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20 feb 2022

Guerra in Ucraina: un gorilla di nome Putin



Il Presidente Biden vuole evitare a tutti i costi di apparire impreparato al confronto con Putin e rischiare un'altra disfatta come in Afghanistan. Ma non sembra intenzionato a trascinare l'America e la Nato in una guerra per difendere Kiev pur di fronte alle deliranti pretese del Cremlino. 

La Propaganda

Pertanto, pur nella convinzione che Putin in qualche modo farà seguire i fatti alle parole, la strategia di Washington si fonda principalmente sulla comunicazione che coinvolge un tridente formato da Casa Bianca, Dipartimento di Stato e Pentagono. Conferenze stampa si susseguono quotidianamente per avvertire l'opinone pubblica dell'imminente invasione, corredate le immagini satellitari delle truppe russe. Insomma la propaganda prevale sulle armi.

                                     Il Jurassic Park del KGB: Putin, mammt e tu


L'Europa non crede alle lacrime


In Europa invece prevale lo scetticismo sulle reali intenzioni di Putin e si tende a enfatizzare la via diplomatica, nella convinzione che la minaccia di invasione dell'Ucraina sia come il grido dei gorilla che si battono il petto per intimidire il rivale nella foresta. 

La guerra sarebbe un'avventura estremamente rischiosa per il dittatore russo. Anche se la campagna militare avesse rapidamente ragione delle difese ucraine (evento non affatto scontato), mantenere sotto controllo un paese impoverito con 44 milioni di abitanti (di cui 40 ostili), anche tramite un governo fantoccio, non sarebbe agevole.

Peraltro le condizioni economiche della Russia sono pessime: il paese rimane una satrapia arretrata che si regge solo per le esportazioni di materie prime. Se venisse anche colpito da sanzioni come l'esclusione dal circuito Swift, il suo sistema finanziario andrebbe in tilt per mesi.

29 gen 2022

Vietare l'accesso a Swift sarebbe un'efficace sanzione contro la Russia




Le mire revansciste di Putin in Ucraina, secondo la Casa Bianca, sono destinate a concretizzarsi in un attacco all'Ucraina nel mese di febbraio. Nel frattempo la guerra asimmetrica è già in atto con attacchi cyber contro siti sensibili ucraini e con la disinformazione su internet e sui social. Macron, fedele alla secolare tradizione filorussa dell'Esagono, parla di de-escalation, come i suoi predecessori a Monaco di Baviera nel 1938, che infatti ottennero l'effetto contrario, contribuendo ad imbaldanzire Hitler.

Difficilmente gli autocrati, specie se atterriti dalla perdita di prestigio e di potere all'interno a causa dell'economia in caduta libera, si lasciano convincere dalle chiacchiere diplomatiche. Soprattutto se la Germania oramai fa apertamente il doppio gioco contro la Nato. Ne sa qualcosa il suo unico oppositore, Navalny, incarcerato nel silenzio assoluto dei governi imbelli europei ed americano. Per questo occorre prevenire le loro mosse o preparare le ritorsioni con largo antcipo. L'ultima volta che Putin aggredì l'Ucraina annettendosi la Crimea, i paesi occidentali impiegarono mesi per varare sanzioni talmente blande che al Cremlino stanno ancora ridendo. Questa volta Sleepy Joe e i due incapaci posti ai vertici del Pentagono e del Dipartimento di Stato sembrano pervasi da idee più chiare. Insomma a Washington sembra prevalere lo spirito di Churchill, non quello di Chamberlain o di Petain.



La sanzione più efficace sarebbe l'esclusione delle banche russe dal sistema Swift che permette la verifica dei pagamenti transnazionali. E' un sistema molto antico, che risale all'epoca in cui dominavano i telex. Però funziona abbastanza bene e, dopo decenni di tentativi, ancora non si è riusciti a sostituirlo.

A Putin verrebbe assestato un colpo sotto la cintura che lo metterebbe in rotta di collisione persino con gli oligarchi che lo sostengono al potere. Costoro vogliono avere la libertà di arricchirsi e di fare la bella vita in Occidente. Diventare gli zerbini dei cinesi per accondiscendere alla mattane dell'autocrate non è esattamente in cima alle loro priorità.

24 gen 2022

Microsoft nel #Metaverso, Mercati nel pallone, Putin in Ucraina


Per la blue chip fondata da Bill Gates l'acquisto di Acrivision costituisce un record e si inquadra in una scelta strategica fondamentale per l'ingresso nel cosiddetto Metaverso, cioè la realtà virtuale che, secondo gli entusiasti, definirà l'interfaccia di tutti i social media (e della rete).

Activision Blizzard ha sviluppato alcuni dei giochi più diffusi, Call of Duty, Guitar Hero, Overwatch, StarCraft o World of Warcraft, che diventeranno presumibilmente esclusiva di Xbox (bye bye Playstation di Sony). Le nostre vite future saranno sempre più avviluppate in questa meta-realtà virtuale, un paradiso degli sfigati, di cui i media gonfiano le sorti a mo' di pallone aerostatico.



