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24 gen 2021

Una Tragedia Chiamata Venezuela



In Italia c'e' tanta gente fermamente convinta che tornando alla minkio-lira ed emettendo moneta senza vincoli o limiti di sorta (in pratica coprendo il deficit pubblico con pezzi di carta colorati emessi da una banca centrale agli ordini di gente come Di Maio o Toninelli), l'economia possa fiorire come durante il Miracolo Economico. Si da' il caso che suddetto Miracolo avvenne in regime di cambi FISSI tra tutte le maggiori economie del MONDO (non solo europee) e addirittura con le monete nazionali agganciate all'oro.

Ma queste banali osservazioni non scalfiscono l'incrollabile certezza di cotali geni. Secondo le panzane, che ripetono ossessivamente come pappagalli, la popolazione raggiungerebbe istantanemante un benessere scandinavo pagando imposte da Principato di Montecarlo se solo il governo potesse coprire tutte le spese con banconote che presto diverrebbero carta straccia. Per ingigantire ulteriormente il cumulo di idiozie in Italia e' stato tradotto il libro di una nullita' accademica, tal Kelton che dovrebbe conferire una verniciatina di rispettabilita' teorica a queste farneticazioni da bettola.



Per far comprendere alle vittime di questa delirante propaganda cosa succede quando i criminali (rossi o neri che siano) che diffondo tali panzane assurgono al potere, abbiamo chiesto ad un nostro connazionale di raccontarci la vita quotidiana in Venezuela, un paese dove l'inflazione ha battuto tutti i record e quotidianamente i prezzi in bolivar aumentano del 20%. Mentre chi non ha in tasca i dollari degli odiati yanquis muore letteralmente di fame con stipendi da 50 centesimi di euro AL MESE.



Un inferno quotidiano creato da un regime comunista bestiale (appoggiato da Cuba) dove venti milioni di persone vivono al di sotto della sussistenza aspettando i pacchi di viveri o la legna per cucinare che il governo si ricorda ogni tanto di inviare ai derelitti. Intanto l'élite al governo e i loro sgherri vivono in un lusso indecente, frutto della piu' colossale rapina mai attuata in America. Questo accade in una dei paesi piu' ricchi al mondo di materie prime con le maggiori riserve di petrolio.

18 gen 2021

I Fondi del Next Generation EU Gettati alle Ortiche



Mentre Conte raccatta i voti dei vecchi 5 stelle e dei neo 5 mastelli, la clacque di Casalino cerca di imbellettare i fallimento del governo peggiore del mondo civile. Nonostante l'UE ci abbia concesso generosamente l'ultima occasione per riscattare una pluridecennale mediocrita', il Recovery Plan approntato dai gerarchi e' poco piu' di un inutile assortimento di slogan. Un richiamo della foresta pseudo-sessantottino con una verniciatina di digitalizzazione (arretrata di 20 anni) ed ecologismo da tema di seconda media. Manca qualsiasi coinvolgimento del settore privato, qualsiasi visione di futuro, qualsiasi capacita' progettuale, che non siano le solite infrastrutture concepita da mezze calzette in veste di assessori locali.



La logica che lo pervade e' la pervicace preservazione delle storture, dei privilegi e delle distorsioni accumulatesi dagli anni 60 in Italia. Un festival del clientelismo come nemmeno Bisaglia e Gaspari avevano osato sognare. Un'orgia della spesa pubblica di stampo peronista per accellerare la corsa verso la bancarotta.



La Danza sul Baratro





Il governo Conte-Zingaretti-Casalino detiene un record mondiale nella classifica della combinata Crollo del Pil - Morti da Covid. Tra i paesi del G20 solo l'Argentina ci batte per la gravità della crisi economica, ma registra meno vittime. Basterebbe questo dato per porre una pesante pietra sepolcrale sul governo delle scimmie al volante come su questo blog abbiamo anticipato da mesi. Invece a Roma ferve la caccia ai Responsabili per sostituire i senatori di Italia Viva, in modo che si compia la parabola dei grillini da feroci esecratori della Kasta nei Vaffa Day a zerbini di Mastella.

E sullo sfondo si staglia la terza stesura del Recovery Plan. Ancora una volta si dimostra che ministri e capibastone non riescono ad afferrare di cosa si tratti. La classe politica è convinta di poter distribuire 210 miliardi generosamente regalati dalla Commissione Europea. Invece la concessione dei prestiti e' condizionata alla presentazione di progetti ambiziosi, riforme strutturali e scadenze precise. Ma anche in Germania il clima politico potrebbe cambiare bruscamemte una volta che la Merkel uscira' di scena a settembre. La Bce fra pochi mesi dovra' rallentare l'acquisto di titoli italiani in base al programma PEPP, come abbiamo spiegato insime ad Udo Gumpel. E al quel punto saranno dolori acuti per le scimmie al volante. Il risveglio da questo sogno bagnato sarà brutale.

