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7 mag 2022

Il sistema mafioso di Putin



Putin non è solo un autocrate fanatico e senza scrupoli. E' soprattutto un agente del KGB di scarso prestigio, rozzo, ignorante e brutale, che ha scalato i vertici del potere grazie ai legami con la mafia e a un gigantesco apparato corruttivo messo in piedi personalmente a Leningrado sfruttando la posizione che ricopriva nell'Amministrazione Municipale. Probabilmente Putin ottenne quel ruolo chiave grazie alle connessioni sia con il KGB che con la mafia, che all'epoca agivano spesso in tandem. I segreti inconfessabili del Cremlino che sono costati la vita ai pochi che li conoscono o li hanno investigati sono stati rivelati in dettaglio da Craig Unger nel libro "Casa di Putin, Casa di Trump".



La mafia russa si installò in America sin dagli anni '70, quando gli Usa e l'Urss negoziarono un accordo per permettere agli ebrei di emigrare in America e sfuggire alla repressione comunista. Come era nello stile dei banditi installati al Cremlino tra gli ebrei vennero infiltrati agenti del KGB e criminali comuni che avrebbero esportato i metodi delle organizzazioni malavitose forgiatesi nelle durissime carceri siberiane. Infatti appena arrivati a New York le bande di assassini iniziarono a taglieggiare la comunità di immigrati dall'Urss che si era stabilita nel sobborgo di Brighton Beach Era il sobborgo dove operava il padre di un certo Donald Trump, ma questa è un altro lato della storia che affronteremo a suo tempo.

I mafiosi russi alla caduta del comunismo

Alla caduta del comunismo questi mafiosi russi ristabilirono i rapporti con la madrepatria con l'intento di estendere la rete delle loro attività criminali. A Leningrado trovarono terreno fertile e cosche mafiose già fiorenti. Ad una di esse era affiliato l'allenatore di judo di Putin. Nel suo libro autobiografico, "Prima Persona", il tiranno parla con affetto di Leonid Ionovich, o Lyonya, il soprannome di tal Leonid Ionovich Usvyatsov. Nelle pagine del libro Putin spesso omette il cognome dell'allenatore una figura influente nella sua vita. La ragione di tale "smemoratezza" è facile da intuire: voleva evitare che si sapesse chi esattamente fosse Lyonya. Infatti sulla lapide di Leonid Ionovich Usvyatsov nel cimitero di San Pietroburgo è scritto: “Potrei essere morto, ma la mafia è immortale”.

San Pietroburgo fu la prima città russa dove si realizzarono le privatizzazioni. Sfruttando la sua posizione relativamente defilata di Vicesindaco di San Pietroburgo e Presidente della commissione per gli affari esteri (KVS), ottenne il mandato di regolamentare le licenze agli investimenti esteri in enormi imprese precedentemente pubbliche. Azzerato il sistema di razionamento sovietico le autorità avevano un disperato bisogno di trovare beni con cui riempire gli scaffali dei negozi.

Il potere di Putin nel Municipio di San Pietroburgo 

Per questo motivo Putin aveva acquisito il potere di determinare chi poteva diventare ricco a San Pietroburgo e in Russia durante la turbolenta fase di disfacimento dell'Urss. Per sfruttare al meglio questo potere organizzò un apparato corruttivo senza uguali, come spieghiamo nel video qui in basso.
Da quell'ignobile furto di ricchezze pubbliche, dalle complicità incrociate che ne derivarono e dai legami inconfessabili nella nomenklatura sovietica cominciò la frenetica scalata alla Presidenza della Federazione Russa approfittando dell'avanzato stato di alcolismo e della debolezza di Yeltsin.
Una scalata propiziata da forze oscure presenti nella chiesa ortodossa e tra i fanatici del panslavismo, rimasti in ombra ma pur sempre influenti durante il regime sovietico.

