Carlo Ferrari ha accumulato un'esperienza decennale in Russia e Ucraina. Come membro del Rotary Club ha consegnato ad un ospedale nella regione di Kharkiv un'ambulanza riempita di medicinali e apparecchiature mediche per curare civili e militari feriti dalle bombe del regime criminale russo. Questa missione privata in Ucraina gli ha permesso di toccare con mano la situazione e approfondirla attraverso i racconti della gente durante il viaggio di 1000 chilometri per raggiungere il fronte. Ha visto il cimitero a Kiev dove sono sepolti insieme i soldati ucraini e quelli delle brigate internazionali, la città di Krasnokozk bombardata e il centro commerciale di Karkiv distrutto. Ha vissuto la paura quando suona l'allarme e bisogna correre nei rifugi sperando di essere più veloci dei droni e dei missili.
Ha descritto il comportamento ignobile dei russi, che bombardano in qualsiasi momento e qualsiasi luogo. Carlo ha debunkato la propaganda russa incentrata sulla difesa della minoranza russofona del Donbass. In realtà l'Ucraina è composta principalmente da persone che parlano russo.Quando è arrivato a Kiev nel 2016 la maggior parte della popolazione non parlava ucraino, ma russo. Carlo ha anche menzionato che la propaganda russa sul presunto maltrattamento delle minoranza russofone fa parte di una strategia più ampia e subdola di disinformazione nel quadro di una guerra ibrida in corso da decenni per imbonire l'opinione pubblica occidentale.
Purtroppo troppi Italiani sono i campioni mondiali di viscido menefreghismo, attaccati come le cozze al loro mediocre "particulare". Amano sopra tutto essere lasciati in pace e rifiutano di capire le complessità delle questioni internazionali se non afferiscono direttamente al loro portafogli. Non a caso uno slogan popolarissimo del fascismo più becero ammantato nel suo provincialismo straccione era proprio "Me ne Frego!!".
E non a caso è stato implicitamente fatto proprio dal governo Meloni dove si affettano baci e abbracci con Zelenski e poi si vieta l'uso delle armi italiane contro obiettivi russi, dimostrandosi complici oggettivi dei criminali di guerra, che massacrano civili.
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5 nov 2024
I Cyber-colabrodi italiani dove sono custoditi i dati sensibili
L’indagine sulla società milanese Equalize, avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano, ha rivelato un sistema di spionaggio digitale e dossieraggio illegale che avrebbe coinvolto imprenditori, politici e personaggi pubblici di spicco. Per queste operazioni sarebbe stato usata un software, chiamato Beyond, sviluppata da Samuele Calamucci, capace di violare banche dati riservate tramite trojan e malware.
Tale sistema consentiva di accedere a informazioni riservate, incluse quelle custodite dal Sistema di Indagine Interforze (SDI) del Ministero dell’Interno e di altre istituzioni, accumulando dati su numerosi soggetti di alto profilo.
I principali indagati sono Enrico Pazzali, amministratore di Equalize e ex presidente della Fondazione Fiera, e Carmine Gallo, ex funzionario di polizia, che avrebbe sfruttato contatti nelle forze dell’ordine per ottenere accessi illeciti ai database. Pazzali e altri soci di Equalize avrebbero collaborato con hacker e intermediari per creare un "mercato nero" di informazioni riservate, utilizzate per vantaggi personali o per esercitare pressioni politiche e imprenditoriali. Tra le persone coinvolte come vittime di queste violazioni figurano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Senato Ignazio La Russa.
Oltre alle violazioni informatiche, l’inchiesta ha messo in luce presunti legami tra Equalize e ambienti della criminalità organizzata e dei servizi segreti italiani, alimentando preoccupazioni sulla sicurezza dei dati sensibili e sulle vulnerabilità delle infrastrutture digitali del Paese. Gli atti dell'inchiesta docuemntano il coinvolgimento di 14 persone non identificate. Il motivo di questa segretezza non è noto, ma alcuni hanno ipotizzato che si tratterebbe di membri delle forze dell'ordine che avrebbero collaborato con la rete di dossieraggio illegale fornendo accesso privilegiato ai dati sensibili raccolti dalle forze di polizia.
