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21 nov 2021

Flop 26





Impegni solenni erano già stati annunciati con fanfare e pennacchi nelle precedenti conferenze sul clima (con relativi protocolli) di Montreal, Rio, Parigi (e altri luoghi più o meno esotici). La conferenza di Glasgow infatti è indicata come "Cop 26" perché l'hanno preceduta 25 consessi simili. E altrettanti flop. Il motivo di questa ipocrita esibizione di pubbliche virtù ambientaliste dietro cui si nascondono i privati vizi dei combustibili fossili è un Segreto di Pulcinella: per ridurre del 45% le emissoni di gas serra, la Co2 dovrebbe essere tassata così pesantemente da diventare un bene di lusso come lo Chanel No. 5. Persino l'auto elettrica, osannata come fulcro del futuro dell'umanità, provocherà problemi giganteschi. Secondo un rapporto dell'AIE, la produzione di un'auto elettrica richiede un input di minerali sei volte maggiore rispetto alla sua controparte a combustibili fossili, mentre un impianto eolico onshore ne esige nove volte più di una centrale elettrica a gas.



Tutti i leader mondiali, inclusi dittatori e autocrati, sanno perfettamente che un'inversione del paradigma di sviluppo degli ultimi 250 anni è politicamente impossibile. Nessun governo sopravviverebbe se proponesse agli elettori di spegnere il riscaldamento, disfarsi dei condizionatori, farsi le docce fredde, rinunciare all'auto, scordarsi i viaggi in aereo e cibarsi di vegetali e/o insetti. Pertanto i capi di stato e di governo, specialmente quelli dei paesi emergenti, continueranno a fare pubblica esposizione di virtù inesistenti, a beneficio dei giovani e degli illusi che manifestano nelle piazze, mentre nel frattempo coltiveranno i vizi privati del sistema economico basato sui combustibili fossili. L'unico che al momento assicura il benessere e lo sviluppo che chiede la maggioranza degli elettori.

18 nov 2021

La guerra contro il Covid richiede decisioni rapide





Israele fa da battistrada per tutto il mondo nella lotta contro il Covid, avendo iniziato la campagna vaccinale in anticipo su tutti e avendo ottenuto un successo invidiabile quanto a percentuali di popolazione vaccinata. Pertanto le autorità hanno accumulato la migliore esperienza nella lotta contro il Covid. Arnon Shahar è il direttore della task force contro la pandemia del Maccabi Health Services, la seconda maggiore istituzione sanitaria del paese ed è uno dei maggiori esperti al mondo sulle strategie di contenimento della pandemia. Insomma l'esperienza se l'ha guadagnata sul campo, non nei talk show televisivi per psicolabili o nei corridoi ministeriali.

In questo video, realizzato in occasione di una conferenza organizzata dall'Ambasciata israeliana per un pubblico selezionato, il Dott. Shahar (che parla un ottimo italiano), ci spiega che lezioni hanno imparato in Israele in questi quasi due anni di emerganze continue, quali sono le conseguenze del long Covid anche su soggetti giovani e in buona salute, l'importanza cruciale della terza dose per tutta la popolazione e perché sarà indispensabile vaccinare anche i bambini. Cinque minuti assolutamente imperdibili per chiunque voglia informarsi da uno scienziato e non da somari Caccia(balla)ri!!!

14 nov 2021

Rapporti Cina USA: non sarà l'untorello Biden a spiantar Pechino





A partire dalle Olimpiadi invernali del febbraio 2022 e fino al 20° Congresso del Partito Comunista nel corso dell'anno, la Cina sarà al centro dell'attenzione globale, mentre Taiwan rimane il terreneo di scontro più gravido di conseguenze. L'accordo con gli USA sui cambiamenti climatici firmato a Glasgow va interpretato in questo contesto: la Cina vuole proiettare un'immagine positiva che rafforzi il suo soft power (incommensurabilmente inferiore a quello degli USA). A questo scopo ha in programma una serie di eventi che esaltino la competenza, il potere e la superiorità del governo, ma soprattutto del partito sotto la guida di Xi Jinping. ormai lanciato verso il ruolo di novello Grande Timoniere.



I mandarini comunisti faranno di tutto per prevenire proteste alle Olimpiadi da parte di cittadini stranieri indignati dai campi di “rieducazione” cinesi nello Xinjiang o dalla repressione in Tibet o magari dalla distruzione della libertà a Hong Kong o infine delle minacce a Taiwan. Infatti una rigida “bolla covid" impedisce agli stranieri di essere spettatore. Sul fronte interno, qualsiasi disaccordo in seno al PCC sarà seguito da brutali purghe. Le democrazie occidentali, con l'America in stato confusionale, rimangono in trance. Biden e Xi si sono parlati in video conferenza, dopo mesi di frizioni e scambi di accuse. Ma la politica estera di Biden appare senza timone. Una nota della portavoce della Casa Bianca Jen Psaki afferma burocraticamente che "I due leader discuteranno i modi per gestire responsabilmente la competizione ... così come i modi per lavorare insieme dove i nostri interessi si allineano" ... "Il presidente Biden chiarirà le intenzioni e le priorità degli Stati Uniti e sarà chiaro e sincero riguardo alle nostre preoccupazioni".
Tradotto in italiano manzoniano, non sarà l'untorello Biden a spiantar Pechino.