9 gen 2021

Stellantis, ma non Cadentis


Una delle operazioni industriali piu' imponenti degli ultimi anni in Europa e' la fusione di Fiat-Crysler (FCA) con Peugeot-Citroen-Opel per formare STELLANTIS, un closso di caratura globale che produrra' quasi 9 milioni di autovetture in stabilimenti diffusi in tutto il mondo.



La stampa provinciale italiana diffonde la solita vulgata banale, frutto di analisi orecchiate in qualche spaccio aziendale: 1) la fusione in realtà sarebbe una vendita ai francesi della FCA da parte della famiglia Agnelli-Elkann, che in questo modo esce dal settore automobilistico come pianificato da tempo.
2) i soci di Peugeot comanderanno nel gruppo perche' hanno nominato l'amministratore delegato Carlos Tavares, mentre John Elkann avra' (oltre a ricchi dividendi) un ruolo cerimoniale come Presidente di Stellantis;
3) il gruppo dovra' tagliare rami secchi e fabbriche poco produttive, ma siccome il governo francese che ha una quota del 6,2% nel capitale difendera' l'occupazione in patria e saranno chiusi gli stabilimenti in Italia (dove FCA accumula solo perdite).

Un veterano dell'industria automotive europea, Pierangelo Decisi, Vice Presidente dell'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia.it) ci spiega quali sono i veri disegni dietro questa fusione e le opportunita' che si aprono per un enorme pezzo dell'industria italiana inserito in uno dei maggiori gruppi industriali.

8 gen 2021

Nell'America Stravolta Inizia l'Era Biden






Finita la tragica carnevalata dell'invasione nei palazzi del Parlamento, il processo politico negli USA rientra nell'alveo della normalita' istituzionale. Trump ha perso le elezioni in massima parte a causa dell'incompetenza dimostrata nella gestione dell'emergenza Covid-19. Se avesse scelto di esprimere piu' empatia, mettersi la mascherina in pubblico, visitare gli ospedali, mostrare vicinanza ai piccoli imprenditori e ai lavoratori piu' umili colpiti dalla crisi, ecc. Se avesse quantomeno prestato ascolto alle paure diffuse e avesse comunicato efficacemente le misure emergenziali non avrebbe perso il sostegno dell'elettorato piu' anziano. Invece ha creduto che negando la gravita' della situazione e facendo il bellimbusto potesse tenere in piedi il fondale di cartapesta dell'ottimismo da baraccone. Ad ogni modo, conclusa la fase elettorale, la vittoria dei democratici nel ballottaggi per i seggi senatoriali in Georgia consegnano la maggioranza (risicata) nei due rami del Parlamento all'Amministrazione Biden che ora ha la possibilita' di approvare il programma di pesanti aumenti delle tasse e il miraggio della riconversione verde.



E mentre in America la democrazia fa il suo corso, in Cina la scomparsa di Jack Ma ci ricorda che nella superpotenza emergente la democrazia non e' mai esistita. E anche quel poco di liberta' economica concessa dal regime comunista sta inaridendosi sotto il tallone di Xi Jinping.

3 gen 2021

Xi Jinping Abbindola la Merkel


La Cina e' stata per buona parte degli scorsi due millenni la potenza economica dominante nel mondo. Poi, a partire dalla rivoluzione industriale ha perso terreno sino a diventare un paese arretrato ridotto alla fame durante il regime maoista. Dall'avvento di Deng Xiaoping l'Impero di Mezzo ha risalito la china di un declino plurisecolare ed ora rivaleggia con gli Usa per la supremazia mondiale.





L'Unione Europea in questa rivalita' ancora non ha definito il proprio ruolo e rischia di fare la fine del proverbiale vaso di coccio. Per questo la firma del EU-China Comprehensive Agreement on Investment (CAI) assume un'importanza cruciale per il futuro del Vecchio Continente. Dopo sette anni di negoziati che contendevano alla tela di Penelope il primato dell'inconcludenza, all'improvviso la Merkel e Xi Jinping hanno raggiunto un accordo di massima che il Parlamento Europeo dovra' ratificare probabilmente in estate.



L'improvvisa accelerazione e' dovuta alla voglia della Merkel di coronare con un successo il semestre di presidenza tedesca della UE e l'urgenza di Xi Jinping di mettere la nuova amministrazione Biden di fronte a un fatto compiuto di enorme portata geostrategica. Purtroppo senza modifiche sostanziali i benefici del CAI per la UE sono di portata modesta anzi potrebbero rivelarsi controproducenti. Inoltre e' vergognoso che l'UE si presti a fare da lacche' del regime cinese che arresta i membri dell'opposizione a Hong Kong e perseguita gli Uiguri.