Del resto i mezzi per eventuali corruzioni non mancavano. Gli investigatori sostengono che Equalize e altre società coinvolte avrebbero ottenuto profitti illeciti superiori ai 3 milioni di euro. Parte di queste informazioni sarebbe stata condivisa con agenzie spionistiche straniere, sollevando timori sulla possibile condivisione dei dati raccolti con agenzie di paesi ostili. Inoltre, sono emersi collegamenti con una società "clone" in Inghilterra, suggerendo lasciando ipotizzare che vi sia un'organizzazione internazionale al vertice.
L'Agenzia Italiana per la Cybersecurity si è affretta a diramare un comunicato in cui nega di aver avuto qualsiasi rapporto con la società Equalize e la rete di "spionaggio" milanese. Quindi assicura che non sono stati compromessi i servizi digitali in uso all'Agenzia. E gli spioni non hanno avuto alcun ruolo nella progettazione e nello sviluppo dei sistemi informatici da essa predisposti.
Per quanto magra, è una consolazione sapere che i guardiani del fortino cibernetico italiano siano stati risparmiati dalle intrusioni. Però rimane il fatto che da un mese si susseguono casi di estrema gravità, dall'impiegato di banca infedele, al nerd siciliano, fino all'ufficiale della Guardia di Finanza Striano al servizio della Direzione Nazionale Antimafia.
Pasquale Striano, un tenente della Guardia di Finanza, è al centro di un’inchiesta della Procura di Perugia riguardante accessi abusivi a banche dati e attività di dossieraggio su numerose figure politiche, imprenditoriali e dello spettacolo. È accusato di aver raccolto informazioni sensibili su diversi VIP e politici italiani, tra cui ministri, parlamentari, e personalità pubbliche come Guido Crosetto, Matteo Renzi, Fedez, Cristiano Ronaldo e molti altri. Insomma 800 intrusioni accertate non appaiono solo legate alla normale attività di un ufficiale di rango non elevato.
Le indagini hanno rivelato che Striano avrebbe usato i database di Infocamere e Serpico, contenenti informazioni fiscali e societarie, per compilare dossier abusivi. Alcuni documenti sono stati ritrovati anche nelle sue comunicazioni con altri investigatori e collaboratori, in un presunto scambio di informazioni riservate su queste figure. Striano si è difeso affermando di aver agito nel contesto delle sue mansioni, ma il caso ha suscitato preoccupazioni anche per presunte falle nella gestione della sicurezza dei dati in alcuni enti italiani.
L’indagine affidata alla Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, si concentra anche sulla possibile esistenza di un "mandante" che avrebbe potuto orchestrare tali attività di dossieraggio. Tuttavia, finora non è emerso alcun elemento definitivo che confermi questa ipotesi. Tra gli altri imputati c'è anche Antonio Laudati, ex procuratore antimafia, che avrebbe avuto un ruolo di coordinamento in alcune delle operazioni. La gravità delle accuse riflette il potenziale abuso di informazioni sensibili, sollevando serie preoccupazioni sulla gestione della sicurezza informatica all'interno delle istituzioni pubbliche italiane.
Tale sistema consentiva di accedere a informazioni riservate, incluse quelle custodite dal Sistema di Indagine Interforze (SDI) del Ministero dell’Interno e di altre istituzioni, accumulando dati su numerosi soggetti di alto profilo.
I principali indagati sono Enrico Pazzali, amministratore di Equalize e ex presidente della Fondazione Fiera, e Carmine Gallo, ex funzionario di polizia, che avrebbe sfruttato contatti nelle forze dell’ordine per ottenere accessi illeciti ai database. Pazzali e altri soci di Equalize avrebbero collaborato con hacker e intermediari per creare un "mercato nero" di informazioni riservate, utilizzate per vantaggi personali o per esercitare pressioni politiche e imprenditoriali. Tra le persone coinvolte come vittime di queste violazioni figurano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Senato Ignazio La Russa.