E' una cultura diffusa tra le masse ignoranti, il cui unico sollievo ad una vita miserabile si concretizza nell'illusione della Santa Madre Russia, un impero accerchiato e minacciato. E' una mistificazione plurisecolare diffusa da Pietro il Grande a Alessandro III fino a Stalin e Putin. Si trascinano così in questa abiezione di dipendenza dallo Stato o da un padrone dalla culla alla bara, in cui la libertà non è un valore rispetto alla probabilità di un pezzo di pane quotidiano, Erano servi della gleba all'inizio del 900 e lo sono ancora intellettualmente e moralmente.

18 apr 2022

Le sanzioni devono colpire la Russia anche dopo la guerra


Che le sanzioni siano inefficaci è una delle molteplici bufale diffuse dagli URSSini. Chiaramente dipende dal tipo di sanzioni, ma in generale sono uno strumento che raramente ottiene risultati immediati, perché col tempo agiscono come un cappio che strangola lentamente. Ad esempio la disfatta dell'esercito russo nella battaglia di Kyiv è il risultato delle sanzioni (peraltro molto limitate) imposte sui trasferimenti di tecnologia alla Russia nel 2014 dopo l'invasione della Crimea.

Per questo oggi i militari russi non hanno un sistema di comunicazione minimamante affidabile, non hanno droni di utlima generazione e i carri armati sono lattine di tonno scaduto.

L'affondamento del Moskva, il migliore incrociatore della Marina militare russa, dotato di sistemi antimissile e anti aerei, conferma che il ritardo tecnologico, esacerbato dalla corruzione dei generali, è ormai incolmabile. Il regime di Putin ha le stesse caratteristiche del regime sovietico di cui rappresenta un'involuzione ancora più insidiosa dell'originale. Anche se la proprietà privata non è più vietata, ciò che determina le fortune individuali è la vicinaza al potere e la partecipazione ad un sistema di natura mafiosa che ha preso possesso dello Stato, delle istituzioni e dell'economia. Chi si oppone finisce in galera o al cimitero, ucciso dalle pallottole o dal veleno dei sicari.

La nuova nomenklatura di diretta derivazione dal KGB ha abbindolato l'Occidente illudendolo di rappresentare un partner affidabile. Dove non ha potuto la menzogna è stata usata la corruzione dei politici come in Germania, Belgio, Francia e Italia. Quando a Mosca crollerà la mafia al governo, la Russia dovrà essere smilitarizzata, purgata dalle scorie dell'URSS, e messa in condizioni di non nuocere più. In altre parole non si dovrà ripetere l'errore commesso per ben due volte nel XX secolo, quando dopo averla sconfitta, invece di smembrare la Russia, si è permesso che riaffermasse il suo potere militare.

La kryptonite per il Superdollaro ancora non è stata trovata



Il dollaro è la valuta internazionale dominante nei commerci e nelle transazioni finanziarie da circa un secolo, quando sottrasse il predominio alla sterlina britanica

 Si tratta di un immenso privilegio per gli USA, ma tale privilegio comporta una serie di costi e si basa su condizioni difficili da assicurare. Innanzitutto il paese che emette la moneta di riserva internazionale deve garantire i diritti di proprietà nel quadro di un sistema legale affidabile e non influenzato dalle autorità di governo. Inoltre deve avere un esercito capace di assicurare la difesa del proprio territorio e dei propri interessi. Autosufficienza alimentare ed energetica e predomino tecnologico completano il quadro. 

Il predominio del dollaro non è insidiato dallo yuan

In seguito all'imposizione di sanzioni alla Russia si è levato il coretto da stadio degli antiamericani che preconizzano la creazione di una valuta alternativa al dollaro o, addirittura, il declino del dollaro sui mercati internazionali. 

Si tratta di argomenti risibili destinati a far presa su un pubblico affetto da scarsa alfabetizzazione economica. Lo yuan cinese che alcuni ritengono possa soppiantare il dollaro, non ha alcuna chance di emergere per il prevedibile futuro. L'offerta di titoli cinesi a basso rischio che gli investitori possano detenere come attività sicure e le banche centrali accumulare come riserve è asfittica. Per di più la disponibilità e liquidità di tali titoli sono limitate da controlli sui movimenti dei capitali e da regolamentazioni cervellotiche applicate discrezionalmente

Le chances dell'euro

Al momento solo l'euro soddisfa alcune condizioni che potrebbero insidiare il ruolo internazionale del dollaro, ma all'Unione Europea mancano sia la capacità militare che l'indipendenza energetica. Inoltre per assicurare adeguata liquidità internazionale il paese che emette la valuta di riserva deve accettare di mantenere ampi deficit di bilancia dei pagamenti.

