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28 mag 2021

Brevetti sui Vaccini e Riforma della Giustizia Italiana





Il nuovo fronte del politically correct è la lotta contro i brevetti delle case farmaceutiche sui vaccini anti-Covid. Da quando Biden per ingraziarsi il vociante milieu sanderista ha proposto la sospensione dei brevetti è tutto un rincorrersi di dichiarazioni, incontri, vertici e iniziative. Per lo più inconcludenti. 

Infatti Draghi, per conto della UE, nel recente Global Health Summit ha proposto di sospendere i brevetti, ma solo su "base volontaria". Punto ribadito anche dalla Presidente della Commissione Ue von der Leyen, che propone per di "usare tutte le flessibilità previste", ma determinata a "garantire il sistema di proprietà intellettuale". Insomma non c'è alcuna novità sostanziale se non l'impegno di Big Pharma a fornire ai paesi poveri 3,5 miliardi di dosi vaccinali a prezzo di costo (tradotto: con profitti minori).

Ancora una volta il buonsenso cade preda dei meccanismi comunicativi populisti usati per raccattare consenso sfruttando un'onda emotiva gonfiata dai media. Da ottobre 2020 Moderna ha rinunciato alle royalties sui vaccini quindi la mancanza di fiale nell'ex Terzo Mondo non si può attribuire all'avidità delle famigerate (per i populisti) Big Pharma, ma alla complessità della produzione. Peraltro Biden ha vietato le esportazioni dei vaccini impedendone di fatto la distribuzione ai paesi poveri (ma anche a quelli ricchi).



Un pilastro del populismo nostrano su cui il Mo-vi-mento 5 Stelle ha edificato le sue narrative tossiche sta per crollare. Ieri sera a Piazza Pulita il plurindagato avv. Amara reo confesso di vari depistaggi (per i quali ha patteggiato la pena) è stato intervistato in diretta su La7 da due illustri giornalisti investigativi più Paolo Mieli e il patron di Piazza Pulita, Corrado Formigli. Dopo il ciclone Palamara arriva l'uragano Amara che punta di nuovo i riflettori sui misteri di una Magistratura (o Magistra-iattura) dove le lotte di potere (e talora gli episodi di corruzione) sono pane (rancido) quotidiano. 

I quattro intervistatori hanno collezionato una misera figura, incapaci di inchiodare Amara e facendosi portare a spasso da un personaggio evidentemente aduso a infinocchiare gente molto più scaltra dei presunti mastini da salotto televisivo.

Solo alla fine Paolo Mieli dopo oltre un'ora di insinuazioni, vaghezze, mozziconi di verità, avvertimenti oscuri e autodifese puerili ha capito cosa stesse accadendo e finalmente ha sottolineato che Amara stava abilmente lanciando esche a cui far abboccare qualche imprecisato pesce per motivi non del tutto chiari.

7 apr 2021

I fronti caldi nel mondo





I consumatori cinesi boicottano le imprese occidentali che criticano la repressione degli Uiguri, ma il mondo mussulmano che si indigna per ogni frizione o discriminazione religiosa in Occidente non leva alcuna protesta per il trattamento inflitto ai correligionari dalle autorità cinesi. Anzi l'Iran firma un corposo accordo economico da 4oo miliardi di dollari con Pechino. Intanto in America l'amministrazione Biden dopo gli 1,9 trilioni di dollari di sussidi a pioggia sta mettendo in piedi un ciclopico programma di infrastrutture: altri 2 trilioni di spesa da finanziare stampando dollari. Dopo Obama e Trump, Biden è il terzo Presidente di fila che inizia il mandato fantasticando di piani faraonici. Finora i risultati sono stati nulli. Non c'e' due senza tre? In Italia invece l'ex Avvocato del Popolo e' diventato il curatore fallimentare dei M5S, ormai sminuzzati in mille schegge impazzite, nel vano tentativo di mantenere l'agognato seggio. Grillo, deciso a rintuzzare la fronda Dibba-Casaleggio, ha ribadito che il limite dei due mandati non si discute. Tra i parlamentari la reazione è stata simile a quella di un indemoniato alla vista dell'Esorcista munito di aspersorio.