Oltre alle violazioni informatiche, l’inchiesta ha messo in luce presunti legami tra Equalize e ambienti della criminalità organizzata e dei servizi segreti italiani, alimentando preoccupazioni sulla sicurezza dei dati sensibili e sulle vulnerabilità delle infrastrutture digitali del Paese. Gli atti dell'inchiesta docuemntano il coinvolgimento di 14 persone non identificate. Il motivo di questa segretezza non è noto, ma alcuni hanno ipotizzato che si tratterebbe di membri delle forze dell'ordine che avrebbero collaborato con la rete di dossieraggio illegale fornendo accesso privilegiato ai dati sensibili raccolti dalle forze di polizia.
Del resto i mezzi per eventuali corruzioni non mancavano. Gli investigatori sostengono che Equalize e altre società coinvolte avrebbero ottenuto profitti illeciti superiori ai 3 milioni di euro. Parte di queste informazioni sarebbe stata condivisa con agenzie spionistiche straniere, sollevando timori sulla possibile condivisione dei dati raccolti con agenzie di paesi ostili. Inoltre, sono emersi collegamenti con una società "clone" in Inghilterra, suggerendo lasciando ipotizzare che vi sia un'organizzazione internazionale al vertice.
Le continue scoperte di intrusioni informatiche
L'Agenzia Italiana per la Cybersecurity si è affretta a diramare un comunicato in cui nega di aver avuto qualsiasi rapporto con la società Equalize e la rete di "spionaggio" milanese. Quindi assicura che non sono stati compromessi i servizi digitali in uso all'Agenzia. E gli spioni non hanno avuto alcun ruolo nella progettazione e nello sviluppo dei sistemi informatici da essa predisposti.
Per quanto magra, è una consolazione sapere che i guardiani del fortino cibernetico italiano siano stati risparmiati dalle intrusioni. Però rimane il fatto che da un mese si susseguono casi di estrema gravità, dall'impiegato di banca infedele, al nerd siciliano, fino all'ufficiale della Guardia di Finanza Striano al servizio della Direzione Nazionale Antimafia.
Pasquale Striano, un tenente della Guardia di Finanza, è al centro di un’inchiesta della Procura di Perugia riguardante accessi abusivi a banche dati e attività di dossieraggio su numerose figure politiche, imprenditoriali e dello spettacolo. È accusato di aver raccolto informazioni sensibili su diversi VIP e politici italiani, tra cui ministri, parlamentari, e personalità pubbliche come Guido Crosetto, Matteo Renzi, Fedez, Cristiano Ronaldo e molti altri. Insomma 800 intrusioni accertate non appaiono solo legate alla normale attività di un ufficiale di rango non elevato.
Le indagini hanno rivelato che Striano avrebbe usato i database di Infocamere e Serpico, contenenti informazioni fiscali e societarie, per compilare dossier abusivi. Alcuni documenti sono stati ritrovati anche nelle sue comunicazioni con altri investigatori e collaboratori, in un presunto scambio di informazioni riservate su queste figure. Striano si è difeso affermando di aver agito nel contesto delle sue mansioni, ma il caso ha suscitato preoccupazioni anche per presunte falle nella gestione della sicurezza dei dati in alcuni enti italiani.
L’indagine affidata alla Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, si concentra anche sulla possibile esistenza di un "mandante" che avrebbe potuto orchestrare tali attività di dossieraggio. Tuttavia, finora non è emerso alcun elemento definitivo che confermi questa ipotesi. Tra gli altri imputati c'è anche Antonio Laudati, ex procuratore antimafia, che avrebbe avuto un ruolo di coordinamento in alcune delle operazioni. La gravità delle accuse riflette il potenziale abuso di informazioni sensibili, sollevando serie preoccupazioni sulla gestione della sicurezza informatica all'interno delle istituzioni pubbliche italiane.
29 ott 2024
Il Miracolo Milei
Dopo quasi 80 anni di peronismo, dittature militari, governi di sinistra, esperimenti fallimentari l’Argentina era con un piede nel baratro di tipo venezuelano.
Occorreva un miracolo che molti imploravano, ma nessuno si aspettava.