Per quanto la quota di riserve detenute in dollari dalle banche centrali sia scesa del 12% dall'inizio del secolo, dal 71% nel 1999 al 59% nel 2021, solo un quarto di questo declino è stato assorbito dallo yuan mentre il resto è attribuibile alle valute dei paesi esportatori di materie prime, come Australia e Canada.

I dati

Esaminando i dati, se oltre al dollaro si considerano anche le valute dei paesi occidentali, nel 2000, oltre il 98% delle riserve internazionali era detenuto dollari, euro, yen e sterlina britannica. Meno del 2% delle riserve era detenuto in valute di paesi emergenti (BRICS inparticolare). Nel 2021, la quota di valute occidentali è scesa al 90% a vantaggio dello yuan. Tale aumento va attribuito al maggior peso della Cina nel commercio mondiale e quindi alla necessità per i suoi partner commerciali di detenere liquidità anche in yuan. Ma della finanza e del capitalismo in salsa cinese sono in pochi a fidarsi.

Un altro filone di farneticazioni asserisce che saranno le criptovalute a soppiantare il dollaro, anzi tutte le monete fiat nelle transazioni commerciali e finanziarie internazionali. Secondo questi geni della finanza la gente dovrebbe fidarsi più di una blockchain che dell'esercito americano e di Wall Street.

Insomma, la kryptonite per il superdollaro come valuta di riserva ancora non è stata trovata.

15 apr 2022

Disinformazia per telelobotomizzati



Crimini di guerra a Bucha



L'invasione dell'Ucraina è stata preceduta da un'accurata pianificazione su molti livelli:

1) Un'opera di corruzione su vastissima scala di politici cosiddetti sovranisti in Occidente.

2) La condotta  pluriennale della guerra asimmetrica incentrato sui social media con migliaia di bot e di profili falsi gestiti da varie agenzie governative russe.

3) Disinformazione su vasta scala convogliata attraverso i canali televisivi come Sputnik e Russia Today

4) Il reclutamento di agenti nei media, negli eserciti della NATO (in particolare l'Italia), nelle istituzioni e nei servizi segreti (nei cui comitati siedono personaggi come il noto analista da talk show URSSini).

5) Hackeraggio di siti sensibili in Europa e America, oltre che ovviamente in Ucraina.

6) Stipula dei contratti capestro di fornitura di gas e petrolioottenuti con mazzette ai massimi livelli delle imprese e dei governi.

7) Il coinvolgimento nella propaganda di religiosi e prelati cattolici sensibili ai messaggi omofobi, anti moderni e comico-millenaristi del Patriarca Kirill.

8) L'organizzazione di associazioni di amicizia con la Russia in tutta Europa attraverso cui organizzare eventi.
 
9) Il finanziamento su vasta scala di organizzazioni ambientaliste per promuovere l'uso di gas russo a discapito di energie rinnovabili e centrali nucleari.


Propaganda e manipolazione 


Un aspetto insidioso della guerra asimmetrica attraverso la disinformazia per telelobotomizzati, è la manipolazione della Storia su cui si basa la propaganda del Cremlino per negare l'esistenza di una nazione ucraina.

La nazione ucraina nasce molto prima della creazione della Russia, quindi, come ha giustamente sottolineato la Novaja Gazeta, questa farneticazione veicolata dai Dugin di turno e dagli eredi di un filoslavismo razzista e anti-occidentale è semplicmente il ridicolo collante di farneticazioni schizofreniche.

Altrettanto schizofreniche sono le accuse di nazismo rivolte agli ucraini che hanno eletto un presidente ebreo. Solo un disturbato mentale circondato da sicofanti e zerbini può proffeire deliri di questa grossolana portata, o continuare a negare i cirmini di guerra documentati in mondovisione.
Eppure in Occidente grazie alla preparazione propagandistica e corruttiva di cui sopra trovano una sponda nei media, nell'opinione pubblica (seminanalfabeta) e nel mondo politico.




