziale.

Ma ad ogni modo la vastità di soluzioni integrate con il 5G presentate allo Smart City fa accapponare la pelle. Quindi rinunciare a una gigantesca possibilita' di rilancio economico proprio ora che e' imperativo uscire dalla recessione da Covid sarebbe suicida.

11 feb 2021

Perche' Conte e' Naufragato sul Recovery Fund?




Mentre va in scena la farsa del voto sulla Piattaforma Rousseau, il Parlamento Europeo il 10 febbrio 2021 ha approvato il meccanismo del RFF che e' la parte piu' cospicua del Next Generation EU. In precedenza, il 21 gennaio la Commissione aveva varato le linee guida per l'approvazione dei programmi e delle riforme. Per chi non lo avesse capito, perso tra un TG e un talk show, l'Italia e' stata elegantemente incaprettata.

Per dare un'idea di cosa viene richiesto ad ogni paese vi riportiamo la sezione sulle milestones:
"Gli Stati membri dovrebbero proporre tappe fondamentali e obiettivi che rifletteranno i progressi compiuti nell'attuazione delle riforme e degli investimenti di questa componente. Il raggiungimento di questi traguardi e obiettivi sarà una condizione per i pagamenti da effettuare allo Stato membro. Per ogni tappa e obiettivo, gli Stati membri sono invitati a indicare:
> cosa sta misurando la tappa / obiettivo;
> come questo sarà misurato, quale metodologia e fonte saranno utilizzate e come sarà verificato oggettivamente il corretto completamento della milestone / target;
> qual è la linea di base (punto di partenza) e qual è il livello o il punto specifico da raggiungere;
> entro quando sarà raggiunto, in particolare entro quale trimestre (gli Stati membri sono invitati a scegliere il primo e il terzo trimestre di ogni anno o il secondo e il quarto trimestre di ogni anno);
> chi e quale istituzione sarà responsabile della misurazione e della rendicontazione;
> perché è stato scelto questo traguardo / obiettivo specifico
."


In un paese dove non si riescono nemmeno a contare i morti e i contagiati di Covid nella regione piu' prospera ed economicamente avanzata, la Lombardia, e' ovvio che prima di poter agguantare i fondi europei bisognera' imporre una rivoluzione copernicana nella Pubblica Amministrazione. Ecco speigato perche' e' stato chiamato Draghi e a Conte e' stato rifilato un Vaffa.

7 feb 2021

Draghi's Days




La fine ignominiosa della Repubblica dei Pagliacci ha resettato il quadro poltico italiano. Come puledri scalpitanti spasmodicamente fissati sul Mazziere del palio di Siena, gli aspiranti dignitari al Soglio di Draghi posizionano con sagacia rotondita' e ghiandole salivali per la nuova stagione politica.

Persino Grillo, il guitto del referendum sull'euro, si e' prostrato, mentre il Vate autore del libercolo piu' amato dai somaristi "Il Tramonto dell'Euro", ha abiurato alla marea di panzane vomitate per un decennio sulla moneta unica con un'umiliante intervista su La Stampa. In attesa delle decisioni sui ministri, il dibattito infuria sul dilemma governo tecnico o governo politico, sul supporto aperto o discreto di questo o quel partito, sui plenipotenziari ammessi all'Olimpo di Palazzo Chigi. Conte dal canto suo dopo l'ultima replica a soggetto col suo triste banchetto pieno di microfoni ormai inutili, si e' rassegnato. La Cavalleria dei novelli Razzi e Scilipoti questa volta non ha ferrato gli zoccoli.


Appena insediato il governo Draghi dovrebbe intraprendere un'operazione verita' sullo stato dell'economia, sul vincolo esterno che il Recovery Plan ha stretto intorno al paese e sulle misure drastiche da mettere in opera per spegnere l'incendio.