Ma il miracolo si è materializzato con l’avvento di Milei, un personaggio che nemmeno la fantasia di Borges avrebbe potuto partorire, con l'ardire di promettere tagli alla spesa pubblica (brandendo provocatoriamente una sega elettrica) in un paese dove la maggior parte della popolazione vive di sussidi pubblici, sinecure e prebende.
Ma il miracolo ancora più stupefacente si è prodotto dopo l'insediamento. Senza tentennamenti, alle promesse sono seguiti i fatti, nonostante il partito di Milei in Parlamento possa contare solo su pochi deputati e senatori. La spesa pubblica è stata decurtata del 30% in termini reali con una raffica di decreti, portando il bilancio dello stato in attivo dello 0,3% del Pil, con avanzo primario pari all'1,5% del Pil nei primi 8 mesi del 2024. Un'inversione di tendenza così drastica in tempi di pace è sensazionale, più unica che rara.
Risanati i conti pubblici, la banca centrale non è stata più costretta a stampare moneta per finanziare il deficit pubblico, e quindi si è arrestata la spirale di inflazione e svalutazione. Il tasso mensile di inflazione che quando Milei è arrivato alla Casa Rosada a dicembre scorso, era schizzato al 25,5% a settembre è crollato al 3,5% e anche i prezzi alla produzione sono aumentati su base mensile solo dell’1,9%.
Contestualmente all'austerità fiscale, per frenare l'inflazione importata, il cambio ufficiale col dollaro da dicembre è stato sottoposto ad un regime di crawling peg dalla Banca Centrale, in sostanza una svalutazione pilotata del 2% al mese. Permane un regime di doppio cambio, ereditato dal governo precedente, ma la discrepanza tra tasso ufficiale e tasso nel mercato “libero” si sta riducendo fino a far ipotizzare la cancellazione delle restrizioni valutarie nella prima metà del 2025.
Il piano di stabilizzazione non è stata una passeggiata. Il PIL ha subito un tonfo del 3,4% nella prima metà del 2024; tuttavia i segnali di ripresa si sono manifestati già a luglio quando il Pil è cresciuto dell’1,7% su base mensile. Per il 2025 il FMI prevede un rimbalzo del 6%, trainato dall’aumento dei salari reali che ha ridato ossigeno ai consumi privati (le vendite al dettaglio sono in ripresa), dall'espansione degli investimenti e dal boom dell'export che i peronisti avevano devastato.
Ovviamente gli irriducibili scherani peronisti, decisi a far fallire Milei per tornare al potere, e la congrega internazionale della sinistra massimalista aizzano la canea sfascista menando scandalo per l’aumento dell’indice di povertà salito nella prima metà del 2024 al 53%. In un paese di fatto in bancarotta, massacrato da decenni di malgoverno, parassitismo e clientelismo risalire la china non è mai indolore. Ma anche su questo fronte il peggio è passato. Con il risamento graduale dell’economia, il tasso di povertà dovrebbe calare a fine anno intorno al 40%.
Nonostante la cura da cavallo, l'indice di gradimento di Milei è stabile al 44%. Le le rivolte di piazza e i selvaggi moti di protesta di cui tanti stenterelli si erano riempiti le inutili bocche non si sono materializzate. A conferma del fatto che quando si sbatte in faccia la verità alla gente ipnotizzata dalle menzogne, il risveglio è duro, ma salutare.
Ma il miracolo si è materializzato con l’avvento di Milei, un personaggio che nemmeno la fantasia di Borges avrebbe potuto partorire, con l'ardire di promettere tagli alla spesa pubblica (brandendo provocatoriamente una sega elettrica) in un paese dove la maggior parte della popolazione vive di sussidi pubblici, sinecure e prebende.
Ma il miracolo ancora più stupefacente si è prodotto dopo l'insediamento. Senza tentennamenti, alle promesse sono seguiti i fatti, nonostante il partito di Milei in Parlamento possa contare solo su pochi deputati e senatori. La spesa pubblica è stata decurtata del 30% in termini reali con una raffica di decreti, portando il bilancio dello stato in attivo dello 0,3% del Pil, con avanzo primario pari all'1,5% del Pil nei primi 8 mesi del 2024. Un'inversione di tendenza così drastica in tempi di pace è sensazionale, più unica che rara.