Nel frattempo sui mercati hanno capito che l'inflazione temporanea è una gigantesca fake news e la Fed dovrà presto aumentare i tassi oltre a dover prosciugare la montagna di liquidità che ha immesso sin dal 2008. I primi a farne le spese sono stati i titoli tecnologici, dalle start-up fino a Tesla. La Bce invece continua nel suo beato sonnambulismo mentre i venti di guerra soffiano sull'Ucraina.

Il negoziato USA - Russia a Ginevra è finoto senza risultati di rilevo, ma Putin ha preso gusto a presentarsi come il Belfagor dell'URSS. Putin spera di distogliere l'attenzione dei Russi dal disastro economico agitando l'invasione dell'Ucraina come

14 gen 2022

Putin, il cleptocrate stalinista




Giulio Terzi di Santagata, ex ministro degli Esteri nel governo Monti, è uno dei diplomatici italiani di maggior prestigio internazionale. Nel video che abbiamo realizzato per la Fondazione Luigi Einaudi, con lui abbiamo esaminate un ampio spettro di temi legati al nostalgico revanscismo sovietico, pervaso di delirante misticismo religioso, incarnato da Putin e da suo clan di cleptocrati mafiosi stalinisti. Le minacce all'Occidente, la preparazione dell'invasione dell'Ucraina e l'intervento illegale per sedare la rivolta contro i ferrivecchi sovietici in Kazakistan, sono solo le ultime mosse di un dittatore disperato. 

La crisi economica che si è abbattuta sulla Russia a causa della pandemia sta gettando i russi nella miseria e quindi i cleptocrati mafiosi per distogliere l'attenzione suonano le trombe di guerra.

                                    L'ultimo atto del Patto di Varsavia

Le aggressioni su vari fronti dalla #Libia alla #Siria, purtroppo sono state rese possibili dall'ignavia delle amministrazioni americane da Obama a Biden, incapaci di arginare le ambizioni del cleptocrate stalinista.

L'intimazione russa di riportare la Nato entro i confini del 1989 assume degli aspetti di assoluta comicità.


5 dic 2021

Insalata Bielorussa





Dopo aver ordinato al suo tirapiedi bielorusso di utilizzare i profughi, raccolti in giro per il mondo, come arma di pressione politica contro l'Europa, Putin ha rivolto le sue mire sull'Ucraina, sua ossessione da quando è salito al potere.

Secondo l'intelligence Nato, che ha imbeccato la Bild e il Washington Post, l'esercito russo avrebbe un piano per un'invasione dell'Ucraina riportato nel grafico in basso. I russi pianificherebbero un attacco "da sud, da est e da nord, e in uno scenario 'massimale' di portare 2/3 dell'Ucraina sotto il controllo della Russia". "Addirittura la città di Kiev potrebbe finire nel mirino di Putin", è il timore degli esperti secondo il quotidiano tedesco. L'attacco partirebbe tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio se il Cremlino si sentisse sufficientemente forte. Da settimane la Russia sta ammassando decine di migliaia di truppe (si dice fino a 175mila uomini), oltre a carri armati e altro materiale bellico al confine ucraino, come rivelano le foto satellitari. Probabilmente Putin, come nel suo stile, sta verificando fin dove può spingersi il suo avventurismo revanscista. La gestione economica e quella sanitaria hanno alimentato il malcontento interno e quindi il vecchio colonnello del KGB sente un disperato bisogno di risollevare la sua popolarità riattizzando il nazionalismo dei suoi compatrioti.



Gli Usa fino a pochi giorni fa avevano minimizzato la "minaccia di invasione" dalla Russia. "Lo stiamo osservando molto da vicino", aveva affermato in una conferenza stampa martedì scorso il portavoce del Pentagono Kirby, aggiungendo: "Non prevediamo alcun intervento militare degli Stati Uniti in questo conflitto". Come abbiamo descritto in precedenza, le variazioni sul tema "stiamo monitorando la situazione" da parte del Pentagono non suggeriscono che i generali siano davvero convinti che un assalto militare all'Ucraina sia imminente.

Tuttavia gli Usa da tempo riforniscono di armi l'Ucraina, il che ovviamente significa sventolare un drappo rosso di fronte all'autocrate del Cremlino.

Sia come sia, secondo la CNN il presidente Biden, si sta "coordinando" con i suoi alleati in Europa per rendere «molto difficile» alla Russia il proposito di attaccare l'Ucraina. "Sto organizzando quella che ritengo essere la serie di iniziative più completa e significativa per rendere molto, molto difficile a Putin andare avanti e fare ciò che le persone sono preoccupate che faccia", ha dichiarato Biden di fronte ai corrispondenti dalla Casa Bianca.

I toni sono in linea con lo stile Sleepy Joe (in picchiata nei sondaggi), visto che nemmeno con un erculeo sforzo di fantasia si possono interpretare come una dichiarazione di fuoco di fronte alle manovre provocatorie di Putin. Anzi per stemperare la tensione Biden e Putin si sono parlati in video conferenza. Ovviamente non c'è stato alcun progresso nemmeno sul piano formale. Che bastino ad ammansire Putin un po' di chiacchiere vacue profferite da un inquilino della Csa Bianca debole, incapace e screditato lo prevedono in pochi.