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6 mar 2022

Tra i due litiganti in Ucraina la Cina gode?





Ma davvero la Cina puà essere considerato un alleato affidabile della Russia contro l'Occidente? La Cina si rifornisce dall'Ucraina di grano, di tecnologia militare, di materie prime e vi investe cospicui capitali che non amerebbe vedere in fumo. Anche astraendosi dai rapporti di amicizia tra i due paesi, alla leadership comunista l'invasione dell'Ucraina provoca problemi molto spinosi, perché il cataclisma geopolitico innescato dalla guerra, rischia di travolgere i fondamenti dell'economia cinese.



La Cina media tra i due litinganti 

La Cina non può permettersi di rinunciare ai rapporti commerciali, finanziari e tecnologici con l'Occidente e vuole diventare un partner essenziale nella transizione ecologica. Inoltre il ricompattamento dell'Occidente e della Nato peserà moltissimo nelle decisioni sulla possibile invasione di Taiwan già piuttosto incerta dopo il lancio di Aukus

In sostanza, tra i due litiganti in Ucraina, la Cina non gode troppo. Per questo motivo ha lanciato una frenetica attività diplomatica per mediare tra Putin e Zelensky con l'approvazione anche di Biden. 

Nel frattempo Xi Jinping si è allineato alle sanzioni occidentali senza troppe esitazioni. Alla lunga questo conta più di mille parole.

Verità morali e carrello ferroviario

Morale ed etica sono facili da comprendere quando il Bene ed il Male sono chiaramente distinti. Ma la vita reale assume raramente tinte bianche e nere. Il mondo ha molteplici gradazioni di grigio anzi un continuum di tonalità grigie che comportano scelte dolorose o tragiche.

Il dilemma


Il dilemma del trolley (nel senso di carrello ferroviario) proposto nel 1967 da Philippa Bonsanquet (coniugata Foot) sulla Oxford Review, è un classico spunto di filosofia etica sulla scelta tra due mali. La versione ancora più urticante è il "dilemma dell'uomo grasso" che da un'azione asettica sposta il dilemma sull'aggressione fisica contro un essere umano innocente.



Trolleylogy


Non esiste verità assoluta e tantomeno virtù assoluta. Solo opzioni sul minore dei mali in un mondo imperfetto. Dalla formulazione originaria della Foot sono state concepite infinite versioni del dilemma del trolley, dando vita ad una cottage industry di trolleylogy, il paradigma più diffuso nelle ricerche di psicologia morale e nella filosofia sperimentale.

28 feb 2022

Maggioritario, Proporzionale o Ibrido? La futura legge elettorale



In questi giorni tutta l'attenzione della politica è assorbita dall'invasione dell'Ucraina. Ma una volta finita la guerra inizierà la guerra in Parlamento sulla nuova legge elettorale da cui dipenderanno le fette di potere che ciascun politico riuscirà a ritagliarsi.

I 4 partiti maggiori tendono a preferire una legge proporzionale perché non sarebbero legati a patti di coalizione e anche in caso di sconfitta nelle urne avrebbero un ampio margine di manovra in Parlamento.

20 feb 2022

Guerra in Ucraina: un gorilla di nome Putin



Il Presidente Biden vuole evitare a tutti i costi di apparire impreparato al confronto con Putin e rischiare un'altra disfatta come in Afghanistan. Ma non sembra intenzionato a trascinare l'America e la Nato in una guerra per difendere Kiev pur di fronte alle deliranti pretese del Cremlino. 

La Propaganda

Pertanto, pur nella convinzione che Putin in qualche modo farà seguire i fatti alle parole, la strategia di Washington si fonda principalmente sulla comunicazione che coinvolge un tridente formato da Casa Bianca, Dipartimento di Stato e Pentagono. Conferenze stampa si susseguono quotidianamente per avvertire l'opinone pubblica dell'imminente invasione, corredate le immagini satellitari delle truppe russe. Insomma la propaganda prevale sulle armi.

                                     Il Jurassic Park del KGB: Putin, mammt e tu


L'Europa non crede alle lacrime


In Europa invece prevale lo scetticismo sulle reali intenzioni di Putin e si tende a enfatizzare la via diplomatica, nella convinzione che la minaccia di invasione dell'Ucraina sia come il grido dei gorilla che si battono il petto per intimidire il rivale nella foresta. 

