La pacchia è finita annunciava con baldanza la Presidente del Consiglio all'inizio del suo percorso a Palazzo Chigi. Però non aveva colto appieno il senso della frase che infatti stava per ritorcerlesi contro.
Per contrastare un tasso di inflazione a due cifre, la BCE dovrà aumentare ulteriormente i tassi di interesse e non acquisterà più i titoli dei governi dell'euro area. Anzi, gradualmente inizierà a vendere, al ritmo blando di 15 miliardi di euro al mese, i titoli già accumulati in dieci anni di quantitative easing. Per il Tesoro italiano ciò significa dover rifinanziare sul mercato il debito emesso, il debito di cui la BCE si libera e il nuovo debito che il governo continua ad ammassare (quest'anno, se tutto va bene, sarà pari al 4,5% del Pil).
E' impossibile che tutto ciò non abbia un impatto sui tassi di interesse e quindi sul servizio del debito nei prossimi anni. Infatti gli investitori stranieri hanno ridotto l'esposizione ai titoli del debito pubblico italiano già da tempo, mentre 9 economisti su 10 interpellati dal Financial Times hanno espresso serie preoccupazioni sulla sostenibilità dell'esposizione debitoria.
Con un quadro macroeconomico globale caratterizzato da forti incertezze, i margini di manovra per resistere ad uno shock sarebbero esigui. Pertanto invece di ingaggiare battaglie perse in partenza sul MES il governo farebbe bene a concentrarsi sul contenimento della spesa pubblica e sull'implementazione del PNRR per dare un impulso alla crescita.
La Presidente del Consiglio Meloni aveva difeso convintamente sia a "Porta a Porta" che nella conferenza stampa di fine anno la riforma del Reddito di Cittadinanza inserita nella legge di bilancio per il 2023. Però dalle intenzioni ai fatti il percorso resta lungo, tortuoso e insidioso.
Nell'iter di approvazione della legge finanziaria i deputati della maggioranza hanno commesso errori marchiani. In particolare volevano togliere il sussidio a chi avesse rifiutato una qualsiasi offerta di lavoro, non solo quelle definite "congrue" dalla legge del governo giallo-verde che ha istituito il Reddito di Cittadinanza.
Per essere considerata congrua, l'offerta di lavoro deve essere in linea con le competenze e le esperienze lavorative del beneficiario del reddito di cittadinanza, deve avere una retribuzione adeguata e deve essere conforme alle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Il governo voleva fare piazza pulita di questo requisito, ma l'emendamento presentato da Maurizio Lupi (ex ministro e sicuramente non un novizio del Parlamento) a riguardo conteneva una svista imbarazzante: di fatto un rimando ad un'altra norma il cui effetto era di vanificare la stretta sui percettori del sussidio.
Insomma, a dispetto delle intenzioni a tutt'oggi il Reddito di Cittadinanza fluttua ancora in un limbo giuridico. Il governo promette di rottamare questo gigantesco voto di scambio, difeso a spada tratta da Conte e dal PD, ma il percorso rimane avvolto nelle nebbie.
Gli occupabili
Un altro mantra del governo riguarda gli occupabili, cioè chi è in grado di lavorare perché non affetto da invalidità o malattie. Anche su questo si è scatenata una diatriba politica, perché grillini ed estremisti anticapitalisti rifiutano una tale caratterizzazione. I pasdaran del parassitismo sostengono che se uno non trova il lavoro dei suoi sogni sotto casa e per di più pagato profumatamente, non può essere costretto a mantenersi. Ha diritto a pretendere il mantenimento perpetuo sottraendo risorse a chi invece si è rimboccato le maniche e paga le tasse, peraltro in un paese dove la spesa pubblica è già da decenni fuori controllo.
Invece va ristabilito il principio che non è accettabile un sostegno a tempo indefinito. Ad esempio la durata del sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti può variare da un minimo di 26 settimane a un massimo di 39 settimane, a seconda dello Stato. In momenti di grave crisi economica o di emergenza (come durante la pandemia), il governo può estendere la durata ma solo per un periodo limitato.
In Germania la durata del sussidio di disoccupazione può variare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 24 mesi. Tuttavia, se il lavoratore è prossimo al pensionamento o ha superato i 55 anni, il sussidio di disoccupazione può essere erogato per un periodo di tempo più lungo.
Per ricevere il sussidio di disoccupazione, il lavoratore deve essere stato licenziato senza giusta causa e deve attivamente cercare un nuovo lavoro. Inoltre, deve essere iscritto all'Agenzia per l'impiego (che funziona molto meglio dei navigator) e partecipare a corsi di formazione o di orientamento professionale. Sarebbe bene tenere a mente questi criteri anche in Italia.