Risanati i conti pubblici, la banca centrale non è stata più costretta a stampare moneta per finanziare il deficit pubblico, e quindi si è arrestata la spirale di inflazione e svalutazione. Il tasso mensile di inflazione che quando Milei è arrivato alla Casa Rosada a dicembre scorso, era schizzato al 25,5% a settembre è crollato al 3,5% e anche i prezzi alla produzione sono aumentati su base mensile solo dell’1,9%.
Contestualmente all'austerità fiscale, per frenare l'inflazione importata, il cambio ufficiale col dollaro da dicembre è stato sottoposto ad un regime di crawling peg dalla Banca Centrale, in sostanza una svalutazione pilotata del 2% al mese. Permane un regime di doppio cambio, ereditato dal governo precedente, ma la discrepanza tra tasso ufficiale e tasso nel mercato “libero” si sta riducendo fino a far ipotizzare la cancellazione delle restrizioni valutarie nella prima metà del 2025.
Il piano di stabilizzazione non è stata una passeggiata. Il PIL ha subito un tonfo del 3,4% nella prima metà del 2024; tuttavia i segnali di ripresa si sono manifestati già a luglio quando il Pil è cresciuto dell’1,7% su base mensile. Per il 2025 il FMI prevede un rimbalzo del 6%, trainato dall’aumento dei salari reali che ha ridato ossigeno ai consumi privati (le vendite al dettaglio sono in ripresa), dall'espansione degli investimenti e dal boom dell'export che i peronisti avevano devastato.
Ovviamente gli irriducibili scherani peronisti, decisi a far fallire Milei per tornare al potere, e la congrega internazionale della sinistra massimalista aizzano la canea sfascista menando scandalo per l’aumento dell’indice di povertà salito nella prima metà del 2024 al 53%. In un paese di fatto in bancarotta, massacrato da decenni di malgoverno, parassitismo e clientelismo risalire la china non è mai indolore. Ma anche su questo fronte il peggio è passato. Con il risamento graduale dell’economia, il tasso di povertà dovrebbe calare a fine anno intorno al 40%.
Nonostante la cura da cavallo, l'indice di gradimento di Milei è stabile al 44%. Le le rivolte di piazza e i selvaggi moti di protesta di cui tanti stenterelli si erano riempiti le inutili bocche non si sono materializzate. A conferma del fatto che quando si sbatte in faccia la verità alla gente ipnotizzata dalle menzogne, il risveglio è duro, ma salutare.
21 ott 2024
La Meloni Andreottiana tirare a campare per non tirare le cuoia
La legge di bilancio strombazzata con grande fanfara mediatica, ma (vergognosa abitudine dei governi di ogni colore) non ancora redatta in un testo finale, contiene una combinazione di trucchetti da treccartari e misere regalie al cosiddetto ceto medio.
Si propala ai quattro venti la menzogna secondo la quale le tasse non sono aumentate, mentre al contrario verranno eliminati diversi sgravi fiscali di cui beneficiano i contribuenti. E poi si impone un "contributo volontario" a banche e assicurazioni il cui onere ovviamente verrà scaricato sul consumatore finale. E cosa dire della demenziale imposta sulle plusvalenze da investimenti in criptovalute al 42% che non produrrà il benché minimo gettito e la tassa sui "giganti del web" estesa anche alle piccole imprese?
A furia di calciare la lattina asserendo che il bicchiere è mezzo pieno, le lattine sono diventate un paraocchi, anzi una benda che nasconde la realtà.
A voler essere benevoli ci si può consolare osservando che (con un po' di fortuna) i parametri su deficit e debito pubblico non peggioreranno marcatamente. E infatti le agenzie di ratings non hanno infierito. Ma la piaga purulenta della bassa produttività e dell'arretratezza che infetta la stagnante economia italiana non viene disinfettata. La Pubblica Amministrazione rimane una greppia per clientele con efficienza da Zimbabwe.