La guerra sarebbe un'avventura estremamente rischiosa per il dittatore russo. Anche se la campagna militare avesse rapidamente ragione delle difese ucraine (evento non affatto scontato), mantenere sotto controllo un paese impoverito con 44 milioni di abitanti (di cui 40 ostili), anche tramite un governo fantoccio, non sarebbe agevole.

Peraltro le condizioni economiche della Russia sono pessime: il paese rimane una satrapia arretrata che si regge solo per le esportazioni di materie prime. Se venisse anche colpito da sanzioni come l'esclusione dal circuito Swift, il suo sistema finanziario andrebbe in tilt per mesi.

Inflazione: prossimamente nelle vostre tasche



Il meccanismo di trasmissione dei prezzi delle materie prime a quelli dei beni di largo consumo è ancora inceppato. L'inflazione core, cioè al netto di energia e prodotti alimentari freschi in Europa è al 2,3% (anche se le aspettative erano per un tasso dell'1,9%) non troppo distante dal fatidico target del 2%. 

Il falò della credibilità

Ma se le aspettative di inflazione dei salariati e dei risparmiatori vengono disancorate dai tassi vicini al 2%, si innesca un'impennata dei tassi di interesse e una spirale prezzi - salari che le banche centrali non sarebbero in grado di tamponare dopo aver distrutto una credibilità faticosamente acquisita a prezzo di sacrifici in 40 anni.

                                        Tornano gli annni '70

E' arduo prevedere quali saranno le dinamiche nell'economia reale perché questa è la prima volta che una generazione di manager e di gestori si trova alle prese con l'inflazione in USA lanciate verso la doppia cifra. 

La Mole di Debiti

Ed è la prima volta che il mondo e le economie maggiori sono oberate da debiti che in caso di aumento permanente dei tassi di interesse diventerebbero insostenibili. La crisi del 2008-09 sarebbe un banale raffreddore al confronto dell'infarto che si produrrebbe nel sistema finanziario.

Nel frattempo la filiera della grande distribuzione è investita in pieno da questo cambio di regime (destinato prossimamente ad alleggerire le vostre tasche), che innescherà una lotta per la sopravvivenza sia a monte che a valle. 

11 feb 2022

Le banche centrali stanno fumando sigarette sedute su una polveriera

Inflazione a doppia cifra

L'inflazione in Usa pare ormai avviata verso un tasso a doppia cifra. Le cause sono sostanzialmente tre:

1) La valanga di sussidi pubblici finanziata per lo più con la stampa di moneta per sostenere le famiglie durante la pandemia

2) L'impennata dei prezzi energetici conseguente alla riduzione degli investimenti in nuova capacità estrattiva come conseguenza delle politiche ambientali (green new deal) 

3) Lo shock subìto dalle catene logistiche globali che erano state ottimizzate nel corso di decenni e che la pandemia ha severamente danneggiato.  

La politicizzazione delle banche centrali 

Le banche centrali sulle due sponde dell'Atlantico (e in buona parte del mondo) hanno nascosto la testa sotto la sabbia asserendo che l'inflazione sarebbe stata temporanea nonostante le previsioni degli economisti indipendenti fossero di tutt'altro segno. Non è chiaro se questo marchiano errore di valutazione sia frutto di insipienza e incompetenza, oppure di pressioni politiche. Infatti i governi hanno utilizzato il bilancio delle banche centrali come un bancomat per le spese clientelari come non si era mai visto in passato, se non in qualche disastrata economia sudamericana.



In entrambi i casi quando i risparmiatori decideranno di essere stati tosati abbastanza, i mercati obbligazionari e soprattutto quelli dei titoli pubblici dei paesi indebitati (uno a caso, l'Italia) deflagheranno, mentre i politici saranno impegnati a crogiolarsi con la decarbonizzazione e altre amenità partorite dalle fertili menti dei minkio-anticapitalisti.

Per asseverare il livello di ipocrita duplicità basta osservare che mentre Biden agli adepti sanderisti predica l'abbandono delle fonti fossili, nei retrobottega della geopolitica implora l'Opec e la Russia di aumentare la produzione di petrolio e gas.

In questo marasma epocale per le banche centrali subordinare la politica monetaria agli squallidi obiettivi di breve periodo dei governi incapaci, equivale a fumare sigarette pigramente seduti su una polveriera.