Infine oltre al Reddito di Cittadinanza andrebbero rottamate in Italia i corsi di formazione professionale regionali e i Centri per l'Impiego. Il settore privato può benissimo assolvere queste funzioni senza avere burocrati neghittosi tra i piedi.
L'inchiesta della magistratura belga sulla presunta corruzione dei parlamentari europei da parte di Qatar e Marocco solleva parecchie domande. Innanzitutto ancora non è chiaro quale sia lo scopo che si ripromettevano i corruttori. Difficile che riguardasse solo l'esenzione dal visto per i cittadini qatarini. Quell'esenzione beneficia più l'Unione Europea (e in particolare il settore turistico italiano) che il Qatar.
Inoltre il Qatar è uno dei paesi più importanti al mondo per la produzione di gas, quindi al momento è di importanza cruciale per gli approvvigionamenti energetici dell'Europa. L'inchiostro è ancora fresco su un accordo della durata di 15 anni tra Qatar e Germania per la fornitura di gas. Il governo qatarino può formulare qualsiasi richiesta ai governi europei. Verrebbe probabilmente esaudita senza troppi patemi. E sono i governi, non il Parlamento Europeo ad avere il potere decisionale.
Quindi i sacchi di contante sequestrati dalla magistratura belga potrebbero essere parte di una campagna di pubbliche relazioni volte a migliorare l'immagine del Qatar che non è esattamente un esempio virtuoso sui diritti umani e dei lavoratori. Ma allora sarebbe stato più utile pagare giornalisti, editori di giornali o televisioni tramite agenzie di PR.Si tratterebbe di una micro-punta dell'iceberg.
Il vero pericolo proviene da Cina e Russia
Il vero pericolo su cui questa inchiesta accende i riflettori, non è tanto l'influenza di paesi piccoli e marginali come Qatar e Marocco. I canali corruttivi potrebbero essere stati utilizzati da potenze, come Cina e Russia, che non si limitano a pagare poche centinaia di migliaia di euro a figure marginali in un'istituzione con scarsi poteri come il Parlamento UE. Sono paesi che hanno mezzi di pressione e capacità di influenzare le opinioni pubbliche di gran lunga più efficaci e che possono mettere in atto la macro-corruzione.
Negli anni sono state documentate centinaia di operazioni cinesi e russe mirate a destabilizzare i paesi democratici. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In Europa i tentacoli del regime comunista di Pechino si sono estesi su aziende e infrastrutture mentre addirittura sul territorio europeo sono state aperte stazioni di polizia cinesi che svolgono operazioni di intelligence e di repressione del dissenso. E solleva parecchi interrogativi anche la fretta con cui l'Unione Europea ha deciso senza un dibattito e senza uno straccio di piano di fissare obiettivi irrealistici sulla cosiddetta transizione ecologica, esempio preclareo di tafazzismo.
La Russia dal canto suo negli anni è assurta al ruolo di massimo fornitore di gas per l'Europa acquisendo un potere di ricatto senza precedenti. Questa situazione è stata creata grazie alla complicità governi e politici europei che hanno un nome e un cognome. E che adesso fischiettano o si indignano per il Qatargate.
Infine una piccola chiosa sulla superiorità morale della sinistra italiana. Il perno del Qatargate sono politici e portaborse del Belpaese con importanti posizioni nelle varie formazioni partitiche in cui si scompone il variegato mondo progressista. I leader di questi partiti e partitini hanno rotto un lungo e imbararazzato silenzio per affettare tutta la loro indignazione e addirittura, con sprezzo del ridicolo e dell'intelligenza umana, di volersi costituire parte civile. Ma i soldi con cui vengono pagate strutture e campagne elettorali milionarie da dove provengono?
La recente proposta di un nuovo Patto di Stabilità presentata dalla Commissione Europea è un testo troppo politico, troppo vago e con misure troppo blande che non imbrigliano efficacemente i governi incapaci, inetti, screditati e corrotti, in primis quelli italiani.
Un calcio alla lattina che cerca di scimmiottare il NextGenerationEu, con il suo approccio "olistico", cioè una combinazione di rigore fiscale, investimenti per la crescita, riforme e transizione ecologica con un orizzonte di quattro anni estendibili a sette se venissero implementati piani particolarmente ambiziosi di riforme.
Purtroppo l'esperienza insegna che senza la certezza di sanzioni immediate e brutali, nessun politico, tantomeno italiano, rinuncerà mai alle gigantesche operazoni di voto di scambio che fanno vincere le elezioni, ad esempio il Reddito di Cittadinanza o le generose pensioni anticipate.