Un programma serio di stabilizzazione dei conti pubblici, scaglionato lungo un arco di sette anni (in base al nuovo Patto di Stabilità) non si discerne nella ridda di proclami vacui. Non si trova traccia delle riforme strutturali che (sempre secondo il Patto di Stabilità) dovrebbero giustificare l'estensione a 7 anni dei termini entro i quali abbattere il debito pubblico.
La Giustizia, da sempre cavallo di battaglia del centrodestra è diventato un ronzino emaciato sulla cui sella siede un Nordio ormai spompato ed esautorato. Le privatizzazioni,che costituivano un pilastro della legge di bilancio 2024, sono passate in cavalleria. La gestione dell'immigrazione clandestina incentrata sul cosidetto sistema Albania è una farsa concepita da menti disturbate.
Si propala ai quattro venti la menzogna secondo la quale le tasse non sono aumentate, mentre al contrario verranno eliminati diversi sgravi fiscali di cui beneficiano i contribuenti. E poi si impone un "contributo volontario" a banche e assicurazioni il cui onere ovviamente verrà scaricato sul consumatore finale. E cosa dire della demenziale imposta sulle plusvalenze da investimenti in criptovalute al 42% che non produrrà il benché minimo gettito e la tassa sui "giganti del web" estesa anche alle piccole imprese?
A furia di calciare la lattina asserendo che il bicchiere è mezzo pieno, le lattine sono diventate un paraocchi, anzi una benda che nasconde la realtà.
A voler essere benevoli ci si può consolare osservando che (con un po' di fortuna) i parametri su deficit e debito pubblico non peggioreranno marcatamente. E infatti le agenzie di ratings non hanno infierito. Ma la piaga purulenta della bassa produttività e dell'arretratezza che infetta la stagnante economia italiana non viene disinfettata. La Pubblica Amministrazione rimane una greppia per clientele con efficienza da Zimbabwe.
Un programma serio di stabilizzazione dei conti pubblici, scaglionato lungo un arco di sette anni (in base al nuovo Patto di Stabilità) non si discerne nella ridda di proclami vacui. Non si trova traccia delle riforme strutturali che (sempre secondo il Patto di Stabilità) dovrebbero giustificare l'estensione a 7 anni dei termini entro i quali abbattere il debito pubblico.
La Giustizia, da sempre cavallo di battaglia del centrodestra è diventato un ronzino emaciato sulla cui sella siede un Nordio ormai spompato ed esautorato. Le privatizzazioni,che costituivano un pilastro della legge di bilancio 2024, sono passate in cavalleria. La gestione dell'immigrazione clandestina incentrata sul cosidetto sistema Albania è una farsa concepita da menti disturbate.
20 lug 2024
Eulogia di J.D. Vance ed Eutanasia del GOP Reaganiano
Trump ha scelto J.D. Vance, un senatore dell'Ohio di prima nomina, fervente anti-globalista, anti-abortista, isolazionista, statalista, anti-immigrazione, simpatizzante dei sindacati, interventista in economia e convertito alle posizioni MAGA senza avere acquisito significative esperienze di governo.
Un personaggio che non porta in dote a Trump qualche fetta di elettorato al suo seguito, ma che combina il peggio delle posizioni della destra sui diritti civili con il peggio delle misure economiche di sinistra. Per di più offre il fianco ad accuse elettoralmente pesanti per la sua posizione intransigente sull'aborto da cattolico fondamentalista.
Vance propone che Stato protegga i colletti blu dalla concorrenza e aumenti il salario minimo a 20 dollari l'ora. Condivide le posizioni di Lina Khan, il boss della Federal Trade Commission che ha attaccato a testa bassa i titanio del settore tecnologico. Giudica le grandi aziende antiamericane perché hanno esteso le loro catene di approvviggionamento su scala globale. Vance ritiene che il blocco dell'immigrazione e l'aumento dei dazi sono un modo per aumentare la produttività in patria, incrementare i salari e rafforzare l'industria americana. Insomma una concezione dell'economia vecchia di quattro secoli.