23 mar 2021

La rivalità tra Cina e Usa torna in primo piano


Mentre la Cina enfatizza nel nuovo piano quinquennale la costruzione di un'economia interna meno dipendente dalle esportazioni e dalle condizioni economiche globali, la nuova amministrazione americana non intende discostarsi dalla politica aggressiva inaugurata da Trump. Nel summit tra USA e Cina tenutosi il 19 marzo ad Anchorage, capitale dell' Alaska, il nuovo Segretario di Stato Blinken ha esordito criticando pesantemente il suo omologo cinese sulla persecuzione degli Uiguri, sulla repressione ad Hong Kong, e sulle provocazioni contro Taiwan. La reazione cinese è stata altrettanto abrasiva.

Anche sul fronte commerciale Biden (che commentando il vertice si è detto orgoglioso di Blinken) ha confermato l'ostilità alle reti 5G basate sulla tecnologia Huawei. i dazi contro le importazioni cinesi, ma i mercati delle materie prime stanno registrando fortissime tensioni sui prezzi, mentre si registrano inusuali difficoltà sugli approvvigionamenti. Quindi se tali problemi dovessero aggravarsi un compromesso sarebbe necessario. Gli Usa possono esercitare un forte potere negoziale nei confronti di Pechino modulando le misure restrittive sull'esportazione di semiconduttori di alta gamma.

Sugli altri punti importanti in agenda Iran, Corea del Nord, Afghanistan e clima invece in Alska si è forgiata una minima convergenza di vedute, anche se non è chiaro quali saranno gli effetti pratci . In particolare Biden potrebbe riportare gli ayatollah al tavolo del negoziato sul nucleare sospesa da Trump, ma ancora in vigore per tutti gli altri contraenti.



Comunque l'economia cinese ha ancora parecchia strada da percorrere, innanzitutto riequilibrando lo sviluppo verso una crescita trainata dai consumi privati e non dagli investimenti pubblici. Inoltre proseguirà a grandi passi il processo di urbanizzazione: nel 2021 quasi 18 milioni di residenti nelle aree rurali (pari alla popolazione di di Svizzera e Portogallo) si trasferiranno nelle città, secondo le statistiche delle Nazioni Unite e pertanto in 5 anni il 65% dei cinesi vivrà in aree urbane. Per alimentare questo imponente trasferimento le autorità stanno pianificando la modifica del sistema hukou, un registro delle famiglie che frena l'emigrazione verso le città. Il nuovo hukou sarà basato su un sistema a punti che favorisca i giovani istruiti.

7 mar 2021

L'inflazione s'e' desta, ai bondholders scoppia la testa





Da oltre un decennio le banche centrali per rilanciare l'economia inondano il mercato di liquidita' acquistando titoli a reddito fisso soprattutto titoli di stato, provocando due conseguenze principali
1) Una bolla nei mercati finanziari soprattutto nel settore tecnologico
2) L'espansione incontrollata e senza precedenti (in tempo di pace) dei debiti pubblici.



Questo castello di carte si reggeva sull'assenza di inflazione quantomeno quella registrata dagli indici dei prezzi al consumo. Ora pero' l'Amministrazione Biden ha tirato troppo la corda con un ulteriore programma di spesa pubblica dall'importo stratosferico: 1,9 trilioni di dollari. I mercati hanno cominciato a tremare paventando che si sia oltrepassato il limite degli stimoli fiscali approvati con sovrano disprezzo dei vincoli di bilancio. Da tempo gli asset managers si stavano chiedendo se e quando sarebbero arrivate le fiammate inflazionistiche. Oggi non e' più una questione di "se", ma di "quando e quanto". Le ripercussioni sui titoli a reddito fisso, sull'equity e sul dollaro si intendificano da tre settimane e rischiano di minare anche il ruolo internazionale del biglietto verde, come spiegato qualche tempo fa.

24 gen 2021

Romano Prodi fa una Lezione a Tutto Campo




Romano Prodi e' stato ai vertici delle istituzioni italiane ed europee abbracciando un periodo che va dagli anni 70 fin quasi ai nostri giorni. Mantiene un'intensa attivita' pubblica sui media e svolge numerosi incarichi di prestigio anche all'estero. Conserva una straordinaria lucidita' e in questo video spazia dai temi di stretta attualita' (ad esempio la presidenza Biden, la Brexit, la difesa europea, la guerra in Libia) agli aneddoti su Putin, Obama, Major, Clinton, Bush e tanti altri.



Perle di saggezza e un bagaglio di esperienze che contrastano nitidamente con la squallida mediocrazia a cui siamo sottoposti dall'informazione paludata del Belpaese. E soprattutto che si ergono come montagne di fronte alla misera inconsistenza dei leader attuali.