12 apr 2022

In Ucraina comincia la Battaglia del Donbass

Il carro armato a guida autonoma, gestito da un programma di intelligenza artificiale, oppure controllato da remoto cambierà la nozione stessa di guerra, intesa come scontro tra umani.
 
In futuro le battaglie potrebbero svolgersi tra mezzi da fantascienza privi di soldati in carne e ossa. Forse i soldati manovreranno i mezzi di terra, di mare e di aria da un bunker segreto a decine di migliaia di kilometri di distanza. 

Sta già accadendo con i droni o con i robot artificieri. Appena arriveranno i droni kamikaze promessi da Biden a Zelensky sarà ancora più evidente, perché questi oggetti volanti saranno in grado di individuare da soli il bersaglio e colpirlo.

Il macellaio di Aleppo

Nel frattempo Putin affida il comando delle operazioni in Ucraina a tal Dvornikov, un generale che viene spacciato per geniale stratega della campagna in Siria

In realtà Dvornikov non si è mai avventurato a meno di 40 chilometri dal fronte. E' un macellaio distintosi esclusivamente per le atrocità commesse in Siria e in Cecenia in combutta con nazisti libanesi e siriani. Come stratega è stato un disastro.

Difficile che un esercito allo sbando, decimato, senza logistica e dotato di mezzi obsoleti possa migliorare in pochi giorni affidato ad un incompetente per quanto fedele del nano judoka. Ad ogni modo lo vedremo non appena comincia la Battaglia del Donbass destinata a decidere le sorti dell'invasione.

Il fronte interno

Sul fronte mediatico italiano si registra la solita sceneggiata di Orsini, a cui Vespa, giustamente rifiuta di dare spazio per comparsate a favore di Putin.

Anche l'Eni, dopo la Rai (su intervento della Commissione Parlamentare di Vigilanza). pare abbia sottratto la greppia al sociologo del terrorismo. Resta da capire chi gliela aveva concessa e per quali fini. E chi lo ha nominato in un comitato dell'intelligence italiana in un paese dove abbondano gli esegeti di Putin non solo tra i vertici istituzionali, ma anche militari e dei servizi segreti.

10 apr 2022

L'Italia e l'Europa possono mettere Putin in mutande (rattoppate)



E' possibile affrancarsi in tempi brevi dalla dipendenza del gas importato dalla Russia.

L'Italia potrebbe ridurre l'afflusso al terminale di Tarvisio di circa il 40%. Lo afferma l'International Energy Agency (IES), il prestigioso think tank dei maggiori paesi consumatori di idrocarburi in questo rapporto preparato e pubblicato ormai da settimane.


Ovviamente il rapporto non trova alcuno spazio sui media italiani. I "giornalisti sono troppo impegnati a fare gli zerbini dei vari URSSini, che i canali della disinformazione del Cremlino a turno impongono nel "dibattito politico" (leggasi cloaca circense) attraverso i social e la TV.

Putin in mutande

Senza i proventi di tali importazioni la Russia sarebbe priva di risorse sufficienti a pagare i costi del settore pubblico e le spese di guerra. E nemmeno la corruzione nei piani alti delle istituzioni occidentali, dei partiti sovranisti e delle organizzazioni sedicenti ambientaliste.

In parole povere si possono inasprire gradualmente le sanzioni contro l'autocrate del Cremlino e la sua Mafia di stampo stalinista senza dover spegnere i condizionatori. L'ex consigliere di Putin ha affermato senza mezzi termini che senza il flusso di risorse dall'Europa occidentale l'economia russa crollerebbe di schianto.


 Nel frattempo andrebbero investigate le fonti di reddito di certi "istituti" e il ruolo dei rettori delle università che si prestano a queste operazioni. Per il momento l'Eni ha apparentemente preso provvedimenti. E la magistratura quando si decide a svegliarsi?

Questo video di Radio Londra spiega in dettaglio tutti i dati e tutte le opzioni, compreso il nucleare.