Il suo unico merito è la fedeltà all'ex presidente, avendo dichiarato che, trovandosi al posto di Mike Pence, avrebbe assecondato il tentativo di ribaltare il risultato elettorale culminato con l'assalto al Capitol Building del 6 gennaio 2021. Al di là della sua storia personale, è una figura che merita attenzione perché di fatto è assurto ad erede designato di Trump, quindi rappresenta il volto nuovo del MAGA e la sua continuazione. La politica del MAGA nata come slogan per gonzi e connotazione confua per l'ambizione di un uomo privo di convinzioni ideologiche, ora potrebbe evolvere in un programma di governo che si estende oltre il 2028.
Il pericolo più grave per l'Europa del ticket Trump - Vance riguarda l'isolazionismo nutrito da Trump. Il sostegno all'Ucraina potrebbe volatilizzarsi e quindi a Putin verrebbe offerta la vittoria su un piatto d'argento. Su Taiwan, le opinioni di Vance non sono chiare, mentre Trump sostiene che l'isola dovrebbe pagare per la protezione americana dalla Cina e ha accusato i tawanesi di aver "rubato" l'industria dei chip all'America. L'interpretazione più benevola è che Trump si renda conto che permettere a Vladimir Putin di scatenarsi in Ucraina lo farebbe apparire debole come lo è stato Biden col ritiro dall'Afghanistan e più di ogni altra cosa un egocentrico come Trump detesta apparire debole. Ma in cosa si concretizzerebbe il suo contrasto a Putin è tutto da vedere.
In sintesi la presidenza Trump potrebbe rivelarsi un disastro per chi crede che la politica estera sia espressione della forza morale, che il commercio internazionale stimoli la produttività e che l'immigrazione sia una fonte di rinnovamento e vitalità.
Vance propone che Stato protegga i colletti blu dalla concorrenza e aumenti il salario minimo a 20 dollari l'ora. Condivide le posizioni di Lina Khan, il boss della Federal Trade Commission che ha attaccato a testa bassa i titanio del settore tecnologico. Giudica le grandi aziende antiamericane perché hanno esteso le loro catene di approvviggionamento su scala globale. Vance ritiene che il blocco dell'immigrazione e l'aumento dei dazi sono un modo per aumentare la produttività in patria, incrementare i salari e rafforzare l'industria americana. Insomma una concezione dell'economia vecchia di quattro secoli.
Il suo unico merito è la fedeltà all'ex presidente, avendo dichiarato che, trovandosi al posto di Mike Pence, avrebbe assecondato il tentativo di ribaltare il risultato elettorale culminato con l'assalto al Capitol Building del 6 gennaio 2021. Al di là della sua storia personale, è una figura che merita attenzione perché di fatto è assurto ad erede designato di Trump, quindi rappresenta il volto nuovo del MAGA e la sua continuazione. La politica del MAGA nata come slogan per gonzi e connotazione confua per l'ambizione di un uomo privo di convinzioni ideologiche, ora potrebbe evolvere in un programma di governo che si estende oltre il 2028.
Il pericolo più grave per l'Europa del ticket Trump - Vance riguarda l'isolazionismo nutrito da Trump. Il sostegno all'Ucraina potrebbe volatilizzarsi e quindi a Putin verrebbe offerta la vittoria su un piatto d'argento. Su Taiwan, le opinioni di Vance non sono chiare, mentre Trump sostiene che l'isola dovrebbe pagare per la protezione americana dalla Cina e ha accusato i tawanesi di aver "rubato" l'industria dei chip all'America. L'interpretazione più benevola è che Trump si renda conto che permettere a Vladimir Putin di scatenarsi in Ucraina lo farebbe apparire debole come lo è stato Biden col ritiro dall'Afghanistan e più di ogni altra cosa un egocentrico come Trump detesta apparire debole. Ma in cosa si concretizzerebbe il suo contrasto a Putin è tutto da vedere.
In sintesi la presidenza Trump potrebbe rivelarsi un disastro per chi crede che la politica estera sia espressione della forza morale, che il commercio internazionale stimoli la produttività e che l'immigrazione sia una fonte di rinnovamento e vitalità.