8 gen 2021

Nell'America Stravolta Inizia l'Era Biden






Finita la tragica carnevalata dell'invasione nei palazzi del Parlamento, il processo politico negli USA rientra nell'alveo della normalita' istituzionale. Trump ha perso le elezioni in massima parte a causa dell'incompetenza dimostrata nella gestione dell'emergenza Covid-19. Se avesse scelto di esprimere piu' empatia, mettersi la mascherina in pubblico, visitare gli ospedali, mostrare vicinanza ai piccoli imprenditori e ai lavoratori piu' umili colpiti dalla crisi, ecc. Se avesse quantomeno prestato ascolto alle paure diffuse e avesse comunicato efficacemente le misure emergenziali non avrebbe perso il sostegno dell'elettorato piu' anziano. Invece ha creduto che negando la gravita' della situazione e facendo il bellimbusto potesse tenere in piedi il fondale di cartapesta dell'ottimismo da baraccone. Ad ogni modo, conclusa la fase elettorale, la vittoria dei democratici nel ballottaggi per i seggi senatoriali in Georgia consegnano la maggioranza (risicata) nei due rami del Parlamento all'Amministrazione Biden che ora ha la possibilita' di approvare il programma di pesanti aumenti delle tasse e il miraggio della riconversione verde.



E mentre in America la democrazia fa il suo corso, in Cina la scomparsa di Jack Ma ci ricorda che nella superpotenza emergente la democrazia non e' mai esistita. E anche quel poco di liberta' economica concessa dal regime comunista sta inaridendosi sotto il tallone di Xi Jinping.

15 dic 2020

Hunter Biden, da Cacciatore a Preda





A piu' di un mese dall'inaugurazione di Joe Biden alla Presidenza degli Stati Uniti, i venti degli scandali gia' infuriano sui cieli di Washington. Il figlio Hunter, ha ammesso di essere sotto indagine di un Grand Jury per una evasione fiscale connessa ai rapporti con un fondo di private equity legato al governo di Pechino. Della vicenda aveva scritto il New York Post a ridosso delle elezioni, ma la notizia era stata censurata da giornali, televisioni (eccetto Fox News) e social media tutti schierati a favore di Biden. In Italia la cortina di silenzio e' stata ferrea. Al massimo qualche vago accenno in TV e un trafiletto ben celato nelle pagine interne.
Addirittura 50 personalita' con esperienza a livello senior nell'intelligence americana avevano firmato un documento in cui affermavano che si trattava di un'operazione di disinformazione orchestrata dai russi. Adesso che la notizia e' stata confermata questi esimi esperti di controspionaggio sono spariti dal radar mediatico.

La faccenda e' politicamente esplosiva perche' l'influenza della Cina sulle istituzioni e sull'economia americana da alcuni giorni e' stata posta in una luce sinistra da inchieste giornalistiche che coinvolgono deputati del Partito Democratico finiti nella rete di giovani spie cinesi che raccoglievano fondi per le loro campagne elettorali e che si infilavano persino sotto le loro lenzuola. Nella rete e' cascato come una pera Eric Swalwell, uno dei giovani astri nascenti dei Democratici. Paradossalmente era un critico feroce di Trump che accusava con veemenza di collusione con paesi stranieri. Dal gennaio 2015 era membro dell'House Permanent Select Committee on Intelligence (il Copasir americano) del Congresso dove si esaminano tutti i segreti piu' scottanti per la sicurezza nazionale. La Speaker della Camera Pelosi, pur informata delle relazioni pericolose di Swalwell con sospetti agenti stranieri, non lo ha rimosso dalla carica delicatissima.



Neanche Wall Street e' stata risparmiata: le grandi banche e i fondi hanno da tempo enormi interessi in Cina e quindi il governo cinese utilizzava il canale dell'alta finanza di New York per esercitare pressioni sui politici a Washington. Secondo Di Donsheng, professore alla Renmin University in Beijingcon, la presidenza Trump queste interferenze hanno trovato un ostacolo insormontabile perche' le relazioni tra Trump e Wall Street erano poco cordiali, anzi decisamente burrascose per faccende risalenti al soft default delle sue societa' immobiliari. Ad esempio durante la guerra commerciale USA-Cina Wall Street non ha toccato palla. Quanto al Presidente eletto Joe Biden (o Bidon?), sara' arduo insistere di non sapere alcunché degli affari del figlio Hunter (fonte costante di imbarazzo per la famiglia tra droghe e donnine allegre). E sara' ancora piu' difficile negare che nelle posizioni chiave dell'Amministrazione entrante sono state nominate personalita' notoriamente filocinesi.