Il G20 e la COP26 partoriscono un roditore di dimensioni non ragguardevoli





Come le precedenti venticinque COP, anche la COP26 ha partorito un roditore di dimensioni non ragguardevoli. Il consesso ha tolto le tende nella serata di sabato 13 novembre, con un giorno di ritardo sul ruolino di marcia, per dare tempo di adottare nel comunicato finale una formulazione che fosse abbastanza ambigua per soddisfare tutti ed impegnare nessuno. Il Patto sul Clima di Glasgow conferma l'obiettivo di contenere l'incremento medio delle temperature entro i 1,5° C e completa dopo sei anni l'Accordo di Parigi del 2015 da cui Trump aveva ritirato gli USA. Il segretario generale delle Nazioni Unite, il portoghese António Guterres, lamenta che si tratta di "un compromesso, che riflette gli interessi, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo di oggi
". Lo stesso presidente della COP, Alok Sharma, ha parlato nella sua dichiarazione conclusiva ai media di una "vittoria fragile".

Molti nei giorni scorsi hanno puntato il ditino accusatore contro l'Arabia Saudita che avrebbe sabotato le nobili intenzioni degli intrepidi difensori dell'ambiente e del Pianeta. Sarebbe abbastanza sorprendente che un solo paese, per quanto influente, riesca ad imporre la sua volontà al mondo. Infatti sono stati i paesi emergenti sotto l'egida dell'India ad approvare, proprio l'ultimo giorno, un emendamento che rimanda l'abbandono del carbone al 2030 o anche oltre.



Ma le relazioni pericolose coinvolgono anche gli insospettabili: ad esempio nessuno esamina quale sia il ruolo, al di là della retorica, delle organizzazioni che si autodefiniscono ambientaliste. Oppure degli "scienziati" che pubblicano studi di non eccelso valore scientifico. Il Rockefeller Brothers Fund (secondo quanto riporta il suo stesso sito web) negli ultimi due anni ha donato a Greenpeace un bel gruzzolo da due milioni di dollari in notevole ascesa rispetto al 2019 quando il fondo aveva scucito appena 325.000 dollari. Ovviamente il bilancio delle fondazioni della famiglia Rockefeller non è composto interamente di petrodollari, ma non disdegna il generoso supporto ad esempio della Exxon.

Il punto cruciale comunque è di una straordinaria semplicità anche se viene tenuto sotto uno spesso strato di tappeti: per ridurre le emissioni di CO2 bisogna rendere questo gas un bene di lusso imponendo tasse da capogiro. Nessun politico avrà mai il coraggio di farlo. Quindi si continuerà a cincischiare sine die in queste conferenze sul clima fino a che la soluzione arriverà dalla tecnologia come sta avvenendo nel campo delle auto elettriche. Di sicuro non dai governi.

13 nov 2021

La Vendetta di Bolkestein



Il sollievo dei gestori di stabilimenti balneari è durato poco. Scongiurato il pericolo (grazie alla Lega) che nel Decreto Concorrenza venisse recepito l'odiato (dai gestori) obbligo delle aste per l'assegnazione delle concessioni, dopo pochi giorni è arrivata la sentenza amministrativa. Ovviamente i media hanno fatto a gara nel diffondere disinformazione con in testa il TG1. In un servizio che trasudava rara incompetenza diffondeva la fake news che sarebbero a rischio un milione di posti di lavoro. Secondo tale ragionamento se le concessioni venissero messe a gara gli attuali dipendenti verrebbero presumibilmente sostituiti da alieni.



Che una migliore gestione crei maggiore occupazione non è un'ipotesi concepibile per un cervello allenato in anni di elucubrazioni nei corridoi di Viale Mazzini o Saxa Rubra.

La Favola dell'Inflazione Temporanea

Mentre ci si dedica ad oziose disquisizioni su cosa significhi inflazione “transitoria”, la domanda cruciale verte su come famiglie e aziende reagiranno alla fiammata dei prezzi post-Covid. Qual è l'impatto psicologico nella gente di questa dinamica deleteria dopo anni di bassa inflazione o moderata deflazione?

Come cambieranno i comportamenti degli agenti economci? Il presidente dell'Atlanta Fed, Raphael Bostic, tra gli altri, ha messo in luce come quanto più a lungo il tasso di inflazione rimane elevato, tanto più è probabile che manager, sindacati e risparmiatori modifichino le aspettative sulla perdita del potere di acquisto della moneta e si regolino di conseguenza.

I lavoratori chiedono aumenti salariali poiché possono vedere che i loro salari si assottigliano in rapporto alle necessità quotidiane, a partire dall'affitto e dal pieno di carburante. Le imprese, dal canto loro, sono indotte ad aumentare ulteriormente i prezzi per mantenere i margini. Gli economisti chiamano questo fenomeno "spirale prezzi-salari". Era la situazione che prevaleva in Italia (e in altri paesi avanzati)negli anni 70 ed 80 -- esacerbata dalla scala mobile -- si accompagnava a periodiche svalutazioni della lira che esacerbavano la situazione e distruggevano il tessuto economico.

Si pensava che la banche centrali avessero imparato la lezione, invece con la politicizzazione della politica monetaria i banchieri centrali stanno commettendo gli stessi errori che portarono alla staglflazione dopo lo shock petrolifero del 1973.