5 lug 2024
A che punto è la Cina?
E' ormai incontrovertibile che il Partito Comunista Cinese stia perseguendo una strategia di politica economica incentrata sull'espansione del settore manifatturiero e quindi dell'export. Una strategia indebitamente aggressiva che viola sfacciatamente lo spirito e la lettera delle regole che presiedono al commercio internazionale.
Pertanto Xi Jinping rifiuta di imprimere lo stimolo ai consumi privati che da più parti viene invocato come imprescindibile per lo sviluppo di un'economia moderna. Ma se fino al 2001 (anno di ingresso della Cina nel WTO) il modello di crescita export-led poteva avere un senso perché le dimensioni dell'economia cinese erano ancora modeste, al giorno d'oggi un paese che conta per il 20% del commercio mondiale destabilizza tutta l'economia mondiale con una politica neo mercantilista.
Infatti la strategia di Xi Jinping incentrata su sussidi alla produzione ha spinto le imprese cinesi ad investire in macchinari e capacità produttiva. Di conseguenza la sovraproduzione che non può essere assorbita dal mercato domnestico viene riversata in dumping sui mercati internazionali provocando ritorsioni protezionistiche non solo nei paesi Ocse ma anche nei paesi emergenti e nei BRICS.
I dazi fino al 50% che l'UE ha imposto da oggi sulle importazioni di auto elettriche cinesi sono solo un palliativo che potrebbe essere aggirato facilmente se le case automobilistiche cinesi aprissero fabbriche in Europa.
I vertici del PCC sono convinti che lo stimolo ai consumi avrebbe due effetti perniciosi.
1) Darebbe un'impulso all'economia di mercato che sfugge al controllo dei pianificatori
2) Stimolerebbe l'importazione di beni con il rischio che la Cina si trovi nella stessa situazione delle economie latino-americane negli anni 80.
Nel frattempo la crisi politica scoppiata a #Taiwan tra il neo-insediato Presidente Lai Ching Te e il Parlamento dove i deputati filo cinesi hanno la maggioranza, lascia presagire che Pechino voglia inserirsi nelle diatribe dell'isola per ritagliarsi uno spazio di influenza pervasiva invece di ricorrere ad un'attacco o a un blocco navale.
Pertanto Xi Jinping rifiuta di imprimere lo stimolo ai consumi privati che da più parti viene invocato come imprescindibile per lo sviluppo di un'economia moderna. Ma se fino al 2001 (anno di ingresso della Cina nel WTO) il modello di crescita export-led poteva avere un senso perché le dimensioni dell'economia cinese erano ancora modeste, al giorno d'oggi un paese che conta per il 20% del commercio mondiale destabilizza tutta l'economia mondiale con una politica neo mercantilista.
Infatti la strategia di Xi Jinping incentrata su sussidi alla produzione ha spinto le imprese cinesi ad investire in macchinari e capacità produttiva. Di conseguenza la sovraproduzione che non può essere assorbita dal mercato domnestico viene riversata in dumping sui mercati internazionali provocando ritorsioni protezionistiche non solo nei paesi Ocse ma anche nei paesi emergenti e nei BRICS.
I dazi fino al 50% che l'UE ha imposto da oggi sulle importazioni di auto elettriche cinesi sono solo un palliativo che potrebbe essere aggirato facilmente se le case automobilistiche cinesi aprissero fabbriche in Europa.
I vertici del PCC sono convinti che lo stimolo ai consumi avrebbe due effetti perniciosi.
1) Darebbe un'impulso all'economia di mercato che sfugge al controllo dei pianificatori
2) Stimolerebbe l'importazione di beni con il rischio che la Cina si trovi nella stessa situazione delle economie latino-americane negli anni 80.
Nel frattempo la crisi politica scoppiata a #Taiwan tra il neo-insediato Presidente Lai Ching Te e il Parlamento dove i deputati filo cinesi hanno la maggioranza, lascia presagire che Pechino voglia inserirsi nelle diatribe dell'isola per ritagliarsi uno spazio di influenza pervasiva invece di ricorrere ad un'attacco o a un blocco navale.
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