Lunedì scorso, John Ratcliffe il direttore della National Intelligence degli USA (la rete di contro spionaggio) aveva affermato, in un'intervista a Tucker Carlson Tonight su Fox News, che sebbene la Cina non abbia ancora raggiunto gli Stati Uniti come la più grande superpotenza del mondo, i politici devono preoccuparsi dell'incombente minaccia che l'Impero di Mezzo rappresenta. L'intervista ha echeggiato il recente discorso di Mike Pompeo, Segretario di Stato, in sostanza un durissimo atto d'accusa alla Cina e al suo obiettivo di soppiantare gli Usa come potenza dominante attraverso furti di tecnologia e altri mezzi fraudolenti o poco ortodossi. Persino alla Nato e' scattato l'allarme rosso. Insomma il Chinagate come ormai viene definito lo scandalo potrebbe risultare fatale per la Presidenza Biden ancor prima di cominciare. I Repubblicani spingono per la nomina di un Procuratore Speciale che faccia luce sulle tresche della Famiglia Biden. Kamala Harris in questi giorni e' stranamente assente dalla scena. Forse e' impegnata a scaldarsi a bordo campo.

16 nov 2020

Napalm economico - Biden presidente





Oggi in un tweet Trump ha affermato di aver vinto le elezioni presidenziali. Ieri aveva twittato che Biden ha vinto le elezioni grazie ad imbrogli. Insomma la saga dei ricorsi e dei conteggi si portrarra' ancora, anche se non sembra che Rudy Giuliani e il suo team di legali abbiano in mano degli Hatu tali da vincere la partita. In ogni caso tutti i 50 stati dell'Unione dovranno dare un risultato ufficiale entro l'8 dicembre, quindi, a meno di nuove rivelazioni, la sabbia nella clessidra va rapidamente esaurendosi.

In generale provare brogli e' estremamente complicato e provare che i brogli siano stati determinanti per l'assegnazione della vittoria e' ancora piu' arduo, se non si hanno informatori all'interno dell'apparato amministrativo che gestisce le operazioni. Soprattutto negli stati dove il livello di sicurezza nei seggi e' alquanto approssimativo.

L'attenzione ora si sposta suhli ultimi due seggi da assegnare al Senato nel ballottaggio del 5 gennaio in Georgia. Probabilmente Biden spera che vincano i repubblicani. Altrimenti si trovera' ostaggio della sinistra radicale sanderista pronta a reclamare l'oncia di carne. Invece con un Senato a maggioranza repubblicana e una Camera dei Rappresentanti con una fragile maggioranza democratica potra' continuare il tran tran del piccolo cabotaggio, attivita' che ha perfezionato in 50 anni di vita politica.

11 ott 2020

La SConvid-da di Trump?




Dopo essersi sottoposto ad una terapia lampo Trump e' uscito dall'Ospedale Walter Reed piu' spavaldo che mai. Questa Resurrezione de Noantri non mancherà di esercitare una potente influenza sull'elettorato piu' sensibile ai messaggi intrisi di richiami religiosi. Inoltre a molti Americani adorano la narrazione della caduta e della risalita dell'uomo che si batte con le sue forze. Le trame dei film di Hollywood ne sono stracolme.
Pero' i sondaggi non registrano uno spostamento di voti verso i Repubblicani e continuano a dare Biden in netto vantaggio. A questo punto e' difficile che in tre settimane la situazione possa ribaltarsi. Quindi o i sondaggi sono completamente fasulli, perche' il Covid ha cambiato drasticamente la rappresentatività del campione di elettori, oppure il destino di Trump e' segnato. Le ultime speranze di riscatto si affidano alla conferma di Amy Barret alla Corte Suprema, ad una performance stellare nell'ultimo, o negli ultimi due dibattiti con Biden e su un'inchiesta che finora sulla stampa italiana ha trovato uno spazio limitatissimo. I supporter del magnate dall'improbabie criniera la chiamano Obamagate e riguarda le tresche di CIA ed FBI per spiare la campagna elettorale di Trump sulla base di un rapporto fake commissionato da Hillary Clinton. Il Dipartimento della Giustizia ha affidato l'indagine ad un procuratore inflessibile, John Durham, che sta lentamente (troppo lentamente secondo Trump) raccogliendo le prove. Se nei prossimi giorni venissero incriminate figure di spoicco del Partito Democratico (non escluso Biden) la campagna elettorale entrerebbe in una fase di scontro acora piu' vitriolico.