Nell'epoca pre-Covid una nutrita masnada di svalvolati minkio-somaristi invocava l'inflazione, quando in Italia e nel resto di Eurolandia prevaleva una leggera deflazione. La masnada coincideva in larga parte con la galassia no-euro di destra e di sinistra (unite nella lotta) di cui erano esponenti di spicco, Salvini, Meloni, in parte anche Berlusconi, per non parlare di Di Maio, Di Battista e Grillo, con rinforzo di buontemponi come la Taverna che aveva prodotto un video in cui si scambiava un euro con mille lire (invece che 1932,27).
Ora che il loro desiderio e' stato esaudito, i masnadieri sono inspiegabilmente spariti dalla circolazione e si segnalano solo nelle stalle televisive a ragliare di scostamenti di bilancio e diseguaglianze sociali. Eppure avrebbero una splendida occasione per spiegare al loro elettorato quali sono gli effetti benefici dei prezzi fuori controllo.
La MMT sparita dai radar
Ora che tutti hanno toccato con mano gli effetti sul portafogli dovrebbero mostrarsi coerenti insieme alla feccia della MMT, ovvero la Modern Monetary Theory, nota anche come Minkion Monetary Theory. Per chi non lo sapesse è il parto di alcune menti malate convinte che stampando pezzi di carta colorata i governi potrebbero garantire al popolo sempiterna ricchezza e felicità.
In Turchia dove il tasso annuale di inflazione è quasi a tripla cifra sarebbero felici di poter confrontarsi con cotali geni dell'economia tutte le persone che ogni mattina vedono aumentare il prezzo del pane o della carne, mentre l'aumento degli stipendi procede col freno a mano tirato, le rare volte che effettivamente procede.
Ma siamo sicuri che anche in Italia si potrebbe organizzare un bel dibattito -- con il pubblico di scalmanati che inveisce dalle piazze -- in uno dei tanti talk show che negli anni hanno dato spazio agli illustri propugnatori dell'economia demenziale.
Invece inspiegabilmente i "giornalisti" non colgono un'occasione così ghiotta.
Il governatore della Florida Ron DeSantis è stato riconfermato con un successo straordinario nelle elezioni del 2022. Questo risultato costituisce un segnale cristallino per tutti gli elettori repubblicani. Io sono il candidato alla Casa Bianca che può condurvi alla vittoria, mentre Donlad Trump è un elemento tossico foriero di future cocenti delusioni e umiliazioni.
Quattro anni fa, DeSantis vinse la sua prima elezione da governatore con uno scarto inferiore all'1%. L'8 novembre di quattro anni dopo, lo scarto si è ampliato a quasi 20 punti percentuali contro il candidato democratico (ma ex governatore repubblicano dello Stato) Charlie Crist.
La vittoria e il margine della vittoria, sono un trampolino di lancio per la Casa Bianca, in quanto gli consentono di argomentare che può fare a livello nazionale ciò che ha appena fatto in Florida. Peraltro DeSantis è capace di convincere gli elettori indipendenti che spostano il baricentro elettorale, Trump li repelle, polarizzando lo scontro.
Infatti il palazzinaro newyorchese ha immediatamente iniziato ad insultare DeSantis che ha chiamato DeSantimonious con il suo stile subdolo da narcisista puerile e megalomane. Asserendo di non averlo votato (quindi ha votato per i democratici?) ha insinuato di poter rivelare informazioni scottanti sul suo conto.
Il fiasco di Trump
Ma le sparate di The Donald non possono nascondere l'evidenza: molti dei candidati da lui sostenuti hanno subìto sconfitte inattese. Il caso più emblematico è il flop di Dr. Oz in Pennsylvania, dove l'avversario per il seggio al Senato John Fetterman è un estremista di sinistra che ha condotto una campagna elettorale debole (era convalescente da un ictus) e nel dibattito televisivo ha rimediato una pessima figura. Nonostante ciò gli elettori lo hanno votato pur di non assegnare la vittoria ad un candidato trumpiano, peraltro abbastanza popolare essendo un noto personaggio televisivo.
A conferma del declino di Trump, dalle risposte agli exit poll della CNN emergeva che l'ex presidente, il cui indice di popolarità tocca un mediocre 37%, è un handicapper le elezioni presidenziali del 2024, in caso vinca la nomination per una terza volta.
In sostanza DeSantis (che ha un'agenda fortemente in contrasto con quella della sinistra sanderista) offre un futuro in cui il Partito Repubblicano potrebbe riconquistare la Casa Bianca soprattutto se il candidato democratico sarà di nuovo Biden, la cui popolarità è bassa a causa dei mediocri risultati in politica economica.